Progetto On Stage

Progetto On Stage: promozione dell’inclusione sociale attraverso la musica

Specchio dei tempi riconosce la musica come linguaggio universale capace di favorire processi di inclusione e socializzazione.

Per questo promuove il progetto On Stage-musica d’inclusione, un’iniziativa innovativa che mira a promuovere l’inclusione tramite l’educazione musicale. Il progetto si rivolge a persone in condizioni di svantaggio socio-economico e a persone con disabilità sensoriali (uditiva e visiva), facendo dell’inclusività un elemento cardine.

On Stage prevede l’erogazione di 5 borse di studio a ragazze e ragazzi della scuola secondaria di primo grado (11-14 anni) per consentire loro di partecipare ad un corso annuale di musica d’insieme. Due borse sono riservate a ragazze e ragazzi con disabilità sensoriali.

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Il gruppo seguirà lezioni a cadenza settimanale, della durata di un’ora e mezza in orario pomeridiano, tenute dal musicista Nino Azzarà con esperienza pregressa sia in ambito musicale che in progetti di inclusione. Le lezioni si svolgeranno presso il centro d’incontro comunale CAP10100, situato in Corso Moncalieri 18, Torino.

I corsi – di livello base – sono rivolti prioritariamente a ragazze e ragazzi con disabilità sensoriali, garantendo loro un’esperienza musicale adeguata e gratificante, e a ragazzi e ragazzi che vorrebbero imparare a suonare uno strumento musicale ma che non possono accedere ai corsi di musica per questioni di tipo economico (strumenti disponibili: chitarra o basso, tastiera, voce).

Una persona con disabilità sensoriale uditiva si concentrerà sulla batteria, strumento che permette di percepire direttamente le vibrazioni del ritmo.

Una persona ipovedente suonerà la chitarra o il basso, strumenti che offrono un’esperienza tattile e musicale coinvolgente.

Le borse di studio coprono interamente il costo annuale del corso.

Obiettivi del Progetto

1. Favorire l’inclusione sociale e la creazione di relazioni umane significative

2. Offrire opportunità di apprendimento musicale e di espressione artistica

3. Organizzare almeno un piccolo concerto sul territorio cittadino per valorizzare il lavoro svolto dai partecipanti

Gli strumenti musicali utilizzati durante le lezioni sono forniti dall’insegnante. Gli spostamenti da e verso le lezioni sono a carico dei partecipanti.

Come partecipare

Compilare il form di iscrizione sottostante, allegando i documenti richiesti.

Criteri di selezione

Per la partecipazione all’iniziativa On Stage, sono stati individuati i criteri di selezione elencati di seguito (non in ordine di importanza):

Indicatore ISEE

Condizione di disabilità sensoriale

Età compresa tra 11 e 14 anni (scuola secondaria di I grado)

Motivazione alla partecipazione

Impegno di partecipazione a tutte le lezioni settimanali

Disponibilità di partecipazione al concerto finale e ad altre esibizioni

Disponibilità dei genitori o tutori a supportare il partecipante negli spostamenti

Possono essere previsti dei colloqui individuali con i candidati individuati in base ad una valutazione preliminare.

A seguito dell’iter di selezione verrà data comunicazione ai candidati selezionati e alle loro famiglie. Prima dell’inizio delle lezioni è prevista una riunione preliminare con i partecipanti selezionati e le loro famiglie per presentare il progetto, il calendario delle lezioni e rispondere a eventuali domande.

Tempistiche

Scadenza candidature: 15 novembre.

Inizio corsi: dicembre.

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Valle d'Aosta

La storia che unisce Specchio dei tempi e la Valle d’Aosta

Angelo Conti

Un alluvione catastrofico

Cinquecento millimetri d’acqua in poche ore trasformarono, il 15 ottobre del 2000, la Valle d’Aosta in una terra devastata da acqua, fango e frane. Con venti vite perdute e danni per miliardi di lire. La più catastrofica alluvione che abbia mai colpito la valle rinsaldò però il legame fra questa terra e Specchio dei tempi.

I cronisti de La Stampa si mossero subito cercando di farsi strada su un sistema viario che era completamente saltato: l’accesso alla valle era bloccato, in più punti, dall’esondazione della Dora Baltea che aveva trasformato il fondo valle in un enorme lago. A causare quella tragedia, una concomitanza di situazioni avverse: dall’entità delle piogge allo zero termico ad oltre 3500 metri.

