A Casa Santa Luisa la speranza passa da una tazza di caffè. È il miracolo delle “Colazioni dei poveri”: ogni mattina alle 7,15 le suore e i volontari della famiglia vincenziana offrono a un centinaio di bisognosi quello che per molti sarà l’unico pasto della giornata. Ogni anno si sfiorano le 50 mila colazioni e ogni giorno suor Cristina coltiva lo stesso sogno: «Aprire il portone di via Nizza 24 e non trovare più nessuno ad aspettare».
Lo storico refettorio nel centro di Torino, a due passi dalla stazione di Porta Nuova, è un riferimento per i senzatetto della città. Oltre a poter consumare un’abbondante colazione possono accedere alle docce e anche ricevere vestiti puliti. Tutta l’attività è finanziata da Specchio dei tempi e dai lettori de La Stampa. Recentemente la fondazione ha anche donato un furgone per il trasporto delle derrate alimentari e per le esigenze di assistenza domiciliare ai più poveri. Oltre all’assistenza sanitaria e farmaci nel nostro ambulatorio aperto il lunedì mattina.
Ma Specchio ha pure sostenuto, negli anni, il rifacimento di quattro unità abitative d’emergenza, sempre nello stabile di via Nizza 24. Poi i lavori alla tettoia per il cortile, i nuovi servizi igienici e durante il lockdown pure la cartellonistica e i materiali sanitari anti-contagio. Sì perché le suore e i volontari non si sono fermati nemmeno di fronte alla pandemia: si sono adeguati alle nuove norme e al distanziamento sociale, ma hanno continuato a occuparsi dei più poveri. E a offrire, oltre che un aiuto concreto, anche un supporto psicologico e una vicinanza fraterna ai loro “Amici”. Così vengono chiamati gli ospiti di Casa Santa Luisa, e vengono accompagnati ogni giorno in un cammino verso l’autonomia.