Sopravvivere alle bollette, in centinaia al primo incontro

Irene Famà
La Stampa, 25/09/22

Le bollette tolgono il sonno? «Eh sì, in questo periodo abbastanza». Graziella Re lo dice senza imbarazzo. Non per nulla di sabato pomeriggio è andata al teatro Juvarra all’incontro organizzato dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi «Sopravvivere alle nuove bollette». Lei altre centinaia di persone hanno partecipato per avere informazioni e consigli per «salvare il portafoglio, risparmiare denaro e diventare consumatore consapevoli».

Antonio Cajelli, educatore finanziario, in una sorta di one man show informativo ed educativo, esordisce con una battuta che riassume tutto: «L’unico teatro sold out per un incontro in cui si parla di bollette». Il pubblico risponde con sincerità: «Siamo disperati». Perché c’è chi, come Angela Zitolo, si è vista arrivare «bollette raddoppiate per un studio commerciale rimasto praticamente chiuso a luglio e ad agosto. Quella di casa ancora non è arrivata, ma ho già ricevuto la lettera che annunciava l’aumento». O chi, come Lorenzo Farnia, fa notare che «le bollette aumentano, ma la pensione rimane sempre la stessa». Lui e la moglie sono fortunati, «abbiamo i doppi vetri». Ma l’inverno preoccupa e quello zerbino comprato nuovo da mettere proprio a filo della porta d’ingresso per coprire gli spifferi sembra non essere la soluzione a tutto.

Il caro bollette angoscia: lo raccontano le decine di lettere che arrivano a Specchio dei tempi, lo dimostrano le persone in sala. Lasciare la busta al postino con su scritto «Non ho un euro, riprenditela e se ti chiedono non mi hai visto» non è l’opzione migliore. Antonio Cajelli su questo è chiaro: per diventare consumatori consapevoli bisogna fare riferimento allo Stato. Non affidarsi a call center che propongono questa o quella «offerta imperdibile», ma al sito ufficiale dell’Arera, Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Consultare il portale dei consumi, leggere i contratti prima di firmarli, sapere i costi dell’energia, sapere quanto si consuma, quando e perché.

«Bisogna studiare», dice Flora Petruzzi. Che ha 66 anni ed è prossima alla pensione. «Vivo da sola e le bollette che mi sono arrivate mi hanno turbata molto. Se queste sono così alte, le prossime come saranno?». Le sue perplessità sono concrete: «Adesso lavoro ancora e a casa sto poco. Se posso, ad esempio, la doccia la faccio in palestra. Quando andrò in pensione, però, consumerò di più, è inevitabile. Non c’è la serenità: quando mi metto davanti alla tv a guardare un film, ad esempio, penso al riscaldamento. Problemi che prima non mi ponevo».

Chi ha figli si preoccupa anche e soprattutto per loro. E Marina Rassi che ha 60 anni e un figlio di 26 con un contratto a tempo determinato prossimo alla scadenza lo sottolinea: «Ce la faranno a sostenere i costi? O dovranno tornare a casa? Si cambiano le abitudini, certo. Ma il costo della vita continua ad aumentare mentre gli stipendi sono sempre uguali».

Con i nostri lettori, accanto al pastore di Lequio Tanaro

Angelo Conti
La Stampa, 15/09/22

E’ bastata una lettera sulla rubrica Specchio dei tempi, lo scorso 10 settembre per mettere in moto una inattesa catena di solidarietà. I lettori de La Stampa, sempre sensibili alle emergenze del mondo agricolo e pastorale, si sono mossi dopo che Mauro Allocco, un pastore di Lequio Tanaro, aveva raccontato il suo dramma in una lettera alla popolare rubrica del giornale: “Sono un allevatore di pecore sambucane. Sono tre anni  che i lupi mi perseguitano e mi ammazzano le pecore gravide e non. Non sono in montagna ma bensì in pianura vicino a case con recinti con cani maremmani, ma i lupi non guardano nulla, entrano e fanno quello che vogliono. Tra quelle morte e perse sono già una cinquantina. Ho scritto denunce e affrontata tanta burocrazia, ma nessuno finora ha fatto nulla. Non ho ricevuto un centesimo di risarcimento”.

