Caffetteria dell’Università: l’eccellenza di Alessandro Vecchietti nel cuore di Torino

Alessandro Vecchietti, 52 anni, è convinto che la sua Caffetteria dell’Università di via Madama Cristina “sia il bar che lavora di più a Torino”. “Lo dicono i fornitori e Costadoro, la torrefazione con più punti vendita in Piemonte, mi considera il cliente più importante”. Vero o no, ma cosa importa?, Vecchietti serve 1500 caffè al giorno anche per chi non può permetterselo: nel suo locale vige, come a Napoli, la tradizione del “caffè sospeso”. E ogni domenica mattina dà una mano a Specchio dei tempi servendo un’altra cinquantina di caffè gratuiti a chi si presenta con un buono della Fondazione.

Il bar Università ha più di un secolo di vita. Vecchietti l’ha rilevato 15 anni fa sull’orlo della chiusura. “Alle 13 se trovavi un cliente pranzare era tanto – ricorda – oggi facciamo 350-400 coperti serviti da 22 persone”. E non pensiate che sia finita: “O prima o poi riuscirò a fare un grande e innovativo dehor. Sarà bellissimo: lo immagino con fiori, frutta e ortaggi: pomodori, melanzane…”.

Vedrete che ce la farà.

Al Cto due nuove apparecchiature per la cura delle lesioni nervose

La Stampa, 6/03/2024

Nuove tecnologie per migliorare le cure e permettere ai professionisti di esprimere al meglio le loro competenze. Accade al Centro multidisciplinare della Chirurgia delle lesioni nervose periferiche dell’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute, grazie alla Fondazione La Stampa, Specchio dei tempi. Oggi sono state presentate due tecnologie di alta gamma, un ecografo e un elettromiografo. Erano presenti il presidente della Fondazione, Lodovico Passerin D’Entrèves, il direttore sanitario della Città della Salute, Lorenzo Angelone, il professor Massazza, Umberto Icardi, direttore Scuola di Medicina. Da anni, presso il Cto è attivo un ambulatorio multidisciplinare (ortopedici, fisiatri, neurochirurghi, radiologi, neurologi, anestesisti, infermieri e fisioterapisti) che valutano e prendono in cura i pazienti con lesioni nervose periferiche ad alta complessità (traumatiche e non traumatiche): i pazienti arrivano non solo dal Piemonte ma da tutta l’Italia.

In questi anni, l’alta specializzazione delle equipe chirurgiche (ortopedia-traumatologia 3 ad indirizzo chirurgia della mano Diretta dal dottor Bruno Battiston e la Neuro chirurgia Universitaria Diretta dal professor Garbossa e l’Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor Maurizio Berardino), in collaborazione con l’équipe di microchirurgia del Dipartimento di Ortopedia Traumatologia e della riabilitazione della Città della Salute e della Scienza, hanno reso possibile questo progetto. La Fondazione Specchio dei Tempi, attenta al consolidamento delle eccellenze in ambito sanitario, ha accolto la richiesta di donare due tecnologie di alta gamma che andranno ad ottimizzare la strumentazione di questo ambulatorio multispecialistico. Nello specifico un ecografo utile nella valutazione pre e postoperatoria delle lesione nervose periferiche, ed un elettromiografo a 3 vie, che permetterà di valutare la funzionalità di nervi e muscoli, utile nella diagnosi e valutazione di diverse patologie neuromuscolari e di compressione di nervi periferici. Consentiranno di trattare con le più moderne metodiche il paziente adulto (ospedale CTO), il bambino (Ospedale Infantile Regina Margherita) e il paziente affetto da spasticità e mano tetraplegica (Unità Spinale Unipolare) sia dal punto di vista chirurgico sia riabilitativo.

Negozi Amici: la storie del Pastificio Sapori, una colonna della tradizione culinaria torinese.

Beppe Minello

La famiglia di lui è di origine sarda. La moglie è campana. Due culture gastronomiche che hanno arricchito il “Pastificio Sapori”, una colonna della tradizione culinaria torinese. Un tempo c’era il locale storico di via San Tommaso poi sdoppiatosi in via Mazzini 36/a. Oggi è rimasto solo quest’ultimo e a guidarlo, da alcuni anni, ci sono Alessandra Volpe – ex-dipendente della gastronomia – con il marito Giovanni Antonio Catta, due “cinquantini”, e anche qualcosa di più per dirla alla Camilleri, che ci mettono anche qualcosa di più della passione richiesta.

