Elena, una mamma più forte del buio

Angelo Conti

Elena* ha 2 bambini piccoli, un matrimonio finito, un lavoro precario di quelli che oggi è così e domani chissà. Vive ai bordi di Torino, in una di quelle case troppo care per uno stipendio incerto e troppo piene di falle e di spifferi quando arriva l’inverno. Affitto più riscaldamento possono diventare insostenibili. “E così, ogni tanto, giro la manopola e mettiamo un maglione in più”.

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La storia di Elena sembrava perfetta. “Avevo una casa, un marito, un lavoro e due bellissimi bambini. Facevo la maestra elementare in una scuola paritaria. Ma poi si è rotto tutto. Mio marito si è allontanato, e ci siamo separati. Mi sono ritrovata con un bambino piccolo e con un lavoro che non era semplice gestire. Non ho trovato comprensione, anzi c’è chi ha fatto in modo da costringermi ad andarmene, a licenziarmi. E così mi sono ritrovata sola. E con la depressione”.

La depressione è davvero una brutta bestia. E il ritorno sopra la linea di galleggiamento è stato lungo e complesso. Decisivo l’inserimento nel progetto “Forza mamme” di Specchio dei tempi. “Cercavo comprensione, ho trovato dialogo. Al di là degli aiuti concreti, è davvero importante incontrare qualcuno capace di ascoltare e consigliare. Quando si è disperati è soprattutto importante il contatto umano. Gli esperti di Specchio mi hanno aiutato a gestire meglio le mie poche risorse, le volontarie mi sono state sempre vicine, mettendo a mia disposizione la loro esperienza”.

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Gli aiuti alimentari sono sempre una risorsa preziosa: “Ho apprezzato soprattutto la disponibilità del bonus macellaio. Soprattutto pensando ai bambini che possono così ricevere una alimentazione più regolare”.

Ora Elena attende il futuro con più serenità. “Forza Mamme dura un anno, poi sappiamo che dobbiamo lasciare spazio ad altre in difficoltà come eravamo noi. Ma restano gli insegnamenti, la condivisione e la speranza. Oltre alla certezza di avere sempre qualcuno a portata di mano, se avrò bisogno di essere di nuovo ascoltata”.

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*Nome di fantasia per proteggere la mamma.

Antonella, mamma in lotta per una vita migliore

Beppe Minello, La Stampa 25/02/21

C’è dignità anche e soprattutto nell’indigenza. C’è coraggio nell’affrontare il male e il dolore che colpisce una figlia. C’è orgoglio nel  cercare un lavoro, uno qualunque, per affrontare a testa alta la vita. Antonella C., 41 anni e due grandi occhi verdi, madre di tre figli, è tutto questo e anche di più.

Come altre 99 mamme sole e in cerca d’aiuto, Antonella è stata “adottata” da Specchio dei tempi che l’ha inserita nel progetto “Madri e figli in difficoltà” seguiti con corsi di formazione, spese gratuite, supporto psicologico e avviamento al lavoro.

Antonella, che vive in una casa Atc delle Vallette con due ragazzi di 7 e 19 anni e una ragazza di 17 avuti da un uomo che li ha lasciati oltre 15 anni fa, ha chiesto aiuto a Specchio con una mail, l’unica strada percorribile in questo periodo di lockdown. “Avevo accumulato così tante bollette arretrate – racconta – che non sapevo più a che santo rivolgermi”.

Figlia di ambulanti di frutta e verdura, Antonella è cresciuta tra i banchi del mercato e ha coltivato una passione importante per la cucina. Con la caparbietà che la contraddistingue ha iniziato a lavorare come lavapiatti fino a diventare aiuto cucina in ristoranti stellati torinesi. La pandemia e il conseguente lockdown, soprattutto nel campo della ristorazione, ha messo Antonella e i suoi tre figli su una strada. Per un anno ha tirato avanti con la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione, “poi ho provato con il reddito di cittadinanza, ma prendendo in considerazione il mio stipendio di un paio d’anni prima, avrei ricevuto solo 49 euro: ci ho rinunciato perché, accettarlo, avrebbe bloccato ogni altro aiuto”.