La lettera non ha avuto nessuna risposta del mondo istituzionale, ma i lettori hanno compreso la disperazione del pastore. E sono arrivate alcune donazioni, accompagnate da messaggi toccanti: c’è chi ha ricordato i propri nonni “anche loro pastori”, chi ha voluto semplicemente mostrare vicinanza a un uomo che “resta nella natura a svolgere un mestiere duro, ma che fa bene all’ambiante ed alle nostre tradizioni”.

Anche Specchio dei tempi sosterrà, con una donazione autonoma in aggiunta a quelle arrivate dai lettori, questa piccola raccolta, alla quale possono partecipare tutti. Qui sul sito con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo. Oppure tramite il conto corrente postale n. 1035683943. Nella causale “Per il pastore di Lequio Tanaro”. Tutti i versamenti, eccetto quelli in contanti, sono fiscalmente deducibili. ù

Info: specchiodeitempionlus@lastampa.it

Dopo la lettera a Specchio, 700 biglietti di auguri ad Anna Paola

Angelo Conti

Da oltre 20 anni sono curatore della rubrica delle lettere di Specchio dei tempi che, come sapete, è condivisa fra la Cronaca de La Stampa e la Fondazione. Leggere tantissime lettere e soprattutto scegliere non è semplice. E’ un lavoro delicato che ho sempre cercato di fare con la sola arma di cui penso di disporre: il buonsenso. Una fatica che ogni tanto riceve un premio speciale.

Come questa lettera, con la quale ho aperto Specchio dei tempi di  domenica 11 settembre.

DOPO LA LETTERA A SPECCHIO, 700 BIGLIETTI DI AUGURI
“Volevo dirvi 700 volte grazie. Mia figlia Valentina, ad inizio agosto, preoccupata per la mia profonda tristezza dopo la morte di mio marito, aveva affidato un messaggio ai lettori di Specchio dei tempi: “mandate un biglietto alla mia mamma per il suo compleanno, si sentirà meno sola”.
La lettera, con il mio indirizzo, è stata pubblicata e, il giorno dei miei 80 anni, sono stata “consolata” da oltre 700 biglietti di auguri. Ne sono stata felice e commossa. La bontà d’animo esiste ancora. E Specchio dei tempi è stato, come sempre, meraviglioso”.
Anna Paola Parola, Peveragno (Cuneo)

“Le nostre radici”, al via il primo contest fotografico

La Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ONLUS lancia il primo contest fotografico a tema “Le nostre radici”. 

Verranno premiati gli scatti che meglio racconteranno il luogo da cui proveniamo, la terra sulla quale siamo cresciuti, i ricordi che ci legano al passato, gli orizzonti che vogliamo ricordare, le albe e i tramonti che ci piacerebbe condividere con tutti. Immagini che accompagneranno così, mese dopo mese, le tante speranze che riponiamo nel nuovo anno.  

Gli autori delle prime 3 foto vincitrici riceveranno un buono acquisto in materiale fotografico, mentre le prime 12 illustreranno il calendario 2023 della Fondazione in distribuzione con il quotidiano La Stampa.

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.

Gli interessati dovranno visitare il link www.specchiodeitempi.org/contest e compilare il form entro e non oltre il 2 ottobre 2022.

La registrazione prevede:

  • Nome e Cognome
  • Data di nascita
  • Indirizzo di residenza
  • Indirizzo e-mail
  • Numero di telefono
  • Caricamento di un max di 3 fotografie per partecipante con relativo titolo. Le immagini devono essere orizzontali, in formato jpg e non dovranno superare i 5 mb di peso
  • Approvazione lettura informativa e consenso alla pubblicazione delle immagini.

