La raccolta fondi per l’Ucraina supera i 500 mila euro

Angelo Conti
La Stampa, 08/03/22

Oltre 505.000 euro raccolti da 2.215 donatori. Questa la fotografia, aggiornata a ieri sera, della sottoscrizione lanciata da Specchio dei tempi (con il supporto del suo brand nazionale Specchio d’Italia). Fra le curiosità l’exploit della provincia di Cuneo con oltre 500 donazioni.

Intensa è l’attività di supporto alle famiglie di profughi. Ieri mattina Specchio ha distribuito aiuti economici alle prime 8 famiglie. Aiuti che possono essere richiesti attraverso il filtro del Consolato dell’Ucraina a Torino al numero +39 011 0230075.

La notte scorsa è rientrato a Torino un pulmino da 9 posti che si era spinto sino a Leopoli, in Ucraina. Questo grazie al coraggio di un imprenditore, Massimo Orlando, che si era offerto di guidare il mezzo. Nel cuore della notte è arrivato anche il bus con a bordo 54 profughi, partito domenica notte dal confine polacco. Il viaggio è stato organizzato in collaborazione con Arca Solidale.

L’arrivo del bus stanotte a Volpiano

Tutti i pullman e i pullmini di Specchio partono a pieno carico. A bordo soprattutto cibo a lunga conservazione, prodotti per l’igiene, materassi, brandine, cuscini, farmaci e materiale sanitario vario (con particolare richiesta per siringhe, bende, cerotti, disinfettanti). Due le destinazioni principali: il villaggio Korczowa nella provincia polacca di Javroslaw (a un chilometro e mezzo dal confine ucraino) e la cittadina di Sivet, nel Nord della Romania. Qui Specchio dei tempi sta collaborando alla realizzazione di un secondo campo di prima accoglienza.

Come donare per i profughi dell’Ucraina

Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo.

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Da Ceva al confine, il viaggio di Massimo per aiutare i profughi

Paola Scola
La Stampa, 05/03/2022

Si trovava in Etiopia per lavoro, quando è scoppiata la guerra. Rientrato subito in Europa, per mettere in salvo moglie e figlio ha guidato oltre un giorno, senza mai fermarsi. Li ha raggiunti in Ucraina e portati in Italia, ma al Brennero lui, Massimo Orlando, imprenditore di Ceva, da trent’anni a Kiev, ha deciso di voler fare di più per quella terra, diventata la sua casa. Di voler aiutare sul campo.

«So bene come arrivare e spostarmi – ha spiegato -. Posso entrare in Ucraina, raggiungere famiglie e bambini e portarli in Italia. Ho la patente per guidare i pullman. Mi serve solo un mezzo per andare fin là». L’appello ha incrociato la strada di Specchio dei tempi, la Fondazione de «La Stampa», impegnata fin dalle prime ore dell’emergenza per aiutare chi è sotto le bombe e chi, invece, si è già messo in salvo in Piemonte.

Così Massimo, ieri mattina, ha salutato la sua famiglia, ha raggiunto Torino e si è messo subito al volante del pulmino da 9 posti, reso disponibile da Specchio dei tempi. Ed è partito, destinazione Ucraina. Per regalare la salvezza ai profughi. «Sto andando ai confini della Polonia – ha raccontato, dopo 5 ore di viaggio -, dovrei essere a Lvov tra circa venti ore. Ringrazio Specchio dei tempi. Se a qualcuno interessa il mio aiuto, sono qui».

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Non si ferma la generosità dei lettori de «La Stampa», che continuano ad aderire alla sottoscrizione per la gente dell’Ucraina, promossa da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. Ai 100 mila euro messi da disposizione dalle due Fondazioni, si è aggiunta un’onda di solidarietà che ieri sera ha superato quota 400 mila euro. Anche dalla provincia di Cuneo, con la partecipazione di cittadini che hanno voluto «ricambiare così l’aiuto ricevuto in occasione dell’alluvione 2020».

A fianco di Specchio c’è, ancora una volta, Confartigianato Imprese Cuneo (9 mila associati), che si è messa in moto per convogliare aiuti ai profughi. Ieri è iniziata la raccolta fra gli associati, che terminerà alle 12 di mercoledì. Giovedì il carico partirà da Torino per il confine tra Polonia e Ucraina. Un «ponte», gestito da Specchio, permetterà di recapitare direttamente alle popolazioni in difficoltà beni di prima necessità (farmaci da banco, bendaggi, cibo in scatola, latte a lunga conservazione, pannolini, carta igienica, prodotti per la pulizia personale). Il centro di raccolta, messo a disposizione da Aldo Caranta (vicepresidente nazionale Autotrasporti Confartigianato) è a Fossano, in via Sasso 22 (ore 9-19).

