Adolescenti, è emergenza alcol “Cocktail e vino per sentirsi grandi”

Irene Famà,
La Stampa, 15/05/23

Alice, 15 anni, beve per sentirsi grande. «Con uno spritz in mano è più facile fare conoscenza». Marco,14 anni, le bottiglie di liquore le ha nascoste sotto il letto del collegio. A decine. Una sfida al sistema, «un modo per essere accettato dagli amici». O almeno così ha spiegato agli insegnanti che l’hanno scoperto. Francesco, 19 anni, guidava ubriaco. Ha demolito due auto, è salvo per miracolo. Maria, 13 anni, ha iniziato a comprarsi le birre da sola durante la pandemia. Da lì non ha più smesso. «Mi aiutano a interagire con le persone. Mi sento più bella, più interessante», ha confessato ai terapeuti che l’hanno seguita nel percorso di disintossicazione. E poi c’è quel tredicenne che l’altra sera, fuori dalla discoteca Moya, è svenuto, in coma etilico, dopo una festa a base di cocktail di ogni genere.

L’abuso di alcol tra i giovani assume sempre più i contorni di un’emergenza. «Abusatori periodici», così li definiscono gli esperti. Bevono per superare la timidezza, per sfida, per esibizione. Per farsi vedere. Soprattutto le ragazze, spiega Ivana De Micheli, la presidente di Acat Torino Centro. «Da anni andiamo nelle scuole a spiegare le gravi conseguenze del consumo di alcol, eppure nemmeno vi immaginate quanti giovani arrivano nei pronto soccorso della città in coma etilico». Con loro i genitori, «che invece di chiedere aiuto, spesso negano l’evidenza». In Italia, ogni anno, ci sono circa 800mi1a persone che accusano «disturbi dall’uso di alcol» e, nelle strutture specializzate per affrontare le dipendenze ne arriva appena il 10 per cento. «In questo momento noi abbiamo una settantina di persone in terapia, seguite da cinque gruppi di sostegno», continua De Micheli. Adulti e giovani. Le regole ci sono: vietato vendere alcol a chi ha meno di sedici anni. Eppure in pochissimi, dal bancone, chiedono i documenti prima di servire un cocktail. «Le norme dovrebbero essere più stringenti – è l’appello degli esperti – Gli alcolici dovrebbero essere vietati sino ai 21 anni perché distruggono le cellule cerebrali innescando una sessantina di patologie collegate». La questura, nell’ultimo anno, ha denunciato quattro titolari dei locali e chiuso due discoteche perché somministravano cocktail e birre e vino ai più piccoli.

Il camper di Specchio dei tempi, insieme ai carabinieri, si ritrova nelle zone della movida, dove ci sono gli “spritz comunitari”, dieci a quindici euro, per fornire alcol test gratuiti e prevenire le stragi del sabato sera. Tra gli adolescenti, il lockdown ha peggiorato le cose: i ragazzi che hanno iniziato a bere a casa, di nascosto, per passare il tempo. Anche per questo al Mauriziano, un anno fa, è stato inaugurato il primo Centro Alcologico di Torino. Un day hospital dedicato a persone con Disturbo da Uso di Alcol (DUA). In Piemonte sono stati 185 ingressi in pronto soccorso di minori sotto i 17 anni. Adolescenti, con diagnosi attribuibili all’alcol. E in 350, trai 18 e i 24 anni, sono arrivati in evidente stato di intossicazione alcolica. L’équipe medica del Centro è coordinata da Fabrizio Bert professore di Igiene e vice presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, dove, lo scorso anno, è stato inserito il corso di Alcologia: «L’obiettivo è quello di formare dei professionisti che intercettino subito le potenziali situazioni a rischio e le prendano in carico perché, ora come ora, questa figura è carente».

Aperta sottoscrizione per Mirabel, ha 5 anni e un tumore al cervello

Paola Scola,
La Stampa, 14/04/23

A far conoscere la storia di Mirabel e della mamma Giulia, un mese fa, era stato Franco Graglia, il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte. Che aveva incontrato la famiglia in una stanza del «Regina Margherita», l’ospedale infantile di Torino dove tanti bimbi lottano come leoni per vedersi restituire alla vita. Mirabel, 5 anni, di Dronero, è una di loro. «Fantastica, gioiosa, amorevole, generosa, tenera, ma con una forma rara di tumore al cervello – aveva raccontato Graglia -. Giulia, una super mamma, forte, determinata, convinta, è sempre con il sorriso, nonostante tutto». Cioè la fatica immensa di assistere alla malattia della figlia, riuscendo a regalarle forza, pazienza, un po’ di gioia e tutto il suo tempo. Per rimanere con Mirabel, infatti, Giulia ha rinunciato a qualsiasi lavoro. E questo, in una famiglia con l’unico stipendio del papà operaio e altri due fratellini, non rende certo facile la quotidianità.

