Centrale del Latte

Alleanza Specchio dei tempi e Centrale del Latte: lunedì il seminario per gli insegnanti sul latte fresco

Angelo Conti

Specchio dei tempi e Centrale del Latte di Torino insieme contro la povertà.

Un’alleanza che ha già portato alla distribuzione di prodotti Tapporosso agli anziani assistiti nel progetto Forza Nonni!, mentre lo spaccio di via Filadelfia è diventato uno dei 500 Negozi Amici della Fondazione.

L’impegno sociale di Centrale del Latte vivrà un momento particolare lunedì 14 ottobre (dalle 15 alle 18) con il ventesimo “Seminario per Insegnanti”. Attraverso questo evento Centrale del Latte vuole promuovere la conoscenza delle caratteristiche nutrizionali del latte fresco, del kefir, dei fermenti, con particolare attenzione ad una corretta informazione e all’orientarsi fra le fake news che colpiscono anche il mondo dell’alimentazione.

Seguirà un dibattito con gli esperti, con suggerimenti per corretti stili di vita, e una visita allo stabilimento della Centrale.

Iscrizioni gratuite online all’indirizzo marina@explantorino.it.

Specchio dei tempi con l’Oktoberfest per la prevenzione

Da oggi a domenica la settima edizione del Paulaner Oktoberfest Cuneo vive il suo terzo e ultimo weekend.

La formula è la stessa, vincente, dei primi due: oggi e domani apertura alle 18:00, sabato e domenica alle 11:00, tanta musica – gli immancabili Kuni Kumpel, DJ Martin Klein e Roby Giordana da Radio 105 al palco dell’area garden domani dalle 23 e molto altro – e numerosi appuntamenti per famiglie. Il programma completo è su Oktoberfestcuneo.

Sabato dalle 19 alle 24 l’ingresso dell’area allestita presso il Palasport di San Rocco Castagnetta a Cuneo ospiterà un punto di promozione del consumo responsabile di alcol grazie al progetto Un soffio ti può salvare la vita, promosso da Specchio dei tempi, Arma dei carabinieri, Federfarma Torino e ordine dei farmacisti di Torino.

Nello Specchiobus, camper attrezzato con ambulatori mobili, i carabinieri, i volontari della Fondazione de La Stampa e il personale medico volontario sensibilizzeranno i visitatori sui rischi della guida in stato di ebbrezza, invitandoli ai test di prevenzione.

L’alcol test potrà essere eseguito in modo autonomo con il test monouso oppure a bordo dello Specchiobus con l’assistenza di un’infermiera.

Dopo il debutto nel 2023, la seconda edizione del progetto coinvolge in via sperimentale anche gli studenti della classe quina del liceo sportivo dell’Istituto Sociale, scuola cattolica paritaria torinese. Dopo una formazione teorica, gli alunni diventano protagonisti della divulgazione dei pericoli della guida sotto l’effetto di alcol nei luoghi della movida: sabato 19 dalle 22 alle 24 alcuni di loro saranno in azione in largo IV Marzo a Torino, nel Quadrilatero Romano.

San Lorenzo Run

San Lorenzo Run sostiene Specchio dei tempi: una giornata di sport gratuito

Domenica 15 settembre: una giornata dedicata allo Sport.

Dalla mattina alla sera, tante attività sportive e di benessere da provare gratuitamente, per adulti e bambini. Pedane, ring, circuiti, attività acquatiche e stand informativi, sparsi per le vie del centro storico e la zona mare.

San Lorenzo al Mare vuole, da una parte, rafforzare la sua vocazione al turismo sportivo che si fa sempre più rampante; dall’altra, offrire alle famiglie e ai loro bambini una domenica dedicata alla scoperta di nuovi sport e all’incontro con esperti che daranno informazioni utili sia nel campo sportivo che per uno stile di vita sano.

Programma

Quando? Domenica 15 settembre.