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Ucraina, il viaggio verso la salvezza di tre madri e cinque bimbi

Lodovico Poletto
La Stampa, 03/03/22

Guida nella notte Roberto Falletti: autostrada, neve e stanchezza. «Ci sono tante persone da aiutare al confine tra Ucraina e Polonia: non possiamo voltarci dall’altra parte».

Roberto, è il presidente dell’associazione «La memoria viva» di Castellamonte, nel canavese. E alle 10 di sera non riesce ancora stimare quanti chilometri lo separano dal confine italiano. E il furgone – messo a disposizione dalla Fondazione Specchio dei tempi – va avanti veloce. Una tappa per fare il pieno e prendere un caffè. Poi di nuovo sula strada. A bordo ci sono 8 profughi: tre mamme e cinque bambini. Due di loro sono arrivate a Torino stamattina. Dicono che – forse – saranno loro i primi esuli dall’Ungheria a sbarcare in città. Dove hanno parenti pronti ad accoglierli. Hanno già un indirizzo e qualcuno pronto a riabbracciarli. Ma la strada è ancora lunga. «Gli uomini sono rimasti in Ucraina a combattere. Hanno accompagnato le mogli e i figli al confine. Poi si sono rimessi l’arma in spalla e sono ripartiti. Per dove? Kiev credo, oppure una delle altre città sotto attacco» racconta ancora Roberto Falletti.

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Quando riparte? «Lunedì mattina sempre con questo furgone. Vado a prendere altre persone». Avete già un posto dove farle stare? «Stiamo contattando alcune associazioni della zona del Canavese. C’è grande disponibilità e grande voglia di darsi da fare per chi soffre. Guardi: un paio di profughi sono disposto ad ospitarli io, a casa mia. È in situazioni come queste che chi può deve mettersi a disposizione degli altri. Deve darsi fare. Non farlo è un crimine».

Intanto cresce la sottoscrizione per la gente dell’Ucraina che è stata promossa da Specchio dei tempi e Specchio d’Italia. Ai 100 mila euro messi da disposizione dalle due fondazioni se ne sono aggiunti quasi 300 mila arrivati nelle prime 72 ore di raccolta. Per contribuire, ecco come donare per la gente dell’Ucraina.

Specchio dei tempi ha inoltre attivato il numero telefonico 011 0230075 riservato ai profughi ucraini in arrivo in Piemonte. Componendolo si verrà messi in contatti con le volontarie del Consolato dell’Ucraina di Torino che, una volta accertata la situazione, li metteranno in contatto con Specchio dei tempi che fornirà loro un contributo economico in contanti. Specchio dei tempi, inoltre, ha aperto un canale con la Regione Piemonte per garantire a tutti i profughi una immediata vaccinazione anti-Covid al loro arrivo nella nostra regione.

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Quarantamila euro per Gioele: ordinato il furgone

Beppe Minello

“Così presto? Ma è incredibile!”. La voce squillante di mamma Simona, 36 anni, si arricchisce di gioia alla notizia che i lettori de La Stampa hanno risposto in un batter d’occhio all’appello di Specchio dei tempi, lanciato a inizio febbraio, e versato quasi 40 mila euro. Una cifra superiore a quella ipotizzata per acquistare un furgone attrezzato per trasportare la carrozzella su cui è obbligato a muoversi il figlio Gioele, 7 anni, colpito da tetraparesi spastica dalla nascita. Il denaro in più sarà impiegato in una assicurazione “kasko” e in un programma di manutenzione pluriennale.

Gioele è un bambino solare che non si muove, ma può sorridere. Lo fa ad ogni occasione e, per un attimo, ci si dimentica il calvario suo, di mamma Simona e di papà Vicenzo d’Aloia, dei nonni, dei tanti amici di Castellamonte e Rivarolo dove vivono, rispettivamente, i D’Aloia e i nonni materni. Una comunità che in questi anni ha circondato d’amore il piccolo Gioele. “Da marzo ripartiamo con la scuola! – esulta mamma Simona –  Sveglia presto per accompagnare Gabriele, l’altro nostro figlio di 13 anni, alle Medie ‘Gozzano’ di Rivarolo e, alle 8,30, Gioele alle Elementari che sono nell’edificio accanto”.