ATTENZIONE: Ogni file dovrà essere nominato con il nome dell’autore e il titolo della foto

A puro titolo di esempio: “MARIO ROSSI_Tramonto su Torino

Eventuali richieste di informazioni andranno unicamente inviate all’indirizzo mail contest@specchiodeitempi.org 

Saranno esclusi tutti coloro che non rispettano le indicazioni riportate o che presentano foto valutate dalla giuria come non conformi o fuori tema.

La Fondazione Specchio dei tempi si riserva di apportare modifiche al regolamento sino alla conclusione dell’iniziativa.

 

TIMELINE DEL CONTEST

Dal 8 settembre al 2 ottobre 2022 

Lancio del contest e possibilità di partecipazione tramite il form presente al link www.specchiodeitempi.org/contest 

Per accertarsi della corretta compilazione dati e caricamento foto, è necessario ricevere la mail automatica di conferma.

Dal 3 ottobre al 9 ottobre 2022

GIURIA TECNICA

Una giuria interna composta da un rappresentante della Fondazione e da giornalisti e fotoreporter de La Stampa seleziona le 12 foto finaliste e individua le prime 3 foto vincitrici.

Componenti giuria tecnica

  • Andrea Rossi, Capocronista Torino de La Stampa
  • Daniele Cavalla, Giornalista e critico cinematografico di Torino 7
  • Daniele Solavaggione, Fotogiornalista
  • Angelo Conti, Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ONLUS
  • Lucia Gallo, Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ONLUS

GIURIA POPOLARE

Una delle 12 foto finaliste sarà proclamata tramite voto popolare. Gli scatti ammessi saranno caricati sulla pagina Facebook di Specchio dei tempi (www.facebook.com/specchiodeitempi): quello che riceve il maggior numero di “Mi piace” viene proclamato vincitore della Giuria Popolare.

10 ottobre 2022

Sul sito della Fondazione www.specchiodeitempi.org verranno comunicate le foto vincitrici.

Novembre 2022 

Data in via di definizione. Gli autori vincitori saranno invitati alla premiazione e alla consegna dei premi presso la redazione de La Stampa.

PREMIO

Le prime 3 foto classificate, riceveranno un buono valido per l’acquisto di materiale fotografico così differenziato:

  • 1° Classificato: buono acquisto del valore di 500 euro
  • 2° Classificato: buono acquisto del valore di 300 euro
  • 3° Classificato: buono acquisto del valore di 200 euro

Le prime 12 fotografie illustreranno il calendario 2023 della Fondazione, in distribuzione con La Stampa in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.

Ai vincitori verrà comunicata la data di consegna del premio, il cui giorno è in via di definizione, presso la Redazione de La Stampa.

PRIVACY

La Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ONLUS informa che i dati personali ricevuti con il presente bando saranno oggetto di trattamento nel rispetto del Regolamento UE 679/2016 (GDPR) in materia di protezione e gestione del trattamento dei dati personali. Garantisce inoltre la massima riservatezza delle informazioni di cui sarà messa a conoscenza nell’ambito di tutte le attività svolte per l’erogazione dei sussidi oggetto del presente bando. Dichiara infine che il proprio personale è informato della necessità di rispettare il vincolo di riservatezza. L’informativa completa è disponibile sul sito www.specchiodeitempi.org.

 

«Chef in quota» per le Tredicesime, tutto esaurito

Ivan Fossati
La Stampa, 01/09/2022

A pochi giorni dall’appuntamento a tavola al Lusentino, «Chef in quota» ha ovviamente fatto l’esaurito. Benché l’elenco completo dei cuochi e del menu sia stato tenuto riservato fino all’ultimo, le chiamate sono state incessanti al numero della stazione Domobianca 365. Anche perché l’appuntamento gastronomico ha una importante finalità benefica. L’incasso, tolte alcune spese (ma va considerato che tutti gli chef lavorano gratuitamente e molte materie prime sono state donate), sarà devoluto alla Fondazione La Stampa—Specchio dei tempi per sostenere il progetto delle «Tredicesime dell’amicizia».