Evento di punta: l’ormai consolidata “San Lorenzo Run” di 7 km con partenza alle 8:00 e arrivo nel porto Marina di San Lorenzo, percorso di urban trail nel borgo. Seguiranno premiazioni e colazione offerta agli atleti dall’Hotel Riviera dei Fiori, Marina di San Lorenzo.

L’iscrizione alla corsa è fissata a 10 euro, di cui la metà sarà devoluta per i progetti di aiuto anziani e mamme, sul territorio, di Fondazione Specchio dei tempi. Sarà possibile iscriversi alla gara tramite email a ilgiardinodimagdala@gmail.com.

La giornata include attività acquatiche di snorkeling gratuito e defaticamento al mattino, seguite da esibizioni sportive nel centro storico e sul mare dalle 14:00 alle 18:00. Nel pomeriggio, alle 16:30, ci sarà la “Merenda Sana Time”, offerta dalla Pro Loco San Lorenzo al Mare, con un focus su sport e alimentazione sana in collaborazione con l’Associazione Diabete Giovanile Ponente APS. Presso lo stand CONI, attività e informazioni saranno disponibili per tutto il giorno.

La manifestazione ha il sostegno e il patrocinio del Comune di San Lorenzo, del CONI, ADGP Aps, Diabete Italia e AGD Italia (Associazioni di aiuto a Bambini e Giovani con Diabete) ed è organizzata in collaborazione con il CIV – Il Giardino di Magdala e Prodeo Ut Regio – Atletico San Lorenzo.

 

Per informazioni: ilgiardinodimagdala@gmail.com oppure manifestazioni@comune.sanlorenzoalmare.im.it

Banca Territori del Monviso

Specchio dei tempi e BTM: uniamo le forze per il bene della comunità

Banca Territori del Monviso collabora con la Fondazione per sostenere progetti di solidarietà e inclusione sociale

Si può essere vicino al prossimo e fare parte di una comunità in mille modi. Banca Territori del Monviso lo fa da sempre attraverso le sue venti filiali.

Adesso lo farà anche collaborando con Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, che “rappresenta un po’ il cuore de La Stampa, il principale quotidiano della nostra regione”.

Fin dal 1955, anno in cui nacque la rubrica, per la prima volta in Italia aperta alla voce dei lettori, Specchio dei tempi è stato una sorta di social ante litteram. Da allora, Specchio è diventato un punto di riferimento per i lettori che vogliono dare una mano a chi si trova in difficoltà.

Le analogie con una banca radicata nel territorio come BTM non sono poche. In ogni caso, da quel lontano 1955, Specchio dei tempi ha fatto molta strada e oggi conta 85 progetti attivi a Torino, in Piemonte, in Italia e nel mondo.

Dagli anziani soli alle famiglie bisognose, dai malati ai senzatetto, dai bambini alle popolazioni colpite da calamità, Specchio ha sempre dato e continua a dare speranza a tutti e aiuti concreti. Chiedetelo ai terremotati e agli alluvionati di Nepal, Messico, Haiti, ma soprattutto delle Marche, dell’Emilia Romagna e del Piemonte, quest’ultimo aiutato dopo l’alluvione del ’94 con una storica sottoscrizione di ben 24 miliardi di lire.

Ogni anno, a Natale, dal 1976, Specchio aiuta alcune migliaia di anziani del nord-ovest d’Italia in difficoltà economiche e fondamentalmente soli.

Tutto questo è possibile solo grazie alla generosità dei lettori de La Stampa e di tanti amici, come lo è anche, da oggi, la Banca Territori del Monviso. Di quei 85 progetti, “abbiamo scelto di sostenerne, in particolare, due: Negozi amici e Forza mamme!” spiega il direttore generale Luca Murazzano. “Il primo perché aiuterà Specchio dei tempi a radicarsi ancora di più nella provincia di Cuneo, la nostra provincia; il secondo perché lo troviamo un progetto efficace e veramente vicino alle donne”.