Tra agnolotti alla Cavour (“Niente coniglio, solo vitello e maiale, spinaci, uova e parmigiano”)  e insalata russa (“Con la verdura tutta tagliata a mano”), c’è anche posto per dedicarsi alle iniziative di Specchio dei tempi come fanno oltre 400 attività commerciali di tutto il Piemonte che aderiscono al progetto “Negozi amici”.

E’ stato Catta, che è anche presidente dei commercianti del Borgo Nuovo (oltre 300 iscritti), a mobilitarsi per trovare un luogo dove organizzare sotto Natale uno spettacolo di cori gospel. “I tempi erano stretti – ricorda il gastronomo – ma siamo riusciti a coinvolgere il parroco di San Massimo che ci ha permesso di usare la chiesa”.

Catta deve essere riuscito nella non semplice impresa perché, evidentemente, ha utilizzato l’entusiasmo con il quale guida e racconta la sua avventura commerciale. La quale, oggi, dà lavoro a 7 persone che giostrano nel profumato locale di via Mazzini. La cucina è a vista e ci sono tavolini per una decina di coperti che ospitano clienti tutto il giorno, affascinati e tentati dalle bontà dei piatti che possono ammirare dietro il cristallo del bancone. “Ma la maggioranza – racconta Catta – viene per le nostre paste ripiene, ovviamente cotte al momento nella nostra cucina”.

Degli agnolotti di Cavour abbiamo già detto, ma ora è agli sgoccioli il tempo del  “Gobbo d’Asti”, un agnolotto che “prevede la verza che è ormai a fine stagione e, siccome lavoriamo a km zero e con verdura fresca che ci arriva da Santena, per poterli mangiare nuovamente bisognerà attendere la prossima stagione fredda”.

Ma le alternative non mancano e, in virtù delle origini dei due titolari, la scelta spazia dai culurgiones sardi al tortello napoletano passando per i cappelloni ricotta e spinaci e i minuscoli tortellini emiliani.  “E comunque, se utilizziamo zucche, queste arrivano da Mantova, i pistacchi da Bronte, la cipolla da Tropea, l’olio evo da un piccolo coltivatore dell’Avellinese, al confine con la Puglia”.

“Proporre piatti con prodotti di stagione – spiega Catta – è anche un modo per diffondere cultura culinaria. Quando non c’è quello che si desidera, il cliente è obbliato ad aprirsi ad altre esperienze. Vale in cucina, ma vale anche per tutto il resto”

Gli imprenditori bravi, gastronomi e no, hanno sempre un occhio rivolto al futuro. Quello di Catta guarda altre città, magari Milano, dove esportare l’esperienza di via Mazzini “ma calandola nella realtà dei prodotti e delle tradizioni culinarie locali”. La moglie Alessandra, anima della cucina, studia invece nuovi ripieni per la pasta, da provare e magari brevettare. La tradizione, infine, non impedisce ai gastronomi di via Mazzini di proporre una linea di pasta a basso contenuto di carboidrati della linea “Light flow” e di diffondere il sapere artigiano con corsi di pasta che si tengono il sabato pomeriggio.

Negozi Amici, la Storia di M** Bun, l’Hamburgheria a Chilometro Zero

Beppe Minello

Facile, oggi, trovare un’hamburgheria a chilometro zero che serva panini originali con ingredienti di qualità. Nel 2009, invece, ci volle tanto coraggio a sfidare colossi come Mc Donald’s e Burger King. Graziano Scaglia e Francesco Bianco, novelli Davide da Rivoli, ci riuscirono sfornando i panini di “M** Bun”, con quei due inutili asterischi per sfuggire alle ire legali di Golia-Mc Donald’s.

Coraggiosi e anche generosi. L’azienda della famiglia Scaglia – 400 bovini di razza piemontese, maiali, galline e conigli allevati nella tenuta di Bruere – sono tra i principali “Negozi amici” di Specchio dei tempi. Una falange di oltre 560 imprese grandi e piccole di Torino e del Piemonte che aiutano, con vetrofanie e flyer, a diffondere le iniziative e i progetti di Specchio e a fornire, quando è necessario, materiale da distribuire. “M**Bun” contribuisce regalando a eventi e cene organizzate dalla Fondazione la sua MoleCola, altra coraggiosa sfida alla multinazionale statunitense regina delle bibite.

