Nel contesto del Terra Madre Salone del Gusto, Slow Food Italia e Reale Mutua Assicurazioni Foundation hanno promosso e finanziato la distribuzione di 1️000 pasti gourmet ad altrettanti senza tetto torinesi. Noi di Specchio dei tempi abbiamo selezionato le richieste, attraverso i nostri consueti canali di intervento a favore dei più fragili. Ancora oggi doneremo i Barachin di Terra Madre nella sede di Reale Mutua di via Bertola 48/C.
In questo video di Daniele Solavaggione, Angelo Conti vi racconta il progetto
Nel contesto del Salone del Gusto di Torino, che si è aperto ieri e che chiuderà i battenti lunedì, Slow Food e Reale Foundation hanno promosso e finanziato un progetto, nell’ambito di Terra Madre, per la distribuzione di 1000 pasti gourmet ad altrettanti senza tetto torinesi. La logistica della distribuzioni dei voucher è stata curata dalla Fondazione Specchio dei tempi che ha selezionato, attraverso i suoi consueti canali di intervento a favore dei più deboli, 1000 persone che vivono in stato di povertà. Ieri, primo giorno, sono stati 200 a ritirare il “barachin” presso la sede di Reale Mutua di via Bertola 48/C. Continueremo così, tutti i giorni, sino a lunedì.
Specchio dei tempi è tradizionalmente vicino ai padri camilliani torinesi, ed al loro faro che è padre Antonio Menegon. Con i camilliani abbiamo lavorato, con grande impegno, ad Haiti nella ricostruzione e nella ristrutturazione dell’Ospedale Saint Camille di Port Au Prince, dal terremoto del 2010 sino ad oggi. Prima costruendo una nuova sala operatoria, poi sostenendo le spese di trasferta di molte decine fra medici, infermieri e volontari che hanno lavorato laggiù. Nei prossimi giorni torneremo a collaborare con padre Antonio nella distribuzione di parte dei 5000 “baracchini” che Slow Food e Reale Mutua, anche attraverso l’impegno di Specchio dei tempi, destineranno ai più poveri nei cinque giorni del Salone del Gusto.
Nei cinque giorni del Salone del Gusto, dal 19 al 24 settembre, Specchio dei tempi supporterà una iniziativa di Slow Food e di Reale Mutua Foundation distribuendo 1000 buoni pasto gourmet (all’interno di un tradizionale “barachin”) ai senza tetto ed ai poveri della città. Un modo per condividere proprio con tutti la grande festa del gusto torinese. Scopri nel video il nostro impegno sul territorio torinese
Articolo di Angelo Conti pubblicato su “La Stampa” del 13 agosto
Antonella (la chiameremo così) è una di quelle donne che non si danno mai per vinte. Giovane, forte, tenace ha alle spalle storie complicate: “Ho incontrato due uomini sbagliati, i padri dei miei due figli, un maschio e una femmina, 2 e 7 anni. Ho lasciato il primo quando ho scoperto che aveva problemi di droga, il secondo perché si ubriacava tutte le sere e dopo l’alcol erano botte. Situazioni insostenibili. Ma mi sono rimasti loro, i miei piccoli. Sola, con loro per mano, ho capito presto quanto fosse difficile sopravvivere, in una società che lascia sole le donne come me”.
A tante di queste donne non manca però la volontà di fare. “Certo. Personalmente non ho mai smesso un attimo di cercare lavoro. Ho il diploma di un istituto tecnico. Prima dei bimbi ho fatto la commessa e l’impiegata. Me la cavavo bene. Poi, dopo i bimbi, ho avuto solo occasioni per brevissime sostituzioni. C’è poco da fare: al colloquio di lavoro ti chiedono quanti figli hai, e lì parte la prima smorfia, poi quando ti chiedono la loro età, parte la seconda. E in pratica il colloquio di lavoro finisce lì. Due bimbi piccoli stanno a significare varicelle, morbilli, influenze e tutto il resto… Con rischi di ritardi ed assenze dal lavoro delle mamme…”. E poi c’è pure il problema degli orari: “E’ vero che c’è il prescuola e il doposcuola, ma ci sono alcuni lavori che non è proprio possibile fare con i bambini piccoli”.
Una soluzione sono le nonne: “Già, la mia nonna è stata preziosa sino a quando non è mancata, due anni fa. Purtroppo mia madre è seriamente malata, passa frequenti periodi in ospedale, vive con un pacemaker e forse dovrà essere trapiantata di cuore. Insomma, non mi può certo essere di aiuto con i bimbi”.