Si tratta di contributi di 500 euro l’uno che verranno consegnati tra fine novembre e inizio dicembre a persone in difficili condizioni economiche. Un aiuto per regalare un sorriso in un periodo dell’anno in cui chi soffre, soffre un po’ di più. Ancora di più il prossimo inverno, caratterizzato da aumenti di bollette e beni di consumo.

Ma adesso è tempo di pensare alla cena, con il consiglio, per chi è senza posto, di tentare comunque una telefonata. L’unica chance per lunedì 5 settembre è entrare all’ultimo se ci saranno defezioni, ma ci si può mettere in lista per il secondo appuntamento a tavola legato al buon cibo, quello di lunedì 19 settembre con la cena di Domosofia, che avrà sempre la collaborazione di Domobianca 365, l’incasso devoluto alle «Tredicesime dell’amicizia» e Marco Sacco come principale protagonista.

Lunedì 5 invece l’ospite (lavorante) d’onore è il pluristellato Enrico Bartolini, ma questo si sapeva. Così come era noto il secondo chef, lo stellato di Domodossola Giorgio Bartolucci. A non essere ancora svelati erano invece gli altri nomi. Ecco allora il programma completo della serata alla Baita Motti. Ad aprire le danze sarà proprio Bartolucci dell’Atelier di Domo con «Tatin di zucca, gelato al pane nero e fonduta al Bettelmatt». Si passa poi alla «Battuta di gamberi rossi, burrata e pepe della val Maggia con crescione di piselli e corallo» di Norman Berini delle Vie del Borgo di Toceno; Stefano Allegranza della Stella di Domo propone «Baccalà in oliocottura su patata soffice al cioccolato bianco e verdurine frizzanti al lime»; tocca poi a Sabina Villaraggia di Villa Pizzini (Mottarone) con «Cardinali al parmigiano, burro d’alpeggio e tartufo nero». Qui arriva il momento della guest star Enrico Bertolini (che, tanto per citare un locale, ha tre stelle al Mudec di Milano) con «Risotto rape rosse e gorgonzola “evoluzione”». Matteo Sormani della Walser Schtuba di Riale propone «Coda di manzo laccata con il suo fondo, patate affumicate, funghi di stagione». Chiusura con il dolce di Antonio Doria «Charlotte al pistacchio di Sicilia e vaniglia bourbon con cuore ai lamponi su base di biscotto ossolano».

Per tentare la fortuna e trovare un posto c’è un solo modo: chiamare il numero 345 3060561.

Mucche al pascolo sterminate dal sorgo, una storia a lieto fine

Borgetto Matteo
La Stampa, 18/08/22

Ieri sono arrivati i primi capi acquistati grazie alla solidarietà dei lettori de La Stampa, undici vitelle di 4-5 mesi. Due gliele hanno regalate, le altre nove le ha comprate grazie al primo bonifico di Specchio dei Tempi, che ha finora raccolto circa 20 mila euro, di cui oltre 14 mila già versati. «Non immaginavo una simile solidarietà e tanto affetto. Ringrazio tutti, con il cuore. Una cosa come questa, significa che esistono ancora le belle persone e ti aiuta a credere nel futuro». Così Giacomino Olivero, 58 anni, l’allevatore di cascina San Marcellino a Sommariva Bosco dove sabato 6 agosto, cinquanta mucche di razza Piemontese sono morte in meno di mezz’ora, al pascolo in un campo di sorgo «avvelenato» dalla forte carenza idrica.

