Addio a Gian Mesturino, anima del teatro torinese e amico di Specchio dei tempi

La Fondazione Specchio dei tempi esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Gian Mesturino, per oltre sessant’anni protagonista della scena teatrale torinese. Conosciuto da tutti come Gian, Gelindo si è spento pochi giorni dopo essere salito per l’ultima volta sul palcoscenico, il 22 dicembre scorso.

Laureato in Architettura, dedicò la vita alla cultura e allo spettacolo, ristrutturando teatri come l’Alfieri e il Gioiello, e fondando con Germana Erba il primo liceo coreutico e teatrale italiano. Creatore di festival e rassegne, è stato un appassionato sostenitore della nostra Fondazione, collaborando con noi in diverse iniziative.

Ci stringiamo alla famiglia e alla comunità artistica, certi che il suo esempio continuerà a vivere nei cuori di chi l’ha conosciuto.

Grazie, Gian.

Tredicesime dell’Amicizia: intervista a Massimo Bolognese

Massimo stringe tra le mani robuste la Tredicesima dell’Amicizia, l’assegno di 500 euro ricevuto da Specchio dei Tempi grazie al contributo di solidarietà raccolto da tanti benefattori.

“Sono nato a Torino nel 1957 e ho svolto l’attività di artigiano per tutta la vita. Percepisco una pensione di 430 euro. L’aiuto di Specchio è un dono enorme: lo userò per mangiare e forse per qualche regalo in vista del Natale.”

Dopo la guerra, la famiglia di Massimo si trasferisce nel quartiere di Valdocco: “Mio padre, originario della Puglia, era artigiano del legno e io ne ho ereditato il mestiere. Avevamo il laboratorio nei pressi del cimitero di San Pietro in Vincoli.”

Si sposa e cerca di conciliare il duro lavoro con le esigenze di una famiglia che nel tempo si è arricchita di tre figli. Fino a che la crisi economica lo mette con le spalle al muro.

Ho commesso molti sbagli e gli sbagli si pagano. Non ne voglio parlare. Forse mi sono fidato delle persone sbagliate: ho anticipato lavori che non mi sono stati pagati. Sono andato in sofferenza: quello che mettevo da parte spariva con le spese e l’affitto. Dovetti smettere di versare i contributi.”

Nel frattempo, i rapporti con la moglie si deteriorano e i due decidono di separarsi consensualmente.

Non ho rimpianti e nel distacco non giudico più. Sono senza mezzi e vivo di lavoretti. Mi ospita una compagna, talvolta degli amici. L’importante è la salute.”

Nel congedarci osserva nuovamente l’assegno. Cinquecento euro non risolveranno la sua situazione né lo renderanno agiato, ma gli daranno speranza e un po’ di sollievo in questi tempi di crisi.

LO TSUNAMI, VENT’ANNI FA

Angelo Conti

Il 26 dicembre 2004, alle 10  del mattino, stavo entrando nella Cronaca, al primo piano di via Marenco, la vecchia sede de La Stampa, quando Marco Marello, allora il mio capo diretto, mi chiamò nel suo ufficio: “E’ successa una tragedia immane: lo tsunami ha colpito l’Asia. Specchio dei tempi interverrà subito. Tu preparati a partire, ma cerca prima di capire dove andare”. Mentre il piccolo staff  di Specchio preparava il lancio della sottoscrizione (nel 2004 non c’erano i social e l’unica strada era la carta stampata) che sarebbe avvenuta, con grandissimo risalto, con l’uscita del giornale del giorno dopo, Marello decise di far comunque aprire subito lo sportello di Via Roma 80 dove i lettori già cominciavano ad assieparsi per sostenere una sottoscrizione che non era stata ancora nemmeno lanciata.  Il mattino dopo ero a Malpensa, per imbarcarmi su un 747 della Thai che mi avrebbe portato a Bangkok, città baricentrica per organizzare gli aiuti. Lì, il giorno dopo, mi raggiunse la telefonata di Paolo Bernabucci, presidente del Gus, il Gruppo Umana Solidarietà di Macerata. Chiamava dallo Sri Lanka:  “Angelo – mi disse – qui è un dramma enorme. Questa gente non ce la farà se non la aiutiamo subito a riprendere il lavoro… Il maremoto ha distrutto centinaia di barche ed i pescatori e le loro famiglie non hanno più lacrime”.

