Turchia_Mesopotamia

Terremoto Turchia: aiuti ai villaggi della Mesopotamia

Angelo Conti

Harran, sul confine con la Siria: la comunità delle case di argilla dimenticata dopo il terremoto

La Siria è a due passi, solo qualche chilometro fuori dal centro abitato: ogni tanto si vede un soldato turco armato sino ai denti ma le tensioni politiche fra i due paesi sembrano davvero lontane.

Siamo ad Harran, poco più di 5.000 anime, l’ultimo paese della Turchia, proprio accanto all’Eufrate. La sua povera economia affonda le radici nelle attività agricole tipiche della Mesopotamia e nelle modeste attrattive turistiche delle sue case in argilla, che somigliano tanto ai nostri trulli.

Il terremoto del febbraio 2023 l’ha colpito duramente, rendendo inagibili la metà delle abitazioni e interrompendo anche le vie di comunicazione verso Antiochia. La sua posizione marginale (è la zona della Turchia più lontana dalla capitale Istanbul) non ha consentito, sino ad oggi, interventi radicali e così la situazione è, soprattutto nelle frazioni sparse per le campagne, ancora decisamente critica.

A 18 mesi dal sisma si vive sotto le tende, in condizioni igieniche precarie, con sostegni limitati da parte del governo centrale. Qui Specchio dei tempi e Remar Sos sono intervenuti a più riprese, già dalle settimane successive al sisma, con distribuzioni di pacchi viveri e generi di prima necessità alle famiglie. Distribuzioni che continuano ancora in questi giorni, stante la situazione che è resa ancor più grave dalle altissime temperature: vivere in tenda, con 40 gradi, diventa un tormento fisico, anche per la scarsa utilità dei condizionatori.

Le distribuzioni di aiuti continueranno anche nelle prossime settimane.

I primi rientri dei profughi ucraini

Specchio dei tempi per i profughi ucraini: due anni fa i primi rientri in patria

Angelo Conti

Proprio in questi giorni, due anni fa, Specchio dei tempi (su richiesta dell’Ambasciata Ucraina a Roma e in collaborazione con il Consolato Ucraino a Torino) cominciò ad organizzare i rientri dei profughi ucraini fuggiti qualche mese prima dal loro paese.

Si trattava quasi esclusivamente di mamme e bambini, indotti a rientrare prevalentemente per due motivi: la difficoltà nell’integrare nelle scuole italiane scolari che conoscevano solo l’ucraino ed il russo e con i quali la comunicazione era praticamente impossibile e poi la vendita dei posti di lavoro pubblici di molte mamme (nonostante una legge che lo vietava, molti capiufficio corrotti avevano messo in vendita i posti di lavoro di chi aveva lasciato il paese…).

Furono organizzati decine di pullman in partenza da Torino, Napoli e Roma in direzione Leopoli. Migliaia le persone trasportate.

Specchio dei tempi si pone da sempre al fianco di chi soffre e di chi ha bisogno di aiuto. Ogni vostra donazione rappresenta un gesto concreto che ci permette di continuare nella nostra missione, con trasparenza ed efficacia.

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Somaliland

Specchio dei tempi dona tre concentratori di ossigeno alla Neonatologia di Hargeisa

Fondazione Specchio dei tempi ha consegnato nei giorni scorsi tre concentratori di ossigeno alla Neonatologia dell’Ospedale Pediatrico di Hargeisa in Somaliland, costruito proprio dalla fondazione 11 anni fa.

Il reparto è ora in grado di affrontare meglio le emergenze, soprattutto per quanto riguarda bimbi prematuri.

La donazione si inserisce nel progetto pluriennale che l’associazione torinese MedAcross sta sviluppando in un paese poverissimo, con la più alta mortalità neonatale del mondo.

Dona anche tu per supportare il progetto.

