Tredicesime dell’Amicizia, quando una sottoscrizione diventa un legame con chi non c’è più

Angelo Conti

Ci sono legami molto particolari, strani, eppure fortissimi. Come quello che lega le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi a Torino ed ai torinesi. Da quasi 50 anni, tutti gli autunni la fondazione si presenta alla città, con una proposta semplice: “Aiutiamo gli anziani più poveri e più soli. A scaldare la loro casa ed a passare un Natale meno triste”. I torinesi, compatti, non hanno mai mancato di rispondere consentendo, ogni anno, di aumentare il numero degli aiuti: appena 30 nel 1986, quasi 2000 quest’anno. E, negli ultimi anni, questa oda solidale ha raggiunto anche le altre province piemontesi, da Cuneo a Verbania, da Novara a Vercelli, dove distribuiamo diverse altre centinaia di aiuti.

Ma cosa spinge a donare? Sicuramente la credibilità che abbiamo meritato negli anni, cercando di sbagliare il meno possibile, e raccontando sempre tutto ai nostri sostenitori. Ma anche una forte tradizione, che ormai possiamo dire tramandata da padre in figlio, da madre in figlia. “Donava papà, dono anche io. Nel suo ricordo”: è il messaggio, suppergiù sempre uguale, che accompagna tante, tantissime donazioni. Attestazioni che commuovono e di cui siamo intimamente orgogliosi. Garantendo a chi dona, come avevamo fatto con i loro genitori e magari ai loro nonni, che quel denaro andrà a buon fine, a buon segno, subito. Proprio dove c’è bisogno.

Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

È infine possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

Eventi organizzati per raccogliere fondi da destinare alle Tredicesime sono anche:

Il cuore batte per otto ore prima del trapianto grazie all’apparecchio donato da Specchio

Alessandro Mondo,
La Stampa, 29/10/2023

Un viaggio straordinario, per un trasporto straordinario, grazie ad un apparecchio straordinario. In corsa contro il tempo per mettere in sicurezza la vita di un uomo. Se ogni trapianto rappresenta un evento irripetibile, quello di cui parliamo oggi ha un di più. E’ la storia di un cuore che ha compiuto un lungo viaggio, via terra e in aereo, per raggiungere Torino: continuando a battere, novità assoluta, come se si trovasse all’interno del corpo umano.

Ecco la straordinarietà di un’avventura più avventurosa delle altre. Inizia con la segnalazione di un potenziale donatore da Caen, in Normandia. Il suo cuore, per la rarità del gruppo sanguigno, non trova un utilizzo in Francia e quindi i colleghi d’Oltralpe, per non perdere il prezioso dono, lanciano un appello europeo. Il Centro Trapianti di cuore dell’ospedale Molinette diretto dal professor Mauro Rinaldi, allertato dal Centro Nazionale Trapianti diretto dal dottor Massimo Cardillo e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte diretto dal professor Antonio Amoroso, coglie al volo l’occasione: accetta l’organo, che però si trova ad oltre 1000 chilometri; anche organizzando un volo speciale, la durata del trasporto sarebbe incompatibile con il trapianto. Gettare la spugna o tentare il tutto per tutto. Di fronte a questo bivio i medici delle Molinette decidono che l’unico modo per far arrivare in sicurezza l’organo è trasportarlo nella sua condizione “fisiologica”, ovvero mantenendo il flusso nelle coronarie, lasciandolo battere liberamente al di fuori del corpo umano.

Qui entra in gioco l’apparecchio recentemente donato alla Città della Salute dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi (presieduta da Lodovico Passerin d’Entrèves), grazie alla donazione di Giuseppe e Gabriella Ferrero, Gruppo Ferrero Spa, da sempre vicini alle iniziative della Fondazione: una nuova tecnologia che permette di mantenere l’organo perfuso e battente, senza più trasportarlo fermo e freddo come avviene normalmente, permettendo di evitare un’ischemia cardiaca prolungata e di allungare notevolmente i tempi di trasporto. E’ il primo test, tra l’altro in condizioni critiche. I tempi di viaggio sono molto lunghi perché il volo charter che porterà l’équipe addetta al prelievo potrà atterrare solo all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, da lì un van proseguirà il viaggio su strada fino a Caen per circa tre ore, con una durata complessiva del viaggio di oltre sei ore.