Granda e Specchio dei tempi: una storia con cento legami

Granda e Specchio dei tempi: una storia con cento legami

Angelo Conti

Cuneo è da sempre la seconda “piazza” di Specchio dei tempi. Perchè, dopo Torino, è proprio il capoluogo della Granda ad essere il più vicino alla fondazione de La Stampa.

Il primo cuneese aiutato fu un certo Parusso che ricevette un contributo addirittura nel 1894, nel contesto del progetto “La Carità del Sabato” che i giornalisti de La Gazzetta Piemontese (poi La Stampa) avevano inventato quattro anni prima.

Funzionava così: la domenica si raccontava una storia sul giornale, nel corso della settimana si raccoglievano gli aiuti, il sabato venivano consegnati. Un ciclo continuo che durò decenni, in pratica sino agli anni ’50, quando poi i progetti benefici del giornale vennero affidati a Specchio dei tempi, in stretto collegamento con l’omonima rubrica delle lettere.

Il rapporto fra Specchio e Cuneo è assolutamente bilaterale. Accanto ad interventi, anche importanti, da parte della fondazione, negli anni abbiamo registrato anche tante iniziative solidali volte a raccogliere fondi. Fra gli interventi da ricordare quello dopo l’alluvione del 1994, con un focus particolare su Alba e Clavesana, ma poi anche quello della molto più recente alluvione in alta Val Tanaro del 2020.

E poi il sostegno a centinaia di piccole attività nel dopo Covid con il progetto “La Granda che riparte”. E la donazione di venti defibrillatori in altrettante scuole cuneesi. E il frequente sostegno all’ospedale Santa Croce e Carle: da ecografi e sonde durante il Covid alle ultime due donazioni, un caschetto operatorio per la cardiochirurgia ed una colonna endoscopica per la terapia del dolore, che risalgono a pochi mesi fa. E le 150 Tredicesime dell’amicizia consegnate ogni anno nella Granda e la ventina di anziani inseriti nel progetto Forza Nonni!.

E l’aiuto agli agricoltori colpiti da sciagure (il più noto quello a favore dell’allevatore che perse 50 mucche fulminate dal sorgo ma anche a quello che ha avuto il gregge depredato dai lupi). E ancora la panchina di Camilla nel parco di Cuneo e il sostegno a manifestazioni ed eventi. E non ultimi gli spettacoli teatrali: quello su come sopravvivere alle bollette e quello sui valori della Costituzione con Giancarlo Caselli.

Di ritorno la stretta intesa con Confartigianato Cuneo nella programmazione dei soccorsi agli ucraini nelle settimane successive allo scoppio della guerra (con la messa a disposizione di viveri ma anche del magazzino di Fossano), o il frequente sostegno da parte di Fondazione Crc e Banca Alpi Marittime, o ancora il contributo di decine di aziende, capitanate da Acqua Sant’Anna, Monge, Granda Zuccheri. E anche l’intesa con il Battaglione Saluzzo della Taurinense con cui Specchio ha effettuato un intervento in Libano.

Cuneo e Specchio dei tempi si parlano dunque da 130 anni. Come persone che si vogliono bene, sempre pronte a rispolverare quei cento legami che la vicinanza dei territori e la comunione dei valori della gente hanno reso saldi e indistruttibili.

I bambini della Sant’Antida in sala con Specchio dei tempi

09/04/2024
Roberta Martini

«Questa mattina abbiamo imparato che bisogna ascoltare e incoraggiare le idee di tutti», dice Vittoria. «E che dobbiamo essere più gentili e riflettere sulle bellezze della natura», le fa eco il compagno seduto accanto. I 106 bambini della scuola Santa Giovanna Antida di Vercelli, accompagnati dalla dirigente suor Giancarla Galazzi e da un gruppo di maestre, ieri hanno «ritirato» il primo premio vinto al concorso «Il presepe nel mondo»: la proiezione, organizzata appositamente per loro, grazie alla Fondazione di Specchio dei tempi, del film di animazione «Mavka e la Foresta incantata».