La prima sfida, l’agriamburgheria aperta sotto i portici di corso Susa a Rivoli fu baciata dalla fortuna grazie alla pubblicità piovutale addosso dalla battaglia legale scatenata da Mc Donald’s che voleva venisse cancellato il “Mac” da “Bun”. Provarono Scaglia e Bianco a ribattere che “Mac bun” era solo una frase in dialetto per dire “Solo buono”. Tutto inutile.

Fortuna, dicevamo, ma anche bravura e qualità. Perché puntare su prodotti che rispettano l’animale, di stagione, del territorio, “a filiera corta” come spiega Giorgia Scaglia, 27 anni, responsabile marketing di quella che oggi è un’azienda che dà lavoro a un centinaio di persone, fu un’idea allo stesso temo banale e rivoluzionaria. “Abbiamo inventato lo “Slow fast food” sorride la manager. E a quel tempo si faceva la coda per entrare da “M** Bun” e gustarsi un panino “Gaute m** da suta” con carne di fassone e suino, cipolla, pancetta, rubra fumé, oppure un “Sensa cognisiun” innaffiato di “bagna caoda”. E i contorni? Stessa storia: le patatine, rigorosamente piemontesi e tagliate fresche in cucina, da M** Bun diventano “Friciula”. Le birre le prepara il top del settore artigianale: Baladin. La Coca e la Pepsi sono sostituite da MoleCola, ideata e prodotta in casa quando le dimensioni dell’azienda, allargatasi ai punti vendita di corso Siccardi e poi via Rattazzi, hanno garantito l’investimento.

Forza Bimbi! a Napoli

La Repubblica, 20/02/2024

C’ è un borgo nel cuore di Napoli dove vivono alcuni bambini che il mare non l’hanno mai visto. Quasi un’eco di quanto scriveva nel dopoguerra Anna Maria Ortese ne “Il mare non bagna Napoli”. Siamo a Sant’Antonio Abate, un pezzo della IV Municipalità aggrappato attorno all’omonima via, 800 metri da Porta Capuana a piazza Carlo III dove, quotidianamente, si svolge il mercato forse più antico d’Europa. Ecco, lì, in un’area dove le associazioni del Terzo settore hanno sempre faticato a inserirsi, opera il progetto Forza Bimbi! coordinato dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi e sviluppato sul territorio napoletano da “W Imparare.fare”, grazie al cofinanziamento di impresa Sociale Con i Bambini.

IF si dedica ormai da anni al contrasto della povertà educativa in tutte le sue forme; è partita dal favorire la preparazione e l’avviamento dei giovani, “soprattutto poveri e — come spiegano — soprattutto poveri di conoscenze e competenze, all ‘istruzione, alla formazione professionale e al lavoro”. Per dire, nel palmares di “IF” spicca la bellissima storia di “Don Café”, alias Giuseppe Schisano, oggi trentenne, nato nei Quartieri Spagnoli, con un’infanzia e una adolescenza difficile, costretto a tirarsi su le maniche e ad andare a lavorare. Lavora nei bar di quartiere e riesce a racimolare qualche soldo per girare l’Europa. in Danimarca, affascinato dalla diffusione delle bici, matura l’idea di “Don Café” che riesce a realizzare con il supporto di “IF” e un finanziamento della Caritas: “Le a crescere condizioni economiche di Giuseppe — spiega Daria Esposito, vicepresidente di IF — non permettevano di superare i vincoli, anche minimi, richiesti dalle banche”.

Per farla breve, da quel giorno il carrettino di “Don Café”, mosso da una bici elettrica e con sopra sfogliatelle fresche e la “cuccumella” per preparare il top del caffè napoletano, ha iniziato a girare per Napoli, soprattutto nei luoghi più battuti dai turisti. Un successo che ha fatto il giro del mondo: ne hanno parlato persino in Giappone. “Oggi — sorride Daria Esposito — il carrettino continua a portare il cab ai turisti ma Giuseppe ha anche aperto un bar tutto suo dove lavorano i suoi famigliari “. L’essenza della bella storia di “Don Café” permea tutte le iniziative di “IF” e rappresenta anche il cuore del progetto “Forza Bimbi” che nelle periferie più difficili del Paese — a Torino, Roma, Crotone e Bari oltreché Napoli — combatte la dispersione scolastica a cui è strettamente connessa la povertà educativa dei minori e dei giovani adulti. Troppo spesso i contesti sociali svantaggiati ledono diritti e generano una mancanza di opportunità di vita, di aspirazioni, di lavoro, per questo aumentano le disuguaglianze.