Tre volte alla settimana, Gioele esce alle 11,30 e la mamma lo riporta a Castellamonte per le sedute di fisioterapia oppure a Burolo dal logopedista che sta insegnando al bambino l’uso del puntatore oculare per poter finalmente comunicare. Un viavai continuo dove l’uso dell’auto è fondamentale: “Caricare e scaricare Gioele dall’auto è veramente una fatica. Quando ci saranno furgone e pedana sarà meraviglioso!”.

LEGGI LA STORIA DI GIOELE

Sanremo, coperte agli homeless seguiti dalla Croce Rossa

Daniela Borghi
La Stampa, 01/02/22

Coperte per gli «invisibili» della notte. Grazie al cuore delle persone che hanno donato a Specchio dei tempi, molti senza tetto ora possono affrontare le ore più fredde avvolgendosi nei teli di lana che sono stati distribuiti dai volontari dell’Unita di strada della Croce Rossa Sanremo. Ne sono stati consegnati cinquanta, per far fronte alle emergenze dei mesi più rigidi.

Le stazioni ferroviarie di Sanremo e di Arma di Taggia sono i siti dove hanno trovato un giaciglio la maggior parte degli homeless. Ma anche in altre zone defilate e in camper di fortuna, dove possono sentirsi «invisibili»: si accampano, di notte, in attesa del giorno nuovo. Ci sono anche immigrati di passaggio, che sperano di superare il confine verso il Nord Europa. Spesso hanno bisogno di vestiti: doniamo loro nuovi giubbotti e scarpe».

«La notte si nascondono in anfratti che sono diventati i loro “covi” di fortuna, dove ripararsi dal freddo e da eventuali occhi indiscreti- dicono dall’Unità di strada – Sono impauriti, ma hanno imparato a conoscerci, e ci vengono incontro quando portiamo, due volte la settimana, generi alimentari, di conforto e di prima necessità: minestre autoscaldanti, the caldo, sapone, mascherine.

Inizialmente diffidenti, quando ci conoscono si aprono e ci raccontano le proprie disavventure. Hanno bisogno anche di qualche parola buona. Le coperte sono i doni più ambìti: fondamentali per la loro sopravvivenza. Ci hanno ringraziato: “Sono preziose, le terremo con cura». Il carico di coperte da Specchio dei tempi è stato accolto con commozione dal presidente della Croce Rossa sanremese: «Sono felicemente sorpreso – commenta Ettore Guazzoni – Ottenere questi risultati e sentire la vicinanza di tante persone mi riempie di orgoglio e fa da stimolo nel proseguire questa avventura. Noi volontari ci siamo sempre e la città può continuare a contare su di noi». Anche la cinquantina di homeless che hanno ricevuto le coperte di Specchio dei tempi.

Consegnate 2181 Tredicesime: raccolta record

Angelo Conti
La Stampa, 30/12/2021

Missione compiuta, anche quest’anno: sono state 2181 le Tredicesime dell’Amicizia consegnate nelle scorse settimane da Specchio dei tempi ad altrettanti anziani poveri e soli. Nel dettaglio sono state 1947 a Torino e provincia, 220 nelle altre province piemontese, e 14 nella Liguria di Ponente.

La distribuzione è terminata a Natale ed ha segnato un nuovo importante primato di una sottoscrizione che, da 46 anni, ogni anno, tocca il cuore dei piemontesi. “Questa volta – ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves –  il traguardo del milione di euro è stato raggiunto con più facilità del passato ed è stato così possibile accogliere tutte le domande (in regola con i documenti e con i parametri di povertà) ricevute. Non ci siamo dunque fermati alle previste 2000 Tredicesime, ma ne abbiamo erogate 181 in più del previsto. E questo esclusivamente grazie ai 3674 piemontesi, fra cui anche tante aziende e la Fondazione Crt, che hanno sostenuto l’iniziativa con le loro donazioni”.