Puntualissimi, poco prima delle 9,30, gli alunni della scuola primaria sono arrivati in piazza Pajetta: giubbotti, scarpe da ginnastica e sorrisi a formare il piccolo cordone colorato guidato dalla maestra Lorena Fonsato. Ordinatissimi, in pochi minuti i bambini hanno trovato posto sulle comode poltrone del Nuovo Italia, pronti a vedere il film scelto dalla scuola perché sensibilizza sui rapporti tra uomo e natura e racconta che, con amore e rispetto, la convivenza è possibile.

«È stata una mattinata felice anche per le insegnanti», commenta Lorena Fonsato, anima artistica della scuola che, insieme ai bambini promette un disegno, ispirato a Mavka, dedicato proprio a Specchio dei tempi. Per il secondo anno la Fondazione accompagna il concorso «Il presepe nel mondo», offrendo il primo premio ai vincitori della sezione dedicata alle scuole. E per il secondo anno, con una messe di voti inviati dai lettori che hanno scelto il presepe tra i tanti esposti nella chiesa di San Paolo, è stata la primaria di via San Cristoforo ad aggiudicarselo. L’anno scorso tutti i bambini avevano con frequentato con entusiasmo i laboratori artistici del museo Borgogna. «Ci riproveremo anche l’anno prossimo», sorride la maestra Lorena, che ringrazia anche il personale in servizio al Nuovo Italia, pronto ad accompagnare con gentilezza la presenza di tanti piccoli scolari.

Emilia Romagna: continuano i lavori di ristrutturazione delle scuole colpite dall’alluvione.

Oggi siamo a Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna, dove è attivo il nostro cantiere per la ristrutturazione dell’asilo nido “Il Girasole”, che è stato gravemente danneggiato dall’alluvione del 2023.

L’obiettivo è renderlo pronto per ospitare i bimbi e le bimbe della zona a partire da settembre, con la ripresa dell’attività didattica dopo l’estate.

Noi di Specchio dei tempi siamo da sempre a fianco delle popolazioni colpite da calamità naturali, in Italia e nel mondo.

Puoi aiutarci con una donazione a questo link

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Visita prenotabile dopo 9 mesi e non puoi rivolgerti alla sanità privata? Ci pensa Specchio dei tempi

La Stampa, 05/01/2024

La sanità pubblica non riesce ad accogliere il numero di richieste di visite, chi se lo può permettere si rivolge alla sanità privata e chi non può deve aspettare mesi, trascurando patologie e rinunciando a cure fondamentali. Per questo motivo Specchio dei Tempi ha creato il progetto Mille Visite, per sostenere la sanità pubblica offrendo mille visite immediate in strutture private alle persone che non possono spendere.

Specchio dei Tempi ha attivato convenzioni con tre istituti: Cellini, CIDIMU e Affidea-C.D.C. I primi due per visite gratuite nelle sedi di Torino e il terzo per prestazioni anche nelle altre province del Piemonte. Sono prenotabili visite allergologiche, cardiologiche, chirurgiche, dermatologiche, diabetologiche, fisiatriche, gastroenterologiche, intemistiche, neurologiche, oculistiche, ortopediche, otorinolaringoiatriche, reumatologiche e urologiche.

Il servizio di prenotazione è attivo dal lunedì al venerdì dalle 14:30 alle 17:30 chiamando il numero 366-6765663. Servono tessera sanitaria, impegnativa del medico di base, ISEE e un documento di identità. Devono essere inviati tramite email a millevisite@specchiodeitempi.org oppure consegnati a mano all’Info Specchio in via Madama Cristina 35, che è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13.