Altri casi hanno riguardato il Cuneese e l’Astigiano, con una decina di capi uccisi dal foraggio diventato tossico per colpa della siccità. Ma quella di Sommariva è una tragedia senza precedenti, che ha causato un enorme danno economico e distrutto un lavoro di almeno tre anni, il tempo necessario per crescere le bovine. La vicenda ha commosso tanti e grazie alle donazioni dei lettori, oltre ai fondi propri della fondazione Specchio dei Tempi, ieri è iniziata la «ricostruzione» della mandria.

Accompagnato dal figlio Marco e dal nipote Luca, Olivero è andato all‘allevamento «La Monnalisa» di Laura Beltrando, in frazione Sant’Antonio Baligio di Fossano, per ritirare quattro «manzette» piemontesi nate ad aprile: Gemma, Gana, Giba e Gina. La prima è un regalo di Laura, 52 anni, figlia di uno storico margaro a Demonte, Gioan Battista (deceduto due anni fa) e che coadiuvata dal marito Adriano Monasterolo, dai figli Daniel e Lorena (quest’ultima lavora principalmente in uno studio dentistico, ma ama la campagna), conduce un allevamento di 140 capi destinati all’ingrasso, e vende anche la carne direttamente dal produttore al consumatore.

«Ho saputo di Giacomino sui giornali, poi ho visto un video su Whatsapp con le immagini terribili della strage – racconta Laura -. Due giorni dopo, era lunedì sera, stavo preparando cena e ho pensato di regalargli una mucca. Ne ho discusso con i miei familiari, erano d’accordo. Una in più una in meno, non ci cambia la vita, e neanche a lui, perché è un piccolo gesto, ma poteva essere un segno importante, per ridargli la speranza». Laura e Giacomino non si conoscevano e lei ha cercato il contatto all’Associazione provinciale allevatori di Cuneo. «Gli ho telefonato, martedì è venuto a visitare l’azienda, gli ho detto “prendi quella che vuoi, anche la più bella, non importa se giovane o adulta». Olivero ha scelto Gemma, poi ha deciso di acquistarne altre tre, con il denaro di Specchio.

Più o meno la stessa situazione è avvenuta a Ceresole d’Alba, all’allevamento di cascina Santa Laura dei fratelli Ferrero. Anche loro hanno donato una vitella, per poi vedersene acquistare altre sei da Olivero, che ieri ha voluto rendere pubblica la storia, per ringraziarli. «Con quello che gli è successo, non ha da ringraziare – dice Antonio Ferrero, che conduce una mandria di poco inferiore ai 200 capi -. Ho fatto finta che una delle mie vitelle fosse morta: una in meno a me, una in più a lui, che condivide questo dramma con il figlio e il nipote, due giovani volenterosi. Non so che futuro li attende. Il settore è in profonda crisi: prezzi delle materie prime alle stelle, prezzi alla stalla in calo, impossibile andare avanti. Per fortuna io sono pensionato, mio fratello lo sarà l’anno prossimo. Venderemo gli animali, e fine della storia». Anche la famiglia Beltrando ha le sue difficoltà. «Sulla carne spuntiamo 4 euro al kg, prezzo discreto – dice ancora Laura -. Ma il costo delle razioni è triplicato, c’è poco foraggio. Abbiamo 15 giornate di sorgo e siamo terrorizzati all’idea di usarlo, con il rischio di avvelenare gli animali. Non una bella situazione, ma teniamo duro». Intanto la raccolta fondi di Specchio prosegue.

La Sindone ritrova la sua raggiera dorata grazie ai contributi raccolti in 25 anni

Andrea Parodi
La Stampa, 15/07/2022

TORINO. Quattro anni dopo la riapertura al pubblico la Cappella della Sindone si riappropria di un altro pezzo del suo apparato decorativo perduto durante l’incendio del 1997. Sulla sommità dell’altare del Bertola è comparsa la raggiera dorata, realizzata dai laboratori artistici del Teatro Regio di Torino e finanziata con 30 mila euro dalla Fondazione Specchio dei tempi con le offerte raccolte 25 anni fa dai lettori de La Stampa.