Presi il telefono e chiamai Torino, svegliando Marello che, oltre ad essere caporedattore, era in quegli anni anche il segretario della Fondazione Specchio dei tempi. “Marco – gli dissi – ricostruiremo tutto quello che potremo con il denaro che ci stanno versando i lettori, ma intanto compriamo subito barche”. Lui era un giornalista vecchio stampo, capiva le situazioni in un attimo e rispose: “Tutte quelle che possiamo”. Il 29 dicembre mattina ero in Sri Lanka. Con Paolo Bernabucci ci presentammo nei due cantieri che in Sri Lanka producevano barche da pesca e ne ordinammo e pagammo complessivamente 98, complete di reti e motori. Dal giorno dopo, e per tre mesi, quei due cantieri avrebbero lavorato solo per noi. E intanto i nostri volontari, d’intesa con le associazioni dei pescatori e col ministero della pesa cingalese, iniziarono – fra Galle e Matara – ad individuare chi aiutare. La prima barca fu consegnato il 15 gennaio. Poi una al giorno, nei due mesi e mezzo successivi. Oggi circa 70 di quelle barche sono ancora in servizio…. Solo poche hanno patito incidenti di mare e sono andate perdute. Tamantha Rukmal Pereira, pochi mesi fa, ci ha rinnovato il suo ringraziamento: “Era il 12 febbraio, ricordo ancora il giorno. La notte prima non dormimmo, né io né i miei bambini, tanta era l’emozione. Quella barca ha salvato la mia famiglia ed anche quella di mio fratello perchè, in questi anni, con i proventi della pesca siamo riusciti ad acquistare anche una seconda barca. Vi saremo riconoscenti per sempre”.

Le 98 barche in Sri Lanka (e subito dopo anche diversi tuk tuk destinati agli autisti che li avevano persi nel maremoto)  furono il primo obiettivo, ma subito dopo – in contatto con il monsignor Jospeph Prathan, vescovo salesiano di Surat Thani, nel sud della Thailandia, aprimmo un villaggio sfollati a Kao Lak, poi mantenuto attivo per quattro mesi. Ed iniziammo a ricostruire: le tre scuole in Sri Lanka, riedificate dalle fondamenta, furono terminate in meno di un anno, entrando in servizio nell’autunno 2005. Solo per la scuola di Galle ci fu un certo ritardo perché i genitori dei bambini temevano fosse troppo vicina al mare. Una psicosi che superammo erigendo un muraglione di protezione. E intanto, in Thailandia, aprivamo il cantiere per la scuola professionale di Surat Thani (costruita in quindici mesi, per 500 ragazze e ragazzi) e soprattutto quello per l’orfanotrofio di Betong, al confine fra Tailandia e Malesia, subito occupato da una ventina di orfani dello tsunami (i poveri abitanti di questa zona andavano a fare la stagione lungo il mare come cameriere e bagnini: lo tsunami ne uccise decine, lasciando orfani i loro bambini). Ed aprimmo, in quelle settimane, anche il nostro cantiere in India a Vellappallam, nel Tamil Nadu, che avrebbe ospitato, dopo un anno e mezzo, l’asilo e gli ambulatori medici. E in Sri Lanka partiva l’operazione Villaggio di Ibbawale (sette immobili diversi), che avrebbe ospitato prima gli invalidi del maremoto, e poi le bambine abusate ed abbandonate (che lo popolano ancora, con il continuo sostegno di Specchio dei tempi ed ora di MedAcross)

Specchio si trovò così a gestire, in contemporanea, una quindicina di cantieri in Paesi lontani ore di volo fra di loro, in uno scenario che ci impegnò per molti mesi. Molte di queste realizzazioni hanno poi proseguito di vita propria, mentre altre (soprattutto il Villaggio delle Bambine di Ibbawale  e l’Orphanage di Matara in Sri Lanka) sono ancora aiutate e sostenute.