Partiti a mezzanotte, i medici arrivano a Caen verso le sei del mattino e alle sette possono prelevare l’organo, immediatamente attaccato all’apparecchio. A quel punto inizia il trasporto del cuore, che batte normalmente ma in una macchina. Arrivato all’aeroporto l’organo viene alloggiato sul jet privato che attende in pista e, dopo circa un’ora e mezza di volo, finalmente atterra a Torino, dove in pista lo attende un secondo van su cui concluderà il suo lungo viaggio con destinazione finale la sala operatoria della Cardiochirurgia delle Molinette di Torino. Ad attenderlo, un paziente di 65 anni colpito da una grave cardiopatia terminale, in attesa di un trapianto di cuore. Il trapianto viene eseguito senza problemi dal professor Massimo Boffini, sotto la guida del professor Rinaldi e coadiuvato dal dottor Marco Ellena. Pochi giorni dopo l’uomo sta bene, è sveglio e respira da solo.

Un lieto fine merito di una tecnologia preziosa, e di un lavoro di squadra: i cardiochirurghi Erika Simonato e Matteo Marro, sotto la supervisione di Mauro Rinaldi e Massimo Boffini, il rianimatore, Andrea Costamagna, sotto la guida di Luca Brazzi e Anna Trompeo, il responsabile del Servizio di Perfusione Cardiovascolare, Gennaro Izzo. «Ringraziamo la Fondazione Specchio dei Tempi per la donazione di questo nuovo macchinario, che ci proietta nel futuro della trapiantologia – commenta Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute -. È stato un intervento figlio dell’esperienza dei nostri professionisti, mai come in questa occasione hanno avuto il coraggio di provare e di riuscire ad abbattere frontiere che finora non avevano permesso di effettuare trapianti di cuore oltre un determinato numero di ore. Cosa mai neanche immaginata, fino ad ora». Straordinario, appunto.

Hargeisa, Somaliland: la storia di Adam, salvato da una gravissima polmonite

Jessica Genova

Nelle aree rurali e desertiche che circondano Hargeisa, capitale del Somaliland, si estendono decine di campi profughi, dove vivono un numero sempre crescente di famiglie. Uno dei più estesi è Digaale. Questo campo, sorto nel 2014, è diventato una dimora fissa per oltre 1300 famiglie, più di 8000 individui, ed il loro numero è in continua crescita. La mancanza d’acqua e di cibo ha costretto centinaia di famiglie a cercare riparo in quest’area alle porte della capitale, ma la vita -anche qui – continua ad essere una sfida quotidiana. L’acqua è scarsa, le condizioni igienico-sanitarie sono disastrose e le epidemie, tra cui una grave ondata di Dengue, si diffondono rapidamente, portando con sé sofferenza e paura.

In questo contesto fragile si inserisce l’attività di Specchio die tempi che finanzia completamente MedAcross che garantisce un servizio di clinica mobile, offrendo visite mediche e distribuendo cure gratuite. Il team sanitario è costantemente alle prese con sfide imponenti: le strutture sono ridotte, le condizioni igienico-sanitarie sono precarie e le epidemie sono all’ordine del giorno. Spesso, i medici devono affrontare il difficile compito di trasportare i pazienti in condizioni critiche su strade dissestate e difficili da percorrere.