Quanto sta ancora arrivando per le Tredicesime in queste giornate verrà subito destinato al progetto gemello, che è “Forza Nonni”. Una iniziativa che consente a 150 anziani piemontesi (prevalentemente over 80 e comunque in condizione di grande fragilità) di ricevere un’assistenza continuativa tutto l’anno: 2 borse della spesa gratuite ogni mese consegnate sul pianerottolo, 4 ore di una colf per sistemare la casa, la disponibilità di una psicologa, un colloquio settimanale con un volontario di Specchio dei tempi che potrà individuare emergenze o difficoltà per le quali intervenire immediatamente (le più frequenti sono la rottura degli occhiali o il malfunzionamento di stufe ed elettrodomestici) e infine la consegna della Tredicesima dell’Amicizia ogni Natale.

“Forza Nonni” è un progetto realizzato in tutto il Piemonte anche grazie ad un importante contributo della Fondazione Bersezio e, nel corso del 2022, punta ad aumentare il numero degli assistiti, sia a Torino che nel resto della regione.

Gli anziani restano un anello molto delicato del nostro tessuto sociale: tradizionalmente con poca voce di fronte alle scelte del Governo, hanno potuto usufruire in modo molto marginale del reddito di cittadinanza, e sono – in questi mesi – i più in difficoltà di fronte al caro bollette che sembra inarrestabile.

Il ruolo delle Tredicesime, inventate dai cronisti de La Stampa 46 anni fa (allora con un assegno da 30 mila lire pensato per acquistare il carbone per l’inverno), è anche quello di offrire un momento di amicizia, di condivisione, di dialogo. La maggioranza degli assegni viene infatti consegnata di persona dagli enti e dalle associazioni di volontariato che collaborano con Specchio dei tempi (in primis la San Vincenzo) o direttamente dallo staff della Fondazione.

L’appuntamento è dunque  per l’autunno del 2022 quando saremo ancora qua, pronti a tendere un’altra volta la mano verso i nostri anziani, insieme a Torino ed ai torinesi che non hanno mai mancato questo commuovente appuntamento con la solidarietà.

Dona per gli anziani di Forza Nonni!

Richi, missione compiuta: raccolti 150 mila euro

Daniela Borghi
La Stampa, 24/12/21

L’obiettivo dei 150 mila euro è stato raggiunto, grazie al cuore (e alle donazioni) di tante persone che hanno aderito all’iniziativa di “Specchio dei tempi” e “Specchio d’Italia”. Ora Richi potrà realizzare il suo sogno: avere una gamba  bionica per poter tornare a vivere come tutti i ragazzi della sua età. Anche gli ultimi 50 mila euro sono stati raccolti: il bonifico è stato ricevuto da Richi pochi giorni prima di Natale. La prima tranche, da 100 mila euro, gli era arrivata in occasione del suo compleanno. “Sono profondamente grato a tutti coloro che hanno voluto dare un segnale concreto – dice il ragazzo, che ha voluto posare con un cartello in cui ringrazia “Specchio dei tempi” e “Specchio d’Italia” – Mi hanno aiutato a rendere il mio futuro migliore, non lo dimenticherò mai”.

Riccardo Battista, il ventunenne di Sanremo che ha subìto l’amputazione della gamba destra devastata da un grave tumore, potrà tornare a camminare con un arto artificiale di nuova generazione, altamente tecnologico: quello che desidera da quando ha capito che non avrebbe potuto evitare la tanto temuta operazione. Un’amputazione: nessuno, soprattutto un giovane pieno di vita, vorrebbe mai doverla affrontare.

E invece Richi, con il suo timido sorriso che nasconde tanta paura, e il pollice alzato, ha accettato suo malgrado la drammatica realtà. Si è fatto coraggio, anche grazie alla famiglia e agli amici, vecchi e nuovi, che gli sono stati vicino in ogni momento di questa vicenda, iniziata più di quattro anni fa. Quando, di ritorno da una competizione di downhill in bicicletta, ha notato un gonfiore sopra al ginocchio destro: pensava fosse la conseguenza di un colpo e invece, dopo i controlli, la notizia che non avrebbe mai voluto ricevere: si trattava di una grave forma di tumore all’osso. Un osteosarcoma ad alto grado di malignità. Un cancro che si è allargato ai polmoni, costringendolo a tenere sotto controllo anche questo rischio, con due interventi chirurgici per rimuovere dei noduli.

Da quando ha subìto l’intervento, Richi sta attraversando giornate e notti difficili: il dolore per la ferita si fa sentire e anche quello per l’arto fantasma. Ma il pensiero che, tra pochi mesi, potrà iniziare a camminare con la gamba bionica, lo fa stare meglio.  “Conto i giorni –  dice  – Non vedo l’ora di poter ricominciare”.

