Osa Estetica: un rifugio di bellezza e benessere!

L’ingresso è piccolo ma luminoso. Come il sorriso di Simona D’Alessandro che a 42 anni ha realizzato il suo sogno di aprire un centro estetico tutto suo: Osa Estetica. L’ha creato in via Mazzini 50/f nell’autunno scorso e a Natale era già tra i “Negozi amici” impegnati a dare una mano per i concerti gospel nella chiesa di San Massimo.

Osa” è l’acronimo che mette insieme le iniziali dei tre soci che stanno dietro l’impresa commerciale “Ma anche le iniziali di ‘Ora sei amata’ o anche l’esortazione a osare per se stesse” sorride Simona che sul rapporto intimo, coinvolgente con la cliente che entra nel suo “nido” ha puntato tutte le carte: “É importante riuscire a capire chi si è, cosa si vuole. Chi vive bene, sta bene anche esteticamente”. Simona ha alle spalle una lunga esperienza di lavoro. Via Mazzini è stata “una liberazione. Anche qui l’aspetto commerciale è fondamentale, ovvio. Ma non è il solo”.

La libreria Luxemburg: un faro letterario nel cuore di Torino

05/04/2024
Beppe Minello

La libreria Luxemburg è lì, all’angolo fra via Cesare Battisti e piazza Carignano, dal 1872. É tra le più antiche di Torino. Un tempo si chiamava Casanova. C’è chi, come il Clarin, il quotidiano più diffuso in Argentina, l’ha giudicata tra le dieci più importanti al mondo. La sua posizione, poco lontano dal Museo Egizio, il primo piano tutto dedicato alla narrativa e alla saggistica straniera e il continuo viavai, negli anni, di monumenti della letteratura da Philip Roth ad Amos Oz o a Jorge Amado, ne hanno fatto una calamita per i turisti che arrivano a Torino. Più vicino a noi, è stata la “casa” di Angelo Pezzana, “padre nobile” della libreria, tra i fondatori del Fuori e da sempre impegnato contro la discriminazione degli omosessuali.

Alla Luxemburg, quando serve “tra un consiglio su cosa leggere, due parole sull’ultimo Carrére, diffondiamo – dicono – anche il messaggio di Specchio dei tempi”.

Negozi Amici

Fiorenzo Borello: cinquantadue supermercati, un impero di qualità e solidarietà

Oggi possiede 52 tra piccoli e medi supermercati. Ma in mezzo secolo di attività ne ha comprati e ceduti un centinaio. Acquistando anche 3-4 negozi in declino in un anno, rilanciandoli e vendendone un paio per avere le risorse e acquisirne altri.

In un mercato complicato come quello della grande distribuzione, Fiorenzo “Fiore” Borello, 70 anni portati gagliardamente, è un unicum. La scelta di puntare su “piccolo è bello”, sulla qualità dei prodotti e promuovendo quelli il più possibile a “km zeroaiutando anche la comunità locale, gli ha permesso di creare un piccolo impero partendo dalla cascina di Montaldo Torinese, dove ha trascorso l’infanzia con i genitori contadini e tre fra fratelli e sorelle.

Un impero che oggi cuba un fatturato multimilionario e che dà lavoro a 750 persone: “Che considero tutte amiche, senza le quali non avrei potuto realizzare nulla”.

Cinquantadue negozi che, cascasse il mondo, visita almeno un paio di volte al mese per controllare che gli scaffali siano in ordine e spaziosi, che tutto sia pulito, non disdegnando di buttare un occhio al nuovo addetto al banco della macelleria perché tagli correttamente la carne, la cui qualità, l’anno scorso, è stata giudicata la seconda migliore in Italia tra i supermercati medi e grandi.

Un occhio rivolto con competenza, visto che lui, già a 15 anni, lasciati gli studi all’Avogadro (“Perito elettrotecnico… c’entrava nulla con me”, sorride), faceva il garzone in macelleria. Cinquanta due negozi, la stragrande maggioranza distribuita nel Torinese con qualche digressione “nelle vicinanze come Saluggia o Villanova d’Asti”. O La Morra, l’ultimo, dove propone una trentina di vini e prodotti cercati ad uno ad uno tra i produttori locali.

Ma il cuore batte sempre sulle colline torinesi (il suo quartier generale è a Castiglione) e alla natia Montaldo alla quale, sollecitato dal sindaco, ha voluto regalare un “Borello” di appena 50 metri quadrati, “Che mi fa perdere 50 mila euro l’anno”, sorride, ma che garantisce ai 700 abitanti, molti anziani, un servizio altrimenti inesistente.