In una delle mie tante visite alla clinica mobile dei campi profughi di Hargeisa, incontro Adam, un bambino di 14 anni. Mi è impossibile non notare i tratti del volto scavati e il corpo cheletrico, testimonianza vivente della fame che si nutre dei corpi nel Corno d’Africa. Adam ha trascorso le sue notti raggomitolato in un letto, lottando per trovare una posizione che gli consentisse di respirare e trovare la forza di abbandonarsi senza paura al riposo. “Le notti sono state un tormento in quest’ultima settimana” – ci racconta la mamma – “e non è riuscito nemmeno a mangiare”. Il medico svela a me e alla mamma di Adam la triste verità: il bambino soffre di una grave polmonite acuta e ha un bisogno urgente di ossigeno e cure per sopravvivere. Fortunatamente, nel centro di salute di Digaale, esiste una macchina per la somministrazione di ossigeno, che offre un barlume di speranza e sollievo a tutti noi. Tuttavia, è chiaro che questo non sarà sufficiente. In caso di crisi, una struttura ospedaliera adeguata è la sua unica speranza. Da lì a poco, tale pensiero si concretizza: l’elettricità salta improvvisamente e il macchinario smette di funzionare. La sua saturazione crolla pericolosamente. In quei minuti sospesi tutto il personale sanitario si è attivato per supportare Adam. Fortunatamente in pochi minuti – eterni – il sistema si è ripristinato e ha permesso ad Adam di respirare nuovamente. E noi con lui.

Il medico ha così contattato l’ospedale pediatrico di Hargeisa, costruita da Specchio dei tempi 12 anni fa, della capitale, sperando di avere una conferma per il ricovero di Adam. Ma non è la nostra giornata fortunata: i letti sono tutti occupati a causa dell’epidemia di Dengue. Mi rendo conto di quanto sia ora difficile comunicare alla famiglia che dovranno attendere almeno un’altra giornata prima di essere accompagnati in ospedale. Mi rendo conto altresì, che -nonostante tutti gli sforzi che cerchiamo di compiere quotidianamente -l’impotenza a volte bussa alla porta, entra, e non se ne va.

Il giorno successivo però vi è finalmente una buona notizia: riusciamo ad ottenere un letto disponibile. L’ambulanza giunge al campo, recupera il bambino e lo accompagna in ospedale, dove riceve tutti i trattamenti medici necessari e dove rimane sotto osservazione alcuni giorni. Questa è la realtà che i medici stipendiati da Specchio dei tempi affrontano quotidianamente, restando accanto ai pazienti e cercando soluzioni alternative, le quali diventano testimonianza di dedizione ed impegno.

Intervista a Gian Carlo Caselli: “La mia lezione a teatro per insegnare la legalità”

Beppe Minello,
La Stampa, 24/10/2023

Gian Carlo Caselli ha 84 anni ed è un leone. I 56 che ha vissuto nei più difficili palazzi di giustizia d’Italia ne hanno fatto un magistrato simbolo. Un simbolo contro il terrorismo di Br e Prima Linea quando, accanto agli uomini del generale Dalla Chiesa sconfisse il Nucleo storico dei Curcio e Franceschini fino alla cattura di Patrizio Peci, il primo pentito delle Br. Un simbolo contro la mafia, quando chiese e ottenne, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, di essere nominato procuratore della Repubblica di Palermo.

Ora che è in pensione, non si ferma e la sua battaglia è diventata una battaglia di testimonianza. Come quella in memoria del suo maestro e amico Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino assassinato dalla mafia calabrese 40 anni fa. Una tragedia alla quale è dedicato “Sana e robusta Costituzione”, evento promosso dalla Fondazione La Stampa-Specchio di tempi in difesa dei valori della Costituzione e rivolto agli studenti di Medie e Superiori. A migliaia hanno già partecipato allo spettacolo “Jupe Culotte”, letteralmente gonna-pantalone, interpretato dal duo Giulia Berto e Rita Laforgia, che mette in scena il forte cambiamento sociale avvenuto nel dopoguerra con l’estensione delvoto alle donne. Lo spettacolo, domani, tornerà in scena al Teatro Colosseo, in via Madama Cristina 71, al mattino per 1300 studenti, la sera (ore 19) aperto a tutti e gratuito. Ci sarà, acciacchi permettendo, altrimenti in video collegamento, anche Caselli.

Il procuratore Caccia è stato un suo maestro e un suo amico. Qual è stato il suo insegnamento per un giovane Caselli all’inizio della carriera? E quale esempio rappresenta per i ragazzi che sentiranno parlare di lui al Colosseo?

