CALCIO E INTEGRAZIONE, SPECCHIO A MADONNA DI CAMPAGNA

Un pallone per favorire l’integrazione nell’area più delicata della città. Quella fra il campo rom di strada Aeroporto, gli insediamenti dei nuovi profughi a Borgaro e Venaria, i quartieri periferici di Borgo Vittoria, delle Vallette e di Madonna di Campagna. Qui Specchio dei tempi lancia una nuova sfida: quella di essere accanto a chi vive l’integrazione con maggiore difficoltà, fra problemi economici pesanti e profonde diffidenze. Da oggi, comincia il nostro lavoro accanto ai ragazzi ed alle ragazze che giocano a calcio nello Sport Club Madonna di Campagna, sui campi di strada Bellacomba. Siamo con le piccole rom che dando calci ad un pallone, cominciano a percorrere una strada che potrebbe portarle ad un futuro diverso da quello che le attende nel campo nomadi di strada Aeroporto, con i nigeriani ed i senegalesi che giocano nella squadra allievi insieme ad un gruppo di italiani, con i ragazzi peruviani, senegalesi e marocchini, appena più grandi, impegnati nei campionati CSI. Per offrire loro, attraverso i valori dello sport, anche la corretta strada verso una integrazione reale, con l’obiettivo di creare cittadini responsabili e motivati.

La possibilità del raggiungimento degli obiettivi sono supportati dalla esperienza dello Sport Club Madonna di Campagna, che sta attivando un processo di integrazione e convivenza che va oltre il confine dell’impianto sportivo e oltre il gioco del calcio. I ragazzi che frequentano il complesso sportivo di strada Bellacomba, praticano infatti altre attività culturali, didattiche e di educazione civica, anche al di fuori dell’impianto.

Il coinvolgere i ragazzi nelle attività non solo sportive ha comportato il fatto che si creassero dei legami tra i giocatori, che sono andati oltre le attività calcistiche. Sono state infatti organizzate presso la struttura sportiva, momenti conviviali in cui si è condivisa la festa religiosa e la cucina tipica di alcune nazionalità.

I ragazzi, fuori dagli spazi sportivi, hanno partecipato e assistito volontariamente ai diversi culti religiosi recandosi insieme direttamente alla moschea o al tempio o in chiesa, indipendentemente dalla propria appartenenza religiosa. Le frequentazioni sono andate oltre la pratica sportiva e creato forti legami tra gli individui, di vera amicizia e la condivisione continua delle diverse sfere culturali.

Lo stesso risultato lo si vorrebbe ottenere con i ragazzi rom, portandoli alla condivisione di altre realtà culturali e religiose, cercando di superare le ostilità, soprattutto religiose, e i pregiudizi che manifestano con regolarità in atteggiamenti di chiusura, sopraffazione e discriminazione verso alcune culture e verso i più deboli.

Parallelamente all’attività sportiva, verrà avviato un programma di sostegno alla scolarizzazione, con attività di doposcuola ed aiuto ai ragazzi più in difficoltà. Tale attività verrà svolta nei locali dell’associazione, adiacenti ai campi sportivi. È previsto il coinvolgimento delle scuole sul territorio. Verranno sostenute anche altre attività saltuarie, alcune delle quali in qualche misura già avviate presso i campi di Via Germagnano e Strada dell’Aeroporto.

Attività culturali e didattiche svolte da volontari, mentre gli adulti sono stati sensibilizzati e coinvolti nelle opere di pulizia dei campi, liberandoli in parte dai cumuli di rifiuti che giacevano ovunque. Si è ottenuto il grande risultato di aver migliorato le condizioni igieniche in cui vive la popolazione, e sensibilizzato a mantenere la pulizia e gettare i rifiuti nei contenitori appositi, differenziandoli ove possibile. Ora si tratta di riproporre e stabilizzare anche questo tipo di iniziative.

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[LASTAMPA] Il Villaggio che cresce: ecco il regalo di Specchio ai bimbi del Moi

Sono i bambini a tagliare il nastro rosso che inaugura il Villaggio che cresce. E non può che essere così per un progetto dedicato a loro, a due passi dal simbolo di quell’integrazione sospesa che sono le palazzine occupate dell’ex Moi.

Borgo Filadelfia, però, non è soltanto la storia del complesso olimpico diventato casa per centinaia di profughi africani. È anche storia di case popolari e alloggi per le emergenze abitative. Di studenti universitari ed esperienze di co-hausing. Un pezzo di quartiere Lingotto, incastrato tra gli uffici del Coni e la sede dell’Arpa, che conta qualcosa come duemilacinquecento residenti. E, tra questi, ci sono trecento bambini, più della metà sotto gli undici anni.

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FRA I RAGAZZI DEL MOI

di Angelo Conti

Oggi siamo passati a salutarli. Erano in 36 nei giardini di Hiroshima Mon Amour. Ordinati, spensierati e sereni. Impegnati nel laboratorio di fotografia, nel rilassamento al fresco dei saloni interni, in una partita di volley… In cammino verso un’integrazione fatta bene, verso una corretta scolarità, verso una vita da spendere nella legalità. Grazie ad Acmos, Lvia, Arte Migrante e Istituto Comprensivo Pertini che stanno lavorando insieme a Specchio dei Tempi in questa bella avventura che coinvolge bambini e ragazzi che vivono nell’ex villaggio olimpico. Il villaggio che cresce… che cresce davvero. Con un piccolo stanziamento della nostra fondazione, con l’enorme entusiasmo di tutti.