L’ultima sfida di Specchio dei tempi a Torino sono i corsi di smartphone per gli over60, per battere l’esclusione digitale: quella sensazione di essere tagliati fuori dal mondo perché non si conoscono le nuove tecnologie. La fondazione aveva lanciato l’iniziativa con un progetto sperimentale da 20 posti, in poche ore sono arrivate 500 richieste, il segno di un bisogno sociale fortissimo. Tutti sono stati accolti. E tutti vengono accolti ogni pomeriggio al doposcuola del Moi, la nuova casa di Specchio all’ex Villaggio Olimpico: un posto dove i compiti e i giochi servono per fare integrazione e dare a tutti l’opportunità di diventare dei buoni cittadini. A Casa Santa Luisa, invece, la speranza passa da una tazza di caffè. È il miracolo delle “Colazioni dei poveri”: ogni mattina alle 7,15 le suore e i volontari della famiglia vincenziana offrono a un centinaio di bisognosi quello che per molti sarà l’unico pasto della giornata. Ogni anno si sfiorano le 40 mila colazioni (tutte finanziate dai lettori de La Stampa) e ogni giorno suor Cristina coltiva lo stesso sogno: «Aprire il portone di via Nizza 24 e non trovare più nessuno ad aspettare».
Questo servizio è stato realizzato in occasione dello “Specchio Day” del 23 maggio, a Torino. Qui il racconto della serata.