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Hargeisa, Specchio tifa per Fatima nel nuovo reparto del nostro ospedale

Angelo Conti

Tre giorni fa abbiamo installato nuove apparecchiature nella neonatologia dell’ospedale pediatrico di Hargeisa (costruito da Specchio dei tempi nel 2012 e tuttora supportato dalla nostra fondazione) e ieri è arrivata Fatima, nata prematura, dal peso di appena 1 chilogrammo e 2 etti. Solo una settimana fa sarebbe morta di sicuro, ora – con le nuove apparecchiature – stiamo cercando di salvarla.

In loco c’è in questi giorni un team, di medici torinesi, guidato da Daniele Regge, impegnatissimi anche nelle cure a questa piccolissima bambina.

Tifiamo tutti per la piccola Fatima!

Ospedale di Specchio in Somaliland, donate attrezzature alla neonatologia

Angelo Conti

Costruito grazie al supporto economico di Specchio dei tempi nel 20212, l’ospedale pediatrico di Hargeisa in Somaliland è sempre rimasto nel cuore della nostra fondazione, che ne ha sostenuto prima la normale gestione e più recentemente lo sviluppo. In questo contesto, proprio negli scorsi giorni, abbiamo consegnato al reparto di Naonatologia 3 isole neonatali riscaldate, 1 oftalmoscopio/otoscopio, 3mascherine per ambubag, 20 sensori neonatali e 4 monitor. Vicini alla gente della Somalia per consentire loro di vivere e crescere nella terra dove sono nati e dove, ormai da 12 anni, ci stiamo impegnando per garantire un buon livello di assistenza sanitaria, soprattutto ai bambini.

Specchio dei tempi garantisce lo stipendio a medici ed infermieri del Pronto Soccorso, fornisce attrezzatura e formazione al Reparto di Neonatologia, visita con un ambulatorio mobile i campi profughi intorno alla città. Il progetto è realizzato con la partnership operativa di Medacross.

Crisi umanitaria in Somaliland siccità, dengue e la corsa per la sopravvivenza: cosa stiamo facendo

Angelo Conti

Nel cuore del Corno d’Africa, il Somaliland – regione autonoma della Somalia settentrionale, che ha dichiarato la propria indipendenza nel 1991, ma ancora oggi non riconosciuta dalla comunità internazionale – sta affrontando innumerevoli sfide umanitarie, che stanno compromettendo la resilienza della popolazione. Qui Specchio dei tempi lavora da 12 anni: è stato il principale finanziatore nella costruzione dell’Ospedale Pediatrco di Hargeisa (54 posti letto) che continua a sostenere pagando stipendi ai medici ed agli infermieri del pronto soccorso, garantendo appoggio e risorse alla Neonatologia, mantenendo il servizio di cliniche mobili nei campi profughi. Per cercare di rendere vivibile l’esistenza di queste povere popolazioni, migliorando la qualità di vita del paese in cui vivono.

Quest’area da tempo segnata dalla siccità ha scongiurato per poco la carestia con la precedente stagione delle piogge, tuttavia l’allerta resta alta. Le sei stagioni consecutive di precipitazioni al di sotto della media continuano a segnare pericolosamente le condizioni di vita della popolazione. Centinaia di famiglie sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni in cerca di cibo e acqua per se stesse e per il proprio bestiame – spesso unica fonte di reddito.

Eppure le piogge, quando arrivano – anziché portare sollievo – causano allagamenti e danni alle infrastrutture già fragili, rendendo alcune aree completamente inaccessibili. Con l’arrivo della stagione delle piogge, si è diffusa rapidamente l’epidemia di dengue, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema sanitario già debole. La dengue è un virus trasmesso da un particolare tipo di zanzara, ad oggi qui non esiste né vaccino né cura. La malattia è spesso asintomatica, ma qualora si presentassero i sintomi, i principali sarebbero: febbre molto alta, dolori articolari, vomito, diarrea, con il serio rischio di disidratazione. La dengue può portare anche alla morte se diventa emorragica e non viene trattata in tempo.