Ecco, forse a fare la differenza, al di là di tante strategie commerciali, è il cuore di Borello che è tra i “Negozi amici” di Specchio dei tempi per il quale confeziona, ogni settimana e “spesso sottocosto”, 200 colazioni dei poveri, oltre a offrire le sue vetrine per le iniziative della Fondazione. Ma non solo. Borello, una moglie in negozio con lui “fin dal primo giorno”, due figli già grandi e con il maschio a fare la gavetta in azienda, assessore al Bilancio di Castiglione nel poco tempo libero che gli rimane, nell’ultimo anno ha aiutato, mal contate, circa 400 iniziative di solidarietà grandi e piccole e di ogni tipo. “Perché? Perché tutti – sorride – chiedono e dove posso rispondo”.

Galup e Tcn Group: l’alchimia perfetta tra dolci tradizionali e innovazione industriale

Galup è una bella storia italiana, come dice lo slogan dell’ormai secolare azienda dolciaria pinerolese già Fornitore della Real Casa. Una bella storia come quella di Specchio dei tempi. Quasi naturale, quindi l’aiuto che gli eredi, non in senso famigliare ma imprenditoriale, di monsù Ferrua che inventò il panettone basso ricoperto di glassa alle nocciole di Langa per distinguerlo dall’onnipotente dolce milanese, hanno deciso di dare a Specchio entrando a far parte del gruppo “Negozi amici” che accoglie oltre 400 fra grandi e piccole imprese commerciali.  Galup, il cui negozio bandiera è in via Andrea Doria 7 (l’altro è in via Fenestrelle a Pinerolo, annesso allo stabilimento storico), è da sempre un protagonista della torinesità, esaltato ai tempi di Carosello da un testimonial storico qual era Macario, e che, ora, guarda al resto d’Italia e al mondo. I numeri danno ragione alla nuova proprietà entrata in via Fenestrelle nel 2014 e che ha il volto del cheraschese Giuseppe Bernocco, self made man che con il socio di sempre Sebastiano Astegiano ha creato “Tcn Group”, polo industriale che ha sede e stabilimenti in quello che un tempo era la Miroglio di Alba. Gruppo che ha due cuori e il primo è nella meccanica: Tcn controlla, ad esempio, la Bianco o la Kp che ha lanciato sul mercato la Thock, l’innovativa mountain bike elettrica. L’altro cuore è la holding dolciaria Glp – che sta per Galup – e che vede al suo interno marchi storici tornesi come la Streglio, o la Pasticceria Cuneo che crea tutti prodotti senza glutine per l’intera holding, la Mandrile Melis di Fossano e, da ultimo, il passaggio dal 50 al 90 per cento la salita al 90% del laboratorio “Golosi” di Monticello d’Alba (il 10% rimanente è in mano alla famiglia Farinetti), specializzata nei prodotti gelo dalle torte alle monoporzioni.

Ecco, il frezeer ancora vuoto e pronto ad accogliere i prodotti “Golosi”, fa bella mostra di sé nel negozio di via Andrea Doria, un tripudio di colori e una cascata di cioccolatini, gelee e, visto il periodo, di uova di Pasqua di tutte le dimensioni e colombe da perderci la testa, come quella guarnita con pere e cioccolata.

Il successo firmato da Giuseppe Bernocco, sorta di monsù Ferrua 2.0, che con Glp ha raggiunto un giro d’affari di  29 milioni e 95 addetti, non ha spiegazioni particolarmente complicate. Perché ha puntato tutto sulla qualità. Per dire: alla Galup si usa solo lievito madre con tre fasi d’impasto e 40 ore di lievitazione, le farine sono di qualità e i canditi costano quasi dieci volte quelli usati dalla concorrenza. Galup, per questo motivo, costa di più ma è comunque presente nella grande distribuzione, nella fascia super premium, e il mercato estero cuba il 15%, mentre nel Sud d’Italia il marchio sta macinando incrementi a due cifre.