Specchio die tempi entrò subito in azione a Pollein (dove c’erano stati 7 morti), a Fenis (6 morti) e poi ancora a Donnas, Brissogne, Nus, Gressoney. Persino ad Aosta che era stata toccata dalla piena del torrente Buthier, capace anche di fermare l’attività della Cogne Acciai Speciali.

Quella sottoscrizione era stata condivisa da La Stampa con il Tg5. Il suo direttore di allora, Enrico Mentana, era venuto apposta a Torino, in via Marenco, dove era stato molto chiaro: “La nostra televisione vuole essere vicina alla gente, ma voi ci dovete insegnare come fare. Lo fate da decenni e dobbiamo imparare. Cominciamo a fare insieme questo intervento in Valle d’Aosta”. Così scattò una raccolta importante che permise, accanto ad una pioggia di interventi individuali, anche di compiere alcune azioni strutturali.

Valle d’Aosta: orgoglio e resilienza

Forse mai un’alluvione aveva stravolto i collegamenti di una regione con il resto d’Italia e del mondo. Eppure la Valle d’Aosta, in quei giorni della catastrofe, pareva davvero irraggiungibile, un’entità lontana alla quale si poteva accedere solo in elicottero.

Autostrade interrotte, linee ferroviarie estirpate e scagliate lontano, passi e trafori bloccati dalle frane. Così era ridotta una valle ricca e proiettata, sino a poche ore prima, nel pieno dell’Europa. Ma, a questo punto, è scattato qualcosa, è scattato l’orgoglio. Forse per retaggio antico, gli abitanti di questa terra, atavicamente abituati all’isolamento, hanno cominciato a cercare in se stessi la forza di reagire. Qualche volta persino sfuggendo l’aiuto che arrivava da lontano.

Qui, per aiutare, siamo dovuti diventare prima degli amici. E amici siamo diventati andando a condividere il dramma di Pollein, con i morti provocati da una frana dalle dimensioni impressionanti, e anche i drammi, certo ugualmente intensi, delle famiglie di chi era morto nei soccorsi: un giovane elettricista e un altrettanto giovane extracomunitario, entrambi padri di famiglia, traditi dalla generosità.

Gli aiuti di Specchio dei tempi

Proprio alle famiglie di chi non c’era più è stato consegnato il primo contributo, poi ampliato e strutturato, d’intesa con la filiale CRT di Aosta, in una borsa di studio biennale per tutti gli orfani dell’alluvione.

Questa iniziativa era stata scelta in quanto rappresentava un particolare e certamente valido strumento di assistenza a quei bilanci famigliari che i lutti rischiavano di stravolgere. L’entità della borsa mensile ha consentito a questi ragazzi di proseguire senza rallentamenti i loro studi e di guardare al futuro con meno pessimismo.

Sapevamo, comunque, che in Valle d’Aosta non ci saremmo certo potuti fermare qua. Tante erano le esigenze che vedevamo davanti agli occhi. Si è subito intensificato il contatto con le famiglie, in alta, media e bassa valle, e si sono individuate le priorità.

A Nus, quella Nus che un’immane frana aveva messo a lutto, uccidendo e devastando, abbiamo pensato ai ragazzi delle scuole, elementari e medie. Il Comune è stato subito posto in condizione di ricostruire (con un finanziamento di 650 milioni di lire) la mensa scolastica, distrutta dal fango e dai detriti piombati a valle dalle montagne. Una mensa che, in talune giornate, arrivava a confezionare sino a 300 pasti, destinati agli allievi delle scuole elementari e delle scuole medie.

Fra le richieste giunte dai Comuni è stata poi accolta quella del Comune di Gaby. Al piccolo Comune dell’alta valle del Lys è stato portato il contributo necessario a ripristinare il ponte in pietra «dell’Usina». Struttura storicamente importante (datata 1818), oltre che socialmente utile perché consente lo scavalcamento del torrente Lys nelle adiacenze di alcune baite e del cimitero, è stata ripristinata non appena ottenute tutte le indispensabili certificazioni dei responsabili dei Beni Artistici.