La povertà educativa è tale anche quando “Hai magari frequentato un istituto professionale di grafica e non hai mai avuto tra le mani un Mac” riflette Daria Esposito: “Noi quel Mac glielo diamo e magari gli insegniamo un italiano funzionale al lavoro che intende fare’ “Forza Bimbi” è un progetto cofinanziato da Impresa Sociale Con i bambini e da Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, Associazione BeChildren, Fondazione Carlo e Maria Pia Ballerini Onlus, Critical Case Sri, oltre a due realtà coperte da anonimato. Impresa Sociale Con i bambini (interamente partecipata dalla “Fondazione Con il Sud”) è sostenuta dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato da un’intesa fra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum nazionale del terzo settore e il Governo. Nel Borgo di Sant’Antonio Abate, “IF-Imparare. Fare” sta attuando il suo progetto, in stretta collaborazione con l’Istituto comprensivo “Bovio Colletta” che — spiega Daria Esposito — è poco oltre il confine del Borgo dove non ci sono scuole. La “Bovio Colletta” è la scuola dell’area dimostratasi più collaborativa con il Terzo settore e noi lavoriamo in stretta sinergia con azioni che partono dalla didattica. Ci sono dei nostri educatori che agiscono nella classe in affiancamento agli insegnanti”.

E non solo, perché l’educatore fa anche da ponte tra la scuola e la famiglia: “La scuola — dice Daria Esposito — non sempre è bastevole, in questi contesti, a curare tutte queste relazioni e soprattutto ad andare incontro alle esigenze di tutte le famiglie. Perché se è vero che ci facciamo carico dei ragazzi più problematici, è però ovvio che vivendo in una città complessa con alta dispersione scolastica, criminalità, alto tasso d’immigrazione, tutti hanno bisogno”. Il progetto riguarda principalmente due classi sperimentali della scuola primaria: complessivamente una quarantina di bambini e relative famiglie e, oltre all’affrancamento in classe degli insegnanti, “IF” cura il sostegno pomeridiano dei bambini, attiva Doti Educative per potenziare talenti e aspirazioni e, nel tempo libero, corsi di vela o, d’estate, quando la scuola è chiusa, gite al Parco di Capodimonte o al mare “perché — dice Daria Esposito — ci sono bambini che non l’hanno mai visto o che diversamente non ci andrebbero “.

Specchio dei tempi e Alessandria, un legame per sempre

Ci sono legami che non si potranno spezzare mai. Come quello che lega Alessandria a Specchio dei tempi. Un nodo stretto, scattato la mattina del 5 novembre 1994 agli Orti, nel pieno dell’alluvione che aveva seminato distruzione e morte lungo l’asta del Tanaro. La risposta solidale del Piemonte fu imponente: 368.000 donazioni a Specchio dei tempi, una raccolta vicina ai 25 miliardi di lire, record (che sopravvive anche oggi) per una sottoscrizione non televisiva in Italia. Per noi, giornalisti de La Stampa, l’inizio di una lungo percorso che doveva accomunare la puntualità dei servizi editoriali con una rapida distribuzione degli aiuti che migliaia di lettori ogni giorno portavano agli sportelli del giornale.

La storia dell’alluvione del 1994 comincia la sera di venerdì 4 quando la Cronaca de La Stampa si muove per la frana di San Raffaele Cimena con tre morti e gravi danni ad un casolare e ad un ospizio. Il giorno dopo, mentre l’alluvione investe Alessandria e si cominciano a contare i morti, arrivano allo 011.65681 del nostro giornale le prime telefonate “Siamo pronti a contribuire!”, “Portate un aiuto quella povera gente e fatelo subito!”. Scatta così, con le prime generose donazioni della Fiat e del giornale un’operazione che poi proseguirà senza soste per oltre 100 giorni. Gli inviati de La Stampa, una volta raggiunte le località colpite spesso a piedi nel fango perché le strade erano sparite, riferiscono a Torino le singole situazioni. Così, insieme ai servizi di cronaca, aggiungono anche indicazioni per i primi aiuti che sono davvero fulminei. Basti pensare che il primo contatto con gli alluvionati di Alessandria avviene sul piazzale della Scuola di polizia al quartiere Cristo dove gli elicotteri dell’esercito sbarcano gente disperata appena salvata dai tetti delle case dei Quartieri Orti e San Michele.