Insomma, una vita difficile. Diventata drammatica quando alla figlia di 17 anni, Giada, studentessa di “Scienze umane” con il sogno di diventare chirurga, è stato diagnosticato un tumore alla tiroide. “Sin da piccola – ricorda mamma Antonella – mia figlia ha sofferto di tremori, svenimenti, attacchi di tachicardia. Ci siamo sempre preoccupati ma quando hanno scoperto la causa ci è crollato il mondo addosso”. La ragazza è stata operata il 21 gennaio: “Non so se sia un segno, ma quando l’ho accompagnata verso la sala operatoria ho letto all’ingresso che la struttura, bellissima, era stata donata da voi, da Specchio dei tempi: siete incredibili e non so come potrò mai ringraziarvi”.

Da quel giorno, Antonella e la figlia hanno vissuto “in apnea e solo pochi giorni fa abbiamo, e ho quasi paura a dirlo, tirato un sospiro di sollievo perché l’esame istologico ha confermato la diagnosi che, certo, obbligherà la mia bambina a una vita piena di attenzioni ma intanto vivrà. Ovvio che ci potrà essere una ricaduta, ma ora non voglio nemmeno pensarci”.

A darle coraggio è la stessa figlia: “E’ ormai una donna ed è consapevole di ciò che le sta accadendo. E’ brava a scuola, sa di cosa si sta parlando. E’ entrata in quella sala operatoria tranquilla, senza una lacrima anche se mi ha confidato di averne versato qualcuno quando è stata sola. Di quell’intervento è rimasta una cicatrice ben visibile ma lei non se ne cura, dice che non gliene frega niente”.

Mamma Antonella sostiene che si sta godendo questo momento, ma non è vero. La sua mente corre al patentino Haccp, il vecchio libretto sanitario, che le è scaduto e senza il quale non potrà accettare, sempre che glielo confermino, un contratto da aiuto cucina in un asilo. “Ecco, in questo – dice Antonella – mi avete aiutato molto: i vostri collaboratori mi hanno insegnato a fare meglio il curriculum vitae per trovare lavoro, qualsiasi lavoro: pulizie, commessa, sono pronto per ogni  impiego, anche il più umile”. Anche lei, come le altre mamme seguite da Specchio de tempi, ha imparato a destreggiarsi fra bollette e debiti: “Nessuno fa quello che fate voi, nessuno mi aveva mai  spiegato i miei diritti e doveri. Ora, quando mi chiamano per qualche debito non permetto più loro di mordermi: hanno capito che non possono più abusare di me e della mia ignoranza”.

 Antonella, oltre alla spesa in piccoli supermarket convenzionati (“Non ho mai trovato frutta ormai da buttare come mi è capitato altrove”)  riceve anche un buono spesa per la carne da spendere nella “Bottega della carne” di via Berthollet: “E’ ottima. Nel mio peregrinare da un’associazione caritatevole all’altra o in parrocchia, non ho mai trovato nessuno che ti aiuta dandoti la carne, siete solo voi”. Una vita, quella di Antonella, difficile: “Mi vergogno di me, non ho più dignità e mi sento una fallita. A volte ho letto di persone che si sono uccise. Sono arrivata a capirle ma poi mi sono detta ‘No! Bisogna tirare avanti’”.

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L’odissea di Miriam e del piccolo Fabio

Beppe Minello, La Stampa 30/01/2021

C’è un bimbo, che oggi ha due anni e mezzo, che sta crescendo grazie all’amore e alla solidarietà di tanti. Anche di Specchio dei tempi che ha già devoluto un migliaio di euro per aiutare il piccolo e la sua mamma Miriam (i nomi sono diversi da quelli reali) ad affrontare la vita: la spesa, la rata del riscaldamento, le bollette in scadenza, l’affitto. Ma soprattutto ha offerto a madre e figlio la possibilità di lasciarsi alle spalle un passato di sofferenza, violenza e disperazione.

La mamma di Fabio, oggi ventiduenne, vive ora nell’Alessandrino ed è stata cacciata di casa quando ha detto ai genitori che era incinta. Il padre è poi sparito e l’unica persona che ha spalancato le braccia a Miriam è stata la nonna. Una donna coraggiosa, impiegata in una cooperativa che si occupa della mensa di una scuola. Quando la cooperativa ha però perso l’appalto è sparito l’unico sostegno economico per lei, la nipote e Fabio.