Da Gressoney-Saint Jean, invece, c’era stata la richiesta di un intervento a sostegno del complesso sportivo comunale in località Tschoarde. Qui la simultanea fuoruscita dei torrenti Lys e Valdobbia aveva allagato per intero la zona, provocando danni al campo di calcio, ai campi di bocce, al campo di pallavolo e pallacanestro. Un danno significativo che andava rimediato in fretta, anche per non danneggiare la vocazione turistica di questo Comune, che proprio dal turismo trae la sua principale ricchezza.

Tredicesime dell'Amicizia

Tredicesime dell’Amicizia anche in Valle d’Aosta

Angelo Conti

Le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi sono la più antica sottoscrizione popolare italiana, attiva da 49 anni.

Dal 1976, ogni Natale, garantiamo agli anziani con pensione minima che vivono da soli,  un assegno che serve per pagare il riscaldamento, la spesa e gli affitti arretrati. Un regalo che dà speranza. Molto spesso l’unico regalo che riceveranno questi nonni dimenticati da tutti.

In 49 edizioni del nostro storico progetto, sostenuto dai lettori de La Stampa, abbiamo già consegnato 82.000 sussidi, per un totale di 33 milioni di euro. I primi aiuti, da 30.000 lire, furono versati a trenta anziani torinesi su richiesta della mitica suor Pierina di Porta Palazzo a Torino. Da allora la cifra è cresciuta fino agli attuali 500 euro, che anche quest’anno vogliamo donare ad almeno 2000 persone, a Torino e nelle province di CuneoAsti,  AlessandriaBiellaNovaraVerbania e Vercelli, oltre alla Valle d’Aosta (sia nel capoluogo e sia nella provincia) e alla Liguria di Ponente.

L’obiettivo, anche quest’anno,  è raccogliere 1 milione di euro entro Natale, e proseguire una tradizione solidale che fa delle Tredicesime dell’Amicizia la più antica sottoscrizione popolare italiana. Negli ultimi anni questo obiettivo è stato sempre centrato, sino al record dell’anno scorso con ben 2497 anziani aiutati grazie a donazioni per 1.248.500 euro.

Intervista a Francesco

Tredicesime dell’Amicizia: intervista a Francesco Campo

Giancarlo Zattoni

“Mi reputavo una persona di successo. Per un capriccio sperperai tutto il patrimonio sul tavolo dei casinò. Ero innamorato e il gioco era uno sfogo per un amore non corrisposto. Anche la fortuna mi volse le spalle.”

Francesco porta con disinvoltura i suoi 84 anni. È un signore elegante, dai modi misurati. Da anni è seguito dalla Fondazione Specchio dei tempi attraverso il progetto Forza Nonni!, che lo aiuta a vivere in modo dignitoso.

Risiede in borgata Aurora, non lontano dallo stabile dove è nato il cantautore Gipo Frassino. “Non auguro a nessuno di avere debiti per il gioco. Dovetti vendere tutti i miei averi per tacitare i creditori. Tutto è crollato: dal poter fare la spesa a relazionarmi con gli altri. Non mi rimase che rifugiarmi in questo piccolo alloggio, l’unico che potevo permettermi.”

“Provengo da una famiglia abbiente di Alcamo. I rapporti con mio padre furono sempre problematici. Era molto severo e mi castigava perché non avevo voglia di studiare. Da lui ereditai la passione per il gioco. Passava le giornate al circolo a giocare a carte con gli amici.”

A inizio anni 70 Francesco si trasferisce a Torino. È socievole e l’abilità nel vendere lo porta al successo nell’ambito del commercio. “Volevo diventare un piccolo Berlusconi. A poco a poco, sviluppai una rete di punti vendita di abbigliamento a buon prezzo o, come si diceva allora, a bun pat. Tutti gli ambulanti dei mercati venivano a rifornirsi da me.” Gli affari prosperano e Francesco si esalta. Ama godersi la libertà, per lui bene irrinunciabile. Non si adegua neppure al concetto classico di famiglia: avrà quattro figli da donne diverse ma non si sposerà mai. “Ho il difetto di essere un solitario. Nella vita come in amore ho sempre preferito giocare da solo. Ma i figli non li ho mai trascurati.”

Lasciata la prima compagna intraprende una nuova relazione con una giovane ragazza di cui si innamora perdutamente. La relazione si interrompe prima di diventare definitiva: “Ancora adesso non mi rassegno all’idea di essere stato respinto.”

