Angelo Conti
Il 6 novembre 1994 era domenica ma al primo piano di via Marenco, nella Cronaca de La Stampa, alle 7 del mattino c’eravamo già tutti. Il Piemonte era sotto l’attacco della più violenta alluvione della sua storia. I telefoni non smettevano di suonare, il centralino era collassato, la televisione trasmetteva le prime drammatiche immagini e si cominciavano a contare i morti, a decine. Il caposervizio Marco Marello decise i nostri ruoli: “Mascarino va ad Alba, Conti va ad Alessandria, ad Asti ci pensano quelli di Miravalle, l’Alto Tanaro è affare di Cuneo, nel Vercellese muoviamo i corrispondenti, la provincia di Torino la gestiamo noi della sede, gli altri lavorino ad una mappa dettagliata dei danni e dei morti in tutta la regione. E cercate di non dimenticare niente e nessuno”. Nel cortile le macchine attendevamo con gli autisti impegnati a capire quali strade percorrere e quali ponti erano caduti e quali no, senza dimenticare di sistemare taniche di benzina di scorta nei bagagliai. I fotografi erano pronti, con i gambali alti per potersi muovere nel fango, e le spesse cerate per proteggere le Nikon dalla pioggia che ancora cadeva. La radio interna, che collegava tutti i mezzi de La Stampa con la redazione, snocciolava preoccupanti informazioni sulla viabilità. Partimmo.
Ezio Mascarino, il nostro nerista di punta imprestato poi per mesi alla catastrofe, arrivò a Mussotto d’Alba poco prima di mezzogiorno e si trovò la strada sbarrata dal Tanaro. Non si perse d’animo, davanti alla Fornace Casetta riuscì a trovare un passaggio su un mezzo dei vigili del fuoco, e arrivò nel cuore del disastro. “Persino la Ferrero è sottacqua” raccontò non appena il suo Microtac riuscì a cogliere un segnale. E, da quel momento, cominciò la narrazione di quanto stava accadendo. Paese dopo paese, frazione dopo frazione, ponte dopo ponte, i giornalisti sul territorio cominciarono a comporre la mappa della devastazione: Mentre al pian terreno di via Marenco e in via Roma 80, davanti agli sportelli delle donazioni, la coda si allungava. In poche ore centinaia e centinaia di milioni furono versati a Specchio dei tempi (alla fine saranno ben 25 miliardi!). Da tutti la stessa frase: “Sappiamo che farete bene e che farete soprattutto in fretta”. Meno di 20 ore dopo, all’alba del 7 novembre, i giornalisti cominciarono a muoversi con borse piene di banconote. Portavano un aiuto concreto, straordinariamente immediato, sempre accompagnato da un abbraccio. E la gente, sino a quel punto sconvolta, abbozzava i primi sorrisi.
Anche ad Alba dove, subito dopo la consegna degli aiuti a centinaia di famiglie fra le più colpite, si cominciò a pensare ad un intervento più importante: fu presto individuato quello del uovo ponte sul torrente Cherasca in regione Santa Margherita (in sostituzione del viadotto gravemente danneggiato dalla piena) con relativi collegamenti stradali e difese spondali. Per quest’opera Specchio dei tempi versò, un mese dopo l’alluvione, un miliardo di lire al Comune di Alba.
Il ponte venne inaugurato il 16 dicembre del 1997. “Un segno di speranza e fiducia nel domani – disse il sindaco – che senza l’aiuto della Fondazione de La Stampa, non avremmo potuto realizzare, senza rischiare di vederla incompiuta per molto tempo, come spesso accade quando si deve far conto solo sui finanziamenti pubblici, che stentano ad arrivare”. Quella era, in quel momento, la più importante opera di ricostruzione portata a termine ad Alba dopo l’alluvione. Il viadotto, che collega ancor oggi borgo Moretta e la collina, era lungo 27 metri e largo 13, scavalcando il torrente con un’unica campata, così da favorire il deflusso delle acque in caso di piena.
Il legame fra Specchio dei tempi e la città di Alba è poi rimasto forte anche negli anni più recenti. Proprio due mesi fa la fondazione ha organizzato momenti di approfondimento sulla Costituzione per i ragazzi delle scuole (con la partecipazione del magistrato Giancarlo Caselli) e appena l’anno scorso aveva radunato centinaia di allievi delle medie per insegnare loro le regole dell’andare in bicicletta (progetto “A scuola di bici”). Sempre negli ultimi anni sono stati consegnati defibrillatori a scuole e case di riposo del territorio, sono stati compiuti interventi di emergenza a favore di famiglie ed agricoltori colpiti da disgrazie, calamità naturali ed incidenti, mentre le Tredicesime dell’Amicizia raggiungono anche in provincia di Cuneo un centinaio di anziani in grave difficoltà. La mano di Specchio è sempre tesa, verso Alba e verso tutto il Piemonte.