Un problema che si è sovrapposto a quello delle cure in ospedale a Torino, dove un anno fa (era il 6 aprile 2022) la giovane coppia ha dovuto affrontare lo choc della diagnosi terribile. E dove Mirabel viene sottoposta a una cura sperimentale. «Con la speranza – ha sottolineato mamma Giulia – di aiutare altri bambini in futuro con una malattia così rara. Facciamo parte di uno studio randomizzato per la radioterapia, unica soluzione per combattere il mostro, che però ha un limite: non si sa ancora la modalità migliore di irradiazione. Insieme, ci sono la chemioterapia e un altro farmaco sperimentale».

Specchio dei tempi – con la generosità dei lettori de La Stampa – ha voluto essere vicino a mamma Giulia e alla sua Mirabel, destinandole subito un sostegno di 1000 euro. E ieri ha comunicato la notizia alla giovane donna, coraggiosa e tenace come la bimba dagli occhi grandi di cui si prende cura.

Le donazioni a possono essere fatte qui oppure con bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi Onlus IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200; con bollettino su conto corrente Postale numero 1035683943, specificando sempre nella causale la finalità alla quale le si vuole destinare. Tutte le donazioni, eccetto quelle in contanti, sono fiscalmente deducibili.

Studenti a lezione di sicurezza di bici anche nel biellese

Caneddu Gianpiero,
La Stampa. 15/04/2023

Farà tappa ad Andorno la nuova iniziativa di Specchio dei Tempi legata all’educazione stradale. Lunedì quattro classi dell’istituto comprensivo di piazza Salvo d’Acquisto saranno coinvolte in una lezione che spiegherà le buone norme di sicurezza per muoversi in bicicletta, il mezzo di locomozione preferito da chi frequenta le scuole medie. A guidare il corso saranno veri esperti: Valter Gerbi è stato per anni il volto e la voce della polizia municipale di Torino, di cui era responsabile della comunicazione. Nel suo ruolo era diventato celebre per i suoi interventi in televisione e in radio per fornire in tempo reale gli aggiornamenti sul traffico. Insieme a lui la fondazione legata a La Stampa invierà ad Andorno. Paolo e Giorgio Viberti, altrettanto famosi inviati al seguito delle principali corse ciclistiche che porteranno contributi video in cui a parlare della bicicletta e del modo corretto di usarla saranno anche i campioni del pedale.

L’iniziativa di Specchio dei Tempi è partita a marzo, con l’obiettivo di entrare in contatto con una ventina di scuole in tutto il Piemonte, dieci a Torino e almeno una per ognuna delle province della regione. Per il Biellese si è candidato l’istituto comprensivo di Andorno che farà partecipare due classi in presenza e due in collegamento video attraverso le lavagne interattive delle aule. Nelle due ore l’argomento-chiave sarà proprio la sicurezza: se l’età media di chi usa la bicicletta per muoversi si sta abbassando, è fondamentale cominciare a parlare delle norme del codice della strada più presto rispetto a quanto stabilisce la legge, che impone il primo patentino solo con l’uso del motorino a partire dai 14 anni.

«Usare la bicicletta – sottolineano da Specchio dei Tempi – spesso è anche un’esigenza, ma si inserisce in un contesto stradale a volte rischioso, che richiede la conoscenza dei propri limiti e delle norme che disciplinano l’uso delle due ruote». L’opportunità per le studentesse e gli studenti delle medie di Andorno non si esaurirà con le due ore di lezione in programma lunedì. Obiettivo del progetto è anche organizzare «una bicidettata aperta a tutti i bambini e i ragazzi, coinvolgendo anche le famiglie. Lì verranno distribuiti alcuni gadget ai partecipanti».

120 ragazzi di Cuneo “A scuola di bici” con Giorgio Viberti e Valter Gerbi

R.S.
La Stampa, 26/03/23

Grande partecipazione di studenti al progetto «A scuola di bici» di Specchio dei Tempi, la onlus de La Stampa. L’appuntamento era stato programmato all’istituto comprensivo Viale Angeli a Cuneo con alcune classi della scuola media «Massimo D’Azeglio», circa 120 ragazzi che si sono alternati in quattro ore di «lezioni» sul fascino dell’uso della bicicletta e sull’importanza della sicurezza stradale. A tenere desta l’attenzione degli allievi c’erano il giornalista specializzato di ciclismo Giorgio Viberti (38 annidi carriera a La Stampa durante i quali ha seguito, tra l’altro, 22 Giri d’Italia, 10 Tour de France,15 Mondiali su strada e decine di edizioni delle principali grandi corse internazionali) e Valter Gerbi, commissario e storico volto televisivo della polizia municipale di Torino. Con loro la dirigente scolastica Donatella Platano e numerosi docenti, fra i quali i professori Mania Congiu, Giuseppe Costamagna, Maria Casula e Barbara Reghezza, tutti appassionati di bicicletta, alcuni anche buoni praticanti.