Tutto questo cominciava vent’anni fa, esattamente oggi. Con l’alluvione del Piemonte del 1994 e la lotta al Covid del 2020, il “progetto tsunami” è stato certamente l’impegno più complesso affrontato da Specchio dei tempi nei suoi 70 anni di vita. Rimarrà un esempio di come si può intervenire in qualsiasi parte del mondo, in tempi brevissimi e con eccezionali risultati. Superando fatiche, paure e burocrazie. Perché chi soffre non può aspettare e chi aiuta deve sempre guardare solo al risultato finale. Come abbiamo fatto in questi anni, lasciando un forte segno ovunque.

Ucraina, si lavora al villaggio di Cernivci

Angelo Conti

Con i fondi di Specchio dei tempi si riparano i danni dell’attacco Russo

In Ucraina, il villaggio di Specchio dei tempi a Cernivci sta tornando alla normale attività dopo l’attacco russo che ha provocato gravi danni alle tensostrutture.
E’ ripresa la distribuzione dei pasti ai profughi in fuga dal Donbass e dalla Crimea e presto torneranno attive anche l’area giochi per i bambini e quella per la distribuzione di vestiti e scarpe pesanti. Le temperature si sono fatte infatti molto rigide e ci sono già state alcune nevicate.
Tutti possono aiutare Specchio dei tempi a sostenere l’attività del villaggio, costruito da Specchio d’Italia appena un mese dopo l’invasione russa. In Ucraina, Specchio dei tempi opera insieme ai volontari internazionali di Remar Sos.

Charity Padel – prima giornata 21 dicembre 2024

Emozioni e solidarietà: la prima giornata del nostro Charity Padel!

La prima giornata del weekend di charity padel di Specchio dei tempi si è conclusa con un mix perfetto di sport, entusiasmo e generosità. Tra i protagonisti in campo, siamo stati onorati di avere Claudio Marchisio, Roberta Sinopoli ed Ezio Rossi, che hanno dato il loro contributo speciale alla causa, rendendo l’evento ancora più memorabile.

Un sentito ringraziamento ai circoli Promenade Padel Zone e Monviso, che ci hanno ospitati con grande disponibilità per questa prima giornata, e a tutti i partecipanti che hanno reso possibile questa giornata straordinaria.

📸 Sfoglia la gallery e rivivi i momenti più belli della prima giornata!

Ucraina, già inviati i primi aiuti dopo l’attacco russo al villaggio di Specchio dei tempi.

Angelo Conti

Costruito da Specchio dei tempi, il villaggio profughi collocato nella piazza centrale di Cernivci in Ucraina è sempre stato un orgoglio per i lettori de La Stampa. Da quando ha iniziato a funzionare, nella primavera di due anni fa, appena 40 giorni dopo l’invasione, ha assistito decine di migliaia di ucraini in fuga dalle zone occupate ed ha preparato oltre 1 milioni di pasti consumati da bambini, famiglie ed anziani disperati.

L’attacco russo della settimana scorsa era inatteso, ma la strategia degli occupanti, volta a colpire tutte le infrastrutture che forniscono servizi alla popolazione, non ha risparmiato nemmeno Specchio dei tempi ed i volontari di Remar Sos, che gestiscono con coraggio questa attività. Qui, ogni giorno, vengono preparati almeno mille pasti caldi (anche la cucina di campo è stata un dono di Specchio dei tempi), accolti centinaia di bambini per attività ludiche e didattiche, forniti capi di abbigliamenti e scarpe a chi ne ha necessità.

I danni dell’attacco russo sono stati pesanti: l’incendio ha devastato le due tensostrutture, da 1500 metri ciascuna, che sono il cuore del villaggio. Ma ora comincia la ricostruzione: ieri sono partiti da Torino i primi 15.000 euro, raccolti da Specchio in una settimana. Ne seguiranno altri, man mano che giungeranno donazioni. E Israel Galvez, il capo villaggio, spagnolo di nascita e moglie italiana, ha potuto cominciare i lavori di ripristino: “La spesa più grande è quella per il tendone che deve coprire le tensostrutture. Appena avuto notizia di questa preziosissimo aiuto, lo abbiamo ordinato. Speriamo di poterlo avere qui nel giro di pochi giorni. È indispensabile anche perché all’esterno si può fare poco: il clima è rigidissimo e la neve cade copiosa”.