«Ho conosciuto Bruno Caccia nell’inchiesta sul sequestro di Mario Sossi. Lui era pubblico ministero, io giudice istruttore. Era molto più anziano, molto più esperto e capace di me. Avrebbe potuto tenermi a distanza con il classico “ragazzino lasciami lavorare”. Invece mi prese per mano e mi insegnò tutto quel che c’era da sapere. Il suo era innanzitutto un insegnamento di correttezza e rigore, di rispetto della legge e dei diritti delle persone, senza sconti per nessuno. Valori che ha onorato fino al sacrificio di sé. Era temuto dai criminali. Basti pensare che la’ndrangheta, tranne Scopelliti e per fare un favore a Cosa nostra, non ha mai ucciso nessun magistrato fuori della Calabria se non Caccia e per difendere suoi interessi diretti. Un grande uomo e un grande magistrato. Un esempio per tutti coloro che l’hanno personalmente conosciuto e per coloro che ancora ne sentono parlare, grazie ai ragazzi di “Libera” che l’hanno “adottato” e alle iniziative come quella del teatro Colosseo».

C’è un momento particolare, un episodio della vita professionale e privata di Caccia che meglio rappresenta la personalità del magistrato ucciso dalla’ndrangheta?

«Caccia era maestro anche nello sdrammatizzare con l’ironia situazioni difficili. Ricordo quando interrogai per la prima volta un capo di Prima Linea, Michele Viscardi, che per dimostrarmi la sua sincerità di “pentito” cominciò col disegnare una piantina del parco della Tesoriera di Torino, dove allora c’era un campo da tennis su cui Caccia e altri magistrati (tra cui io) ogni tanto giocavano. Viscardi disegnò anche un caseggiato dal quale ci spiava un militante di Prima Linea. Il commento di Caccia fu: “speriamo che non abbiano segnato anche il punteggio delle partite, sennò che magra figura avresti fatto tu, caro Caselli”».

Il procuratore generale Saluzzo, lasciando il suo incarico, ha sostanzialmente detto che, alla luce dei processi già celebrati, non ci sarebbero riscontri dell’esistenza di un terzo livello responsabile dell’assassinio di Bruno Caccia. Tesi, invece, sostenuta con forza dalla famiglia Caccia: lei che idea s’è fatto?

«Per abitudine non prendo posizione su casi specifici ancora discussi e, in generale, e senza riferimento a casi concreti cito una frase di Giovanni Falcone: “Non pretendo di avventurarmi in analisi politiche, m non misi vorrà far credere che alcuni gruppi politici non siano alleati di Cpsa nostra (… ), nel tentativo di condizionare la nostra democrazia, ancora immatura, eliminando personaggi scomodi per entrambi”».

Ca’ di Tulin, degustazione con lo chef il 12 novembre per le Tredicesime

Specchio dei tempi e Cascina Ca’ di Tulin vi invitano ad una degustazione diversa dal solito! Domenica 12 novembre, ore 11.30, presso Cascina Monticone a Ferrere (Asti) collina San Giuseppe 71. L’evento sarà accompagnato dai “Tassi d’Irlanda”, la band musicale di folk irlandese e non solo.

La degustazione comprende calici di nebbiolo, di barbera d’Asti e di rosè di Ca’ di Tulin abbinati ad alcuni piatti preparati dallo Chef Filippo Monticone.

Costo: 30 € di cui 5 € devoluti alle iniziative solidali di Specchio dei tempi. Inoltre il 10% degli acquisti in cantina Tulin sarà anche questo dato in beneficenza a Specchio dei tempi.

Per info e prenotazioni:
Tel: +390141/383679
Cell: +393482513495
Mail info@caditulin.it

La Costituzione, diritti e valori: Jupe Culotte per Specchio il 25 al Colosseo

Federica Bassignana

Sana e robusta. Non potrebbero esserci aggettivi migliori per descrivere la nostra Costituzione.