L’incontro è avvenuto all’interno dell’istituto comprensivo, che ospita oltre mille ragazzi. Teatro della lezione è stata l’aula magna, che tra l’altro in questi giorni accoglie la mostra degli elaborati realizzati dagli studenti nell’ambito di un concorso sulla mobilità sostenibile, in collaborazione tra l’istituto comprensivo Viale Angeli, il Comune di Cuneo e l’Istituto tecnico superiore per Geometri «Bianchi-Virginio». Con quante mani si deve guidare una bicicletta? Il casco è obbligatorio o solo consigliato? In strada si può procedere affiancati in bicicletta? Com’è fatto il cartello che indica l’obbligo di dare la precedenza?

Queste sono state soltanto alcune delle domande alle quali i ragazzi si sono sottoposti con partecipazione e simpatia, spesso mettendo in evidenza anche buone cognizioni sul Codice della strada, nonostante la legge italiana non preveda veri e propri corsi di formazione sull’educazione stradale per chi usa biciclette o monopattini, il che spesso causa numerosi incidenti con vittime in particolare fra gli utenti più «deboli», come pedoni. «Io dico sempre – ha sottolineato Valter Gerbi, commissario della polizia municipale di Torino – che andare in giro con una bicicletta assomiglia un po’ a una partita di scacchi: bisogna stare molto attenti alle mosse che si fanno, ma anche, e forse soprattutto, cercare di prevedere e intuire le mosse altrui», cioè le possibili manovre degli altri utenti della strada, in particolare automobilisti e camionisti.

«La bici è un mezzo di locomozione straordinario – ha aggiunto Giorgio Viberti, giornalista sportivo e appassionato cicloamatore -. Può essere usato da tutti e in tutte le sue varie espressioni, che siano city bike o bici da corsa, mountain bike o gravel, bmx o bici a scatto fisso. Cuneo si è sempre dimostrata una città ideale per le bici e anche per il ciclismo professionistico, che tra l’altro nel 2008 ospitò il giorno di riposo e una tappa di partenza del mitico Tour de France, la più grande manifestazione ciclistica del mondo, e soltanto la scorsa stagione una tappa di arrivo del Giro d’Italia, vinta in volata dal francese Arnaud Démare».

L’iniziativa «A scuola di bici» è stata allestita e organizzata da Specchio dei tempi, la Fondazione onlus sostenuta dalla solidarietà dei lettori de La Stampa. Nacque dalla omonima rubrica pubblicata sulle pagine del quotidiano, uno spazio di dialogo dove confrontarsi, denunciare ingiustizie, ma anche chiedere e offrire aiuto, eda11955 èunriferimentoprezioso e sicuro per i lettori che vogliono dare un sostegno concreto e immediato a chi si trova in difficoltà. Fra le varie iniziative realizzate in Italia e nel mondo (come di recente quelle in Ucraina travolta dalla guerra o nelle zone terremotate di Turchia e Siria), quest’anno è stata appunto organizzata «A scuola di bici», una serie di 40 «lezioni» per gli studenti delle scuole medie di tutto il Piemonte per incentivare l’uso corretto e in sicurezza della bicicletta.

L’incontro cuneese all’istituto comprensivo Viale Angeli è stato particolarmente voluto e seguito e culminerà fra tre mesi circa (probabilmente il 23 o 24 giugno), parallelamente alla famosa granfondo di ciclismo «La Fausto Coppi», con un biciclettata di studenti cicloamatori per le vie ciclabili di Cuneo, in compagnia dei giornalisti «ciclofili» Giorgio e Paolo Viberti e di alcuni campioni del pedale.

Scopri il progetto.

Specchio dei tempi apre una sede anche ad Aosta per offrire aiuto

La Stampa,
19/03/2023

Specchio dei tempi apre una sede in ogni capoluogo di provincia di Piemonte, Liguria di Ponente e anche in Valle d’Aosta, per essere sempre più vicino alle esigenze di tutti.

La Fondazione de La Stampa, nata da una rubrica delle lettere negli Anni Cinquanta, è diventata una grande catena di solidarietà che dall’Italia si è estesa al mondo, senza dimenticare i problemi di chi vive nella porta accanto, ha scelto come sede le redazioni del territorio. A testimonianza del legame forte con il quotidiano.