Ora che il tempo è passato, a Francesco rimane la modesta pensione sociale, accompagnata dall’aiuto indispensabile di Specchio dei tempi, a cui si è rivolto grazie al consiglio di un amico. ”Si avvicina dicembre e con i 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia farò quadrare molti conti. In più ho la sicurezza di ricevere ogni mese due spese gratuite e l’assistenza di una collaboratrice domestica che tiene linda la casa.”

Francesco è seguito costantemente dai volontari di Specchio e nel caso anche da uno psicologo: “Sento un gran bisogno della presenza di qualcuno che mi parli e mi conforti. Benedico i donatori che grazie al loro generoso contributo rendono costante questo dono nel tempo.”

Piero Chiambretti

“La Stampa è con voi” al Teatro Giacosa di Aosta : sul palco anche Piero Chiambretti

L’appuntamento è domani. La Stampa è con voi fa tappa ad Aosta per un evento in cui racconta come nasce il giornale, parla dei grandi temi internazionali e di quelli locali, consuetudine di un quotidiano radicato nel Nord Ovest, ma con uno sguardo lontano.

Al teatro Giacosa di Aosta, dalle 17, con il direttore della Stampa Andrea Malaguti e il vicedirettore Federico Monga, il caposervizio Stefano Sergi, la storica firma Enrico Martinet, saranno presenti molti ospiti.

Piero Chiambretti, uno degli aostani più noti d’Italia, racconterà il suo rapporto con la città. Al grande inviato ed editorialista Domenico Quirico sarà riservato lo sguardo sui grandi conflitti, dal Medioriente all’Ucraina.

Spazio alla Valle d’Aosta: sul palco saliranno l’alpinista di Courmayeur Anna Torretta, il sindaco di Aosta Gianni Nuti, Daniela David, sorella di Leonardo, di cui traccerà un ricordo a 39 anni dalla morte.

Saranno presenti Domenico De Angelis, condirettore del Banco Bpm, e Giuliana Girino, della Fondazione Specchio dei tempi. Luca Bottura terrà una rassegna stampa satirica con notizie anche locali.

La partecipazione è gratuita. Seguirà un rinfresco.

Pe Therapy per la scuola

La Pet Therapy torna nelle scuole torinesi

Specchio dei tempi rinnova l’impegno per l’inclusione grazie agli amici a quattro zampe

Anche quest’anno con il progetto Pet Therapy per la scuola, promosso dalla Fondazione Specchio dei tempi, centinaia di bambini e ragazzi di Torino e provincia potranno beneficiare dell’interazione con gli animali che – come confermano numerosi studi – favorisce il benessere emotivo e la socializzazione.

L’edizione 2024 di questa iniziativa, realizzata grazie al prezioso contributo dalle Associazioni ASLAN e CONteSTO, ha preso il via coinvolgendo una ventina di Istituti Comprensivi di Torino e cintura: 5 scuole dell’infanzia, 11 primarie e, novità di quest’anno, 6 scuole secondarie di primo grado.

La finalità del progetto rimane invariata. Promuovere l’inclusione scolastica di bambini e ragazzi con diverse forme di disabilità: dai disturbi comportamentali a quelli dello spettro autistico.

Ogni classe parteciperà a otto incontri durante i quali alunni e insegnanti verranno coinvolti in attività capaci di migliorare la qualità delle relazioni e favorire l’integrazione dei bambini disabili. Il contatto con un animale consente infatti a ciascun bambino di prendere coscienza delle proprie emozioni e aumentare la fiducia in se stesso.

Gli animali, con la loro presenza rassicurante e non giudicante, creano un ambiente sicuro in cui i bambini si sentono liberi di sperimentare e relazionarsi in modo autentico, sviluppando competenze sociali e benessere emotivo.

La Pet Therapy è una soluzione, scientificamente riconosciuta, a bisogni educativi e relazionali spesso sottovalutati, ed è uno strumento capace di creare un ambiente scolastico più inclusivo e sereno. Ogni alunno merita di sentirsi accolto e compreso e, grazie alla Pet Therapy, possiamo offrire a bambini e ragazzi con disabilità un’occasione per essere maggiormente inseriti e vivere un’esperienza scolastica più felice.