A tutto questo si è aggiunto – ad Hargeisa – l’innalzamento dei prezzi del carburante di circa l’11%, causando il conseguente aumento dei costi di trasporto e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. La popolazione così già colpita dalle conseguenze della crisi climatica e da un’epidemia di dengue, vede sempre più la riduzione del proprio potere d’acquisto, che significa maggiore insicurezza alimentare. A farne le spese sono sempre le fasce più vulnerabili della popolazione, tra cui i bambini.

In questa situazione complessa ed estremamente critica le organizzazioni umanitarie svolgono un supporto fondamentale. Le cliniche mobili di Specchio dei tempi, grazie alla logistica di Medacross, raggiungono i campi profughi, rendendo accessibili le cure essenziali. I due enti sono altresì impegnati nel rafforzamento dell’unico ospedale pediatrico del Somaliland, attraverso la donazione di attrezzature mediche pediatriche e neonatali e formazione del personale medico e infermieristico locale.

La situazione in Somaliland è un grido d’aiuto che non può essere ignorato. Ogni donazione – piccola o grande che sia – può fare molto!

Hargeisa, Somaliland: la storia di Adam, salvato da una gravissima polmonite

Jessica Genova

Nelle aree rurali e desertiche che circondano Hargeisa, capitale del Somaliland, si estendono decine di campi profughi, dove vivono un numero sempre crescente di famiglie. Uno dei più estesi è Digaale. Questo campo, sorto nel 2014, è diventato una dimora fissa per oltre 1300 famiglie, più di 8000 individui, ed il loro numero è in continua crescita. La mancanza d’acqua e di cibo ha costretto centinaia di famiglie a cercare riparo in quest’area alle porte della capitale, ma la vita -anche qui – continua ad essere una sfida quotidiana. L’acqua è scarsa, le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose e le epidemie, tra cui una grave ondata di Dengue, si diffondono rapidamente, portando con sé sofferenza e paura.

In questo contesto fragile si inserisce l’attività di Specchio die tempi che finanzia completamente MedAcross che garantisce un servizio di clinica mobile, offrendo visite mediche e distribuendo cure gratuite. Il team sanitario è costantemente alle prese con sfide imponenti: le strutture sono ridotte, le condizioni igienico-sanitarie sono precarie e le epidemie sono all’ordine del giorno. Spesso, i medici devono affrontare il difficile compito di trasportare i pazienti in condizioni critiche su strade dissestate e difficili da percorrere.

In una delle mie tante visite alla clinica mobile dei campi profughi di Hargeisa, incontro Adam, un bambino di 14 anni. Mi è impossibile non notare i tratti del volto scavati e il corpo cheletrico, testimonianza vivente della fame che si nutre dei corpi nel Corno d’Africa. Adam ha trascorso le sue notti raggomitolato in un letto, lottando per trovare una posizione che gli consentisse di respirare e trovare la forza di abbandonarsi senza paura al riposo. “Le notti sono state un tormento in quest’ultima settimana” – ci racconta la mamma – “e non è riuscito nemmeno a mangiare”. Il medico svela a me e alla mamma di Adam la triste verità: il bambino soffre di una grave polmonite acuta e ha un bisogno urgente di ossigeno e cure per sopravvivere. Fortunatamente, nel centro di salute di Digaale, esiste una macchina per la somministrazione di ossigeno, che offre un barlume di speranza e sollievo a tutti noi. Tuttavia, è chiaro che questo non sarà sufficiente. In caso di crisi, una struttura ospedaliera adeguata è la sua unica speranza. Da lì a poco, tale pensiero si concretizza: l’elettricità salta improvvisamente e il macchinario smette di funzionare. La sua saturazione crolla pericolosamente. In quei minuti sospesi tutto il personale sanitario si è attivato per supportare Adam. Fortunatamente in pochi minuti – eterni – il sistema si è ripristinato e ha permesso ad Adam di respirare nuovamente. E noi con lui.