“Specchio dei tempi” ne ha a cuore i valori e organizza un incontro mercoledì 25 ottobre alle 19 al Teatro Colosseo (via Madama Cristina, 71) con lo spettacolo “Jupe Culotte” di e con Giulia Berto e Rita Laforgia, con cui parliamo. Presente all’appuntamento anche l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, che ricorderà il procuratore capo di Torino Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta quarant’anni fa. Una serata all’insegna dei principi fondamentali della Costituzione, raccontati da due donne sul palco che si incontrano fuori dai seggi elettorali, il 2 giugno 1946: da una parte una figura storica, una delle madri costituenti e prima donna a essere eletta al Senato della Repubblica, Lina Merlin, e dall’altra un personaggio di fantasia, una spalla quasi comica quanto veritiera, Rosa Costantini. Voci e videoproiezioni sullo sfondo faranno da cornice alla scena, grazie ai contributi di Gioele Minati, Raffaele Folino, Paolo Zaccaria e Irma Ridolfini.

Ingresso gratuito, prenotazione qui.

Uno spettacolo sui valori del femminismo e della Costituzione. Qual è la chiave di lettura?

«Raccontiamo la storia di due donne che vivono un forte cambiamento sociale: il diritto di voto e la possibilità anche per le donne di essere protagoniste della scena politica. Il loro confronto vuole essere un dipinto fresco ma sincero della vita di quegli anni, una riflessione sul valore del diritto al voto e un mezzo per ricordare i principi fondamentali della nostra Costituzione».

“Jupe culotte”: un titolo evocativo. La storica Christine Bard, ha affermato che fu più facile prendere la Bastiglia che per le donne impossessarsi definitivamente dei pantaloni. Siete d’accordo?

«L’idea è questa. Il titolo è legato al personaggio di Rosa Costantini, che dice che le jupe culotte sono belle perché sembrano una gonna, anche se in realtà sono pantaloni. La questione dell’indumento è solo la punta dell’iceberg, camuffa ma vuole rimarcare la difficoltà delle donne nel mostrarsi e allo stesso tempo doversi ancora un po’ nascondere. L’emancipazione è tutto ciò che c’è attorno».

Portate in scena due donne. Una di fantasia e una che ha fatto la storia. Come date loro voce?

«Rosa Costantini è il personaggio di fantasia, una giovane ragazza che arriva dalla campagna, con un minimo livello di istruzione. Lina Merlin, invece è Storia, ha quasi 60 anni ed è una donna partigiana, che sa cosa significa lottare e diventare una donna in politica in tempi difficilissimi. Sono agli opposti: Lina è un modello, è impostata, precisa, Rosa è frizzante e ingenua, a tratti è la sua spalla comica e ironica».

Come utilizzate la sua ironia?

«Lo spettacolo nasce con l’intento pedagogico di far avvicinare i giovani ai principi della Costituzione. Abbiamo scelto di utilizzare una componente ironica come nostro modo di raccontare perché certe tematiche riescono a essere narrate meglio con un pizzico di ironia e leggerezza».

2 giugno 1946: è una data che parla ancora oggi alle giovani donne?

«È una data importante per le donne ma non solo, deve essere ricordata da tutti. I giovani devono tornare a sentire la responsabilità del loro voto e di andare alle urne».

Qual è l’obiettivo dello spettacolo?

«Mettiamo il focus sull’importanza della curiosità e dell’informazione, per ricordare quanto sia fondamentale partecipare».

E la strada dell’emancipazione?

«È sempre da vigilare. Rosa nello spettacolo dice: “Questa cosa che gli altri dedicano per me non mi piace”. Dobbiamo ricordarlo sempre, stare attente e resistere». 

Ingresso gratuito, prenotazione qui.

Il cuore generoso dei lettori vercellesi con le “Tredicesime dell’Amicizia”

Beppe Minello,
La Stampa, 21/10/2023

La solidarietà è ciò che tiene insieme una comunità. La solidarietà è il cuore delle Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi. Quella che è considerata la più antica sottoscrizione italiana, promossa dalla popolare rubrica di lettere de La Stampa, si è estesa da Torino al resto del Nord Ovest d’Italia e a Vercelli. Quest’anno, e per la quarantasettesima volta, si ripete. Grazie alla generosità dei lettori de La Stampa, complessivamente, dal’76 sono state consegnate 78.786 tredicesime per una cifra di 32 milioni di euro, dalle prime trenta buste da 30 mila lire ognuna consegnate ad anziani bisognosi del centro torinese, ai 500 euro delle Tredicesime dell’Amicizia di oggi.

