Paola Scola,
La Stampa, 26/02/2023
Alluvione del 5 e 6 novembre 1994. Il Piemonte è in ginocchio. La provincia di Cuneo subisce danni incalcolabili e piange 29 morti, tra acqua e fango. La gara di solidarietà che Specchio dei tempi riesce a porre in campo rimane tuttora la più alta sottoscrizione non televisiva: 24 miliardi di vecchie lire.
I lettori de La Stampa donano con generosità, per sostenere quanti hanno perso tanto o tutto, lungo l’asta del Tanaro e degli affluenti inferociti e sulle colline graffiate dalle frane. Si mettono in coda nelle redazioni del quotidiano, versano su conto corrente postale e in ogni modo possibile con i mezzi di 29 anni fa. Quanto raccolto viene distribuito come aiuti concreti a privati (9.804 famiglie), borse di studio (2.000) o sostegni alle aziende. E poi le opere pubbliche: in una manciata di mesi si ricostruiscono la storica Passerella di Ceva e il ponte sul Cherasca ad Alba.
In quest’emergenza, dove tutto serve e tutto manca, ma non la solidarietà, s’inserisce un ulteriore atto di altruismo, che Bagnasco (in alta val Tanaro) ricorda in queste ore, segnate dalla morte di chi ne fu il motore: Maurizio Costanzo.
Il sindaco di oggi, Beppe Carazzone, a nome dei cittadini, dice: «Ricordiamo con affetto e gratitudine il dottor Costanzo, promotore della raccolta fondi tramite la quale l’amministrazione comunale, guidata dall’allora sindaco Roberto Colombo, ha potuto costruire il nuovo ponte sul Tanaro dopo l’alluvione ’94».
Nell’esondazione del 5-6 novembre ’94 il ponte «romano» diventa inagibile per i mezzi della Cartiera. Ma la mobilitazione permette di realizzare un nuovo viadotto. Come? L’ex primo cittadino Roberto Colombo racconta, nel libro «Più forti dell’alluvione»: «La sera del 5 novembre il danno al ponte romano era evidente. Quella notte non ho dormito. Poi ho sentito in tv Maurizio Costanzo, che esprimeva la volontà di aiutare qualche paese alluvionato. Il mattino, in municipio, ho composto il numero di fax che avevo annotato, inviando l’appello: “Il Tanaro ha spazzato via il ponte romano, unico accesso alla Cartiera, che rischia di lasciare 70 persone senza lavoro”. Sinceramente non ci speravo». Invece: «Poco più tardi hanno telefonato da Roma, perché negli studi della trasmissione avevano ricevuto il mio fax. Hanno detto di averci scelti, ma in quel momento ho pensato che fosse uno scherzo del vicesindaco. Non ci credevo».
Ma il dubbio resta. Colombo: «Ho richiamato io, per verificare. Ci hanno subito fissato il viaggio aereo per Roma. La raccolta fondi è proseguita fino a marzo. Nel frattempo, come sindaco, ho girato per l’Italia, nei paesi dove ci invitavano anche per pubblicizzare i loro aiuti agli alluvionati. Siamo riusciti a raccogliere oltre un miliardo di lire».
La «causa» del ponte da regalare a Bagnasco approda sul palco del Maurizio Costanzo Show. Una delegazione del paese viene invitata come ospite, il 17 novembre ’94: in onda con il sindaco ci sono, fra gli altri, Damiana Briatore, Pasquale Rubaldo e Guglielmo Ghigo, un alpino quasi centenario, che diventa il «testimonial» di quella raccolta. Ed è così che Bagnasco viene «adottata» dal teatro Parioli come «simbolo di tutti i piccoli centri alluvionati».
Il Comune non rimane indifferente di fronte a tanta solidarietà. Le dedica un monumento in pietra, una sorta di obelisco, collocato all’imbocco del ponte, che è stato costruito andando a «ricucire» le sponde del fiume e scongiurando così la perdita di posti di lavoro. Lo inaugura il 24 novembre ’96. Con la scritta: «Agli amici che ci hanno offerto aiuto. A Maurizio Costanzo Show, Il Messaggero, Cartasì. Grazie». E il «grazie» a Costanzo Bagnasco e i suoi abitanti lo ripetono adesso, dicendogli addio.
*Nell’immagine di repertorio, la delegazione di Bagnasco al Maurizio Costanzo Show nel ’94 (foto di Beppe Carazzone)