“Ci eravamo preparati a lungo, prima dell’operazione,  anche mentalmente, per affrontare tutto al meglio, ma sono cose difficili da elaborare – racconta la mamma, Miriam Schinello – Nonostante tutto Richi è andato in ospedale a testa alta, sapendo che quello sarebbe stato un nuovo inizio”. Ricorda quei giorni terribili: “Tra la preanestesia, l’amputazione e il risveglio ci sono volute circa cinque ore. Eravamo tutti in ansia, il tempo sembrava essersi fermato e non vedevamo l’ora facesse rientro in camera. Credo di aver consumato il corridoio a forza di fare avanti e indietro. In realtà il risveglio lo ha fatto nella stessa sala operatoria, dove lo hanno voluto tenere sotto controllo e gli hanno fatto una trasfusione”.

Dopo l’amputazione, effettuata dal dottor Lorenzo Andreani all’ospedale Cisanello di Pisa, non è stato facile: il dolore era fortissimo, nonostante la morfina e i vari antidolorifici in via endovenosa. “I primi giorni sono stati i più devastanti, anche le prime medicazioni – ricorda Richi – Per fortuna quelle successive sono state più sopportabili. C’è da dire che tutto lo staff, a partire dai dottori, agli infermieri e alle oss sono stati di una umanità e professionalità incredibile e questo ha aiutato ad affrontare tutto più tranquillamente”.

Riccardo ha alternato momenti di crisi, soprattutto in fase di dolore acuto, a momenti normali nel quale pensava al suo futuro, a come sarebbe stata la sua vita nuova con una protesi. Dopo qualche giorno è iniziata la fisioterapia, quindi forza in piedi con il deambulatore a muovere i primi passi. Ancora la mamma: “Dopo circa una settimana dalla dimissione c’è stata una emorragia, i dolori erano talmente forti da non riuscire a respirare così abbiamo chiamato l’ambulanza. Al pronto soccorso di Sanremo si sono prodigati per alleviare subito il dolore, prima con la morfina poi con la sedazione”.

“Nella prima ecografia – prosegue la donna – si vedeva proprio l’emorragia con un vortice, un flusso di sangue che si muoveva all’interno della cosca, il ché voleva dire che era attiva. Hanno, quindi, disposto il trasferimento al Santa Corona di Pietra Ligure, dove hanno fatto un angiografia. L’esame ha poi rilevato che un vaso che si era aperto per poi richiudersi da solo, per fortuna non era l’arteria altrimenti lo avremmo perso. Ciò nonostante avendo l’emoglobina molto bassa per le perdite, gli hanno fatto una trasfusione in ambulanza e due in ospedale. Dimesso la sera dopo, ha comunque continuato ad avere dolori e credetemi che non è facile per lui sopportare tutto questo. Il 24 novembre Richi ha compiuto 21 anni, di cui gli ultimi quattro passati tra ospedali, operazioni e chemioterapie. Ancora non è finita perché tra un mesetto dovrà portare a termine la chemio che aveva interrotto in previsione dell’operazione, ma la buona notizia è che le metastasi nel polmone sono ferme. E questo ci rincuora”.

Conclude: “Nel frattempo, già prima che andassimo a Pisa per l’operazione, Specchio dei tempi e Specchio d’Italia si sono attivati per aiutarci, per riuscire ad acquistare la protesi bionica e finalmente far tornare Riccardo a vivere. Ora Richi ha solo una speranza ora, vedere il suo sogno realizzarsi. Grazie a tutti per il vostro sostegno”.

Antonietta, la signora delle erbe che non molla mai

Daniela Borghi,
La Stampa, 23/12/21

«Se fossi vissuta qualche secolo fa mi avrebbero bruciata viva: accusata di stregoneria e messa al rogo». Antonietta Chetta, 93 anni di sapere, è l’ultima signora delle erbe di Triora, il paese delle streghe.