Se nei primi giorni è soprattutto la redazione centrale a gestire gli interventi, subito dopo diventa importante il ruolo della redazione di Alessandria, pronta a segnalare gli obiettivi più urgenti. Migliaia e migliaia di famiglie sono visitate ed aiutate in un commuovente porta a porta della solidarietà. Intanto cominciano ad arrivare le richieste in tante telefonate. ma soprattutto tante lettere. Oltre 3.000 queste ultime, struggenti. I giornalisti girano in Piemonte per settimane mentre ad Alessandria (grazie all’amministrazione Provinciale) viene aperta una sorta di sede staccata di Specchio dei tempi per ricevere ed ascoltare gli alluvionati. Il lavoro si fa mano a mano febbrile. I redattori impegnati sul territorio discutono i casi più complessi e gli interventi più onerosi mentre la macchina dei soccorsi procede spedita ed arriva a 500 contribuzioni al giorno, tutte consegnate a mano, tutte verificate attraverso le autocertificazioni presentate ai Comuni, tutte accompagnate da un dialogo con gli alluvionati, a volte forzatamente breve ma sempre intenso. Parole di conforto, di solidarietà e di amicizia. La risposta è quasi sempre la stessa: “Ringraziate i vostri lettori”, “Abbracciateli”, “Sono stati meravigliosi”, frasi pronunciate con commozione spesso fra le lacrime. Una parte importante del nostro sforzo la prende l’intervento nelle scuole. Migliaia di ragazzi che siano visti portare via libri e quaderni dall’acqua ricevono la borsa di studio da cinquecentomila lire sempre consegnata a mano nelle aule dei giornalisti de La Stampa.

Partono intanto le contribuzioni per i grandi interventi. Come dimenticare il primo? Cioè il rifacimento della radiologia e della rianimazione dell’ospedale infantile di Alessandria? Con giornalisti, medici e primari che discutono le soluzioni da adottare con l’acqua ai piedi, in locali ancora grondanti o proprio nella stanza dove, qualche ora prima, un medico aveva trovato persino cavedani arrivati con il Tanaro. Fare in fretta è un obiettivo preciso anche nelle opere a sostegno di asili e scuole. Ad Alessandria la scuola materna di piazza Monserrato, che ospita anche i bambini poveri della città, è riattrezzata nel giro di un paio di mesi, e questo nonostante un’ondata alta più di un metro e mezzo l’abbia spazzata, distrutti locali come i refettori e le cucine. Più complesso ma ugualmente rapido l’intervento presso l’asilo delle Suore Immacolatine in via Colombo, nel cuore del disastrato quartiere Orti. Qui viene completato il ripristino delle strutture, compreso la sostituzione in blocco delle cucine così da consentire anche i trasferimenti in quella sede delle prime tre classi della scuola elementare Santorre di Santarosa. L’intervento si conclude la primavera successiva. Quando chiude l’ufficio di Specchio saranno oltre 18.000 le famiglie alessandrine aiutate, con i soldi ma anche con l’affetto e con le parole.

Ecco perchè fra Specchio e Alessandria ci sarà un legame per sempre.

Ha riaperto l’asilo Capucci di Lugo

Un’altra promessa mantenuta, Specchio dei tempi ha riaperto lunedì 8 gennaio la scuola dell’infanzia comunale “Capucci” di Lugo, completamente ristrutturata dopo l’alluvione di maggio. Centotrenta bambine e bambini sono così tornati a riempirla di giochi e di gioia.

Specchio dei tempi lo aveva promesso alla comunità romagnola la scorsa estate: “Bimbi all’asilo subito dopo Natale”. Grazie all’impegno dello staff della Fondazione, dei tecnici del comune di Lugo e dell’impresa torinese Munafò che ha eseguito i lavori, l’obiettivo è stato centrato. E così, dopo la scuola primaria di Massa Lombarda (consegnata per la riapertura dell’anno scolastico il 15 settembre) e la palestra-palazzetto Lumagni di Lugo (consegnata ad inizio settembre), Specchio ha messo il terzo tassello all’intervento sulle scuole del Ravennate colpite dall’alluvione, che si aggiunge ai progetti a sostegno della didattica già portati a termine negli istituti Forll 5, Forli 4, Modigliana e Tredozio.