Il medico ha così contattato l’ospedale pediatrico di Hargeisa, costruita da Specchio dei tempi 12 anni fa, della capitale, sperando di avere una conferma per il ricovero di Adam. Ma non è la nostra giornata fortunata: i letti sono tutti occupati a causa dell’epidemia di Dengue. Mi rendo conto di quanto sia ora difficile comunicare alla famiglia che dovranno attendere almeno un’altra giornata prima di essere accompagnati in ospedale. Mi rendo conto altresì, che -nonostante tutti gli sforzi che cerchiamo di compiere quotidianamente -l’impotenza a volte bussa alla porta, entra, e non se ne va.

Il giorno successivo però vi è finalmente una buona notizia: riusciamo ad ottenere un letto disponibile. L’ambulanza giunge al campo, recupera il bambino e lo accompagna in ospedale, dove riceve tutti i trattamenti medici necessari e dove rimane sotto osservazione alcuni giorni. Questa è la realtà che i medici stipendiati da Specchio dei tempi affrontano quotidianamente, restando accanto ai pazienti e cercando soluzioni alternative, le quali diventano testimonianza di dedizione ed impegno.

In aiuto di Nuur, vive ad Hargeisa, ha 2 anni e pesa appena 6 chili

Angelo Conti

Il campo di Nasa Hablood è uno dei campi profughi che circondano Hargeisa, la capitale del Somailand, dove Specchio dei tempi ha costruito, 12 anni fa un ospedale pediatrico con 50 posti letto e dove è ancora molto attivo nel sostegno ai bambini più fragili. L’altro giorno, con la nostra clinica mobile, abbiamo raggiunto il campo di Nasa Hablood. Qui abbiamo trovato ad attenderci Nuur, paziente di due anni con la sua mamma Nimco. 25 anni. Nuur è stata visitata dai nostri dottori che hanno evidenziato una forte malnutrizione: ha due anni, e pesa appena 6 chili. Il suo corpo dimostra molti meno mesi di quelli che ha, il suo sguardo appare quasi assente, rallentato.

Era la prima volta che veniva visitata da un dottore, il quale ha prontamente attivato una terapia. La situazione di Nuur non è purtroppo rara in questo luogo fortemente colpito da siccità, insicurezza alimentare, povertà. Le scelte alimentari si accompagnano a una scarsa consapevolezza a livello nutrizionale, devono fare i conti anche con le disponibilità economiche delle famiglie, spesso molto scarse o inesistenti.

Il Somaliland, stato autonomo a nord della Somalia è attualmente colpito da una delle peggiori siccità degli ultimi anni, l’anno scorso è stata scongiurata la carestia, ma il livello di allerta resta ancora alto. Specchio dei tempi, con il concorso logistico e operativo di Medacross, si inserisce in questa emergenza finanziando visite mediche e cure gratuite presso i campi degli sfollati interni che circondano la città di Hargeisa; mettendo a disposizione specialisti e, all’occorrenza, ricoveri ospedalieri. Nell’ultimo anno Specchio dei tempi ha reso possibili più di 4700 visite mediche ai bambini dei campi profughi e contribuito a visitare e curare più di 12000 bambini nell’ospedale pediatrico di Hargeisa.

Specchio dei tempi sostiene inoltre le spese dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso, finanzia un’attività di teaching verso i medici locali, lavora all’implementazione dei servizi della neonatologia. Tutto il progetto è seguito e verificato, in loco, da personale italiano.

Oltre mezzo milione di euro per le popolazioni terremotate di Turchia e Siria

Angelo Conti

Specchio dei Tempi attivo a Defne e Latakia.

Ieri la sottoscrizione di Specchio dei tempi a sostegno delle popolazioni terremotate di Turchia e Siria ha toccato quota 502.116 euro da ben 3.178 donatori. Una nuova, grande prova di solidarietà, che sta sostenendo l’azione della fondazione vicina da sempre a La Stampa, che ha subito messo in atto interventi sia in Turchia (a Defne, una località prossima ad Antiochia) e sia in Siria (a Latakia ed Aleppo).

