Specchio dei tempi Arrivati a Vallecrosia i primi ragazzi del progetto “Bambini mai...
6 Luglio 2023

Arrivati a Vallecrosia i primi ragazzi del progetto “Bambini mai in vacanza”

Beppe Minello

Sono arrivati nel cortile dove li attendeva il bus che li avrebbe portati al mare, alcuni per la prima volta, con un sorriso timoroso sulle labbra. Le mamme in chador a incoraggiarli, a spingerli verso gli altri compagni di avventura. Il signor Wang trascinando una improbabile fat-bike con i suoi due ragazzini, Davide e Nico, quasi in divisa: maglietta e pantaloncini camouflage con finti gradi militari sulle spalle. Si sono messi in disparte, in silenzio, a studiare la situazione. Nicholas e Alex, gemelli di 9 anni, orfani di padre, sembravano quelli più a loro agio. D’altra parte, con altri tre fratelli e sorelle, sono abituati cavarsela perché hanno capito da tempo che la mamma, da sola, non ce la può fare. Yelizaveta, 8 anni, un sorriso dolce e gli occhi svegli sotto due treccine che le solcano il viso, ha subito individuato in Daniel, zazzera riccia e bionda, rifugiato ucraino con la sua famiglia, quello più simile a lei e non si sono più lasciati. Come Yujia, 8 anni, un visino dolcissimo compreso tra orecchie clamorosamente a sventola, tutta un fiocchetto dalle scarpe al vestitino bianco e blu, che ha arpionato la mano di Youtong, di appena due anni più vecchia ma già consapevole del suo ruolo di sorella-mamma, e l’ha lasciata praticamente solo a Vallecrosia, tra Bordighera e Ventimiglia.

Lì, nella casa salesiana a pochi minuti a piedi dal mare, si stanno consumando le due settimane di vacanza pagate dalla Fondazione Specchio dei tempi ai bambini di quelle famiglie che non se le sarebbero mai potute permettere. La generosità dei lettori de La Stampa e gli amici di Specchio hanno permesso di allargare un po’ il numero dei partecipanti – sono una sessantina in totale – ma purtroppo non è stato possibile accontentare tutti.

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L’ansia dei genitori ha seguito la partenza dei loro bambini fin nelle strade attorno al Valdocco. Sventolar di mani e baci lanciati al vento hanno accompagnato il bus per via Rovigo e via Cigna. Una banda colorata e multietnica – nei due diversi  periodi di vacanza ci sono bambini di ben 12 nazionalità diverse – affidata alle cure di Antonio, religioso salesiano che si è appassionato alle avventure di Garfield il gatto, saggiamente mandato a manetta sugli schermi della tv interna del bus per distrarre i piccoli viaggiatori, quanto e più dei ragazzini. Con lui tre giovani animatrici, Vittoria, Valeria e Paola che hanno avuto subito il loro daffare ad arginare il mal d’autobus che, implacabile, ha colpito 2 o 3 bambini quando ancora non s’era superato il casello di Carmagnola. E non si sono ripresi fino a Savona. Poco male, la sosta nel primo autogrill incontrato sull’Autofiori, ha permesso di tirare il fiato e mescolare le carte.

Le battute da un sedile all’altro, gli scherzetti, i sorrisi, le urla hanno lasciato il posto a un contatto più fisico e coinvolgente per tutti. Amir (“per gli amici Mohamed” ci tiene a precisare) 9 anni, ne ha approfittato per raccontare a tutti di essere “caduto dal balcone”. Stupore generale. “Ma ero al primo piano!”. Ah be’. Come tanti, segue la dieta musulmana, ma la mamma ha aggiunto che è “allergico al pesce e che prima di fare ogni sforzo ha bisogno di inalare il Ventolin”.

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Come capita fra i ragazzini, l’imbarazzo di non aver mai fatto o visto qualcosa, li ammutolisce quando chiedi loro se sono mai stati al mare. Amir sta zitto. Alfa, 7 anni, un bellissimo bambino ivoriano che il papà ha fotografato in mille pose prima della partenza, tergiversa e fa sorridere tutto il bus per cambiare discorso. Anche la sosta all’autogrill è una novità per molti di loro. I gemelli, Alex e Nicholas, sono rimasti affascinati dal rubinetto che si apre a pressione e, soprattutto, dai soffioni di aria calda per asciugare le mani che si sono lavate tre volte.  Un gioco a quiz sulle avventure del gatto Garfield con premio finale un ghiacciolo da ritirare in colonia, ha consumato l’ultima ora di viaggio.

La vista di campi da calcio, basket e pallavolo, tutti incastrati uno nell’altro alla moda delle strutture salesiane, ha scatenato l’entusiasmo di tutti i maschietti, già eccitati dall’idea delle sfide che di lì a poco avrebbero affrontato con i tanti ragazzini che frequentano l’Estate ragazzi dell’oratorio e con la testa già al giorno in cui faranno la gita al parco acquatico “Le Caravelle” di Ceriale. L’ultima fatica, prima di correre in spiaggia, è stata quella di farsi il letto, distinguere lenzuola e federe, il telo mare dall’asciugamano. Per alcuni un’impresa mai affrontata.

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