Il tuo aiuto è fondamentale per rendere questo progetto realtà: con una donazione puoi contribuire a coprire i costi delle sessioni di Pet Therapy e permettere a più scuole di partecipare a questa iniziativa. Basta un piccolo gesto per fare una grande differenza nella vita di un bambino.

Dona ora e aiutaci a costruire un ambiente scolastico più inclusivo e solidale!

Paniscia Days

Tre giornate tra ristoranti e agriturismi a Novara, alla ricerca della vera paniscia novarese

Parte dell’incasso alle Tredicesime dell’amicizia di Specchio dei tempi

Filippo Massara

Tre giorni alla scoperta del piatto simbolo della cucina novarese. Da giovedì a sabato tornano i Paniscia days in 42 ristoranti e agriturismi della provincia.

L’iniziativa organizzata da Fipe Confcommercio Alto Piemonte con il patrocinio di Slow Food e la collaborazione di Coldiretti propone pranzi e cene su prenotazione al prezzo fisso di 30 euro. Il menù include, oltre alla portata principale, altri sapori della cucina novarese e regionale ed eventualmente le bevande.

La quinta edizione dell’evento promuove anche la solidarietà in sinergia con Specchio dei tempi: per ogni cliente servito a tavola, i locali aderenti si impegnano a donare un contributo alla campagna Tredicesime dell’amicizia lanciata dalla fondazione de La Stampa a favore di anziani soli e in difficoltà economica.

“Le prenotazioni stanno arrivando copiose per una manifestazione che fa della semplicità la sua caratteristica” – spiega Massimo Sartoretti, presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte -“Eppure la paniscia è tutt’altro che un piatto facile. Probabilmente la sua “vera” ricetta non la troveremo mai”.

Riso, fagioli, alcune verdure e prodotti tipici come il salam d’la duja sono gli elementi cardine del piatto. Sull’utilizzo o meno di alcuni ingredienti, a cominciare dalla carota, il dibattito però è aperto. “Guai a inserire la carota nella preparazione” – avverte Giorgio Moroncelli del “Circolo della paniscia” a Novara, uno dei locali che aderiscono alla rete “Non esiste proprio”. Si schiera con lui, tra gli altri, Roberto Bramante dell’osteria «della Bicocca».

Renato Garbasso del progetto «Raccontiamo Novara» ha però recuperato un antico ricettario che comprende una ricetta in cui la carota viene contemplata. “Ma posso dire che non esiste una paniscia uguale all’altra” puntualizza il cultore di storia locale “perché ognuno ha il suo modo, il suo ingrediente più o meno segreto che conferisce quella piccola differenza. Certo la base è comune a tutte”.

Tra gli chef c’è anche chi, come Gianpiero Cravero di «Cravero osteria contemporanea» a Caltignaga, propone di decodificare il piatto condividendo almeno una serie di linee guida da rispettare: “Dovremmo trovare un filo conduttore” – suggerisce – “in modo da non confondere i clienti. Poi, ovvio, certe piccole variazioni sono ammesse e questa minima flessibilità rappresenta un valore aggiunto”. Moroncelli è d’accordo: “Sarebbe interessante realizzare un progetto del genere”.

Gli stessi Paniscia days possono in qualche modo alimentare la delicata sfida invitando i clienti a confrontare le molteplici interpretazioni in un viaggio nel gusto. Nella prima edizione, organizzata nel 2020 su ispirazione dei Bagna cauda day di Asti, i locali aderenti erano 17. Oggi sono più del doppio. “Il format contribuisce a salvaguardare la storicità del piatto” – fa notare Marta Marangon della trattoria “Cavallino bianco” di Novara – “e non disperdere questo patrimonio. Percepiamo questa responsabilità”.

Sul valore autentico della paniscia si sofferma Marta Rotino, responsabile della condotta Slow Food: “Il prossimo anno potremmo arricchire la manifestazione con incontri di approfondimento sul rapporto tra gastronomia e territorio. Sarebbe bello coinvolgere ad esempio l’Ente Risi”.

Il successo della manifestazione non è passato inosservato anche nella vicina Vercelli. La scorsa settimana la provincia confinante ha ospitato la prima edizione dei «Panissa days» sempre con la sponda di Confcommercio. “Se i nostri “cugini” ci copiano, significa che stiamo facendo un buon lavoro” – sorride Sartoretti – “e ben vengano le opportunità di valorizzare le tradizioni locali”.