Ma quali sono le entrate garantite dalla struttura sociale alle mamme come Antonella? “Ci sono 302 euro della carta Rei mensile più circa 40 euro al mese della Carta Acquisti. Quindi la mia disponibilità è di 342 euro al mese. Più il pacco viveri che ricevo di suor Cristina, di Casa Santa Luisa. I padri dei bambini non mi versano nulla. Il primo ha anche subito una ingiunzione dal giudice perché contribuisca con 200 euro al mese. Ma non ha adempiuto. Il secondo è praticamente sparito. Non riesco più a trovare nemmeno le sue tracce. Ovvio che così si comincia a fare debiti, non si pagano più le bollette, e nemmeno l’affitto. Ma non è una questione di scelta. Io non scelgo di non pagare. Io semplicemente non posso”. Porte chiuse anche all’Atc: “Non basta essere due volte ragazza madre, con due figli piccoli e senza lavoro per avere un alloggio popolare…”.
La povertà è una brutta bestia da affrontare, soprattutto con i bambini piccoli. “La vita scolastica ha comunque un costo: è un problema persino acquistare le matite colorate. Non parliamo delle gite… Sotto Natale, praticamente cerco di non uscire di casa. I bimbi vedono le vetrine illuminate, i giocattoli, i regali. E io non posso comprare assolutamente niente per loro. Qualche volta per questo piangono. E sono momenti di dolore grandissimo anche per me”.
Specchio dei tempi ha inserito Antonella nel programma “Madri & figli”: riceverà 350 euro al mese per i prossimi tre mesi. “Un aiuto di cui sono profondamente grata ai lettori de La Stampa, che voglio ringraziare tanto”. Ma a 31 anni sta cercando soprattutto la fiducia di qualcuno. “Solo un lavoro potrà cambiare la mia vita, anche modesto, umile. Non pretendo nulla di particolare e non ho paura di faticare. Perché io una ricchezza comunque ce l’ho: i miei bambini meravigliosi”
Ce lo avete chiesto in tanti, un po’ stupiti che Specchio dei tempi abbia voluto ricostruire una scuola in una posizione precaria, al centro di una comunità a forte rischio eruzioni e terremoti per la presenza, esattamente a 14 chilometri di distanza di una delle bocche del vulcano Popocateptl, davvero molto attivo e capace quasi ogni giorno di dispensare fumate, cenere e lapilli. E, una volta ogni qualche mese, anche una vera e propria eruzione.
La risposta è semplice. Perché qui era il posto più a rischio. Perché qui ben difficilmente qualcuno sarebbe intervenuto. Perché qui c’erano comunque 100 bambini che, dal giorno dopo il sisma, facevano lezione in una baracca di legno, coperta da vecchie lamiere, con la terra (e spesso il fango) come pavimento. Qui dovevamo stare e qui siamo venuti.
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Con questa comunità i lettori de La Stampa hanno condiviso una difficile ricostruzione, comunque attuata in 11 mesi e cioè ben prima di tante scuole della zona, che attendono ancora l’inizio dei lavori. Oggi la nostra scuola c’è, proprio lì sotto il vulcano, da secoli compagno di vita di questa povera comunità di campesinos che coltiva, su un altipiano che sale lento da 2500 a 3500 metri, tamarindo, patate e alberi da frutta. Da vendere sui mercati della pianura, quando le condizioni del tempo e del vulcano permettono i trasferimenti.
Poi, che esistano tanti rischi è fuori dubbio. Qui ai bambini, all’atto della iscrizione scolastica, viene richiesto pure il gruppo sanguigno, perchè non si sa mai. E le regole e le strade per la “evacuacion” vengono insegnate sin dalla scuola dell’infanzia. Qui con il vulcano si cresce e si vive. Lo si guarda al mattino, con il pennacchio. Si spazza la cenere quando cade come neve. Si cerca di resistere ai terremoti, qui più intensi che altrove. Sapendo che i cellulari non funzionano, internet lo porteremo solo noi e che sarebbe anche difficile chiedere aiuto.
Ma anche questa è vita. Una vita dura, difficile, a volte impietosa. Ma una vita intensa, forte, piena. Da gente coraggiosa. Ecco perché noi siamo qui con loro. E, per quanto ci sarà possibile, non li abbandoneremo.