Per informazioni:
millevisite@specchiodeitempi.org

Le tante sfortune di Damiano, amputato ad una gamba, oppresso dai debiti e con il costante rischio di morire

Beppe Minello

Damiano ha 53 anni e attende di morire. Può accadere ora che state leggendo la sua storia o domani o fra un anno o un po’ più in là. “Non ho paura – dice – ma vivere così è una tortura”. Un appello che Specchio dei tempi ha subito accolto, effettuando una immediata donazione in denaro e prevedendo altre forme di assistenza. Che svilupperemo insieme ai lettori che vorranno darci una mano.

Sette anni fa l’esistenza di Damiano si inabissa in un tunnel di dolore, non solo fisico. “Era fine ottobre, ero su un campetto di Pianezza per la partita settimanale di calcetto con gli amici: mi stavo riscaldando e ho iniziato a sentire dolori ai glutei, ai muscoli delle gambe. Insopportabile” ricorda. Per un anno tira avanti con il suo doppio lavoro di magazziniere e cameriere in nero nei catering del weekend: “Ho fatto l’alberghiero e per un po’ d’anni ho servito in ristoranti anche di grido. Ma mi annoiavo. E allora ho messo a frutto le patenti che avevo conseguito da militare e mi sono messo a fare il camionista e poi il magazziniere”.

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Poi non ce la fa più. Il medico di base non sa spiegare quei dolori: “Era più agitata di me. Le chiedevo di farmi fare qualche esame, ma niente: vedeva che camminavo, poi i dolori mi fermavano, poi ricamminavo. Non capiva lei, tantomeno capivo io. Ho cambiato il medico e sono passato dalla padella nella brace. La nuova dottoressa mi chiedeva se avevo anche male alla schiena. ‘Sì le rispondevo’. Insomma, si sono convinti che il mio problema fosse lì. Nel 2018 mi hanno messo un placca ma i dolori non sono passati, anzi…

Che fare? “Un’amica di mia madre, dico, un’amica di mia madre, non un medico, butta lì: ‘Ma fatti fare un ecodoppler’”. Damiano che, nel frattempo, ha perso lavoro e compagna, andatasene di casa dopo 15 anni di convivenza, fa l’ecodoppler. “Il primo medico a guardare i risultati  chiamò un collega, insieme chiamarono il responsabile del laboratorio e, ancora insieme, mi dissero che ero da operare urgentemente e che se fossi arrivato prima magari avrei potuto guarire…”

“Sindrome di Leriche” è la diagnosi: “Arteriopatia ostruttiva cronica periferica” dice Wikipedia. “Mi si chiudono le arterie iliache – spiega Damiano – e una era già praticamente chiusa. Me la riaprirono con un by pass e mi dissero che, praticamente, non c’era e non c’è cura… il rischio di trombi è altissimo, che potrei perdere le gambe”. La vita già non rosea di Damiano diventa un calvario. Senza casa e con l’invalidità civile, ottiene un alloggetto Atc al piano rialzato di via Maddalene. Ma le disgrazie non finiscono mai. “Quando sono andato a farmi visitare, nel 2020, chi mi aveva operato mi ha guardato chiedendosi ‘Ma questo è ancora vivo?’ Mi sono stati ripetuti i pericoli che correvo, il rischio di cancrena…”. Che si concretizza due anni dopo: “Mi hanno riportato in camera operatoria e, devo dire, hanno fatto di tutto per salvarmi la gamba. Ma alla fine non è restato altro che amputarla sopra il ginocchio”.

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Damiano ora vive sulla carrozzella anche se in casa, per spostarsi dal bagno lungo e stretto alla cucina altrettanto angusta, deve fare come Tarzan, appendendosi dove può. E’ imminente il trasloco in un altro alloggetto Atc, poco lontano e a livello strada. “Qui – dice Damiano – non ho molti problemi a scendere in cortile: mi lascio cadere con la carrozzella dal pianerottolo. Il problema è risalire, cosa impossibile senza l’aiuto di qualcuno”. Gli danno una mano, per poche ore la settimana, una badante e una infermiera, mentre la cagnetta Kelly, la sua unica compagnia, ha imparato a fare da sé: “Quando deve fare i bisogni esce e rientra in casa da sola. Se mai un’auto la investisse non so cosa farei…”

