Di Barbara Morra
Su La Stampa il 13/11/2020
I negozi e le botteghe sono stati travolti da fango e acqua la notte del 2 e 3 ottobre e gli aiuti di Specchio dei tempi sono già arrivati. È la velocità quella che i destinatari di questi aiuti notano di più. Sono in tutto 337.207 euro. Inizialmente i beneficiari dovevano essere 43, poi Specchio ha deciso, visto l’aumento dei contributi, di estendere l’aiuto a tutte le 65 attività richiedenti. Il bando era aperto a piccoli imprenditori degli otto centri cuneesi più colpiti. Il comune che ha inviato più richieste è stato Garessio con 25, poi Limone con 16, Ormea 13, Ceva 6, Bagnasco e Pamparato 2, Priola 1.
A Garessio tra i beneficiari c’è lo storico Caffè Curini proprio davanti al ponte Generale Odasso che è stato da poco abbattuto. Guerrino Curini, il titolare, ne ha già viste diverse di alluvioni. «Il bar è stato completamente rifatto dopo l’alluvione del ’94 e ha subito danni nel 2016 – spiega insieme al figlio Luca – , oggi siamo alla terza alluvione che ha messo a rischio l’esistenza stessa dell’attività». Il magazzino è stato completamente sommerso. Nel laboratorio l’acqua è arrivata oltre i due metri e ha compromesso tutta l’attrezzatura, anche la veranda ha subito dei danni. La famiglia, aiutata dai garessini, si è rimboccata le maniche e quando anche la chiusura per le misure anti-covid sarà finita, è pronta a riaprire.
«Ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutati – dicono -. Tutti i volontari, in particolare in gruppo Aib di Peveragno che molto ha operato nell’attività in coordinamento con Marco Balbo. Il Comune, che ha subito attivato una task force, e una realtà come Specchio dei tempi che, con iniziative come questa, riversa sul territorio soprattutto speranza e una boccata di ossigeno». Altri 3000 euro sono destinati alla cartoleria-edicola di Donatella Buscaglia. «Sabato 3 ottobre 2020 sarà una data che non dimenticherò facilmente- racconta Donatella che ha il negozio da dieci anni-. Come al solito alle 6,45 del mattino sono andata ad aprire e ho notato sulla strada principale fango, fango e ancora fango. C’erano alberi interi dove non ci dovevano essere, dove non li avevo mai visti». «Arrivata al negozio – continua -, non sono più riuscita a capire nulla. Non sapevo da dove cominciare. C’era fango ovunque: sugli scaffali, sul pavimento sui muri, sui mobili. Pian piano sono arrivati familiari e amici e abbiamo incominciato a ripulire. In dieci ci abbiamo messo nove giorni lavorando dal mattino alla sera». L’attività ora ha riaperto. «Molti scaffali sono ancora vuoti – conclude – il retro non so se riuscirò mai a riempirlo come prima, non ho il coraggio: il pensiero che ci si possa ritrovare in quella situazione mi spaventa ma la cosa importante è che siamo riusciti a riaprire. Grazie a Specchio dei tempi, l’unico aiuto economico che ho avuto fino ad ora».