La solidarietà di tanta gente li ha salvati fino ad oggi. Una solidarietà che non può fermarsi. Ad occuparsi di loro, per prima, è stata l’associazione “Aruanà” di Casorzo, nell’Astigiano, fondata oltre vent’anni fa da una donna generosa e straordinaria, Pier Rita Calcagno. Ormai ultra settantenne, la donna non ha perso nulla dell’entusiasmo che, in gioventù, l’ha portata, da maestra elementare, a lavorare nelle scuole più problematiche ma ricche di umanità di Torino: a Porta Palazzo, in via Artom, via Farinelli, strada Delle Cacce o alla “Dogliotti” dove venne sperimentato il primo inserimento di un bambino handicappato. “Un periodo – ricorda l’ormai ex-maestra che ha concluso la sua carriera a Casorzo, Grana, Moncalvo – nel quale le classi avevano 31 bambini, non esistevano le fotocopiatrici e per diffondere gli avvisi bisognava ogni volta scriverli a mano sui singoli diari”.

Per Miriam, Fabio e la nonna fu la svolta, resa possibile da quella gara di solidarietà che continua ancora oggi e che ha bisogno di essere rilanciata. Già perché questo amore corale è continuato anche quando, l’estate scorsa, Miriam e il bambino sono scomparsi da Alessandria, portati via dal padre. Di madre e figlio la nonna non ha più avuto notizie per qualche mese. Fino a quando Miriam è riuscita a contattare una zia che è andata a prenderla in un comune del Milanese trovando la nipote in una situazione penosa, smagrita e sofferente. Solo Fabio, accudito e coccolato dall’amore della madre, sembrava non aver patito ciò che la donna aveva invece dovuto subire.

E la gara di solidarietà è ripartita con l’aiuto determinante di Specchio dei tempi e dei suoi sostenitori. “Con il denaro ricevuto – spiega l’ex-maestra – abbiamo coperto gli affitti arretrati, pagato le bollette e stiamo assistendo Miriam  che fatica a riprendersi da ciò che il padre del bambino le ha fatto passare e che lei non vuole raccontare. Aiutateci, per favore”.

Specchio dei tempi sostiene lo sforzo di questa mamma, tutelando anche il suo bambino.

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Riparte “Madri e figli”, il nostro aiuto per le donne sole

È partita ieri l’edizione 2020/2021 del progetto di Specchio dei tempi “Madri e figli” che aiuta, sostiene e accompagna al lavoro 100 madri sole e i loro 180 bambini. Si tratta del secondo ciclo dell’iniziativa, che è nata nel 2018 per sostenere le famiglie monogenitoriali prive di risorse.

Il programma prevede buoni spesa finalizzati ad insegnare l’uso responsabile del denaro, corsi di informatica e di formazione professionale per favorire il reinserimento lavorativo. Ma anche uno sportello di consulenza sui problemi legati alla genitorialità e un programma per l’intrattenimento dei figli, per offrire alle mamme pause di libertà, pure in chiave di ricerca del lavoro.

Le nuove partecipanti saranno coinvolte con una nuova progettazione ritagliata su misura: per ogni mamma saranno definiti degli obiettivi individuali da raggiungere con il supporto della fondazione.

Nei sabati di Specchio anche le letture giapponesi

di Angelo Conti

Sempre bello immergersi un attimo, il sabato pomeriggio, nel mondo dei bambini del nostro progetto “Madri e figli”. Nel centro polifunzionale di via Lombroso 16 diamo, ormai da qualche mese, l’opportunità alle mamme ed ai loro bambini di trascorrere un sabato pomeriggio in modo diverso. Un pomeriggio di giochi, ma anche di incontri, di dialogo, di sostegno reciproco. Sono stato quindi molto contento, ieri, di vedere una quindicina di bambini attentissimi alle letture di Flavia Bruschi che usa anche il metodo giapponese kamishibai per coinvolgere ancora di più i piccoli ascoltatori. Una cosa bella che Specchio dei tempi finanzia e realizza attraverso Crescere 1979. Grazie dunque a Paola Farnia e a Jennifer Sguazzin.