“Aspettando di morire – prova a ironizzare Damiano – devo risolvere un problema con la Soris con la quale ho un debito di 2900 euro per multe prese quando ancora lavoravo; l’Agenzia dell’Entrate, mossa dall’Asl che mi accusa di aver ottenuto, anni fa, esenzioni alle quali non avevo diritto, mi sta addosso.  La carrozzina elettrica, fornitami dall’Asl, s’è rotta e per due mesi sono rimasto senza la possibilità di muovermi e vivo nell’angoscia che si guasti nuovamente. Oggi, per non farmi mancare niente, ho pure mal di denti e in qualche modo cercherò di farmi visitare gratuitamente… Vede che disastro! E’ che… insomma, non chiedo molto…ma in questi ultimi giorni che ho da vivere, spero di non incontrare altre sfortune”.

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Faenza, la storia della gelateria con 80 cm di acqua

Elisabetta Romeo

Ci sono tante storie. Anche questa, di una gelateria allagata a Faenza, che fanno capire come l’acqua abbia risparmiato davvero poche attività, fra quelle che si trovano al piano strada. La Gelateria  Ok di Faenza è una delle 160 attività che Specchio dei tempi e Specchio d’Italia hanno sostenuto con un immediato aiuto di 3000 euro. Elisabetta Romeo ci ha raccontato come è riuscita a risollevarsi, grazie anche al nostro aiuto.

“Nei pressi di Faenza, in provincia di Ravenna, la Gelateria Ok fondata nel 1986 da Elide Versari è un punto di riferimento storico dei cittadini. Mantiene la stessa gestione familiare dal 1° maggio, data ufficiale di apertura; nel tempo ha raccolto una clientela affezionata, che anche durante il periodo drammatico delle alluvioni ha dimostrato vicinanza e solidarietà. Marco, il marito dell’attuale proprietaria, racconta che il motto della gelateria è “regalare sorrisi”. Oltre ai gusti tradizionali amano sperimentare nuove proposte, come OK 30 – creato 7 anni fa per il trente nnale – una crema di mandorla al sesamo e caramello al sale di Cervia; oppure il gusto Neve del deserto, una panna cotta al caramello e pinoli. Dopo le alluvioni di maggio hanno riportato numerosi danni all’attività: il magazzino è stato completamente allagato – 80 cm di acqua – ed è andato perduto tutto il materiale depositato, compresi frigoriferi e altri macchinari da lavoro, insieme alla contabilità.

Marco e la moglie, insieme ad amici che hanno prestato il loro aiuto, si sono messi tempestivamente al lavoro. Non è stato facile: c’era fango ovunque. L’obbiettivo era riaprire il prima possibile: in casi estremi, chi si ferma è perduto. Dopo 25 giorni dal disastro erano pronti. Con voce emozionata, Marco ricorda che il 10 giugno è stato come tornare a fare il gelato per la prima volta. Non sono mancati momenti di sconforto. La segnalazione del bando di aiuti elargiti da Specchio è stata una boccata d’ossigeno: hanno deciso di partecipare e, quando è arrivata la notifica del buon esito della richiesta, il sollievo è raddoppiato. Sono stati ricomprati macchinari come la planetaria, un mescolatore professionale, riallestiti i tavolini esterni, e molto del budget resta per pagare gli interventi tecnici ancora da quantificare. Il primo obbiettivo è stato raggiunto. Il 10 giugno, giorno della riapertura, la pioggia ha ricominciato a battere, ma la gente è accorsa lo stesso. Dopo questa triste vicenda, la gelateria OK ha portato a casa la voglia di ripartire.

La Stampa dal 1867 a oggi : una storia in difesa delle libertà

La Stampa, 17/05/2023

“Caro direttore, qui le stagioni corrono.Ormai voi ed io siamo al tramonto, come questo secolo che volge al termine”.