Da martedì 21 marzo Specchio dei tempi apre ad Aosta, negli uffici de La Stampa di piazza Chanoux 28. Gli incaricati della Fondazione saranno in redazione una volta al mese per informare sulle attività della fondazione, raccogliere le segnalazioni dei cittadini per la rubrica Specchio dei tempi, le donazioni di chi vuole offrire aiuto o le richieste di chi invece ne ha bisogno. Verranno poi raccolte anche le richieste di aiuto proposte per le Tredicesime dell’amicizia, i contributi agli anziani per il Natale che rappresentano una delle iniziative storiche della Fondazione.

Lo sportello di Specchio tempi sarà aperto dalle 11 alle 14 di martedì, pronto ad accogliere chiunque voglia mettersi in contatto con la Fondazione o anche solo semplicemente conoscerne meglio le finalità.

L’ambasciatore di Kiev ringrazia la Regione e Specchio per la solidarietà

Cla. Lui.
La Stampa, 10/03/23

Il momento più emozionante – e fuori programma – della visita dell‘ambasciatore dell’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk, è stata la consegna di alcuni disegni fatti dai bimbi con malattie oncologiche scappati dalla guerra e curati all’ospedale Regina Margherita. Un modo per sottolineare il sostegno ricevuto in Piemonte e l’amicizia tra le due nazioni. Ieri il diplomatico è venuto in visita a Torino, prima regione italiana che ha voluto ringraziare per l’impegno nel prestare assistenza ai cittadini ucraini.

La giornata in Piemonte, che attualmente ospita ancora quasi 12.000 rifugiati, è iniziata al Regina Margherita dove sono ricoverati i bambini ucraini malati oncologici portati in Italia la scorsa primavera con una missione umanitaria. Poi un incontro al grattacielo di via Nizza e l’appuntamento con il sindaco, Stefano Lo Russo, a Palazzo di Città. «Il rapporto di collaborazione con l’Ucraina – ha ricordato Cirio – va avanti a diversi livelli dal primo momento dello scoppio di una guerra ingiusta e ingiustificabile che ha visto la Russia invadere uno Stato sovrano. Alla condanna del conflitto abbiamo associato i fatti: abbiamo dato assistenza sanitaria a queste persone, abbiamo aperto le nostre scuole dando supporto con attività di interpretariato. A rendere possibile tutto questo sono stati gli enti locali, tantissime famiglie, realtà del terzo settore e molti imprenditori, oltre ai volontari della Protezione civile».

Un ringraziamento speciale alla Fondazione Specchio dei tempi, che ha condotto una straordinaria campagna di raccolta fondi per attuare interventi di sostegno a favore degli sfollati, ricostruire villaggi in zone di guerra e realizzare un intenso programma di rimpatri: «Le persone si fidano di Specchio dei tempi, quando lancia un’iniziativa viene seguita. Grazie di averci messo la faccia – ha detto il presidente della Regione – perché è un volto ben riconoscibile e affidabile». Cirio ci ha tenuto anche a sottolineare la continuità tra il governo Draghi e il governo Meloni. Da Roma sono arrivati 22 milioni per coprire le spese di assistenza.

«Dal Piemonte – ha affermato l’ambasciatore Melnyk  aspettiamo cooperazione sul piano economico e culturale. Lavoreremo per creare un gemellaggio con una regione dell’Ucraina. Con il presidente abbiamo parlato anche di futuro. Il mese prossimo a Roma l’Ucraina organizza una conferenza dedicata alla ricostruzione e invitiamo gli imprenditori piemontesi a partecipare per dare il proprio contributo alla ripartenza del Paese». Invito prontamente raccolto da Cirio a nome degli imprenditori. «Manterremo uno stretto contatto con l’ambasciata – ha assicurato il presidente della Regione – per portare le migliori capacità dell’imprenditoria del Piemonte» Oltre all’assistenza sanitaria e scolastica, la solidarietà si è concretizzata anche con offerte lavorative tanto che nel 2022 le assunzioni in Piemonte hanno riguardato 4.119 ucraini.

E il sostegno continua: nei prossimi giorni, il 18 marzo, arriverà in città un poliziotto ucraino di 30 anni, ferito al volto da schegge di un’esplosione durante la difesa della città di Lisichansk. Verrà seguito dai chirurghi maxillo facciali, dagli otorinolaringoiatri e dagli oculisti di Città della Salute per curarne il trauma maxillo facciale.

Come donare per i rifugiati ucraini

Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.