Specchio dei tempi continuerà la raccolta anche nelle prossime settimane così da rendere meno drammatico il Natale di centinaia di famiglie in fuga dalla guerra.

Le donazioni per Specchio

Dona ora per sostenere il popolo ucraino

Consegna Tredicesime

Le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi: un dono che fa bene al cuore

Sono centinaia, ben oltre duemila, i nonni e le persone più fragili e bisognose che anche quest’anno ricevono il dono che riscalda il cuore. Di chi ha voluto donare e di chi è grato di ricevere.

È la Tredicesima dell’Amicizia che tutti gli anni a Natale la Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, con il contributo di quasi 2300 donatori, consegna nelle principali località del Piemonte e della Liguria.

A Torino l’appuntamento per la consegna delle Tredicesime era per giovedì 12 dicembre in via Luserna di Rorà al civico 8. Tutte le persone che hanno fatto richiesta e che sono state valutate idonee sono state accolte dai volontari della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi e hanno ricevuto un assegno di 500 euro.

Le offerte dei donatori, dei lettori de La Stampa, di tanti privati cittadini, enti e istituzioni intanto continuano proprio in questi giorni che conducono alle Festività, confermando una volontà diffusa e l’efficacia dell’impegno collettivo per contribuire al sostentamento delle persone più deboli. L’obiettivo e la speranza infatti è quella, non solo di consegnare tutte le 2000 Tredicesime, ma anche di riuscire a soddisfare tutte le 2.550 richieste pervenute a Specchio dei Tempi e tutte meritevoli.

Una parte delle persone anziane che sono state accolte in via Luserna di Rorà sono anche supportate con un altro dei numerosi progetti sostenuti e sviluppati da Specchio dei Tempi: Forza Nonni! I numerosi altri beneficiari delle Tredicesime dell’Amicizia sono persone segnalate da parrocchie, enti e istituzioni, come la Caritas, che operano sul territorio.

Il Progetto Tredicesime dell’Amicizia è giunto alla 49esima edizione con quasi 82.000 anziani aiutati e oltre 33 milioni di euro distribuiti.

Nato nel 1976, quando la Tredicesima ammontava a 30 mila lire e veniva consegnata a 30 anziani in grande stato di indigenza, da allora il progetto è cresciuto in modo esponenziale e questo 2024 è il terzo Natale che il progetto Tredicesime è giunto ad interessare anche tutte le province piemontesi e in Liguria.

Il cammino della solidarietà per le Tredicesime dell’Amicizia inizia in piena estate ad agosto, quando la macchina delle donazioni si mette in moto con la raccolta fondi in molteplici iniziative che coinvolgono donatori e cittadini come concerti gospel, eventi, tornei sportivi, banchetti di raccolta fondi.

La solidarietà e la partecipazione per le Tredicesime, l’impegno per sviluppare benessere e inclusione, rispetto per le persone più deboli grazie alla forza di un contributo, grande o piccolo o piccolissimo, sono alla base dei progetti che la Fondazione Specchio dei tempi sviluppa e sostiene.

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Distrutto il villaggio di Specchio dei tempi in Ucraina: attacco russo devasta la struttura

Angelo Conti

Cernivci. Non ci sono più città sicure in Ucraina. Stamattina alle 2 di notte un attacco russo ha colpito una delle due tensostrutture che ospitano il “Villaggio Specchio dei tempi” a Cernivci, nel sud del paese, a un centinaio di chilometri dal confine con la Romania. Qui ogni giorno vengono sfamate oltre mille persone, tutti profughi in fuga dalle provincie più orientali, quelle che sono giù state in parte occupate dalle milizie russe.