Specchio dei tempi, nel corso del suo intervento in Romagna, ha elargito (già nel mese di luglio) anche 160 aiuti economici da 3.000 euro ciascuno ad altrettante piccole e piccolissime attività alluvionate. Complessivamente Specchio dei tempi (con l’apporto di Specchio d’Italia) ha raccolto 2.492.019 euro da 74.791 donatori. Anche grazie al canale Satispay.

II sindaco di Lugo, Davide Ranalli, ha avuto parole di intensa gratitudine: “Con la riapertura della scuola dell’infanzia comunale Capucci rimarginiamo una delle grandi ferite che l’alluvione di maggio aveva provocato alla nostra comunità. Fin da subito abbiamo potuto contare sulla vicinanza e sulla competenza della Fondazione Specchio dei tempi. Li ringraziamo di cuore, il rapporto instaurato è stata intenso e con un unico obiettivo che tutti assieme abbiamo rispettato, restituire ai bimbi, alle famiglie e alla città una scuola fiore all’occhiello”.

Gli ha risposto il presidente di Fondazione Specchio dei tempi, Lodovico Passerin d’Entrèves: “Sappiamo bene, per l’esperienza maturata in tanti anni, che il ripristino di scuole ed asili, dopo una catastrofe naturale, deve essere il più rapido possibile. Siamo dunque orgogliosi di aver mantenuto le promesse fatte alla gente di Lugo, consegnando prima il Palalumagni ed ora l’asilo Capucci. Risultati che condividiamo con gli oltre 74.000 donatori che ci hanno sostenuto in questa sottoscrizione per I ‘Emilia Romagna”.

Sri Lanka: scopritelo con noi dal 27 gennaio al 5 febbraio.

 Angelo Conti

Quest’anno lo Sri Lanka ricorda il ventennale dalla tragedia dello tsunami, quell’enorme ondata che – dopo un violentissimo terremoto sottomarino – investì una buona parte dell’Asia, provocando solo in quel paese 230.000 morti e oltre 1,5 milioni di sfollati. Specchio dei tempi si attivò subito: tre giorni dopo la catastrofe, i nostri inviati ed i nostri volontari erano già lì. A sostenere l’attività delle tendopoli di chi aveva perso tutto, a donare oltre 100 barche con motore ad altrettanti pescatori, a costruire quattro scuole e poi una serie di strutture che sarebbero diventate “Il Villaggio delle Bambine”.

Oggi siamo ancora lì a sostenere un popolo comunque povero, con paurose disuguaglianze fra la vita della capitale Colombo e quella delle sterminate campagne. Un popolo pervaso di spiritualità, in grande prevalenza buddhista, governato da una traballante democrazia, ma soprattutto dai monaci, vera guida spirituale della gente.

Specchio dei tempi oggi opera ancora ad Ibbawale, a Matara e a Negombo, finanziando il Villaggio delle Bambine (ne ospitiamo una ventina con alle spalle violenze e abbandoni), l’Orphanage (dove diamo un tetto a 19 bambini raccolti dalla strada) e la scuola primaria del principale porto peschereccio del Paese che, quattro anni fa, fu oggetto dei terribili attentati islamici di Pasqua, contro la minoranza cristiana.

Anche quest’anno saremo in Sri Lanka, dal 27 gennaio al 5 febbraio, ad accompagnare un gruppo di sostenitori e turisti in un viaggio solidale alla scoperta di questo affascinante paese ed anche le nostre attività quaggiù. Con la guida dei giornalisti e degli operatori di Specchio dei tempi, accolti dai monaci più rappresentativi, alla scoperta delle strepitose bellezze naturali, ma anche dello spirito di un Paese che sa accogliere a braccia aperte chi lo vuole visitare. Tutto possibile grazie alla progettualità e alla logistica di Ingirula Viaggi di Carmagnola, che da quasi vent’anni veglia su tutti gli spostamenti di lavoro della Fondazione.