Giornata importante per i nostri bambini di Santa Catalina di Toihimilco in Messico. Abbiamo infatti gettato le basi per un allargamento del progetto di Specchio dei tempi “Connettiamo i bambini del mondo” anche ai piccoli allievi della scuola che la nostra fondazione ha appena ricostruito e inaugurato in Messico. Programma ambizioso perchè tutta quell’area montagnosa intorno al vulcano non solo è priva di connessione dati via cellulare, ma anche di segnale telefonico e di qualsiasi altra connessione via cavo. Si tratta quindi di inventare una soluzione che, almeno in una prima fase, non potrà prescindere dal satellite.
Specchio dei tempi e Università di Puebla (abbiamo incontrato anche il rettore Alfonso Esparza, entusiasta dell’idea, che vedete nella foto) sono comunque determinati a portare il segnale non solo ai piccoli allievi della scuola ma anche ad una comunità poverissima che non ha mai conosciuto Internet. Almeno sul piazzale antistante la nostra scuola il segnale sarà disponibile per tutti. Nei prossimi giorni si passerà ai dettagli, poi il via alla progettazione e all’esecuzione dei lavori. Ci piacerebbe poter mandare, a Natale a quei bimbi, una mail con i nostri auguri…. E connetterli con i bimbi delle altre scuole protagoniste del progetto: con i torinesi della Pertini, con i bimbi curdi di Mosul, con i piccoli sherpa di Namche Bazaar sull’Everest oltre che con gli allievi di altre località italiane che ci anno chiesto di aderire (Alagna Valsesia e Filicudi). Per un grande girotondo lungo decine di migliaia di chilometri.
Undici mesi dopo il sisma che ha colpito il Messico, provocando oltre 360 morti, molti dei quali bimbi che si trovavano in edifici scolastici fatiscenti, Specchio dei tempi ha inaugurato la scuola che ha ricostruito a Santa Catalina di Tochimilco, un piccolo centro abitato da un migliaio di poveri campesinos, a 2500 metri di altezza, sulle pendici dell’attivissimo vulcano Popocatepetl, a circa 100 chilometri da Puebla ed a 200 da Città del Messico. E’ la ventiseiesima scuola ricostruita dalla fondazione nella sua storia di solidarietà: una quindicina in Italia, le altre in pesi lontani (sempre dopo calamità naturali) come India, Sri Lanka, Thailandia, Bangla Desh ed adesso Messico.
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L’intervento di Tochimilco è stato reso possibile da una sottoscrizione popolare fra i lettori de La Stampa, lanciata lo scorso autunno. In questa zona gli edifici gravemente danneggiati erano la grande maggioranza e, fra essi, quasi tutte le scuole. I bambini avevano dovuto interrompere l’anno scolastico ad appena un mese dall’inizio e non erano poi più tornati sui banchi. La decisione di intervenire è maturata anche in considerazione del fatto che il terremoto in Messico aveva coinciso, il settembre scorso, con l’inaugurazione della scuola di Arquata del Tronto. “Ci era parso giusto – ha spiegato Lodovico Passerin d’Entreves, presidente della Fondazione La Stampa Specchio dei tempi – proprio in un momento di gioia per quei bambini italiani, essere anche vicini ai piccoli messicani, posti di fronte ad una durissima prova, per giunta in un paese dalle limitatissime risorse”.
La scelta era così caduta su Santa Catalina Cuilotepec una frazione sperduta, lontana diciassette difficili chilometri da Tochimilco, raggiungibile solo seguendo una viabilità tortuosa ed in più devastata dal terremoto. Nessun segnale, nè telefonico, nè televisivo, niente Internet. Il paese (500 abitanti nel centro, qualche centinaio sparsi per le campagne, agricoltori e piccoli allevatori) è disteso su un altipiano che sale lentamente da 2500 a 3450 metri. La scuola elementare (in Messico sette classi) è frequentata da un centinaio di studenti, fra i 6 ed i 13 anni, ed è composta da due diversi edifici, ad un piano. Il primo edificio, danneggiato ma recuperabile, ha goduto di una radicale ristrutturazione, oltre che di un opportuno consolidamento antisismico. Il secondo edificio, il più grande, del tutto irrecuperabile, è stato prima demolito e poi ricostruito. L’intervento, completamente sostenuto economicamente da Specchio dei tempi, ha avuto come partner tecnici le facoltà di Ingegneria e Architettura della Università BUAP di Puebla (progetto e direzioni lavori) e come partner logistico il GUS, Gruppo Umana Solidarietà di Macerata. Il controllo sul cantiere è stato garantito dagli inviati di Specchio dei tempi, che hanno condotto le trattative per l’affidamento dei lavori alla impresa Benitez. La tempistica del cantiere è stata puntualmente rispettata.