Dona ora

Anche in redazione a Cuneo aperto lo sportello di Specchio dei tempi

Paola Scola,
La Stampa, 08/03/23

Ogni martedì mattina uno spazio di ascolto nella sede de La Stampa in corso Nizza 11

La targa c’è, accanto al portone della redazione di Cuneo de La Stampa, al civico 11 di corso Nizza, nel cuore della città: «Specchio dei tempi». E ora la novità: la Fondazione del quotidiano torinese apre una sede nella Granda. Per essere sempre più vicino alle esigenze di tutti. E ha scelto come «casa» la redazione del territorio, a testimonianza del forte legame che esiste con La Stampa.

A Cuneo lo sportello ha esordito ieri mattina. Sarà attivo ogni martedì. Un’opportunità per incontrare un operatore o uno dei volontari di Specchio dei tempi, pronto ad accogliere chiunque voglia mettersi in contatto con la fondazione, fornire segnalazioni e richieste di aiuto, oppure conoscerne meglio le finalità (informazioni a La Stampa e telefonando allo 0171-452411).

Da quando è nata, partendo da una rubrica delle lettere negli Anni ’50, quella di Specchio dei tempi è diventata una grande catena di solidarietà, che dal Nord Ovest si è estesa a tutta l’Italia e al mondo, andando a intervenire in modo concreto in situazioni di povertà, ma anche nelle grandi emergenze (alluvioni, carestie, terremoti, tsunami). Tutto questo, però, senza dimenticare i problemi di chi vive nella porta accanto. Ed ecco, ad esempio, le «Tredicesime dell’Amicizia», storica iniziativa di contributi agli anziani per il Natale, così come «Forza Nonni!»«Forza Mamme!» o le «colazioni della solidarietà».

Una delle caratteristiche della onlus è quella di «arrivare subito», per dare un aiuto immediato. La sua storia ne è la testimonianza – per parlare soltanto del periodo recente -, scritta per esempio attraverso gli assegni ai negozianti alluvionati nel 2020, da Limone all’alta valle Tanaro. Oppure i fondi per ripristinare il parco giochi Pollicino a Ormea, la struttura polivalente del Gurei a Nucetto, la dotazione degli Aib del territorio, il Cfp, l’asilo e la Passerella a Ceva. E Ceva ha detto grazie anche dell’aiuto erogato per la messa in sicurezza della «piccola cittadella della carità» della San Vincenzo. Oppure della fornitura di dispositivi di protezione Covid donata alla Croce Bianca. Nella pandemia Specchio dei tempi ha portato avanti anche la campagna di sostegno ai negozi chiusi. Ed è stato generosamente in prima linea fin dallo scoppio della guerra in Ucraina: là ha allestito due villaggi e trasportato tonnellate di materiale (in tandem con varie aziende del Cuneese e la preziosa collaborazione di Confartigianato Cuneo); in Italia ha accompagnato e assistito centinaia di profughi, soprattutto madri con figli. Da non dimenticare, in terra cuneese, la sottoscrizione per l’allevatore di bovini a Sommariva Bosco, che perse un terzo della mandria, uccisa dal sorgo che stava brucando. E quella in corso per Susanna, l’ex insegnante di Pezzolo Valle Uzzone che ha perso la casa.

Infine lo sguardo alla scuola: la campagna di sicurezza stradale per le biciclette e il corso di giornalismo in classe.

«Specchio Nord», lo sportello per mamme e bimbi in Barriera a Torino

Leonardo Di Paco,
La Stampa, 03/03/23

Specchio dei tempi trova una nuova casa in Barriera di Milano, quartiere simbolo delle periferie, epicentro del meltin pot di Torino, area in perenne trasformazione dal punto di vista urbanistico e anche custode di problemi di integrazione, criminalità e descolarizzazione. L’impegno di «Specchio Nord», il quarto sportello in città, aperto in via Cimarosa 26 all’interno di locali messi a disposizione dall’Atc, l’ente delle case popolari, si concentrerà soprattutto su quest’ultimo aspetto.

In questi locali a due passi da via Bologna, con scorcio in lontananza del palazzone dimenticato ex Poste di via Monteverdi, il fulcro dell’attività sarà rappresentato dal progetto “Forza bimbi!”. Si tratta di un percorso rivolto ai più giovani offrendo attività formative nel tempo libero dalla scuola, per evitare frequentazioni di altro tipo, e il progetto “Forza Mamme!” che sostiene 100 donne sole capofamiglia e i loro 198 bambini.

Il centro sarà aperto in concomitanza delle attività. Cioè tutti i pomeriggi della settimana e il sabato mattina per i doposcuola mentre diverse mattine la settimana per gli incontri di Forza Mamme. A partire da aprile il centro sarà aperto anche la domenica: ospiterà una serie di laboratori dedicati ai ragazzi.