Un’iniziativa che rientra nel più strutturato progetto della Fondazione Specchio dei Tempi del Gruppo editoriale Gedi, rivolto agli over 80. Parliamo di «Forza Nonni», anch’esso già operativo a Vercelli e dove la generosità dei vercellesi ha visto crescere le donazioni del 27% nel periodo settembre-dicembre, quello in cui si concentra la raccolta e la distribuzione delle Tredicesime. «Forza Nonni», oltre all’aiuto, che può offrire sollievo quando la bolletta del riscaldamento è più dolorosa, prevede tutta una serie di servizi per agevolare la vita di chi ne ha più bisogno: un paio di spese mensili gratuite, l’assistenza periodica di una colf, di uno psicologo, di volontari che instaurano un rapporto che si avvicina molto all’amicizia. Aiuti che hanno l’obiettivo di integrare quelli che sono, o dovrebbero essere, i servizi offerti dall’Assistenza pubblica.

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Aiuti importanti in una realtà come Vercelli dove la percentuale di anziani over 65 è alta: rappresentano il 26,3% della popolazione. Un dato che è, comunque, poco più della media piemontese. Ma dove Vercelli cade è nella «Qualità della vita degli anziani» che è anche il titolo di una ricerca pubblicata sul Sole 24 Ore basata su 12 indicatori selezionati per misurare alcuni aspetti che influenzano la vita dei nostri nonni. Be’, Vercelli è la provincia piemontese che sta più in basso in classifica. È 84a su 107 province. Asti, per citare quella che le è più vicina, è al 66° posto. Il punteggio raccolto da Vercelli è 362, 5 quando Trento, la prima della classe in Italia, ha totalizzato quasi il doppio: 624, 3 punti. Le classifiche, è vero, lasciano sempre il tempo che trovano ma possono aiutare a capire come, nel nostro caso, vivono gli anziani valutando l’importo medio delle pensioni, il consumo di farmaci, le spese degli enti pubblici per il loro trasporto e l’assistenza domiciliare, fino alla presenza di orti urbani e biblioteche.

Ecco, in questo contesto a fare la differenza è sempre la solidarietà. Anche, e soprattutto, la solidarietà dei lettori di Specchio dei tempi.

Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare su www.specchiodeitempi.org

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

È infine possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

Eventi organizzati per raccogliere fondi da destinare alle Tredicesime sono anche:

 

Sciarpe, borse, berretti ai mercatini di Natale in supporto a Specchio dei tempi a Cuneo, Morozzo e Castelletto Stura

Giulia Poetto,
La Stampa, 22/10/2023

Si ritrovano il martedì pomeriggio per cucire, stare insieme, bere il tè delle cinque. Sono le componenti del gruppo femminile solidale «Noi per voi» di Castelletto Stura, una decina, di tutte le età. Dalle più giovani, che hanno imparato grazie a un corso di maglia e uncinetto, a una ultranovantenne sempre presente fino a poco tempo fa, a Zhannette, una donna ucraina sulla sessantina in Italia dal marzo del 2022 per sfuggire alla guerra. Vive a Montanera, e per lei l’appuntamento del martedì pomeriggio a Castelletto Stura è una occasione di condivisione al femminile e di apprendimento dell’italiano.

La porta del locale che le ospita è sempre aperta: «Si può venire anche soltanto per un tè», spiega Mariella Castellino, dirigente scolastica in pensione, coordinatrice dell’iniziativa. Con le loro creazioni – sciarpe, berretti, scaldacolli, mantelle, cuscini, borse, fasce per capelli, rigorosamente in lana – partecipano a numerosi mercatini natalizi tra ottobre e dicembre. Prezzi popolari per prodotti di qualità e solidali, perché il ricavato della vendita sostiene sempre una buona causa.

