Angelo Conti,
La Stampa, 18/12/2023
Anezia è nata in Brasile, a San Paolo, da famiglia italiana. Ed è poi stata, da ragazza, una emigrante di ritorno. Ma del Brasile ha conservato ottimismo e voglia di vivere, che ha sempre sfoderato, negli anni in cui ha sinora ricevuto le Tredicesime dell’Amicizia: “La vita è un dono – è il suo mantra – e dobbiamo saperla guardare in faccia anche quando è cattiva. Confidando che le cose possono migliorare e che domani potrebbe essere migliore di oggi”.
E dire che Anezia, 71 anni, qualche problema ce l’ha: “ Non sto tanto bene, ho subito due interventi e mi devo spesso sottoporre ad accertamenti anche poco simpatici, come le colonscopie. E poi vivo in una soffitta davvero piccola piccola, appena 14 metri quadrati. Ma non la cambierei mai con un’altra sistemazione. Perché il palazzo è tranquillo, la zona pure, anche se devo fare qualche volta i conti con la movida di piazza Vittorio”. La mini soffitta è stato un ripiego: “Sino a qualche anno fa abitavo nelle case Atc di via Carema. Avevo un alloggio ampio, 50 metri quadrati, che avevo sistemato proprio bene. Ma in quella scala abitava di tutto, anche gentaglia. Mi forzavano la porta, a volte cercavano di entrare anche quando io ero in casa. Insomma, non era vita. Così, una famiglia che mi è molto cara e che non smetterò mai di ringraziare, mi ha offerto questa soffitta in affitto. Per me è stato un grande regalo. Ho ritrovato la tranquillità”.
Ma per far quadrare i conti Anezia deve far i salti mortali: “Prendo 650 euro di pensione, 250 vanno via per l’affitto, e mi restano 400 euro per le bollette e per vivere. Per riuscirci devo fare qualche magia…”. E che la Tredicesima dell’Amicizia sia per lei un regalo importante, lo confermano le lacrime che versa nel ricevere la busta con il denaro.
Anezia ha un figlio, che non vede da 40 anni: “Adesso ha più di 50 anni. L’ho avuto che ne avevo appena 18. So che vive in Centro America, ma non mi vuole vedere. Per via di vecchi attriti con il mio marito siciliano e con la sua famiglia. Il mio temperamento, influenzato dai miei anni in Brasile, non era stato accettato. Ed ho preferito andarmene”. Anezia in Brasile faceva la ballerina e, dopo la parentesi del matrimonio, è tornata a fare quel lavoro: “Ero brava. Lo studio Armando Testa mi ingaggiò per lavorare nei Caroselli dell’Amaro Cora. La star era Barbara Bach, io avevo ruoli secondari, da comparsa, di solito ballavo. Ogni tanto vado a rivedere quei Caroselli su Youtube. Sono in bianco nero, cose da cineteca, ma è come fare un salto indietro e tornare giovane. Poi, col passare degli anni, ho dovuto ripiegare su altri lavori, come la donna delle pulizie, spesso in nero. Così la pensione è rimasta piccola piccola. Ma in compenso ho un patrimonio di ricordi che mi aiuta, ogni giorno, a vivere”.
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