L’inaugurazione, alla presenza della presidente della Regione di Tochimilco, Albertana Calyeca Amelco, è stata una lunga festa popolare, culminata con una rodeo che ha visto scendere in pista giovani locali, impegnati a cavalcare i tori allevati sulle pendici del vulcano. In un mare di musica, riconoscenza e gioia.
Specchio dei tempi continuerà a stare in contatto con questa scuola con l’obiettivo di inserirla nel progetto “Connettiamo i bambini del mondo” che consente agli allievi delle scuole elementari costruite o ristrutturate o comunque assistite dalla fondazione in Italia e in paesi lontani di vedersi, parlarsi, scambiarsi informazioni e colmare curiosità. Abbattendo distanze e confini, creando così piccoli cittadini del mondo.
Prevedibile e attesa, arriva la notizia del rientro nelle cantine del Moi di una trentina di profughi. In attesa di un ugualmente prevedibile rientro nella palazzina sgomberata, nonostante gli ingressi murati e le scale demolite. Con Specchio dei tempi, chi scrive ha realizzato insieme ad Acmos, Lvia e Istituto Comprensivo Pertini, un intervento di scolarizzazione sull’intera area ex Mercati Generali, il “Villaggio che cresce”, che, ancorché svolto esattamente all’ingresso delle palazzine occupate, non ha mai avuto la minima opposizione e ricevuto soltanto sorrisi. Al punto che Specchio, Acmos e Lvia sono poi passati, con il progetto “il villaggio che lavora”, ad un autentico piano di recupero degli occupanti più volenterosi a cui è stata offerta una sistemazione abitativa onesta e regolare e, da settembre, anche la frequenza gratuita in istituti professionali e, per uno di loro, addirittura quella dell’ultima classe del liceo scientifico. Una integrazione da realizzare attraverso lo studio e l’impegno. Con prospettive solide per il futuro. Partita bene, con numeri forzatamente modesti (noi siamo pur sempre una piccola fondazione) ma con soddisfazione di tutti.
L’esperienza che ho maturato al Moi mi fa dunque pensare che gli sgomberi attraverso la concessioni di decine e decine di alloggi di edilizia popolare o religiosa siano destinati a non risolvere nulla, magari facendo solo crescere la rabbia dei regolari (italiani e stranieri, molti realmente disperati) che da anni sono in lista di attesa per avere una casa. Piuttosto mi pare più percorribile la strada di una graduale integrazione, iniziando una opera di legittimazione delle occupazioni attraverso la proposta di affitti, inizialmente a canoni simbolici, così da trasformare l’illegalità in legalità. Una strada graduale, nemmeno semplice, con qualche incognita, ma che forse varrebbe la pena tentare. Proprio sulla falsariga di quanto Specchio sta attuando con “il viaggio che lavora”. Impegnandosi in umiltà, con attenzione, con lealtà, con trasparenza e senza troppi titoloni sui giornali.
(Per leggere l’articolo di Federico Genta, fai clic sulla foto con il tasto destro del mouse)
La Fondazione La Stampa – Specchio Dei Tempi ha inaugurato la scuola a Tochimilco (Messico) ricostruita dopo il terremoto di 11 mesi fa a 2500 metri sotto il vulcano Popocatapetl e verrà frenquentata da 100 bambini figli di Campesinos.
La Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi di Torino ha completato la ricostruzione della scuola primaria di Santa Catalina Cuilotepec, nel comune di Tochimilco, sulle pendici del vulcano Popocatépetl (alto 5500 metri, attivissimo e capace di frequenti eruzioni), a circa 100 chilometri da Puebla ed a 250 da Città del Messico. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta ieri, domenica, il giorno prima dell’inizio delle scuole, che in Messico è fissato per oggi, lunedì 20 agosto.
[wds id=”41″] (Alcune delle immagini dell’inaugurazione di ieri)
L’intervento era stato deciso lo scorso inverno al termine di una serie di sopralluoghi condotti dalla Fondazione Specchio dei tempi in diversi comuni dell’area più colpita dal sisma del 19 settembre 2017, che aveva causato oltre 360 morti. In questa zona gli edifici gravemente danneggiati erano la grande maggioranza e, fra essi, quasi tutte le scuole. I bambini avevano dovuto interrompere l’anno scolastico ad appena un mese dall’inizio e erano più tornati sui banchi.
