Federica Bassignana
Sana e robusta. Non potrebbero esserci aggettivi migliori per descrivere la nostra Costituzione.
“Specchio dei tempi” ne ha a cuore i valori e organizza un incontro mercoledì 25 ottobre alle 19 al Teatro Colosseo (via Madama Cristina, 71) con lo spettacolo “Jupe Culotte” di e con Giulia Berto e Rita Laforgia, con cui parliamo. Presente all’appuntamento anche l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, che ricorderà il procuratore capo di Torino Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta quarant’anni fa. Una serata all’insegna dei principi fondamentali della Costituzione, raccontati da due donne sul palco che si incontrano fuori dai seggi elettorali, il 2 giugno 1946: da una parte una figura storica, una delle madri costituenti e prima donna a essere eletta al Senato della Repubblica, Lina Merlin, e dall’altra un personaggio di fantasia, una spalla quasi comica quanto veritiera, Rosa Costantini. Voci e videoproiezioni sullo sfondo faranno da cornice alla scena, grazie ai contributi di Gioele Minati, Raffaele Folino, Paolo Zaccaria e Irma Ridolfini.
Ingresso gratuito, prenotazione qui.
Uno spettacolo sui valori del femminismo e della Costituzione. Qual è la chiave di lettura?
«Raccontiamo la storia di due donne che vivono un forte cambiamento sociale: il diritto di voto e la possibilità anche per le donne di essere protagoniste della scena politica. Il loro confronto vuole essere un dipinto fresco ma sincero della vita di quegli anni, una riflessione sul valore del diritto al voto e un mezzo per ricordare i principi fondamentali della nostra Costituzione».
“Jupe culotte”: un titolo evocativo. La storica Christine Bard, ha affermato che fu più facile prendere la Bastiglia che per le donne impossessarsi definitivamente dei pantaloni. Siete d’accordo?
«L’idea è questa. Il titolo è legato al personaggio di Rosa Costantini, che dice che le jupe culotte sono belle perché sembrano una gonna, anche se in realtà sono pantaloni. La questione dell’indumento è solo la punta dell’iceberg, camuffa ma vuole rimarcare la difficoltà delle donne nel mostrarsi e allo stesso tempo doversi ancora un po’ nascondere. L’emancipazione è tutto ciò che c’è attorno».
Portate in scena due donne. Una di fantasia e una che ha fatto la storia. Come date loro voce?
«Rosa Costantini è il personaggio di fantasia, una giovane ragazza che arriva dalla campagna, con un minimo livello di istruzione. Lina Merlin, invece è Storia, ha quasi 60 anni ed è una donna partigiana, che sa cosa significa lottare e diventare una donna in politica in tempi difficilissimi. Sono agli opposti: Lina è un modello, è impostata, precisa, Rosa è frizzante e ingenua, a tratti è la sua spalla comica e ironica».
Come utilizzate la sua ironia?
«Lo spettacolo nasce con l’intento pedagogico di far avvicinare i giovani ai principi della Costituzione. Abbiamo scelto di utilizzare una componente ironica come nostro modo di raccontare perché certe tematiche riescono a essere narrate meglio con un pizzico di ironia e leggerezza».
2 giugno 1946: è una data che parla ancora oggi alle giovani donne?
«È una data importante per le donne ma non solo, deve essere ricordata da tutti. I giovani devono tornare a sentire la responsabilità del loro voto e di andare alle urne».
Qual è l’obiettivo dello spettacolo?
«Mettiamo il focus sull’importanza della curiosità e dell’informazione, per ricordare quanto sia fondamentale partecipare».
E la strada dell’emancipazione?
«È sempre da vigilare. Rosa nello spettacolo dice: “Questa cosa che gli altri dedicano per me non mi piace”. Dobbiamo ricordarlo sempre, stare attente e resistere».
Ingresso gratuito, prenotazione qui.