Ieri mattina il presidente della fondazione, Lodovico Passerin d’Entreves, assieme al direttore de La Stampa Massimo Giannini ha presentato i locali al prefetto Raffaele Ruberto, al sindaco Stefano Lo Russo, al comandante provinciale dei carabinieri, il generale Claudio Lunardo, e all’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca. «Le sfide di Specchio si stanno ampliando sempre di più – ha spiegato Passerin e crescono di pari passo con un contesto sociale sempre più sofferente, stretto fra i rincari del costo della vita. C’è sempre più solitudine, anche da un punto di vista civile. Siamo venuti in Barriera perché è uno dei quartieri dove la nostra rete ha raccolto più richieste di aiuto e qui metteremo in campo due interventi decisivi dedicati a due grandi sfide per il futuro delle nuove generazioni e per la crescita civile della nostra città».

Concetti ripresi anche dal sindaco di Torino: «Questa zona della città, proprio per la sua complessità, è terreno fertile per la nascita di luoghi e progetti che possano aiutare a sostenere la crescita del quartiere e migliorarne la vivibilità» ha detto Lo Russo, che parlando delle trasformazioni urbanistiche di Barriera di Milano ha indicato i12023 come l’anno della svolta per la nuova linea della metropolitana con l’arrivo dei primi bandi. «Il rilancio della zona Nord – ha aggiunto il primo cittadino – è uno degli obiettivi della nostra amministrazione e passa anche attraverso i fondi legati al Pnrr (oltre 800 milioni per la Città, ndr) che per il 60% riguarderanno progetti legati all’inclusione sociale e alla sicurezza per aumentare la qualità della vita di chi vive e lavora in questo tipo di quartieri».

Su questo tema il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, ha parlato della riscoperta «anche da una parte della politica della lotta alle disuguaglianze e questa non può che essere una buona notizia perché le periferie possono diventare luoghi per ripartire. Quello che ancora manca, a volte, è la presenza di strutture che consentano a chi vive ai margini di poter avere dei luoghi dove riconnettere una trama solidale interrotta».

 

Sostegno a Susanna dopo l’incendio, “Aspetto gas, elettricità e acqua”

Arami Manuela,
La Stampa, 10/03/23

«Ringrazio tutte le persone che mi stanno dando una mano, da chi porta coperte per me e i miei animali a quanti mi ospitano nelle loro case in attesa che i tecnici effettuino gli allacciamenti agli impianti della casetta prefabbricata che i volontari hanno posizionato nel punto vicino alla mia abitazione. Sono grata anche per le sottoscrizioni che hanno avviato Specchio dei tempi e Comune di Pezzolo. In questo momento, però, mi servono anche guanti, scope e pale per togliere la neve dalla macchina e dalla strada che si congiunge alla provinciale e che qualche caseificio sia disposto a ritirare il latte che ogni giorno mungo dalle mie capre».

Susanna Wüst ha perso tutto nell’incendio che ha distrutto la sua casa in località Porcavio a causa di un guasto alla stufa a legna, ma non la speranza. Perché la pensionata di origine svizzera che martedì scorso ha compiuto 80 anni (in Italia da 37) riesce a trovare sempre il lato positivo in tutte le cose. Anche quando la neve rende tutto più difficile. «Dormo dai vicini, ma l’altra sera ho voluto rimanere nel prefabbricato, nonostante gli impianti non funzionassero – dice Susanna -: avevo paura che la neve mi impedisse di tornarci. Mi scaldavano i cani e i gatti che
dormivano vicino alle mie gambe. Poi al mattino un amico mi è venuto a prendere perché si stava preoccupando. La neve non mi fa paura, è necessaria, è una manna per la natura».

L’ex insegnante rimasta vedova 21 anni fa non si perde d’animo nonostante il freddo e i disagi. Cerca di organizzare le giornate e di non far mancare nulla ai suoi animali. Parla della sua «piccola arca di Noè» formata da cani, gatti, galline, galli e capre. «Sto aspettando che mettano in funzione il riscaldamento, l’elettricità e l’acqua – continua -. Intanto mungo le capre in una stalla provvisoria e regalo il latte a una famiglia che ha un bimbo piccolo e alle amiche che cucinano budini e torte: non voglio che vada sprecato. Ho anche provato a fare il formaggio da loro, ma non so ancora come verrà. La mia attrezzatura, purtroppo, è rimasta distrutta nell’incendio».

Quando osserva il mucchio di macerie che un tempo era una cascina in pietra e in legno, scrolla la testa e dice: «Chissà cosa starà pensando mio marito dal cielo di fronte a un disastro così. Ci aveva messo l’anima a costruire questa piccola fattoria». Poi, però, si consola: «Non ho grosse esigenze, tutto si può aggiustare». E quando qualcuno le propone di andare per un periodo in albergo, risponde: «Non ci penso nemmeno, il mio posto è qui».