Elenco ristoranti per prenotazioni qui

Somaliland

Diecimila bimbi visitati da MedAcross nei campi profughi di Hargeisa grazie ai fondi di Specchio dei tempi

Angelo Conti

In Somaliland una grave crisi umanitaria affligge da anni la popolazione: la siccità e la povertà diffusa hanno provocato la migrazione di decine di migliaia di famiglie, in prevalenza di pastori e di agricoltori, scesi dagli altipiani che si estendono verso l’Etiopia.

La destinazione, per tutti, è Hargeisa, la capitale, che non dispone di attrezzature e servizi capaci di sfamare e di gestire un numero così imponente di disperati. La malnutrizione e soprattutto la totale mancanza di assistenza sanitaria sono i principali problemi che poche organizzazioni internazionali riescono ad affrontare.

Fra queste c’è MedAcross, ONG torinese, che ha iniziato ad operare nel 2011 avviando la costruzione dell’Ospedale Pediatrico, in grande parte finanziato dalla Fondazione Specchio dei tempi anche attraverso un importante lascito, gestendolo poi negli anni. Attualmente MedAcross sostiene completamente i reparti di Pronto Soccorso e Neonatologia dell’ospedale, si occupa della formazione del personale sanitario,  e effettua missioni plurisettimanali nei campi che circondano Hargeisa, per effettuare visite pediatriche e provvedere al ricovero dei casi più gravi.

Proprio con riguardo al servizio di clinica mobile MedAcross ha appena celebrato un importante traguardo: oltre 10.000 visite pediatriche effettuate, dal luglio 2022,  nei campi per sfollati di Malowle, Digaale, Qalax, Nasa Hablood C e Nasa Hablood B. Oltre che in Somaliland, MedAcross svolge cooperazione sanitaria in Myanmar, Thailandia, Sri Lanka e Ruanda, prestando sempre una particolare attenzione alle comunità rurali che non hanno accesso alla sanità perché distanti dagli ospedali.

Valentina Cloralio

Tredicesime dell’Amicizia: intervista a Valentina Cloralio

Giancarlo Zattoni

Nell’interno cortile di una casa d’epoca del centro di Torino vive nonna Valentina, di 95 anni. Sorretta dalla figlia e dalla nipote che la accudiscono, ci invita ad entrare. “Era mio desiderio accogliervi in piedi, nonostante fatichi a mantenere l’equilibrio. Vi voglio abbracciare, insieme a tutte quelle brave persone che mi fanno sentire importante.”

Inframezzando il discorso con termini dialettali della Basilicata, Valentina ci racconta la sua vita con la lucidità che i suoi 95 anni le consentono: “La mia storia è vita d’amore per mio marito Michele e per la mia famiglia. Lui è stato il mio destino, mi ha rapita per potermi sposare, una fuitina a fin di bene. Nata a Rionero del Vulture, provengo da una terra in cui il lavoro dava dignità e pane, e i figli erano la vera ricchezza. In famiglia eravamo 15 figli, nel tempo li ho persi tutti. Mio padre possedeva campi e vigneti e Michele era un suo bracciante. Si oppose al matrimonio ma noi ci amavamo e l’avemmo vinta.”

Il boom economico attira al nord la famiglia che intanto si è ingrandita. A inizio anni ‘60 Valentina, insieme al marito e ai due figli, raggiungono un parente a Torino, con cui condividono l’alloggio. Sono anni di fatiche e di difficoltà economiche. “Facevo le ore. All’inizio non sapevo cosa volesse dire, poi mi hanno spiegato che dovevo pulire la casa di altri a pagamento. Michele lavorava in catena di montaggio alla Fiat Mirafiori.”

Nel 1969, dopo la nascita della terza figlia, la famiglia si trasferisce in questo vecchio palazzo del centro. “Ci siamo sempre voluti bene e insieme siamo riusciti a superare tutto, anche la perdita improvvisa a soli 59 anni di mio marito, trent’anni fa. Ancora adesso non navighiamo nell’oro, ma la forza della famiglia e delle nostre tradizioni ci sostiene”.

