Alessandro Mondo,
La Stampa, 29/10/2023
Un viaggio straordinario, per un trasporto straordinario, grazie ad un apparecchio straordinario. In corsa contro il tempo per mettere in sicurezza la vita di un uomo. Se ogni trapianto rappresenta un evento irripetibile, quello di cui parliamo oggi ha un di più. E’ la storia di un cuore che ha compiuto un lungo viaggio, via terra e in aereo, per raggiungere Torino: continuando a battere, novità assoluta, come se si trovasse all’interno del corpo umano.
Ecco la straordinarietà di un’avventura più avventurosa delle altre. Inizia con la segnalazione di un potenziale donatore da Caen, in Normandia. Il suo cuore, per la rarità del gruppo sanguigno, non trova un utilizzo in Francia e quindi i colleghi d’Oltralpe, per non perdere il prezioso dono, lanciano un appello europeo. Il Centro Trapianti di cuore dell’ospedale Molinette diretto dal professor Mauro Rinaldi, allertato dal Centro Nazionale Trapianti diretto dal dottor Massimo Cardillo e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte diretto dal professor Antonio Amoroso, coglie al volo l’occasione: accetta l’organo, che però si trova ad oltre 1000 chilometri; anche organizzando un volo speciale, la durata del trasporto sarebbe incompatibile con il trapianto. Gettare la spugna o tentare il tutto per tutto. Di fronte a questo bivio i medici delle Molinette decidono che l’unico modo per far arrivare in sicurezza l’organo è trasportarlo nella sua condizione “fisiologica”, ovvero mantenendo il flusso nelle coronarie, lasciandolo battere liberamente al di fuori del corpo umano.
Qui entra in gioco l’apparecchio recentemente donato alla Città della Salute dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi (presieduta da Lodovico Passerin d’Entrèves), grazie alla donazione di Giuseppe e Gabriella Ferrero, Gruppo Ferrero Spa, da sempre vicini alle iniziative della Fondazione: una nuova tecnologia che permette di mantenere l’organo perfuso e battente, senza più trasportarlo fermo e freddo come avviene normalmente, permettendo di evitare un’ischemia cardiaca prolungata e di allungare notevolmente i tempi di trasporto. E’ il primo test, tra l’altro in condizioni critiche. I tempi di viaggio sono molto lunghi perché il volo charter che porterà l’équipe addetta al prelievo potrà atterrare solo all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, da lì un van proseguirà il viaggio su strada fino a Caen per circa tre ore, con una durata complessiva del viaggio di oltre sei ore.
Partiti a mezzanotte, i medici arrivano a Caen verso le sei del mattino e alle sette possono prelevare l’organo, immediatamente attaccato all’apparecchio. A quel punto inizia il trasporto del cuore, che batte normalmente ma in una macchina. Arrivato all’aeroporto l’organo viene alloggiato sul jet privato che attende in pista e, dopo circa un’ora e mezza di volo, finalmente atterra a Torino, dove in pista lo attende un secondo van su cui concluderà il suo lungo viaggio con destinazione finale la sala operatoria della Cardiochirurgia delle Molinette di Torino. Ad attenderlo, un paziente di 65 anni colpito da una grave cardiopatia terminale, in attesa di un trapianto di cuore. Il trapianto viene eseguito senza problemi dal professor Massimo Boffini, sotto la guida del professor Rinaldi e coadiuvato dal dottor Marco Ellena. Pochi giorni dopo l’uomo sta bene, è sveglio e respira da solo.
Un lieto fine merito di una tecnologia preziosa, e di un lavoro di squadra: i cardiochirurghi Erika Simonato e Matteo Marro, sotto la supervisione di Mauro Rinaldi e Massimo Boffini, il rianimatore, Andrea Costamagna, sotto la guida di Luca Brazzi e Anna Trompeo, il responsabile del Servizio di Perfusione Cardiovascolare, Gennaro Izzo. «Ringraziamo la Fondazione Specchio dei Tempi per la donazione di questo nuovo macchinario, che ci proietta nel futuro della trapiantologia – commenta Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute -. È stato un intervento figlio dell’esperienza dei nostri professionisti, mai come in questa occasione hanno avuto il coraggio di provare e di riuscire ad abbattere frontiere che finora non avevano permesso di effettuare trapianti di cuore oltre un determinato numero di ore. Cosa mai neanche immaginata, fino ad ora». Straordinario, appunto.