«Non si tratta di un restauro, perché nulla era rimasto da recuperare – spiega la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella – ma di una vera e propria ricostruzione: di fatto questo ennesimo elemento ripropone il contesto dell’altare nel suo complesso». L’antica raggiera, visibile ancora in una foto ufficiale del 1972, è andata completamente perduta. La sua ricostruzione è resa possibile dai laboratori artistici del Regio (a seguito di un accordo di collaborazione diretta tra i due enti), diretti da Claudia Boasso, in collaborazione con Marina Feroggio, l’architetto funzionario dei Musei Reali responsabile del recupero della cappella.

«Siamo partiti dal corredo fotografico – spiega Boasso – semplificando il disegno originario della raggiera». Anche se non sembra, il diametro è di poco superiore ai 3 metri e mezzo, pesa un totale di 80 chili, ha richiesto due mesi di lavoro ed è realizzata in legno di samba e castagno (l’originale era di pioppo), oltre a un’anima di ferro, una composizione di carta pesta a imitare la nuvola che corre in circolo e a una doratura in simil oro sull’intera superficie per riprendere la situazione originale».

Nelle intenzioni originali di Guarino Guarini, ma soprattutto di Antonio Bertola, la raggiera aveva inizialmente un compito fondamentale. Doveva filtrare i raggi del sole che provenivano dalla finestra alle sue spalle, in modo che venissero convogliati, ogni giorno, sulla croce dell’altare del Duomo. Un effetto scenico che in realtà è venuto meno già nell’Ottocento, quando la finestra ha perso il suo accesso diretto alla luce.

«La sua presenza è particolarmente apprezzabile prospetticamente dalla navata centrale del Duomo – precisa Pagella – ma da dentro la cappella dialoga con la raggiera del cupolino, ricostruita nel 2018 dalla Consulta».

La nuova raggiera è stata ricostruita grazie alle offerte (inizialmente 1 miliardo e 200 mila lire) raccolte dai lettori de La Stampa tramite Specchio dei Tempi nelle settimane successive all’incendio. «La nostra Fondazione è da sempre attenta ai simboli dell’identità storica e civile della nostra città – spiega il presidente Ludovico Passerin d’Entréves –; in questo caso abbiamo utilizzato fondi raccolti dalle generose offerte dei lettori, una somma che oltre alla raggiera ha reso possibile il recupero dell’intero altare, dei quattro gruppi statuari sepolcrali presenti nella cappella e, nella fase preliminare, la catalogazione dei frammenti e la realizzazione di un sistema informativo per la loro individuazione e ricollocazione».

Guarda l’intervista al presidente qui!

Restaurata la raggiera dell’altare della Sindone

Elisabetta Rosso

È la notte dell’11 settembre 1997. Il cielo sopra piazza Castello si fa rosso, l’ala ovest del Palazzo Reale è in fiamme. La sindone viene portata via in spalle dentro la sua teca, la Cappella del Guarini è distrutta.

Venticinque anni dopo anche l’ultimo tassello viene restaurato. La raggiera dell’altare di Antonio Bertola prende nuovamente vita. La Cappella apre le sue porte, e può farlo anche grazie ai fondi raccolti da Specchio dei Tempi, 644 mila euro che hanno permesso di recuperare alcuni dei danni causati dall’incendio. In collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale, è stato possibile recuperare anche l’ex capannone di prelettura e dei monumenti sepolcrali.

L’inaugurazione è fissata per mercoledì 13 luglio alle ore 11.

“La generosità dei lettori de La Stampa sostiene non solo i numerosi progetti di solidarietà sociale in corso, ma è attenta ai simboli dell’identità storica e civile della nostra città”, ha dichiarato Lodovico Passerin d’Entrèves, Presidente della Fondazione. (E.R.)