Il villaggio di Specchio si trova nella piazza più centrale di Cernivci, una cittadina con circa 300.000 abitanti, che era stata scelta da Specchio dei tempi (che qui opera in stretta sinergia con i volontari di Remar Sos) per il suo primo intervento in terra d’Ucraina. Le strutture colpite erano state acquistate da Specchio subito dopo l’invasione per consentire ai profughi che non voleva lasciare l’Ucraina di disporre di un punto di accoglienza. Qui Specchio aveva fornito la cucina da campo, l’ambulatorio mobile e le due grandi tensostrutture che ospitano, oltre alla mensa, anche l’area giochi per i bambini e il punto distribuzione di scarpe e vestiti.

L’entità dei danni

Israel Galvez, il presidente di Remar Ucraina ci ha inviato ieri mattina all’alba un messaggio accorato: “I danni sono pesantissimi, per riprendere l’attività dobbiamo sostituire una delle due tensostrutture e ripristinare tutti servizi: un danno quantificabile in almeno 50.000 euro. Tutto questo in un periodo in cui le temperature sono scese bruscamente ed ogni notte registriamo moti gradi sottozero”.

Le donazioni per Specchio

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Urban Escape a Torino: risolvi l’enigma di Scrooge e salva il Natale

Domenica 1° dicembre lasciati coinvolgere in un’emozionante Urban Escape ispirata alla storia di Ebenezer Scrooge.

La città è diventata un gigantesco labirinto, dove ogni angolo nasconde un indizio, ogni dettaglio un segreto. Vestirai i panni di un detective alla ricerca del celebre personaggio di A Christmas Carol, risolvendo enigmi e svelando misteri nascosti tra le vie di Torino. Ogni passo ti avvicinerà alla verità e ti rivelerà qualcosa di sorprendente su te stesso e sul mondo che ti circonda.

Il tuo compito sarà quello di rintracciare Scrooge, seguendo una serie di indizi disseminati lungo il percorso. Ogni tappa rappresenta un momento chiave della sua storia, e dovrai risolvere enigmi tematici per proseguire nella tua missione. Gli attorinei panni dei personaggi di A Christmas Carol, ti guideranno e metteranno alla prova la tua abilità da detective, facendoti immergere completamente nello spirito della storia. Ogni enigma risolto ti porterà un passo più vicino al ritrovamento di Scrooge e al ripristino dello spirito natalizio.

Questa Urban Escape non è solo un’avventura emozionante: è un’opportunità concreta per fare la differenza. L’80% dei proventi dell’evento (IVA esclusa) sarà devoluto a Specchio dei tempi, per garantire un Natale più sereno ai pensionati e alle famiglie meno fortunate della nostra comunità con le Tredicesime dell’Amicizia.  La tua partecipazione non sarà solo un’avventura, ma un modo concreto per aiutare chi ha più bisogno durante le festività.

Info e prenotazioni qui

InfoSpecchio

Apertura straordinaria InfoSpecchio: Natale con Specchio dei tempi

Dal 2 al 22 dicembre, saremo presenti ogni giorno dalle 10 alle 13 presso la nostra sede di Via Madama Cristina 35/C, Torino: vieni a conoscere da vicino le nostre attività, incontrare i volontari e dare un supporto concreto a chi è in difficoltà.

Con una donazione puoi contribuire attivamente ai nostri progetti solidali, come le Tredicesime dell’Amicizia, per offrire un Natale sereno agli anziani più fragili. Ogni gesto può fare la differenza e regalare speranza a chi ne ha più bisogno.

Vi aspettiamo per condividere insieme il valore della solidarietà.

Nonna Giuseppina

Tredicesime dell’Amicizia: Nonna Giuseppina

Giuseppina sta per compiere 67 anni. La vita, la salute cagionevole l’hanno segnata profondamente. Ma non sono riusciti a spegnerle due occhi chiari, luminosi. Il disegno delle labbra ancora piene, spicca sul volto rugoso. La fotografia appoggiata sul frigorifero dell’alloggetto popolare delle Vallette, restituisce l’immagine di una Giuseppina ancora splendida nei suoi trent’anni.