E’ una donna gentile con grande esperienza, lucida e dallo spirito nobile. Vive da sola in una delle case più antiche del paese: «Tra un mese saranno 22 anni che è mancato mio marito Arturo Alberti – dice, con la voce rotta dalla commozione e orgoglio – Faceva il falegname, era molto bravo. Aveva lavorato anche per l’hotel Royal di Sanremo. Abbiamo tre figli: Aldo, del 1949, risiede a Londra da tanto tempo; Antonella, di 60 anni, vive su una sedia a rotelle al Don Orione, a seguito di un gravissimo incidente. L’unico che può venirmi a trovare è Walter, 54 anni, magazziniere di fiori a Taggia. E poi sono nonna di tre nipoti e bisnonna di due. La mia casa è un museo e anche una serra: ci sono i ricordi di una vita e qui coltivo le mie erbe. Ormai non posso più uscire a cercare le piante, cammino a fatica e sono quasi cieca da un occhio. La mia ginnastica è fare, tenendomi al mancorrente, le scale tra i due piani. Il mio motto è: non mollare mai».

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La signora Antonietta è la prima anziana della Liguria a cui la fondazione La Stampa-Specchio dei tempi dona per Natale la «Tredicesima dell’Amicizia»: 500 euro. Una iniziativa con 46 anni di storia, nata per aiutare i nonni a riscaldarsi durante i rigidi inverni degli anni Settanta. La sottoscrizione è continuata fino ad oggi, per offrire un gesto di amore e condivisione agli anziani. «Grazie di cuore per questo dono inaspettato. Lo userò per comprare la legna: ne uso tanta, per il riscaldamento e per cucinare. Costa ben 23 euro al quintale. Farò una scorta da dieci quintali».

E’ una istituzione in Valle Argentina, stimata per le sue conoscenze: un pozzo di cultura. Conserva l’antica memoria e le tradizioni di un tempo, ed apre la sua porta a chi le chiede un consiglio. E’ stata raccontata in libri (anche ne «Il mare in salita» di Rosella Postorino) e invitata in televisione come esperta di erbe: «Ho iniziato facendo la sarta e poi sono stata contadina per una vita. Avevo animali: conigli, galline e cani – la sua voce infonde tranquillità – La passione per le erbe è nata dallo stretto contatto con la natura, che ho imparato ad amare, rispettare e utilizzare per aiutare a combattere una serie di disturbi quando non c’è la necessità di ricorrere ai farmaci». Un’ottima divulgatrice: «Ho fatto la quinta elementare, non ho avuto studi né scuole, ma ho letto tanti i libri». Saggezza, gentilezza e dignità che scaldano il cuore. 

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Inaugurata la nuova tac del Mauriziano

Angelo Conti

E’ stata inaugurata stamattina la Tac di alta gamma che Specchio dei tempi, grazie alla generosa donazione di un imprenditore torinese, ha donato all’Ospedale Mauriziano e soprattutto ai torinesi.

La Revolution EVO, costruita a Milwakee negli Stati Uniti, è la TAC di ultima generazione di General Electric in grado di acquisire fino a 128 strati in unica rotazione e trasformare anche gli esami più complessi in esami di routine. È in grado di acquisire l’intero cuore in pochi grazie secondi alla risoluzione spaziale massima di 0.28 mm, senza artefatti da movimento ed a frequenza cardiaca controllata.

Si possono inoltre eseguire studi di perfusione dinamici degli organi: es. encefalo, polmone, fegato e reni, ecc., eseguire l’imaging 3D e visualizzare il flusso vascolare e le sue proprietà cinetiche. Il sistema Revolution CT EVO dispone della nuova generazione di algoritmi di riduzione della dose di raggi X che consentono di ottenere immagini di qualità eccezionale con una riduzione della dose fino all’82%. Questa Tac risulterà preziosa anche nelle cure al Covid ed alle patologie ad esso correlate.

All’inaugurazione, stamane alle 13, sono intervenuti il governatore del Piemonte Cirio, l’assessore alla Sanità Icardi, il direttore de La Stampa Massimo Giannini e il presidente di Specchio dei tempi Passerin d’Entreves.

Vicini a Torino, sempre.

Gli Eugenio in Via Di Gioia consegnano le Tredicesime

Eugenio in Via Di Gioia

Ciao sono Eugenio, ho trent’anni, vivo a Torino e sono qui per parlarvi della mia esperienza con “la Tredicesima dell’amicizia”. 