Caffetteria dell’Università: l’eccellenza di Alessandro Vecchietti nel cuore di Torino

Alessandro Vecchietti, 52 anni, è convinto che la sua Caffetteria dell’Università di via Madama Cristina “sia il bar che lavora di più a Torino”. “Lo dicono i fornitori e Costadoro, la torrefazione con più punti vendita in Piemonte, mi considera il cliente più importante”. Vero o no, ma cosa importa?, Vecchietti serve 1500 caffè al giorno anche per chi non può permetterselo: nel suo locale vige, come a Napoli, la tradizione del “caffè sospeso”. E ogni domenica mattina dà una mano a Specchio dei tempi servendo un’altra cinquantina di caffè gratuiti a chi si presenta con un buono della Fondazione.

Il bar Università ha più di un secolo di vita. Vecchietti l’ha rilevato 15 anni fa sull’orlo della chiusura. “Alle 13 se trovavi un cliente pranzare era tanto – ricorda – oggi facciamo 350-400 coperti serviti da 22 persone”. E non pensiate che sia finita: “O prima o poi riuscirò a fare un grande e innovativo dehor. Sarà bellissimo: lo immagino con fiori, frutta e ortaggi: pomodori, melanzane…”.

Vedrete che ce la farà.

Negozi Amici: la storie del Pastificio Sapori, una colonna della tradizione culinaria torinese.

Beppe Minello

La famiglia di lui è di origine sarda. La moglie è campana. Due culture gastronomiche che hanno arricchito il “Pastificio Sapori”, una colonna della tradizione culinaria torinese. Un tempo c’era il locale storico di via San Tommaso poi sdoppiatosi in via Mazzini 36/a. Oggi è rimasto solo quest’ultimo e a guidarlo, da alcuni anni, ci sono Alessandra Volpe – ex-dipendente della gastronomia – con il marito Giovanni Antonio Catta, due “cinquantini”, e anche qualcosa di più per dirla alla Camilleri, che ci mettono anche qualcosa di più della passione richiesta.

Tra agnolotti alla Cavour (“Niente coniglio, solo vitello e maiale, spinaci, uova e parmigiano”)  e insalata russa (“Con la verdura tutta tagliata a mano”), c’è anche posto per dedicarsi alle iniziative di Specchio dei tempi come fanno oltre 400 attività commerciali di tutto il Piemonte che aderiscono al progetto “Negozi amici”.

E’ stato Catta, che è anche presidente dei commercianti del Borgo Nuovo (oltre 300 iscritti), a mobilitarsi per trovare un luogo dove organizzare sotto Natale uno spettacolo di cori gospel. “I tempi erano stretti – ricorda il gastronomo – ma siamo riusciti a coinvolgere il parroco di San Massimo che ci ha permesso di usare la chiesa”.

Catta deve essere riuscito nella non semplice impresa perché, evidentemente, ha utilizzato l’entusiasmo con il quale guida e racconta la sua avventura commerciale. La quale, oggi, dà lavoro a 7 persone che giostrano nel profumato locale di via Mazzini. La cucina è a vista e ci sono tavolini per una decina di coperti che ospitano clienti tutto il giorno, affascinati e tentati dalle bontà dei piatti che possono ammirare dietro il cristallo del bancone. “Ma la maggioranza – racconta Catta – viene per le nostre paste ripiene, ovviamente cotte al momento nella nostra cucina”.

Degli agnolotti di Cavour abbiamo già detto, ma ora è agli sgoccioli il tempo del  “Gobbo d’Asti”, un agnolotto che “prevede la verza che è ormai a fine stagione e, siccome lavoriamo a km zero e con verdura fresca che ci arriva da Santena, per poterli mangiare nuovamente bisognerà attendere la prossima stagione fredda”.

Ma le alternative non mancano e, in virtù delle origini dei due titolari, la scelta spazia dai culurgiones sardi al tortello napoletano passando per i cappelloni ricotta e spinaci e i minuscoli tortellini emiliani.  “E comunque, se utilizziamo zucche, queste arrivano da Mantova, i pistacchi da Bronte, la cipolla da Tropea, l’olio evo da un piccolo coltivatore dell’Avellinese, al confine con la Puglia”.

“Proporre piatti con prodotti di stagione – spiega Catta – è anche un modo per diffondere cultura culinaria. Quando non c’è quello che si desidera, il cliente è obbliato ad aprirsi ad altre esperienze. Vale in cucina, ma vale anche per tutto il resto”

Gli imprenditori bravi, gastronomi e no, hanno sempre un occhio rivolto al futuro. Quello di Catta guarda altre città, magari Milano, dove esportare l’esperienza di via Mazzini “ma calandola nella realtà dei prodotti e delle tradizioni culinarie locali”. La moglie Alessandra, anima della cucina, studia invece nuovi ripieni per la pasta, da provare e magari brevettare. La tradizione, infine, non impedisce ai gastronomi di via Mazzini di proporre una linea di pasta a basso contenuto di carboidrati della linea “Light flow” e di diffondere il sapere artigiano con corsi di pasta che si tengono il sabato pomeriggio.