L’intervento di Specchio dei tempi (che opera in Turchia con la fondazione gemella Specchio d’Italia) ha vissuto sinora due momenti: il primo nell’immediatezza del sisma, quando la fondazione ha deciso di spostare una cucina mobile che si trovava a Cernivci, in Ucraina, e che era in questo periodo sottoutilizzata, verso la Turchia.  Trasferimento che ha richiesto tre giorni per l’abbondante nevicata che ha colpito, proprio in quelle ore, la Bulgaria.

Raggiunta la Turchia, è stata individuata nella provincia di Hatay (Antiochia) l’area che aveva le più impellenti necessità e, d’intesa con le autorità locali, è stato scelto di operare nel quartiere di Defne, colpito da una impressionante serie di crolli di condomini anche di 7/8 piani. Qui è stata individuata una ex discoteca/sala da ballo costruita in cemento armata, ad un piano solo, parzialmente interrato, e quindi con tutte le caratteristiche per offrire sicurezza anche di fronte alle numerose repliche che hanno continuato a scuotere questo territorio per tre settimane. Qui, è stata attrezzata un’area notte di emergenza, capace di ospitare oltre un centinaio di brandine. All’esterno è stata sistemata la cucina mobile, una tensostruttura-refettorio ed è stata attrezzata un’area giochi per i tanti bambini rimasti senza scuola e senza casa.

Secondo passo è stato l’avvio dell’allestimento di una tendopoli, d’intesa con i volontari di Renar Sos. Specchio dei tempi ha acquistato un Daily Iveco ed ha sistemato a bordo tende pneumatiche e tende tradizionali (fornite in tempi record dalla Ferrino) , oltre a 50 brandine e migliaia di confezioni di farmaci di pronto utilizzo. Il furgone è partito via mare il 16 marzo ed il 19 è sbarcato ad Istanbul, da cui ha poi proseguito via terra per Defne. Qui, già nella notte fra il 19 ed il 20 marzo è iniziato l’allestimento della tendopoli che verrà adeguatamente implementata nei prossimi giorni, sino ad accogliere 500 sfollati.

In Siria, invece, Specchio dei tempi ha individuato, con Terre des Hommes, una serie di priorità. Nelle prime due settimane è stata privilegiata la distribuzione di kit sanitari e viveri nella zona di Latakia (rimasta un po’ ai margini dei primi interventi, nonostante i gravissimi danni) per poi passare alla progettazione e all’assegnazione di casette prefabbricate, nella zona di Aleppo,  che possono consentire una vita meno precaria.

Gli obiettivi delle prossime settimane sono quelli di completare l’allestimento della tendopoli di Defne, aumentare la potenzialità della cucina da campo sino a 3000 pasti/giorno, dotare quell’area di una logistica adeguata (mancano, per esempio, mezzi per trasferire le derrate alimentari da aree meno colpite), e soprattutto aumentare il numero dei pacchi viveri distribuiti nei villaggi dimenticati lungo il confine siriano, abitati in prevalenza da curdi.

In Siria verrà aumentato il numero delle casette prefabbricate da mettere a disposizione dei terremotati, con un occhio sempre all’approvvigionamento  delle derrate alimentari, la cui importazione in Siria è anche soggetta a controlli e limitazioni da parte delle autorità locali.

Tutti possono aiutare le popolazioni colpite dal sisma.

Come donare per il terremoto di Siria e Turchia

Si può donare dalla pagina Terremoto Turchia e Siria con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesa Sanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1035683943. Nella causale “Terremoto Siria Turchia”. E’ anche possibile versare presso l’InfoSpecchio di via Madama Cristina 35, tutte le mattine dalle 10 alle 13, presso l’Ufficio Abbonamenti de La Stampa, in via Lugaro 15 o presso Reale Mutua Agenzia Principale, piazza Castello 113.  I versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Info: specchiotempi@lastampa.it

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Come donare un pacco viveri ai terremotati della Turchia

Angelo Conti

Il rumore dei badili che frugano fra le macerie, l’odore dei cadaveri che prende la gola, la polvere ovunque che entra nei polmoni.