«Ho due figli ormai cinquantenni che sento poco e poco si fanno sentire, ma che per fortuna lavorano» racconta la donna che ancora non si capacita dei 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia di Specchio dei tempi che stringe, emozionata, fra le dita. Una somma che per lei, che vive con il reddito d’inclusione e con una piccola pensione d’invalidità, è «enorme» dice.

Sa già che parte di quei soldi, frutto della generosità dei lettori de La Stampa e dei tanti amici di Specchio, allevieranno il peso delle bollette e dei costi del riscaldamento. «Ma forse è la volta buona che mi prendo un divanetto vero» sussurra voltando lo sguardo verso la brandina sbilenca appoggiata al muro della cucina. Nonna Giuseppina sembra vergognarsi un po’ di quel desiderio superfluo per chi, come lei, arriva a stento a fine mese.

Pugliese di Stornarello, in provincia di Foggia, è arrivata a Torino da sola, quando aveva 15 anni. Senza papà dall’età di 7 anni, non sopportava di essere mal sopportata dalla sorella più anziana alla quale era stata affidata dalla mamma, pure lei morta appena cinquantenne.

«Avevo tre fratelli e il più grande viveva a Torino. Ho vissuto un po’ con lui e la moglie con la quale ho iniziato a litigare subito» ricorda Giuseppina che non è mai stata con le mani in mano: «Mi alzavo alle 4 per andare a lavorare in un pastificio industriale. Pulivo pentoloni enormi. Da allora non ho più mangiato pasta ripiena» sorride, divertita, di quella piccola malignità.

È ventenne quando conosce il marito. «Era ludopatico con moderazione – ricorda nonna Giuseppina – e vivevamo abbastanza bene. Finché ha fatto la scommessa peggiore della sua vita. Ha investito tutti i soldi che aveva racimolato nella costruzione di una casa in Puglia. É andata male e da quella avventura siamo usciti più poveri di prima».

La famiglia ha così ripreso il “treno della speranza” verso Torino. «Mio marito ha iniziato a star male e qualcuno doveva lavorare. Ho fatto per anni la donna delle pulizie. Lui è mancato e io, pochi anni fa, ho avuto una crisi epilettica dalla quale non mi sono mai ripresa completamente. Ho l’80 per cento d’invalidità e, con la cataratta a entrambi gli occhi, quasi non vedo più. Tremo all’idea di dover entrare in un ospedale. Però oggi, grazie a voi sono felice. Mi raccomando, ringrazi tutti quelli che mi stanno aiutando.»

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Conclusione della sottoscrizione d’emergenza per Valencia e la sua regione

In risposta alla catastrofica alluvione che ha colpito Valencia e le aree circostanti, Specchio dei tempi, insieme alla Fondazione Laps, ha mobilitato in soli 15 giorni una raccolta fondi di 60.000€, resa possibile grazie alla generosità dei nostri donatori.

Grazie a questo contributo, destinato alla Cruz Roja Española e a Caritas, siamo stati in grado di rispondere rapidamente ai bisogni urgenti di centinaia di famiglie colpite da questa crisi, donando loro un primo supporto per rimettersi in piedi.

Le risorse raccolte sono state destinate a coprire necessità essenziali come cibo, acqua potabile, alloggio temporaneo e assistenza psicologica per le persone più vulnerabili. Il piano di intervento, messo in campo dalla Cruz Roja Española, si struttura in tre fasi – risposta immediata, recupero e rafforzamento della resilienza – e mira a garantire un sostegno costante e mirato, capace di accompagnare le comunità in tutto il percorso di ripresa.

Siamo profondamente grati ai nostri donatori, la cui sensibilità e generosità ci hanno permesso di agire tempestivamente. È grazie a loro se oggi possiamo offrire non solo assistenza immediata, ma anche le basi per una ripartenza solida, in grado di restituire dignità e sicurezza a chi ha perso tutto.

Ogni singolo euro donato sta portando speranza e sollievo alle persone coinvolte, con la certezza che il loro sostegno avrà un impatto reale e duraturo.

Insieme, abbiamo dato una luce di speranza a chi ha vissuto momenti drammatici. Uniti, continuiamo a fare la differenza, passo dopo passo, per costruire un futuro più sicuro e solidale per tutti.