Lo scorso novembre con gli Eugenio in Via Di Gioia abbiamo voluto cominciare una riconversione del nostro shop online con idee regalo che in occasione del Natale potessero generare emozioni e valorizzare il nostro territorio. Oggi più che mai è necessario creare una rete di relazioni piuttosto che alimentare ulteriormente il consumo di prodotti materiali, spesso non condivisibili o destinati ad esaurirsi in breve tempo. Sono nate così una serie di idee regalo immateriali, esperienziali: la visita guidata al museo, il giro turistico per le strade di Torino alla riscoperta delle sue bellezze, un pomeriggio transgenerazionale con gli scacchi e con la pasta fatta in casa e le canzoni al telefono. In pochi giorni sono andate in sold out!

Così quando abbiamo avuto modo di conoscere l’iniziativa portata avanti dalla Fondazione Specchio dei tempi da oltre quarant’anni abbiamo pensato potesse essere interessante far convivere i due mondi. Il primo passo è stato devolvere parte dei ricavati delle “Esperienze in Via Di Gioia” a questo fondo, il secondo passo è stato consegnare di persona una tredicesima dell’amicizia a Raffaele. 

Proprio ieri mi sono dato appuntamento con la referente della Fondazione – Specchio dei tempi per la consegna. Lei ha portato la busta con la tredicesima insieme ad un panettone ed io ho imbracciato la mia chitarra. Inizialmente ero un po’ agitato pensavo potesse generare imbarazzo la mia presenza, invece appena Raffaele ha aperto la porta del suo appartamento al quinto piano ho capito che sarebbe stata una mattinata molto piacevole. Così è stato, appena Raffaele ha visto la chitarra ha iniziato a cantare e a raccontarci le più strane storie della sua vita. Ci ha invitati ad entrare, ci ha chiesto se volessimo un caffè e alla fine ha anche accettato che un brano lo cantassi insieme a lui. Abbiamo scelto “Il mondo” di Jimmy Fontana…anche se lui sapeva solo il ritornello, poi ha ricominciato a cantare con grande entusiasmo le canzoni della sua infanzia.

Quando gli abbiamo detto che saremmo andati via lui si era quasi dimenticato del motivo per cui fossimo lì, e tra una canzone e l’altra prima di salutarci ha detto una frase che difficilmente dimenticherò: “tutti che inseguono i soldi, i soldi, i soldi, come se cambiassero davvero qualcosa. Sono le relazioni, le persone, le amicizie che bisogna cercare per essere felici”. La tredicesima che gli abbiamo lasciato in verità è stata molto utile per lui, ha detto che si sarebbe pagato le cure dentistiche, ma devo ammettere che mentre diceva quelle parole ho creduto davvero che quel male al dente fosse nulla in confronto alla felicità che stava provando a raccontarci la sua vita. 

Mi auguro che questa piccola testimonianza possa riaccendere la consapevolezza che donare risorse economiche sia l’azione più semplice ed immediata per aiutare il prossimo, donare il proprio tempo e la propria presenza può sembrare più complesso, ma genera un contraccolpo positivo non quantificabile enorme in chi si dà.

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Verbania, il regalo di Natale a nonna Angela

Cristina Pastore,
La Stampa, 19/12/21

Non si è più ripresa del tutto da una brutta caduta che le è capitata qualche anno fa. Da allora Angela fatica a muoversi. «Vengono ad aiutarmi due operatrici sanitarie del Consorzio servizi sociali del Verbano. Sono bravissime. Si chiamano Elisa ed Elena, non potrei farcela senza di loro» ammette nonna Angela, 78 anni e addosso le fatiche di una vita. «Ho anche altri due angeli: Piero e Nadia. Mi telefonano, mi chiedono di cosa ho bisogno e poi mi portano la spesa e le medicine. Spendo 3 euro di ticket, ma voglio solo i farmaci con il nome originale, quello che sta sulla ricetta del dottore. Prendo 14 pillole al giorno: sto attenta, non ne salto una, ma con i generici, che hanno nomi strani, ho paura di fare confusione» dice l’anziana, originaria della provincia di Foggia, da tantissimi anni a Verbania.

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Abita a Intra, nel quartiere Sassonia. E’ una della destinatarie della «Tredicesima dell’Amicizia», un regalo di Natale che la Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi riserva a chi non è più giovanissimo e vive solo, facendosi bastare i soldi di piccole pensioni. Angela dalla Puglia, rimasta orfana di entrambi i genitori, era salita in Lombardia in cerca di lavoro. «E’ successo molto tempo fa» racconta affondando nelle date. «Ho lavorato sei anni come ausiliaria all’ospedale di Desio, poi in fabbrica, poi mi sono separata da mio marito che avevo conosciuto a Limbiate e ho deciso di raggiungere mia sorella Teresa, più grande di me di un anno e mezzo, che già era a Verbania» ricorda nonna Angela.