Il terremoto ha colpito Siria e Turchia il 6 febbraio, ma ad Antiochia il clima di morte e devastazione si respira ancora tutto. Le case distrutte, qualcuna a pezzi ed altre accartocciate su se stesse, non possono ospitare la gente che così vive per strada, nelle macchine, nelle tende – molte di fortuna – che privati e poche organizzazioni internazionali sono riuscite a portare qua.

Specchio dei tempi e Specchio d’Italia, sono qui dal 25 febbraio, tre giorni dopo il sisma. Quando una colonna mobile, dirottata da Cernivci in Ucraina verso la Turchia, ha potuto raggiungere Antiochia. I nostri mezzi, insieme ai volontari di Remar SoS, hanno garantito subito 300 pasti al giorno, saliti oggi a oltre un migliaio (800 preparati dalla mensa mobile e oltre 200 distribuiti con pacchi viveri nei paesi più devastati).

A Defne siamo riusciti ad affittare un ex salone per le feste di matrimonio, in cemento armato e quindi rimasto intatto dopo le mega scosse, e qui accogliamo un centinaio di profughi ogni notte, su brandine improvvisate. Ma è già partita la realizzazione di una tendopoli capace di 500 persone. Le tende, pneumatiche e tradizionali, sono attese qui la prossima settimana dopo un viaggio via nave.

I viveri per le mense sono acquistati in Turchia e vengono trasferiti ogni giorno da Adana, 200 chilometri più a nord. Tutti i supermercati della zona terremotata sono infatti inagibili. Intanto stiamo attrezzando un corner sanitario che ha necessità di continui rifornimenti di medicinali.

Continua la distribuzione dei pacchi viveri nei villaggi a ridosso del confine con la Siria. Ognuno contiene pasta, riso, legumi, olio, latte, scatolame e generi sanitari per un valore di 25 euro.  Puoi donarne qualcuno anche tu.

Ogni pacco viveri distribuito ai terremotati ha un valore di 25 euro. Ne doniamo 300 ogni giorno, con la tua offerta potremmo fare di più. 

Come donare per il terremoto di Siria e Turchia

Si può donare dalla pagina Terremoto Turchia e Siria con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesa Sanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1035683943. Nella causale “Terremoto Siria Turchia”. E’ anche possibile versare presso l’InfoSpecchio di via Madama Cristina 35, tutte le mattine dalle 10 alle 13, presso l’Ufficio Abbonamenti de La Stampa, in via Lugaro 15 o presso Reale Mutua Agenzia Principale, piazza Castello 113.  I versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Info: specchiotempi@lastampa.it

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Benin, salvata bimba albina e con lei quaranta coetanee

Albina, quindi bianca. Respinta dalla sua comunità, incapace per retaggi culturali e tribali di accettarla, Isabel stava semplicemente per essere allontanata dal suo villaggio e di fatto condannata a morte. Ma non è successo. Sulla sua strada ha trovato padre Servais ed i volontari italiani dell’Onlus Amici di Cinzia, che l’hanno accolta in una struttura con decine di altre bambine sfortunate. E che oggi vanno fatto vivere e crescere, pensando anche al loro inserimento in una società che resta povera e difficile, ma che nella quale andranno inserite con un minimo di preparazione e di formazione, così da rendere più semplice il loro accesso ad un lavoro.

Tutto questo accade in Benin, dove vivono le bambine, ed un po’ in Italia dove gli amici di Cinzia, guidati da Silvano Bonato si impegnano per trovare risorse. “Il  centro d’Accoglienza e Sviluppo per Bambine Amici di Cinzia” di Boukoumbè – spiega Silvano Bonato – è situato nel villaggio di Natta ed è attivo dall’ottobre del 2020. Oggi ospita 40 bambine. La popolazione della città di Boukoumbè, situata a nord-ovest del Benin nel  dipartimento dell’Atakora, secondo l’ultimo censimento del 2018, contava 500.000 abitanti, moltissimi dei quali in situazione di grave povertà.