Ucraina, Farmaonlus dona 40 mila euro di materiale sanitario

Elisabetta Rosso

“Siamo riusciti a raccogliere 40mila euro di materiale sanitario”, racconta Simona Arpellino, direttrice di Farmaonlus, l’associazione nata per gestire e organizzare le attività di beneficenza e solidarietà dall’Associazione Titolari di Farmacia di Torino e provincia. Garze, cerotti, siringhe, guanti chirurgici e pannolini stanno viaggiando per raggiungere il villaggio di Cernivci, nel cuore dell’Ucraina.

Un centro di accoglienza voluto da Specchio dei tempi insieme alla fondazione gemella Specchio d’Italia. Costruito grazie ad oltre 6400 donazioni, è diventato la meta per chi fugge dalle città ucraine bombardate, soprattutto Kharkiv, Odessa e Mariupol. Un villaggio di 1500 metri quadri che offre cucine, mensa, dormitorio, ambulatori e un’area giochi.

Il carico di prodotti in viaggio per Cernivci

Ogni giorno vengono accolti più di 1500 rifugiati. “Abbiamo anche raccolto medicinali generici, come anti tosse o anti infiammatori, perché ormai le farmacie ucraine sono vuote” spiega Simona Arpellino. Si è attivata così una rete solidale per offrire un aiuto concreto: “Vorrei ringraziare i cittadini e soprattutto le farmacie, insieme a loro siamo riusciti a raccogliere moltissimo materiale. Siamo felici di poter aiutare, ed è bello vedere una partecipazione così viva”.

Come donare per i profughi della guerra

Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale per la gente dell’Ucraina.

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Abbiamo aiutato mille famiglie ucraine

Angelo Conti
La Stampa, 01/05/2022

Con la consegna, lo scorso pomeriggio, degli ultimi 25 aiuti ad altrettante famiglie ucraine, Specchio dei tempi ha concluso uno dei progetti attivati per l’emergenza profughi: a 1000 famiglie è stato consegnato un aiuto in contanti da 500 euro, per una spesa complessiva di mezzo milione di euro. Nel dettaglio sono state soccorse 605 famiglie a Torino, 260 a Novara, 70 a Cuneo, 62 ad Alessandria e 3 a Savona.

I destinatari degli aiuti sono stati in 985 casi donne e in 15 casi uomini, prevalentemente anziani. In questi gruppi famigliari erano presenti 3247 bambini, con una media di 3,2 bambini. Sono state anche sostenute famiglie molto numerose con punte sino a 9 figli. L’area di provenienza è stata nel 26% dei casi quella di Mariupol, nel 22% Odessa, nel 17% Kiev, nel 12% Kharkiv. Il restante 23% proveniva da altre province, quasi tutte dell’est Ucraina.

La collaborazione con il Consolato

Il progetto è stato realizzato in stretta collaborazione con il Consolato dell’Ucraina a Torino e con il console Dario Arrigotti: un team di volontarie ucraine, tutte da tempo residenti in Piemonte, si è occupato della ricezione delle telefonate di aiuto e di una prima valutazione delle richieste. Lo staff di Specchio dei tempi ha poi curato la convocazione e la consegna degli aiuti appoggiandosi a Torino su Casa Santa Luisa di via Nizza 24 e nelle province sulle redazioni locali de La Stampa, che hanno collaborato mettendo a disposizione locali e servizi.

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Innumerevoli le attestazioni di gratitudine per questa iniziativa: “E’ stato commuovente – spiega il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves – leggere i messaggi che queste famiglie ci hanno fatto pervenire. Moltissime donne erano fuggite dalle loro case con per mano i bambini ma senza portare via altro. Un primo importante aiuto in contanti ha consentito loro un approccio meno difficile verso un paese sconosciuto. L’assistenza ovviamente continuerà ancora per casi di emergenza o situazioni di particolare gravità”.

