Chiosso Selma
La Stampa Asti
Angelo Fagioli ha quattro paia di guanti: «Ho paura di non ricordare dove li metto, ho sempre le mani ghiacciate» e un berretto in testa. In casa fa freddo, il termosifone: «Lo alzo solo quando viene qualcuno».
Ha 86 anni La vecchiaia è fatta , è nato a Cagliari, dal 2014 abita a Villanova, in un alloggio lindo lindo con le pareti lilla, ingentilite da foto, ricordi, immagini di Papa Francesco e calciatori. «Mi è sempre piaciuto il gioco del pallone, tifo Cagliari e Torino». Finché ha potuto ha sempre dato una mano «in campo» aiutando i ragazzi, lavando le divise, incoraggiandoli. La sua prima passione però è il canto. Avrebbe dato qualunque cosa per «intraprendere quella strada, ma i soldi non c’erano». Il dispiacere si è tramutato in dolore, è raro sentirlo cantare anche se ascolta musica e segue i programmi televisivi. Confida: «Risparmio su tutto ma una cosa me la concedo». È la rivista «Sorrisi e canzoni». La vecchiaia è fatta di riti. E aspettare l’uscita settimanale, andare a comprare la rivista è uno di quelli. La sua fortuna più grande, si chiama Carmela. Racconta: «E’ nipote di “giunta” come dite voi piemontesi ma è il mio sole, la mia vita. Sono zio ehhh non nonno» I ricordi si ingarbuglino un po’ ma uno è fisso: «Aveva sette anni, si arrampicava su uno sgabello e già lavava i piatti».
Angelo ha gravi problemi di salute, la pensione sociale non basta e lui si dispera «Tutti gli anni dall’Inps mi dicono che non ho diritto alla tredicesima eppure ho sempre lavorato». Ha lasciato la Sardegna da giovanissimo: «C’era il mare grosso. Bobby Solo cantava: “Non c’è niente da fare” e io mi sono tenuto la pancia in mano fino a Genova». Le prime notti a Torino ha dormito in stazione a Porta Nuova: «È arrivato un poliziotto che ci ha preso a calci». Due giorni dopo la musica cambia. La svolta è un altro poliziotto: «Si è avvicinato e mi ha offerto la colazione. Avevo fame, o ricordo ancora il sapore di quel caffè e di due brioche». Gli dice: «Alla mattina c’è un tuo compaesano che fa una riunione ai giardini aiutando quelli come te». Sono gli anni in cui ci sono i cartelli con scritto «Non si affitta ai meridionali». Il compaesano gli trova casa e lavoro in una fabbrica di Nichelino che tratta amianto, ci resta per 12 anni, fino a quando chiude. Da lì inizia una girandola di altre occupazioni in giro per l’Italia: muratore, operaio, assistente anziani, pulizie.
Torna in Piemonte negli Anni Novanta e a Vinovo in un mercatino dell’antiquariato incontra Carmela. Si riallacciano rapporti antichi e densi d’amore. Da una decina d’anni vive a Villanova «sorvegliato a vista» dalla nipote e sostenuto da una rete di aiuti. La giornata inizia presto: «Mi alzo per prendere le medicine, sono tante, metto in ordine la casa, adesso fa freddo uscire». «Se mi arriva la Tredicesima di Specchio dei tempi vado dal dentista, non riesco a masticare… poi compro un album da disegno: voglio dipingere un cuore grande come questo tavolo con dentro scritto Carmela e metterlo sotto l’albero».
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- Il concerto di Stefano Bollani all’Auditorium del Lingotto (16 dicembre)