Il centro di Accoglienza “Amici di Cinzia” dista 8 Km dalla città ma la sua posizione è strategica per l’istruzione delle piccole ospiti che possono frequentare una scuola pubblica situata a soli 100 metri di distanza, una situazione che le pone al sicuro dai pericoli. L’accoglienza delle piccole ospiti avviene con la collaborazione di un’assistente sociale che interviene anche nel seguire le  bambine che le famiglie spontaneamente portano al centro, non potendo seguirle e spesso nemmeno sfamarle.

Attualmente sono in corso i lavori di recinzione dello spazio del centro (in muratura) e a breve inizieranno i lavori per la costruzione del nuovo dormitorio che permetterà di estendere la capacità ricettiva del centro stesso. I lavori si svolgono sempre in “stile africano” ovvero secondo 4 tappe: fabbricazione dei mattoni, scavo fondamenta, costruzione dei muri, posizionamento tetto”. La nuova recinzione garantirà la sicurezza delle bimbe, il nuovo dormitorio consentirà di poterne accogliere un numero maggiore. Ma per fare tutto questo occorrono risorse”-

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Lavora nel nostro ospedale di Hargeisa

Comunicato Stampa

Specchio dei tempi, dieci anni fa, è stato il maggior finanziatore della costruzione dell’Ospedale Pediatrico di Hargeisa, in Somaliland. Qui, con Mas Cth Onlus (e poi con Medacross), abbiamo però continuato a lavorare, nei primi tre anni facendoci carico degli interi costi di gestione e poi per sostenere l’attività di singoli reparti, con un occhio particolare alla Neonatologia che consente di salvare la vita a decine di bambini ogni anno.

La nuova profonda crisi del Corno d’Africa, colpito in questi mesi da una grave carestia, ci ha spinti a ritornare, pianificando un’attività pluriennale che avrà tre principali focus: attrezzare e migliorare le prestazioni della neonatologia, favorire con visite sul territori l’accesso al Pronto Soccorso dei bambini che vivono nei dodici campi profughi che circondano la città, attivare un servizio di Chirurgia Generale. L’ospedale dispone di 48 letti, tutti di pediatria, e di un Pronto Soccorso che ha una media di oltre 50 accessi al giorno.

Per fare tutto questo cerchiamo un manager di progetto che lavori, alle dipendenze di Medacross ma in stretta sinergia con Specchio d’Italia e Specchio dei tempi. La persona che cerchiamo godrà di un contratto annuale rinnovabile, di una retribuzione fra 2000 e 2500 euro al mese, di un alloggio e di un ufficio in loco, di periodici viaggi di rientro in Italia. Dovrà svolgere frequenti anche missioni nei campi di sfollati che circondano la città riorganizzando il nostro sistema di cliniche mobili pediatriche. Sarà anche il riferimento di altro personale internazionale (medici ed infermieri) che svolgeranno missioni di cura e di insegnamento (della durata da 2 settimane a 6 mesi) all’interno dell’Ospedale. Dovrà curare i rapporti, peraltro già solidi, con il Ministero della Salute del Somaliland.

Chiediamo esperienza internazionale c/o organizzazioni umanitarie; esperienza nel coordinamento di team: ottima conoscenza dell’italiano (scritto/parlato) e dell’inglese (scritto/parlato); ottima conoscenza dei principali strumenti informatici; capacità di elaborare e rendicontare il progetto; dinamismo, spirito critico, motivazione, volontà di confrontarsi e cambiare; capacità di adattamento a differenti contesti ambientali e situazioni logistiche. Sono titoli preferenziali l’esperienza di lavoro in Africa, esperienza nella scrittura di progetti, capacità di scrittura di testi e di produzione di semplici contenuti multimediali (immagini e brevi video).

Il curriculum aggiornato e una lettera di presentazione vanno inviati a specchiotempi@lastampa.it.
La selezione e l’assunzione saranno invece in capo a Medacross Onlus.