Richi sogna una gamba bionica: aperta una raccolta fondi

Daniela Borghi, La Stampa

Il mio sogno? Avere una gamba bionica per poter fare una vita normale”. Riccardo Battista, per tutti Richi, capelli rasati per la chemio, una passione per la bicicletta, compirà 21 anni il 24  novembre. “Per quel giorno non avrò più la gamba destra. Me la amputeranno la prossima settimana. Ho una protesi ma non riesco a piegarla: il dolore è insopportabile, e dopo quasi quattro anni di sofferenza per il tumore che si è anche allargato ai polmoni, non ne posso più”.

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Lo dice con una calma che spiazza: per lui sarà una liberazione. Sta vivendo un calvario fatto di diagnosi severe, interventi chirurgici, più di cinquanta chemioterapie, un trapianto di cellule staminali, continui viaggi tra Sanremo e Pisa per seguire interminabili cure. E tanto dolore. La notizia dell’amputazione, che nessun ragazzo e nessun genitore vorrebbe mai sentire, è arrivata dopo che, sopra le cicatrici, è uscita un’escrescenza di carne. La gamba non si può più salvare.

Ora Richi si fa coraggio per l’amputazione pensando alla sua nuova gamba bionica. Ma servono 150 mila euro. E la sua famiglia (papà Luigi è muratore, mamma Miriam faceva le pulizie in un centro commerciale, ma si è licenziata per seguire il figlio e la sorellina Silvia di 12 anni, che ha perso tanti giorni di scuola perché ha dovuto seguirli nei viaggi in ospedale). “Mi sento un peso, non esco più con gli amici: mi sarebbe piaciuto fare l’allenatore di mountain-bike per bambini. Ora spero solo di poter tornare a camminare e, magari, salire su una bicicletta”, dice Richi.

Un ginocchio gonfio: tutto è iniziato con quella che sembrava una banale caduta dalla bicicletta. Era l’aprile 2018: Richi aveva 17 anni e una passione per la bici downhill. Invece erano i primi sintomi di un osteosarcoma ad alto grado di malignità. Un tumore che ha messo fuori uso la gamba destra dopo due complicati innesti (prima con l’osso di un donatore, poi con una megaprotesi) per cercare di salvare la gamba. Le cellule tumorali si sono spostate anche nei polmoni. La sfortuna lo ha fatto crescere troppo in fretta e ora desidera solo tornare a vivere come un ragazzo della sua età. In quasi quattro anni sono stati tanti i viaggi Sanremo-Pisa, ad un centro specializzato per i tumori alle ossa (è stato seguito prima dal professor Rodolfo Capanna e ora dal dottor Lorenzo Andreani e dall’oncologo Luca Coccoli).

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Con mamma Miriam sempre al suo fianco, non si scoraggia e guarda avanti. Ha scelto la gamba dei suoi sogni. “E’ la Genium X3 – Richi la indica, sullo schermo del cellulare, e gli occhi gli si illuminano – Speriamo di riuscire a comprarla: costa di base più di centomila euro, ma con gli “accessori”, ossia il piede, l’articolazione della caviglia e la parte da collegare alla gamba, la cifra aumenta. Se aggiungiamo anche viaggi, visite e cure, si arriva a circa centocinquanta mila euro”. Richi abbassa gli occhi. “Da soli non ce la potremmo mai fare”. La famiglia di Richi ha aperto un blog, “per raccontare la realtà di chi convive con un tumore e per condividere l’esperienza con chi può averne bisogno”: “Non esiste prevenzione per questi tipi di tumore – si legge – ma solo una diagnosi precoce e accurata”.

Sapere dell’amputazione è stato un duro colpo per la famiglia di Sanremo. “Un po’ ce lo aspettavamo – ancora la mamma – ma non si è mai pronti per queste cose. Il problema è nato dalla megaprotesi: andrebbe sostituita, non riesce a piegarla, neppure di pochi gradi, sia di notte che di giorno gli fa male. Ma non si può sostituire perché non ha più né tessuto né muscolatura. E’ importante per lui riuscire a rimettersi in piedi e poter tornare a camminare. Aiutiamo Richi a tornare a vivere come un ragazzo di 20 anni: ha già perso quasi 4 anni tra ospedali, chemioterapie e operazioni invasive. Questa amputazione dovrà esser vista da lui come segno di rinascita, anche se non sarà facile, visto che deve anche tenere sotto controllo i noduli nel polmone sinistro. E’ sempre stato un ragazzo pieno di vita: la sfortuna lo ha fatto crescere troppo in fretta”.

Due anni fa è mancata sua nonna Daniela per un tumore: aveva 57 anni – conclude la mamma di Riccardo – Lui ha sofferto molto, ma mia mamma gli aveva detto di lottare. Sempre. Ecco perché è sempre sorridente: perché ha fatto una promessa”.

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