La nonna è ancora vitale, ma con l’età è stata colpita da forti dolori articolari, da disturbi neurologici e frequenti attacchi ischemici, curati da terapie, ma soprattutto dall’affetto dei suoi famigliari, che non la lasciano mai sola.

Valentina è inserita nel progetto Forza Nonni! della Fondazione Specchio dei tempi: può contare su aiuti concreti per la vita di tutti i giorni, compagnia e conforto. Ogni Natale, grazie alla generosità dei donatori riceve la Tredicesima dell’Amicizia.

“Sono felice di poter ringraziare le persone, che con la loro bontà rendono migliore la vita degli anziani. A loro dedico una canzone con tutto il mio cuore.” E mentre la salutiamo, intona una canzone della sua gioventù: Mamma.

Forza Nonni!_Valter

Tredicesime dell’Amicizia: intervista a Valter, che sopravvive grazie a Specchio dei tempi

Giancarlo Zattoni

“Rinunciare alla vita è la cosa più brutta che una persona possa provare. Quando invecchi, non sei più attivo, ti mancano gli affetti e non hai più stimoli a vivere. Per questo apprezzo l’altruismo e la vicinanza dei donatori di Specchio dei tempi che con un caldo abbraccio ti regalano la speranza che il mondo non sia solo bruttura ed egoismo.”

Ottant’anni compiuti Valter è nato in provincia di Torino a Balangero, paese reso celebre dall’Amiantifera. Era il 1943, nacque nella casa di una zia che, a causa della guerra, aveva accolto i genitori sfollati da Torino, a cui faranno ritorno al termine del conflitto.

Conseguito il diploma di perito elettrotecnico, entra nell’allora stabilimento Lancia di via Caraglio e diventa in breve responsabile di una squadra manutenzione macchine utensili.

“Dopo alcuni anni mi licenzio, apro una ditta e mi metto in proprio come rappresentante di componentistica elettronica.” Conosce la moglie in sala da ballo. Si frequentano, si piacciono e in poco tempo convolano a nozze.

Eravamo benestanti: con mia moglie abbiamo visitato ogni continente. Poi tutto finì a causa di errati investimenti finanziari in cui avevo riposto troppe speranze. Per coprire i debiti fui costretto a vendere tutti i miei beni. Non mi sono più ripreso. Mancare gli obiettivi che mi ero dato, mi ha indebolito e ha reso difficile starmi accanto. Ci separammo in modo consensuale dopo 30 anni di matrimonio. Lasciai per sempre la casa della nostra felicità. Fu la fine della sicurezza economica e di me stesso.”

In pochi anni perde i genitori e il fratello per malattie oncologiche.

A Torino, grazie alla generosità di una famiglia amica, Valter dispone di una stanza in un alloggio condiviso con altri anziani, nel quartiere di Pozzo Strada. “Ho una pensione modesta che mi permette di contribuire appena alle spese e di sopravvivere senza scialare.”

Fedele lettore de La Stampa e della rubrica Specchio dei tempi, scopre anni fa come la Fondazione si impegni a sorreggere gli anziani più bisognosi. “Ho subito scritto per ricevere assistenza. Ora Specchio è diventato un faro che mi dà speranza e mi guida nelle necessità quotidiane, con distribuzione di pacchi viveri, aiuti materiali ma anche con la vicinanza dei volontari il cui altruismo rallegra il cuore. E quando arriva l’assegno della Tredicesima dell’Amicizia esprimo un sentimento profondo di riconoscenza.”

Valter si augura che la sua storia spinga sempre più benefattori a sostenere il progetto Forza Nonni! per continuare a confortare gli anziani che vivono in condizioni precarie.

Un soffio ti può salvare la vita

Un soffio ti può salvare la vita amplifica la sua risonanza nelle scuole

I Carabinieri del Comando Provinciale di Torino e la Fondazione Specchio dei tempi, con l’obiettivo di ridurre gli incidenti del sabato sera dovuti all’abuso dell’alcool, presidiano le aree della movida torinese, con la disponibilità di un medico volontario e di alcool test donati da FederFarma e dal 14 ottobre all’Istituto Sociale di Torino inizierà la formazione agli studenti delle quinte superiori, promuovendo una cultura della consapevolezza e della responsabilità.

Ogni classe quinta parteciperà a due incontri formativi, della durata di circa 90 minuti ciascuno.