Negozi Amici, la Storia di M** Bun, l’Hamburgheria a Chilometro Zero

Beppe Minello

Facile, oggi, trovare un’hamburgheria a chilometro zero che serva panini originali con ingredienti di qualità. Nel 2009, invece, ci volle tanto coraggio a sfidare colossi come Mc Donald’s e Burger King. Graziano Scaglia e Francesco Bianco, novelli Davide da Rivoli, ci riuscirono sfornando i panini di “M** Bun”, con quei due inutili asterischi per sfuggire alle ire legali di Golia-Mc Donald’s.

Coraggiosi e anche generosi. L’azienda della famiglia Scaglia – 400 bovini di razza piemontese, maiali, galline e conigli allevati nella tenuta di Bruere – sono tra i principali “Negozi amici” di Specchio dei tempi. Una falange di oltre 560 imprese grandi e piccole di Torino e del Piemonte che aiutano, con vetrofanie e flyer, a diffondere le iniziative e i progetti di Specchio e a fornire, quando è necessario, materiale da distribuire. “M**Bun” contribuisce regalando a eventi e cene organizzate dalla Fondazione la sua MoleCola, altra coraggiosa sfida alla multinazionale statunitense regina delle bibite.

La prima sfida, l’agriamburgheria aperta sotto i portici di corso Susa a Rivoli fu baciata dalla fortuna grazie alla pubblicità piovutale addosso dalla battaglia legale scatenata da Mc Donald’s che voleva venisse cancellato il “Mac” da “Bun”. Provarono Scaglia e Bianco a ribattere che “Mac bun” era solo una frase in dialetto per dire “Solo buono”. Tutto inutile.

Fortuna, dicevamo, ma anche bravura e qualità. Perché puntare su prodotti che rispettano l’animale, di stagione, del territorio, “a filiera corta” come spiega Giorgia Scaglia, 27 anni, responsabile marketing di quella che oggi è un’azienda che dà lavoro a un centinaio di persone, fu un’idea allo stesso temo banale e rivoluzionaria. “Abbiamo inventato lo “Slow fast food” sorride la manager. E a quel tempo si faceva la coda per entrare da “M** Bun” e gustarsi un panino “Gaute m** da suta” con carne di fassone e suino, cipolla, pancetta, rubra fumé, oppure un “Sensa cognisiun” innaffiato di “bagna caoda”. E i contorni? Stessa storia: le patatine, rigorosamente piemontesi e tagliate fresche in cucina, da M** Bun diventano “Friciula”. Le birre le prepara il top del settore artigianale: Baladin. La Coca e la Pepsi sono sostituite da MoleCola, ideata e prodotta in casa quando le dimensioni dell’azienda, allargatasi ai punti vendita di corso Siccardi e poi via Rattazzi, hanno garantito l’investimento.

“Negozi Amici” di Specchio dei tempi: i commercianti di Cuneo in prima fila

Paola Scola
La Stampa Cuneo, 13/06/2023

«Tante gocce formano il mare. Specchio dei Tempi dal 1955 porta gocce di speranza a chi soffre: aiuti concreti e immediati, per rimettersi in piedi. Aiuti che si possono moltiplicare, grazie all’impegno di tutti». L’impegno è quello di cittadini, negozianti, artigiani, ristoratori, piccoli imprenditori, che sono un riferimento per il territorio, ne conoscono perfettamente i bisogni e costituiscono uno straordinario veicolo di solidarietà. Come lo è il progetto «Negozi amici», che la fondazione de La Stampa ha creato nel 2021, per «attivare un circuito di visibilità, volto a raccogliere donazioni per le proprie iniziative». Oggi aderiscono (in modo gratuito) oltre 350 punti vendita nelle province di Cuneo, Torino e Asti. Ma come funziona?

«Ogni negozio – spiegano da Specchio dei tempi – viene dotato di una vetrofania da esporre in vetrina o sulla porta, di un piccolo espositore da banco con le cartoline dei progetti, due all’anno, e della locandina della campagna in corso. Il Qr code di Satispay sull’espositore permetterà agli interessati di fare una donazione, diversamente i negozianti non raccolgono denaro in alcuna forma».

