Dopo 20 giorni di chiusura delle scuole, dettata da ragioni di sicurezza dopo i drammatici attentati del 21 aprile, domani i bambini cingalesi tornano sui banchi. Specchio dei tempi sarà ad accoglierli a Negombo, la enclave cattolica che ha dovuto contare oltre 200 morti negli attentati di Pasqua. Qui regna ancora palpabile il terrore, ma i passi verso la normalità sono obbligati, se si vuole tornare a vivere. Specchio dei tempi sta programmando, proprio in queste ore, il suo intervento solidale in questa area, con il denaro raccolto fra i lettori de La Stampa.
Nella foto Shalika, piccola allieva della Dungalpitya Junior School di Negombo. La sua strada e quella di Specchio dei tempi si sono già incrociate. Nei prossimi giorni vi spiegheremo cosa faremo per lei e per gli altri 190 bambini cattolici di quella scuola. Che oggi sorridono, ma con il terrore nel cuore.
Potete ancora darci una mano, in questo nostro sforzo in un paese difficile e spaventato…
C’è un forte legame fra Specchio dei tempi e lo Sri Lanka. Vitale ogni giorno, per la completa assistenza che offriamo, da 9 anni, alle bambine violate che ospitiamo nelle nostre case famiglia di Ibbawale, nel sud del paese. Qui operiamo in strettissima sinergia con i monaci buddhisti della Southern province, nell’accogliere le bimbe (molte piccolissime, persino di 5 anni) che i tribunali decidono di sottrarre alle famiglie dopo episodi di violenza domestica.
Ma il nostro legame con questo Paese ha radici lontane, dall’anno dello tsunami, il 2004, quando una sottoscrizione popolare fra i lettori de La Stampa ci consentì di compiere molti importanti interventi, in sinergia con il Gruppo Umana Solidarietà di Paolo Bernabucci. Ricostruimmo tre scuole (a Galle, Matara ed Hikkaduwa), donammo barche (e quindi lavoro) a 95 pescatori che avevano perso imbarcazioni e motori, assistemmo centinaia di famiglie in difficoltà, fummo vicini ai salesiani di Negombo (la città più colpita dalle esplosioni di stamattina con oltre 62 morti) e soprattutto iniziammo la costruzione del Children’s Village che, dopo una prima parentesi sanitaria, nel 2010 fu riconvertito per ospitare bambine violate, oggi sono 25.
Abbiamo così potuto conoscere a fondo lo Sri Lanka ed i cingalesi. Paese povero, poverissimo nelle campagne, ma forte e determinato nei suoi valori. Un paese a grande maggioranza buddhista (71%), ma con una crescente componente islamica (oltre il 10%) ed una vitale comunità cristiana (intorno al 7% della popolazione). Gli induisti (che abitano la zona nord) sono circa il 12%.
Lo Sri Lanka non è nuovo al terrore. Sino a pochissimi anni fa ha dovuto fare i conti con gli attacchi dei tamil, etnia vicina agli induisti che si arroccava nell’area nord orientale. Raggiunta una faticosa pace, ci sono stati alcuni anni di relativa tranquillità. Interrotti dalla tragedia di questa mattina che vede la violenza trasformarsi in una nuova minaccia per il futuro di un paese che ha radici sane e tanta voglia di crescere ancora.