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Per 17 anni ha fatto la badante all’Eremo di Miazzina. «Davo assistenza a vecchietti allettati: ci sono stati quelli che non mi volevano e mi mandavano a quel paese e quelli che mi facevano festa appena arrivavo» rammenta. Adesso vorrebbe lei qualcuno che le porgesse il braccio e la portasse fuori per una passeggiata. Un aiuto in più l’ha avuto dal progetto comunale Well-Fa-Rete Sassonia, ma le manca un accompagnatore. «Per fare un giretto, magari fino al lago. Vado con bastone e deambulatore, ma ho paura di cadere. Mi dovrebbero riconoscere l’invalidità, ancora non l’hanno fatto. Potete voi fare qualcosa per me?», chiede.

Pranzo e cena se li prepara da sola e gran parte della giornata la trascorre in compagnia della tv. «Guardo telefilm, anche polizieschi, i varietà e seguo i telegiornali». E del Covid cosa pensa: ha paura del virus? «Io sto tranquilla, ho fatto tutte e tre le dosi del vaccino».

Barbara Bonansea, la calciatrice che aiuta gli anziani

Lucia Caretti,
La Stampa, 17/12/21

La signora Maria ha 88 anni, accento mantovano e la stessa parlantina di quand’era ragazza. Chiacchiera, chiacchiera, e quando scopre di avere accanto la calciatrice che ha visto molte volte in tv, s’interrompe di colpo: “Davvero? Che bello. Che esempio! Brava! Da adesso farò il tifo per te”. Succede un pomeriggio di dicembre. Barbara Bonansea, la stella del calcio femminile, è appena tornata dall’ennesima trasferta. Tra Champions, Nazionale, e corsa scudetto con la Juve, Barbara spende il suo unico giorno libero così: aiutando Specchio dei tempi a consegnare le Tredicesime dell’Amicizia. Un assegno da 500 euro, il regalo che la fondazione fa ogni Natale a 2000 anziani fragili, come Maria.

“Grazie, grazie, grazie. Userò questi soldi per pagare il riscaldamento” racconta la signora commossa, mentre riceve il denaro dalla calciatrice testimonial di Specchio. “Nella mia vita ho avuto molti lutti, anche se il peggior dispiacere è stata la fine del mio matrimonio, a cui è seguito un terribile esaurimento”. Maria però si è rialzata, e oggi cammina a testa alta. “Ho imparato che bisogna prendere le cose come vengono” spiega all’attaccante pinerolese. “Fidati, non si può fare diversamente”.

Dona per Maria e gli anziani delle Tredicesime.

È una scena già vista e magica, nella sua semplicità. Barbara ha due nonne a cui è legatissima e sa ascoltare; Maria in pochi minuti la considera una nipote acquisita. “Sono sola da più di trent’anni  – ricorda l’anziana – non ho avuto figli. Ho lavorato come sarta”. “Anche la mia mamma è sarta” – s’accende “BB11”. E subito una confidenza tira l’altra. Sul tavolo di Maria ci sono medicine e bollette, nel cuore l’orgoglio di chi non ha debiti. “Non ne ho mai fatto uno, mai. Ho una pensione da 649 euro e me la faccio bastare”. Ogni spesa è centellinata. Solo il tempo è dilatato. “Guardo la tv, esco poco, ci sono i miei vicini che mi danno una mano e qualche parente. Poi i volontari di Specchio dei tempi, che mi telefonano e mi portano la spesa”.

Sì perché Maria è anche parte di “Forza Nonni, l’iniziativa con cui la onlus dei lettori de La Stampa offre pacchi alimentari, supporto psicologico e pulizie domestiche, tutto l’anno. Bonansea aveva supportato pure quel progetto, pochi mesi fa, lanciando una raccolta fondi per i suoi trent’anni. Ora torna all’attacco per Natale: “A Torino ci sono troppi anziani che non hanno nessuno accanto e si trovano in difficoltà economica” denuncia. “Non credo servano molte parole, semplicemente non è giusto: quegli anziani potrebbero essere i nostri nonni. Non possiamo lasciarli soli, dobbiamo fare qualcosa. Specchio dei tempi li aiuta in un modo concreto. Dateci una mano. Donate!”.

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