Pranzo di Pasqua sospeso, come il caffè a Napoli. Ecco cosa preparano i cuochi e i pasticceri torinesi per i medici e gli infermieri degli ospedali cittadini, prendendo spunto dall’usanza partenopea di offrire una tazzina di caffè. L’idea è l’evoluzione di un’iniziativa nata un mese fa, quando Carlo Ricatto, titolare di Bricks Pop Tapas e Pizza, iniziò a portare pizze sospese nei presidi ospedalieri a fronte di una donazione minima di 5 euro a favore della Fondazione Specchio dei tempi. Con il passare dei giorni la cucina di Bricks si è trasformata in una fucina di solidarietà che ha coinvolto oltre trenta chef e pizzaioli torinesi per cucinare, alternandosi, un pasto caldo a sera: 2400 in totale.
Con gli chef hanno collaborato produttori di materie prime, gelatieri e pasticceri. Il risultato? Sono stati raccolti, a oggi, 14.000 euro di cene sospese, a cui si aggiungeranno quelli destinati al pranzo pasquale per tre presidi sanitari: Mauriziano, Molinette e Amedeo di Savoia. Ancora una volta a fronte di donazioni a Specchio dei tempi (basta poi mandare uno screenshot del pagamento sui canali social della pizzeria), in questi ospedali saranno consegnate le Lasagne rosse del Ristorante Giudice, le Lasagne pesto e stracchino di Claudia Fraschini e lo spezzatino di EraGoffi. «Tutti gli ospedali di Torino impegnati in prima linea per l’emergenza Covid – spiega Ricatto – riceveranno anche due colombe (una classica e una cioccolato e pere) e un uovo di cioccolato realizzati da Simone Salerno della Pasticceria Chocolat di Gassino».
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Ma la solidarietà torinese non ha confini. «Visto che le prenotazioni non mancavano, abbiamo pensato a chi era a casa da solo e non si può permettere un pranzo da festa». Raffaella Garsia, 51 anni, gestisce il Ristoro 28 di via Pigafetta. Con il lockdown si è messa a fare la consegna a domicilio, e per Pasqua ha deciso di proporre un menù take away. Ieri ha aperto la cucina per cominciare a lavorare. Missione: oltre che soddisfare tutti gli ordini, donare decine di pasti «come si deve» agli anziani soli o bisognosi. «Lo facciamo in collaborazione con il Servizio Emergenza Anziani, che collabora anche con Specchio dei tempi – racconta – Il Sea è in prima linea nella vicenda Covid, ed è straordinario, non fa mancare niente a nessuno». Anche Raffaella ha iniziato a dare loro una mano. «Così, per Pasqua, ci è venuta l’idea: perché non stare vicino anche a chi ha poco o niente?». Inizialmente dovevano essere 30 pasti. Poi i clienti, saputa l’iniziativa, hanno scelto di offrirne a loro volta, e ora sono quasi 50. Per la consegna ci sono i volontari, oltre ad alcuni tassisti che si sono offerti. «È stato emozionante vedere quante persone si sono offerte per aiutare gli altri – spiega Raffaella – Credo che continueremo anche dopo Pasqua, magari con dei pranzi a sorpresa».