Specchio dei tempi a Vercelli, il 2 marzo apre lo sportello in redazione

Specchio dei tempi aprirà una sede in ogni capoluogo di provincia di Piemonte, Lombardia e Liguria di Ponente, per essere sempre più vicino alle esigenze di tutti. La Fondazione de La Stampa, nata da una rubrica delle lettere negli Anni Cinquanta è diventata una grande catena di solidarietà, che dall’Italia si è estesa al mondo, senza dimenticare i problemi di chi vive nella porta accanto, ha scelto come sede le redazioni del territorio. A testimonianza del legame forte con il quotidiano.

Da giovedì 2 marzo Specchio dei tempi apre a Vercelli, negli uffici de La Stampa di via Duchessa Jolanda 20. Gli incaricati della Fondazione saranno in redazione una volta al mese per informare sulle attività della fondazione, raccogliere le segnalazioni dei cittadini per la rubrica Specchio dei tempi, le donazioni di chi vuole offrire aiuto o le richieste di chi invece ne ha bisogno. Verranno raccolte anche le richieste di aiuto per le Tredicesime dell’amicizia, i contributi agli anziani per il Natale che rappresentano una delle iniziative storiche della Fondazione.

Lo sportello di Specchio tempi sarà aperto dalle 10 alle 13 di giovedì, pronto ad accogliere chiunque voglia mettersi in contatto con la Fondazione o anche solo semplicemente conoscerne meglio le finalità.

“Con Specchio dei tempi avete dato una casa a chi scappava dall’orrore”

Padre Alessio ha accompagnato la Fondazione de La Stampa nella consegna degli assegni di “primo sostegno” ai profughi arrivati in provincia di Cuneo

Paola Scola,
La Stampa, 26/02/2023

L’alta valle Tanaro è diventata la sua seconda casa. Ha tanti amici, i parrocchiani hanno imparato ad apprezzarlo. Lui e il confratello non si risparmiano nella cura delle comunità che il vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli, ha affidato loro. Padre Alessio Budziak e padre Michele ora vivono nella canonica del Santuario di Valsorda, a Garessio, uno dei luoghi della fede mariana tra Piemonte e Liguria. E si occupano, da vicari con altri sacerdoti, di Garessio, Priola, Alto e Caprauna. Messe, incontri, preghiera, animazione dei giovani, visite ad anziani e malati.

Il cuore di Alessio e Michele è sempre in mezzo alla gente. Ma anche altrove. Nella loro terra. L’Ucraina distrutta dalla guerra. Quando la Russia l’ha invasa, un anno fa, padre Budziak era già in Italia da qualche tempo. E si è battuto per aiutare sia i connazionali in Patria, sia quelli arrivati nelle province di Cuneo e Savona (è il referente di un’ampia comunità religiosa). Diventando punto di riferimento per quanti si sono mobilitati da subito con i sostegni, come Specchio dei tempi.

Il sacerdote ha collaborato anche quando la fondazione de La Stampa ha distribuito gli assegni di «primo aiuto» per i profughi nel Cuneese. Interprete, consigliere per le famiglie in difficoltà, sostegno per sbrigare la burocrazia, trovare cibo, abiti, casa e lavoro, soprattutto per le madri fuggite dalle bombe con i bambini. Ieri padre Alessio ha raccontato: «Un anno è trascorso e non ci sentiamo soli. Avremmo anche potuto disporre di molti mezzi, ma provare abbandono. Qui, invece, la gente non ha permesso che accadesse. Anche a livello mondiale, sentiamo il sostegno dei tanti leader che non hanno paura di dire con chiarezza che la Russia porta distruzione. E per noi ucraini è il momento di liberarci, come fece il popolo d’Israele dal Faraone d’Egitto: siamo pronti a offrire tutti la vita, se ci dovessero richiamare nel nostro Paese».

Dei profughi riparati nel Cebano e Monregalese, metà sono tornati in Ucraina. «C’era la difficoltà di inserirsi, della lingua – ha spiegato il sacerdote -. Così sono rientrati nelle zone dove la guerra è più lontana. Le donne volevano rivedere i mariti e i bambini i loro papà. Altri, invece, sono rimasti qui, dove hanno deciso di ricominciare. Gli italiani hanno dato denaro, cibo, ospitalità, lavoro come badanti, a far le pulizie e in fabbrica. E non possiamo che dire grazie, ricambiando con il migliore dei comportamenti». Ma le difficoltà ci sono: «C’è da imparare la lingua, fronteggiare le spese. Una mamma di 39 anni, ad esempio, con tre figli, ha casa in affitto, ma per pagare la prima bolletta dovrà spendere quasi tutto lo stipendio della fabbrica. Cercheremo di esserci anche lì».