Amici e musicisti per Vittorio Savoia

Torino Sette, 19/01/2024

Il 18 ottobre 2023 moriva prematuramente Vittorio Savoia, a soli 36 anni. Uno shock tremendo per la mamma Caterina, ma anche per tantissimi amici e colleghi del mondo del giornalismo e della comunità di Settimo Torinese. Era molto conosciuto, “Vitto”, per la sua professionalità e la sua umanità, una passione sviscerale per il mestiere che praticava e che ha trasmesso a tante nuove leve locali. La sua passione era la musica, che ha raccontato attraverso la tastiera e soprattutto con le immagini dei suoi scatti. Ed è per questo che alcuni gruppi e solisti hanno risposto all’idea di amici e colleghi di organizzare la prima edizione di “Sul palco per Vitto”. È la Suoneria di via Partigiani 4 a ospitare l’iniziativa venerdì 19 alle 21, con ingresso al costo di 5 euro e incasso da devolversi interamente alla Fondazione La Stampa— Specchio dei Tempi. Quella di venerdì è una serata di musica e parole, tra ricordi di Vitto e note di alcuni esponenti della scena musicale torinese che si erano legati al giornalista settimese: Statuto, Fusaro, Ukulele Turin Orchestra, Superflamba e Dj Pava. I primi sono il nome più noto associato a Vitto, come ricorda lo stesso leader Oscar Giammarinaro: “Vittorio lo abbiamo conosciuto da “fan” ma è diventato un amico e collaboratore. Infatti ci fece più volte dei servizi fotografici”. Fabrizio Fusaro ha conosciuto Vitto collaborando con lo stesso settimanale locale del giornalista, per poi diventare apprezzato cantautore. La Ukulele Turin Orchestra è attiva da oltre 10 anni e si pregia di aver aperto la data torinese del 2014 di Eugenio Finardi. I Superflamba mescolano punk, grunge e alternative.

Stefano Bollani per il concerto di Natale a favore delle Tredicesime dell’Amicizia

La Stampa Torino
20/07/2023

Bosso, Einaudi, Allevi, Bollani. A loro abbiamo affidato, negli anni, i concerti di Natale di Specchio dei tempi, occasioni rare (e in qualche caso uniche) per unire le performance di grandissimi artisti all’impegno solidale per le Tredicesime dell’Amicizia. Quest’anno abbiamo deciso, due anni dopo il suo ultimo concerto per Specchio, di richiamare Stefano Bollani, ormai popolarissimo dopo l’assidua presenza in televisione. Il Concerto di Natale sarà il suo, la sera di sabato 16 dicembre all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto.

Acquista qui il biglietto.

Forza Bimbi!: unione di forze per combattere la dispersione scolastica in Italia

L’importanza dell’istruzione come pilastro fondamentale per il futuro di ogni individuo è indiscutibile. Tuttavia, la realtà della dispersione scolastica rappresenta una sfida cruciale che mina il percorso educativo di molti giovani. In questo contesto, il progetto di Specchio dei Tempi ha ricevuto un sostegno straordinario da parte di sei realtà la cui generosità e visione hanno aperto la strada per un cambiamento significativo.

La Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza, Critical Case Srl, la Fondazione Carlo e Maria Pia Ballerini, l’Associazione Bechildren, Critical Case Srl e due realtà che hanno scelto di rimanere anonime, hanno abbracciato con determinazione la causa contro la dispersione scolastica in Italia. Grazie al loro impegno, il progetto ha ottenuto una spinta cruciale verso il suo obiettivo di garantire a più di 300 giovani un’educazione di qualità e un futuro più promettente.

Ecco chi ci sostiene:

FONDAZIONE GIUSEPPE E PERICLE LAVAZZA 

La Fondazione Lavazza è l’entità filantropica del Gruppo Lavazza, fondata nel 2004. Si impegna per la promozione dell’educazione, della cultura e dello sviluppo sostenibile. La fondazione lavora su progetti mirati a sostenere comunità locali, promuovere l’istruzione e l’inclusione sociale, con particolare attenzione ai giovani e alle donne. Opera attraverso partnership con istituzioni, organizzazioni non governative e altre realtà per creare un impatto duraturo nelle aree in cui è presente.

 

 CRITICAL CASE SRL 

Critical Case Srl è una società italiana con vent’anni di esperienza nell’ambito IT: è specializzata nell’ambito IT e opera come Cloud services provider specializzato nella fornitura di soluzioni Managed altamente personalizzate. Attraverso una consulenza approfondita analizzano le esigenze dei singoli business e progettano soluzioni su misura per ogni azienda, garantendo le migliori performance, aumentando la produttività aziendale e ottimizzando i costi IT.