Il progetto per le mamme

Specchio dei tempi ha inoltre da subito attivato, con la Cooperativa Crescere 1979, anche il progetto “Forza Mamme Ucraine!” che sta accompagnando l’integrazione a Torino di decine di famiglie attraverso incontri, corsi di italiano, percorsi di conoscenza della città e momenti ludici per i bambini (nella foto sopra, il gruppo in visita al Castello di Pralormo).

Specchio dei tempi e Specchio d’Italia hanno infine realizzato ed aperto, ormai da un mese, con la logistica di Remar Onlus, il Villaggio profughi di Cernivci, nel cuore dell’Ucraina, dove vengono accolti ed assistititi migliaia di profughi che, in fuga dalle città bombardate, non vogliono però lasciare l’Ucraina, cercando riparo in una città relativamente più tranquilla.  Qui Specchio ha acquistato tensostrutture per oltre 1000 metri quadrati, schierato lo Specchiobus con due ambulatori, garantito l’assistenza medica e invia, ogni settimana, un Tir carico di viveri e generi di prima necessità.

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Specchio dei tempi ha sinora raccolto, nel progetto “Per la gente dell’Ucraina”,  1.578.472 euro da 6444 donatori .La sottoscrizione resta ovviamente aperta, anche perché c’è ancora moltissimo da fare, soprattutto nel Villaggio di Cernivci dove forniamo un pasto a 1300 profughi al giorno. 

Come donare per i profughi della guerra

Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale per la gente dell’Ucraina.

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Come funziona il nostro villaggio in Ucraina

Redazione

Costruito grazie ad oltre 6000 donazioni, il villaggio di Cernivci, nel sud dell’Ucraina, accoglie ogni giorno 1800 profughi, che ricevono un pasto caldo, visite mediche e ospitalità per dormire. La struttura si trova a 30 chilometri dal confine rumeno ed è stata realizzata in collaborazione con la nostra fondazione sorella Specchio d’Italia. In 1500 metri quadri offre cucine, mensa, dormitorio, ambulatori, un’area giochi.

Cosa stiamo facendo per gli ucraini

In due mesi abbiamo raccolto oltre 1,5 milioni di euro. Oltre ai progetti che stiamo portando avanti in Ucraina, ci sono quelli che stiamo sviluppando in Italia, per le famiglie accolte in Piemonte. Abbiamo fornito 1000 aiuti economici da 500 euro ciascuno e stiamo sostenendo le mamme per favorire la loro integrazione a Torino. Continuiamo inoltre a raccogliere derrate alimentari  e beni di prima necessità da inviare al nostro villaggio di Cernivci.

Come donare per i profughi della guerra

Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale per la gente dell’Ucraina.

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La lettera di Iryna: il grazie di una mamma ucraina

Iryna Luchynska

Pubblichiamo la lettera inviata da Iryna, una mamma ucraina con due figli, che stiamo sostenendo grazie alle donazioni per i profughi.

«I miei figli ed io abbiamo ricevuto aiuto dalla Fondazione Specchio dei tempi e dai lettori de La Stampa. Ci inchiniamo a ciascuno di voi. Non si tratta solo di soldi, ma di umanità, comprensione e volontà di aiutare! Grazie a tutti! In questo periodo molto difficile, un tale abbraccio di aiuto ci permette di non perdere i resti della speranza! Vengo da Kharkiv. I miei due figli ed io abbiamo deciso di saltare fuori dal bunker per salire in auto e scappare via, mentre stavano bombardando, e siamo stati fortunati a salvarci. L’anima soffre per coloro che non hanno avuto tempo di scappare come noi».

Grazie ai donatori che ci stanno aiutando ad essere vicino alla gente dell’Ucraina. Il nostro lavoro prosegue: continuate a sostenerci.

Come donare per i profughi della guerra

Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale per la gente dell’Ucraina.

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