(Il progetto di Specchio dei tempi)
Santa Catalina Cuilotepec è una frazione sperduta, lontana diciassette terribili chilometri da Tochimilco, seguendo una viabilità tortuosa ed in più devastata dal terremoto. Nessun segnale, nè telefonico, nè televisivo, niente Internet. Il paese (500 abitanti nel centro, qualche centinaio sparsi per le campagne, tutti campesinos, molto poveri) è disteso su un altipiano che sale lentamente da 2500 a 3450 metri. La scuola elementare (in Messico sette classi) è frequentata da un centinaio di studenti, fra i 6 ed i 13 anni, ed è composta da due diversi edifici, ad un piano. Nel primo due aule, nel secondo due aule e la cucina. Il primo edificio, danneggiato ma recuperabile, ha goduto di una radicale ristrutturazione, oltre che di un opportuno consolidamento. Il secondo edificio, irrecuperabile, è stato prima demolito e poi ricostruito.
(Video di maggio, durante i lavori in corso)
L’intervento, completamente sostenuto economicamente da Specchio dei tempi. ha avuto come partner tecnici le facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Puebla (progetto e direzioni lavori) e come partner logistico il Gruppo Umana Solidarietà di Macerata. Il controllo sul cantiere è stato garantito dagli inviati di Specchio dei tempi, che hanno condotto le trattative per l’affidamento dei lavori alla impresa Benitez. La tempistica dei lavori, con il termine fin dall’inizio stimato per questo mese di agosto, è stato puntualmente rispettato. Domenica 19 i nostri piccoli amici messicani sono tornati a scuola. Ad attenderli anche noi di Specchio dei tempi, per una piccola festa, lassù sotto il vulcano.
[wds id=”42″] (La progressione dei lavori di ricostruzione della scuola)
Nei giorni scorsi Specchio dei tempi ha consegnato 22 tonnellate di aiuti umanitari ai profughi di Kobane e di Afrin. Kobane è la cittadina siriana conquistata tre anni fa dall’Isis e poi faticosamente riconquistata dai peshmerga curdi. Afrin è stata invece, nei mesi scorsi, assaltata e bombardata dall’esercito turco che ha messo in fuga civili e curdi che la difendevano. Moltissimi degli abitanti di questi due centri vivono in campi profughi o in abitazioni di fortuna.
Nello specifico Specchio dei tempi ha loro consegnato:
– 10 tonnellate di riso;
– 500kg di tè;
– 4 tonnellate di lenticchie;
– 2 di zucchero;
– 2000 bottiglie di olio di semi;
– una tonnellata di salsa di pomodoro;
– 1200 pacchi di pasta;
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Le derrate sono state consegnate a Kobane alla Commissione Afrin, che si occupa di prestare soccorso alla popolazione sfollata di Afrin, sia nei campi profughi di Serdem e Berxwedan -nella regione di Shebha-, sia nella città stessa di Kobane.
I generi alimentari sono stati acquistati in Siria, nella regione di Qamishlo, al fine di tenere bassi i costi dell’operazione e di consegnare quindi un maggior numero di tonnellate di aiuti; i generi acquistati sono tutti a lunga conservazione e costituiscono la base delle abitudini alimentari locali.
La popolazione sfollata continua a necessitare di sostegno soprattutto per quel che riguarda il cibo, medicine e assistenza medica. La comunità internazionale non ha ancora dato le risposte necessarie. La maggioranza della popolazione alloggia in condizioni di fortuna e riesce ad andare avanti solo grazie alla solidarietà della comunità, già severamente colpita da lunghi anni di guerra e distruzione.
Grazie al GUS (Gruppo Umana Solidarietà) per la collaborazione logistica.
Fra 16 giorniinaugureremo, a Santa Catarina di Tochimilco in Messico, la scuola primaria che la Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi ha ricostruito dopo il terremoto di 11 mesi fa. Orgogliosi di essere riusciti a ridare, in tempi brevi, una scuola sicura e moderna ai cento bambini che vivono lassù, a 2500 metri, sulle pendici dell'(attivissimo) vulcano Popocatepetl, non lontano da Puebla. Questo è il video girato nei giorni scorsi sul cantiere. Come sempre in Messico, si lavora in mezzo a tanta musica. Grazie al Gus, Gruppo Umana Solidarietà, ed all’Università di Puebla, nostri partner in questa avventura. Si può ancora donare con un clic qui!