Alluvione ’94, la nostra sottoscrizione e l’aiuto di Maurizio Costanzo

Paola Scola,
La Stampa, 26/02/2023

Alluvione del 5 e 6 novembre 1994. Il Piemonte è in ginocchio. La provincia di Cuneo subisce danni incalcolabili e piange 29 morti, tra acqua e fango. La gara di solidarietà che Specchio dei tempi riesce a porre in campo rimane tuttora la più alta sottoscrizione non televisiva: 24 miliardi di vecchie lire.

I lettori de La Stampa donano con generosità, per sostenere quanti hanno perso tanto o tutto, lungo l’asta del Tanaro e degli affluenti inferociti e sulle colline graffiate dalle frane. Si mettono in coda nelle redazioni del quotidiano, versano su conto corrente postale e in ogni modo possibile con i mezzi di 29 anni fa. Quanto raccolto viene distribuito come aiuti concreti a privati (9.804 famiglie), borse di studio (2.000) o sostegni alle aziende. E poi le opere pubbliche: in una manciata di mesi si ricostruiscono la storica Passerella di Ceva e il ponte sul Cherasca ad Alba.

In quest’emergenza, dove tutto serve e tutto manca, ma non la solidarietà, s’inserisce un ulteriore atto di altruismo, che Bagnasco (in alta val Tanaro) ricorda in queste ore, segnate dalla morte di chi ne fu il motore: Maurizio Costanzo.

Il sindaco di oggi, Beppe Carazzone, a nome dei cittadini, dice: «Ricordiamo con affetto e gratitudine il dottor Costanzo, promotore della raccolta fondi tramite la quale l’amministrazione comunale, guidata dall’allora sindaco Roberto Colombo, ha potuto costruire il nuovo ponte sul Tanaro dopo l’alluvione ’94».

Nell’esondazione del 5-6 novembre ’94 il ponte «romano» diventa inagibile per i mezzi della Cartiera. Ma la mobilitazione permette di realizzare un nuovo viadotto. Come? L’ex primo cittadino Roberto Colombo racconta, nel libro «Più forti dell’alluvione»: «La sera del 5 novembre il danno al ponte romano era evidente. Quella notte non ho dormito. Poi ho sentito in tv Maurizio Costanzo, che esprimeva la volontà di aiutare qualche paese alluvionato. Il mattino, in municipio, ho composto il numero di fax che avevo annotato, inviando l’appello: “Il Tanaro ha spazzato via il ponte romano, unico accesso alla Cartiera, che rischia di lasciare 70 persone senza lavoro”. Sinceramente non ci speravo». Invece: «Poco più tardi hanno telefonato da Roma, perché negli studi della trasmissione avevano ricevuto il mio fax. Hanno detto di averci scelti, ma in quel momento ho pensato che fosse uno scherzo del vicesindaco. Non ci credevo».

Ma il dubbio resta. Colombo: «Ho richiamato io, per verificare. Ci hanno subito fissato il viaggio aereo per Roma. La raccolta fondi è proseguita fino a marzo. Nel frattempo, come sindaco, ho girato per l’Italia, nei paesi dove ci invitavano anche per pubblicizzare i loro aiuti agli alluvionati. Siamo riusciti a raccogliere oltre un miliardo di lire».

La «causa» del ponte da regalare a Bagnasco approda sul palco del Maurizio Costanzo Show. Una delegazione del paese viene invitata come ospite, il 17 novembre ’94: in onda con il sindaco ci sono, fra gli altri, Damiana Briatore, Pasquale Rubaldo e Guglielmo Ghigo, un alpino quasi centenario, che diventa il «testimonial» di quella raccolta. Ed è così che Bagnasco viene «adottata» dal teatro Parioli come «simbolo di tutti i piccoli centri alluvionati».

Il Comune non rimane indifferente di fronte a tanta solidarietà. Le dedica un monumento in pietra, una sorta di obelisco, collocato all’imbocco del ponte, che è stato costruito andando a «ricucire» le sponde del fiume e scongiurando così la perdita di posti di lavoro. Lo inaugura il 24 novembre ’96. Con la scritta: «Agli amici che ci hanno offerto aiuto. A Maurizio Costanzo Show, Il Messaggero, Cartasì. Grazie». E il «grazie» a Costanzo Bagnasco e i suoi abitanti lo ripetono adesso, dicendogli addio.

*Nell’immagine di repertorio, la delegazione di Bagnasco al Maurizio Costanzo Show nel ’94 (foto di Beppe Carazzone)