Di Paola Scola
Sembra un salto indietro nel tempo. Al novembre ’94, quando il Tanaro era uscito dall’alveo e aveva devastato le vie del centro di Garessio con tonnellate di fango, detriti, pietre e acqua. Via Polti, via Vittorio Emanuele, piazza Marconi. La mappa di un dramma che aveva cancellato anni di lavoro di decine di negozi, piccoli artigiani e botteghe. Nel 2016 il fiume ci aveva riprovato, sempre per colpa di quel ponte a tre arcate, “Generale Odasso”, al centro di un dibattito troppo lungo sulla necessità o meno di abbatterlo. Ma, nella notte tra venerdì e sabato, il Tanaro ha fatto sul serio. Ed è stato un nuovo disastro. E un colpo da “ko” per i commercianti del centro di Garessio. Che ora chiedono disperatamente aiuto.
Strappava il cuore, domenica, vedere giovani, anziani, donne e anche bambini – con gli scarponi incrostati di fango e gli occhi arrossati dal sonno – a cacciar via l’acqua e la melma dalle botteghe. Con i volontari delle associazioni, dall’Aib alla Protezione civile, affiancarli con le gomme per lavare il fango e le ruspe per portarlo via. Persone schiacciate dalla fatica, dal dolore, dalla disperazione di essersi visti sottrarre di nuovo tutto. Tutto quello che, già con fatica, avevano rimesso insieme 26 anni fa. E poi, ancora, nel 2016.
Stavolta in molti saranno costretti ad arrendersi, se non avranno un sostegno per rialzare le serrande. “Aiutateci – ha sussurrato un veterano fra i negozianti della via -. Sa che cosa conservo qui, al muro? La fotocopia dell’assegno di Specchio dei tempi, del ’94. Quello che mi ha aiutato a ripartire. Venga, ve lo faccio vedere. Ci sarete ancora vicini, vero?”. Non ha pianto nessuno, il giorno dopo. Tutti con le maniche rimboccate, ma poche speranze. “Fate sapere alla gente che è stata fortunata che cosa soffriamo un’altra volta – ha aggiunto una coppia, che alcuni giovani hanno aiutato con le scope a far uscire l’acqua e togliere la coltre unta dal pavimento del negozio -. Ma come possiamo ricominciare?”.
Tutti possono aiutare le popolazioni alluvionate. Il modo più semplice per contribuire è fare una donazione online, cliccando qui. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione – La Stampa Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, Codice IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesa Sanpaolo, con la dicitura «Fondo 610 – Alluvione Piemonte». Qui sono spiegate tutte le altre modalità di donazione.