Il primo incontro sarà focalizzato sugli effetti dell’alcol sul corpo umano e sul cervello, con particolare attenzione alle conseguenze legate alla guida in stato di ebbrezza. Il secondo incontro si concentrerà sulle leggi e le conseguenze legali del consumo di alcol e della guida sotto l’effetto dell’alcol.

Gli incontri saranno condotti in modo interattivo, incoraggiando gli studenti a fare domande e a partecipare attivamente.

Specchio dei tempi ha l’obiettivo di informare gli studenti attraverso attività educative e dibattiti, fornendo ai giovani gli strumenti necessari per fare scelte sane e consapevoli, proteggendo così il loro benessere presente e futuro. Come momento conclusivo si offrirà ai/alle ragazzi/e di partecipare volontariamente alle serate di alcool test nelle piazze più frequentate di Torino.

Altre 4 scuole della città parteciperanno a questa formazione da marzo 2025.

Mattie_ponte

Mattie: Specchio dei tempi ha ricostruito il ponte in una settimana, ma c’è ancora tanto da fare

Angelo Conti

“È stato molto più di una goccia, l’aiuto di Specchio dei tempi alla mia gente. Ci ha permesso di ricostruire un ponte provvisorio in una settimana, liberando dall’isolamento la frazione Combe, i suoi abitanti e le loro attività”.

Il sindaco di Mattie, Marina Pittau, non usa molti giri di parole per ringraziare le centinaia di lettori de La Stampa che hanno consentito di raccogliere oltre 30.000 euro per le comunità piemontesi colpite dall’alluvione di un mese fa.

“Il nostro comune” – continua – “è tutt’altro che ricco, con appena 700 abitanti, e quindi i fondi  disponibili  per i cosiddetti lavori di somma urgenza sono limitatissimi. Con i 20.000 euro trasferiti al Comune in tempi brevissimi e con l’aiuto economico portato all’azienda agricola più colpita, abbiamo cominciato a respirare. Gran parte della cifra messa a disposizione da Specchio dei tempi è stata subito investita nel ponte provvisorio verso la frazione Combe e il resto contiamo di impiegarlo per la pista alternativa che consentirà di aggirare l’altro ponte caduto in frazione Giordani, dove ci stiamo confrontando con alcuni degli abitanti per mettere a punto una strategia di ripristino condivisa”.

I danni arrecati a Mattie dai due torrenti esondati ( il “Gerardo” ed il “Corrente”) sono comunque ingenti e molto ci si attende anche dalla Regione Piemonte, che ha comunque chiesto alcuni passaggi burocratici prima di passare all’erogazione degli aiuti.

Strascichi dell’alluvione sono attesi anche per la primavera: “Nella zona dell’Alpe Toglie vivono tre famiglie di margari con le loro mandrie, scese a valle subito dopo l’esondazione del torrente Corrente che ha devastato i pascoli e distrutto gli abbeveratoi. Ora qualche centinaio di bovini passerà, come sempre, l’inverno nelle stalle a Mattie ma a maggio del prossimo anno dovranno tornare in quota per la transumanza. Ed entro quella data dovremmo ripristinare sia i pascoli e sia gli abbeveratoi, alcuni dei quali naturali, cioè realizzati con vasche di pietre e sassi ai lati del torrente”.

Capitolo a parte il completo ripristino del Bivacco dell’Orsiera, all’interno del parco naturale Orsiera Rocciavrè. Qui, ai problemi dell’alluvione, si sono aggiunti costi amministrativi: il bivacco non ha servizi dedicati ai portatori di handicap e la loro realizzazione ha costi insostenibili. “Se non riusciremo a sistemare tutto” – spiega il sindaco – “saremo esclusi dai percorsi GTA e quindi dal turismo organizzato che qui ha sempre avuto numeri bassi, ma che rappresenta anche una forma di presidio del territorio.

L’alluvione ha demolito, oltre ai due ponti in paese, anche una passerella in quota, che consentiva un collegamento verso il Rifugio Amprimo. Se l’è portata via il torrente Gerardo. Ora andrebbe ricostruita, ma il corso d’acqua si è allargato ed ora ne servirebbe una più lunga ed ovviamente più costosa. Ma poco ci si aspetta dal parco Orsiera Rocciavrè che, come spiega il sindaco Pittau, “ha 57 dipendenti, ma solo due operai…”.