 

 FONDAZIONE CARLO E MARIA PIA BALLERINI 

La Fondazione Carlo e Maria Pia Ballerini è un’organizzazione senza scopo di lucro che opera nel campo dell’istruzione, della ricerca scientifica e dell’assistenza sociale. Fondata per promuovere l’educazione e sostenere progetti finalizzati allo sviluppo umano, la fondazione si impegna a sostenere iniziative che migliorino la qualità dell’istruzione e dell’assistenza sociale per individui e comunità svantaggiate.

 

ASSOCIAZIONE BECHILDREN 

L’Associazione Bechildren è un’organizzazione no-profit che si concentra sul miglioramento delle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti. Il loro lavoro si basa su progetti volti a garantire l’accesso all’istruzione di qualità, alla salute e a un ambiente sicuro per i giovani. Collaborano con altre organizzazioni e istituzioni per implementare soluzioni innovative per il benessere dei più piccoli.

 

Specchio dei tempi desidera esprimere loro la propria gratitudine per il loro sostegno che ha reso possibile questo progetto. L’unione di queste forze è un esempio tangibile di come la collaborazione tra settori diversi possa generare cambiamenti significativi e duraturi.

Il cammino verso un’istruzione equa e accessibile per tutti è ancora lungo, ma con il supporto e l’impegno di queste realtà, ci avviciniamo sempre più a un mondo in cui ogni bambino e adolescente ha la possibilità di realizzare i propri sogni.

 

Grazie di cuore.

Con il sostegno di

CON I BAMBINI
Il progetto “Forza bimbi” è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.

Angela: una dignitosa povertà in un minuscolo monolocale

Antonio Giaimo

Angela sorride quando apre la busta che racchiude la tredicesima della solidarietà, quella che grazie ai lettori de “La Stampa” la Fondazione Specchio dei tempi consegna. Tira un lungo sospiro di sollievo e dice: «Bene, ora potrò dare un anticipo al dentista e pagare una rata del riscaldamento, qui ora inizia a fare freddo».

Vive a Pinerolo in un monolocale al secondo piano di una casa dell’Atc. Uno spazio piccolo dove ogni cosa ha il suo posto, dove neanche i Ris troverebbero una traccia di polvere. Alle pareti le foto incorCome donare:

niciate che raccontano l’affetto che una nonna ha per i nipoti. Lei vive da sola, le basta un piccolo tavolo per pranzare, dove al centro ha messo un vaso e un vassoio con tre cioccolatini per gli ospiti, una vecchia poltrona comoda dove riposare, alle spalle una parete in cartongesso la separa dalla zona notte. Lì dentro dimora la dignità. E anche lei ci tiene a presentarsi sempre in ordine: indossa una maglia grigia con degli arabeschi e una sciarpa scozzese. I capelli in ordine.

Dona ora

«E’ veramente un aiuto importante, un bel regalo, ricevere la tredicesima di Specchio dei tempiper me 500 euro hanno un grande valore», dice Angela, prima di aprire il cuore e raccontare le pagine della sua vita. Un libro letto al contrario, parte dall’ultimo capitolo, certamente importante perché a tutti insegna che si può sempre fare qualcosa per gli altri.

Quando era ancora bambina con i genitori aveva lasciato la Calabria, il papà aveva trovato lavoro in una fabbrica di mattoni a Piscina, la mamma era casalinga. Quattro figli, tre ragazze e un maschio. «Avevo 24 anni quando mia mamma è morta, mi sono sposata e ho avuto un figlio. Mi ero però innamorata dell’uomo sbagliato, era prepotente». Lascia intendere di più Angela, che ha chiuso quel rapporto, ma un dettaglio lo aggiunge: «Lavoravo da qualche anno come operaia in una fabbrica di Airasca, lui mi ha costretto a licenziarmi per intascarsi la mia liquidazione».

Angela è sempre stata una donna forte, capace di guardare oltre le crisi . «Molti lavori erano saltuari e così la pensione è rimasta piccola, che assolutamente mi impone di guardare ogni euro che spendo. Sto ancora pagando i debiti che ho fatto per sistemare la casa». I conti delle spese li ha ben chiari in testa per non tralasciare nessuna rata e dice: «Ora è arrivata la tassa rifiuti, poi ho la bolletta della luce e del riscaldamento e quella dell’affitto». Soldi che escono e allora ecco che nella busta della spesa il pesce e la carne non entrano mai.

 Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

È infine possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

Eventi organizzati per raccogliere fondi da destinare alle Tredicesime sono anche: