Angelo Conti,
La Stampa, 10/11/22
A un passo da corso Marconi, a due dal mercato di via Madama, a tre dal Valentino e in pieno San Salvario, è nato «InfoSpecchio», il nuovo punto di incontro fra Specchio dei tempi e Torino. Il luogo giusto per un aggiornamento sui progetti della fondazione e magari per una donazione alle «Tredicesime dell’Amicizia» o per i tanti altri progetti attivi. Sarà aperto, al 35 di via Madama Cristina, tutte le mattine dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13, e anche nelle prime tre domeniche di dicembre. La gestione della «vetrina di Specchio» sulla città sarà affidata anche ai volontari, preziosi ed entusiasti, che contribuiscono a rendere sempre viva questa avventura solidale.
Ieri mattina il presidente della fondazione, Lodovico Passerin d’Entreves, ha presentato i locali al prefetto Ruberto, al sindaco Lo Russo, al vicedirettore vicario de La Stampa Andrea Malaguti, e ai consiglieri di amministrazione Lavinia Borromeo, Tiziana Nasi e Franca Fagioli, oltre ai tanti volontari. «La filantropia – ha spiegato Passerin – in un contesto sociale sempre più difficile, affronta nuove sfide: le conseguenze della pandemia, della guerra in Europa, dell’inflazione e del ripetersi di calamità naturali. Nuove ansie per persone e famiglie già in crisi. L’impegno di Specchio rimane sempre lo stesso: un aiuto subito a chi ha bisogno, a una platea che si allarga giorno dopo giorno. Allo stesso tempo diamo più attenzione alla dignità delle persone e alla cittadinanza, intesa come partecipazione alla vita civile degli invisibili e degli emarginati».
A Torino l’impegno è su tre direttrici: Forza Bimbi, Forza Mamme e Forza Nonni, con una gamma di progetti sempre più ampia. «Abbiamo così pensato di aprire una vetrina su strada per informare delle attività di Specchio, raccogliere le donazioni, orientare chi ha bisogno di aiuto, creare un punto di aggregazione per i nostri volontari», dice Passerin.
Gli ha fatto eco il sindaco Stefano Lo Russo: «Specchio dei tempi ha due volti. Il primo è rappresentato dalla rubrica delle lettere che è la seconda cosa che leggo su La Stampa, con qualche ansia, dopo l’editoriale in prima pagina. Il secondo sta nella capacità di incidere in modo rapido e concreto sui drammi sociali, essere collettore dello storico slancio solidale dei torinesi. Un mix di partecipazione e reattività che rende unica e preziosa questa fondazione».