E il grazie della fondazione agli aderenti? Almeno una volta l’anno, per ringraziare della disponibilità, su La Stampa e sul periodico Specchio Notizie (inviato ai donatori) sarà pubblicato l’elenco dei «Negozi Amici». Sul sito della fondazione, inoltre, c’è una sezione dove i visitatori possono accedere all’elenco dei negozi e cercarli per città.

Marco Manfrinato, direttore generale di Confcommercio Cuneo: «L’iniziativa che ci è stata presentata ha trovato subito il consenso mio e del presidente. È una grande soddisfazione riscontrare che un’organizzazione come la nostra, del mondo delle imprese di commercio, turismo, servizi e professioni, può contribuire a trovare una soluzione ai problemi delle altre persone. Soprattutto quando a chiedere la collaborazione è una fondazione di così alto prestigio e pubblico riconoscimento». E ancora: «Quando siamo stati interessati da Specchio, ci siamo messi subito a disposizione. Abbiamo collaborato a divulgare il più possibile le iniziative, sulla nostra newsletter inviata a tutti i soci e sui canali social, per arrivare pure a chi non lo è. Per la campagna di aiuto all’Emilia Romagna alluvionata abbiamo distribuito in Cuneo un migliaio di locandine, anche con il supporto di Confcommercio cittadina. Con 8 mila locandine diffuse nelle cinque zone territoriali di nostra competenza: Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Ceva e Carrù.

COME DIVENTARE UN NEGOZIO AMICO

Come diventare Negozi Amici per Specchio dei tempi

La Stampa, 24/05/2023

Sono un riferimento fondamentale sul territorio. Tanto nei paesi piccolissimi, dove a volte tengono viva una comunità, quanto nelle città. Ai negozi, che «possono diventare uno straordinario motore di solidarietà», è rivolta la nuova iniziativa di Specchio dei tempi, lanciata ora anche sul territorio vercellese: un invito a diventare Negozi amici della Fondazione e a promuovere le iniziative. Dopo Torino, Cuneo e Asti il progetto Negozi amici arriva infatti anche in provincia: in Piemonte sono già oltre trecento i punti di vendita che fanno parte del circuito nato due anni fa.

Che cosa significa essere Negozi amici di Specchio dei tempi? Significa rendere più visibili le iniziative solidali che caratterizzano la Fondazione esponendo le locandine e i volantini dei progetti e delle campagne in corso: si comincia in queste settimane con il 5×1000, per proseguire in autunno con la campagna legata alle Tredicesime dell’Amicizia, l’iniziativa storica di
Specchio dei tempi, destinata agli anziani soli, che proseguirà sino aNatale. Una vetrofania da esporre indicherà che il punto di vendita appartiene al Circuito dei Negozi amici ed è attento alla solidarietà sociale.

Per ringraziare chi gli è accanto, Specchio dei tempi offre a sua volta una vetrina: su La Stampa e su Specchio notizie, il periodico della Fondazione spedito a casa dei donatori almeno una volta l’anno, viene pubblicato l’elenco dei negozi aderenti all’iniziativa. Anche sul sito di Specchio dei tempi compare una sezione Negozi amici in cui i negozianti possono iscriversi in modo autonomo mentre i visitatori possono cercare i Negozi amici nelle loro città.

Per aderire al Circuito, si può visitare questa pagina.

Al Madama Spring Fest con “Negozi Amici”

Da qualche mese via Madama Cristina ospita InfoSpecchio, il contact-point della Fondazione La Stampa Specchio dei tempi aperto tutte le mattine dei giorni feriali.

Saremo perciò contenti, domenica dalle 9 alle 19, di partecipare alla “Madama Spring Fest” che animerà l’arteria che percorre San Salvario con live music, cabaret, balli, giochi per bambini e tanto altro ancora. Il front-desk di Specchio dei tempi sarà aperto al numero 35, sia al mattino e sia al pomeriggio, per offrire informazioni su tutte le nostre attività e, perché no? Anche per ricevere donazioni a supporto dei progetti.

Un grazie speciale alle decine di attività di via Madama che hanno intanto aderito al nostro progetto dei “Negozi Amici” (che raccoglie oltre 300 attività commerciali in tutto il Piemonte) ed anche a Cristina Zabardi, segretaria e tesoriere dell’Associazione Commercianti Madama Cristina, che sarà disponibile a raccogliere donazioni presso “Anna Mauro Boutique” al numero 116/b della via.