Il capo della polizia di Torino, Domenico Cappa, parla con tono dolente e definitivo.
C’è un’epoca che si chiude, lui e il suo interlocutore ne sono i diretti testimoni. Hanno assistito alle riforme albertine e ai moti popolari del ‘48, all’Unità d’Italia e alla Triplice Alleanza. Ma ora il Novecento è dietro l’angolo, pronto a spazzare via tutto.
Davanti a lui siede un uomo alto con la barba, prossimo alla settantina, fasciato da un’elegante redingote. È il cuneese Vittorio Bersezio, giornalista e scrittore (il suo capolavoro: la commedia “Le miserie ‘d Monsù Travet”), con trascorsi da deputato nella Sinistra costituzionale, fiancheggiatore pentito del governo Depretis. È lui ad aver fondato nel 1867 il quotidiano La Gazzetta Piemontese (divenuta poco dopo La Stampa), ricoprendone il ruolo di primo direttore.

Che ci fanno quei due personaggi, nel cuore della notte, dentro il modernissimo edificio di via Lugaro che oggi ospita la redazione del giornale?
All’origine di quel paradosso spazio-temporale c’è “Viaggio al termine della notte”, il docu-film sulla vita di Bersezio prodotto dalla fondazione a lui intitolata, con il sostegno della Fondazione Specchio dei tempi.
Vedrà la luce su piattaforma entro la fine dell’anno.
Dirige Michele Burgay.

«Tra Bersezio e Cappa c’era un rapporto di confidenza reciproca», spiega il regista «Il loro dialogo, che si svolge tutto in una notte, è la colonna vertebrale su cui si regge il film, inframmezzato da immagini e dalla presenza dello storico Gianni Oliva, che l’ha scritto insieme a me. Ho voluto giocare con i piani temporali per favorire una sorta di spaesamento dello spettatore, per creare una dimensione onirica, sospesa tra passato e presente. Per poter contare su un numero maggiore di fotografie abbiamo creato con l’intelligenza artificiale nuove immagini, indistinguibili rispetto a quelle d’epoca. L’obiettivo era dare al film un ritmo e un sapore non da documentario classico».

A impersonare Cappa c’è Mario Brusa, mentre Bersezio ha il volto di Roberto Accornero. «Andare indietro nella storia è sempre affascinante – spiega l’attore torinese – perché ti permette di trovare qualche risposta alle mille domande che ti poni invano ogni giorno. In più qui c’è un singolare mix, un personaggio antico collocato in un ambiente contemporaneo. La difficoltà più
grande è stata trovare il giusto registro nei dialoghi, perché di quell’epoca ci sono rimasti tanti scritti ma ovviamente non sappiamo come parlava davvero la gente».

Nel finale, mentre l’alba s’avvicina, il primo direttore de La Stampa incontrerà l’attuale, Massimo Giannini, alla sua prima prova con un copione cinematografico. In quel dialogo si incontrano e confrontano due epoche molto meno diverse di quanto suggeriscano le apparenze.
«È stato un bel tuffo nel passato», sorride il direttore Giannini dopo l’ultimo ciak.
«È stato divertente, straniante, ma ho anche provato un grande orgoglio per un giornale che, fin dall’Ottocento, fa parte a pieno titolo della storia di questo Paese.
La Stampa ha raccontato l’Italia risorgimentale, post-risorgimentale, a cavallo tra le due guerre e anche durante il ventennio fascista. Questo dialogo virtuale è stato stimolante per capire com’è cambiato il nostro lavoro, l’impatto che la rivoluzione tecnologica ha avuto sui quotidiani, non solo nei mezzi ma anche nei modi. L’amara considerazione è che buona parte dei problemi sono rimasti gli stessi, così come le posizioni del giornale: lotta contro le disuguaglianze, difesa della libertà, opposizione alle guerre».