Se negli ultimi anni a beneficiarne è stato il territorio, attraverso donazioni alla Lilt, all’Ail, all’Abio, quest’anno le donne di «Noi per voi» guardano lontano, a quello Sri Lanka dove Mariella è stata la scorsa primavera grazie a un viaggio solidale di Specchio dei tempi. Rientrata in Italia, aveva espresso il desiderio di far conoscere ai cuneesi le attività della Fondazione de La Stampa. Detto, fatto: il ricavato dei mercatini natalizi sosterrà i progetti di Specchio dei tempi per l’orfanotrofio Oba Mama e Children’s Village di Ibbawale, che ospita una ventina di bambine vittime di abusi ed abbandoni.

La partecipazione ai mercatini sarà anche l’occasione per raccontare le attività di Specchio dei tempi, che in Sri Lanka tornerà a gennaio del 2024 con un nuovo viaggio già sold out. Mariella e le sue compagne di cucito e chiacchiere saranno in corso Giolitti a Cuneo sabato 9 e domenica 10 dicembre, a Morozzo per la Fiera del Cappone domenica 10 e lunedì 11 dicembre, e sabato 16 dicembre giocheranno in casa con un banchetto sotto i portici di Castelletto Stura.

Per informazioni è possibile rivolgersi al numero 3474685888 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica 4951ariel@gmail.com

Hargeisa, morire ad un anno di fame, di stenti, di diarrea

Non sempre i medici di Specchio dei tempi riescono a salvare i piccoli denutriti: aiutaci anche tu ad offrire ai bambini del Somaliland assistenza medica e cibo

Jessica Genova è la project manager che lavora ad Hargeisa per conto di Specchio dei tempi e di MedAcross, in un programma di assistenza ai più piccoli completamente  finanziato dalla nostra fondazione. Ecco il suo racconto:

“In Africa si muore di fame e  di sete. L’ho letta molte volte questa frase, talvolta accompagnata da numeri spaventosi. Ma fino a che non lo vedi con i tuoi occhi, questa frase risulta spersonalizzata e vacua. In Africa, un continente così vasto, associato alla povertà da sempre, si soffre e si muore per fame. Lo leggiamo e lo vediamo in TV mentre ceniamo, così tante volte, che il nostro cervello dissocia quella sofferenza dalla nostra realtà, fatta di una cucina, del tepore della famiglia e del tintinnio delle stoviglie che si usano. La mia realtà oggi è un’altra: è la polvere della strada desertica, il rumore delle madri e dei bambini del campo profughi e a volte il silenzio. Come quando muore un bambino per fame. Oggi Mohammed, un piccolo di 1 anno, paziente della nostra clinica mobile finanziata da Specchio dei tempi, è morto. La causa: disidratazione, malnutrizione, diarrea.

Il team medico nel campo profughi ha fatto tutto il possibile per salvarlo: il dottore ha eseguito il massaggio cardiaco, l’infermiera è corsa a recuperare un ambu per le insufflazioni; tutto questo mentre la madre Leila – che ha attraversato Hargeisa a piedi, impiegando due ore di cammino sotto il sole cocente per raggiungerci – si è gettata a terra, quasi svenuta, incapace di alzarsi. Era come se sapesse ciò che stava accadendo, ma non riusciva ad accettarlo. Hanno dovuto alzarla di peso e farla sedere.

Il bambino era stremato, malnutrito, pochi giorni prima aveva avuto qualche episodio di diarrea e vomito ed è arrivato in clinica mobile senza forze. Quando Leila ha raggiunto l’ambulatorio nel campo profughi tutte le mamme si sono agitate attorno a lei, il bambino ormai non rispondeva e tutti hanno ceduto il loro turno per far visitare il piccolo dal medico. È una situazione straniante vedere così tanta energia attorno e lui inerme: sembrava quasi che tutta quell’agitazione, quell’energia potesse servire a quel piccolo corpo per smuoverlo e dargli forza. Ma non c’è stato nulla da fare e in questa frase così usata, ricade un peso dentro di me, un peso avvolto dal silenzio che ha invaso tutto l’ambulatorio. Le famiglie erano ancora fuori in attesa delle visite, ma calme. Tanti bambini che di solito giocano, piangono, chiamano la mamma e i fratelli, tutti in silenzio.

Ho raggiunto Leila per darle conforto e sostegno e, così, mi sono trovata davanti ad una donna di 30 anni – mia coetanea – che si prende cura di 7 figli: quattro a casa ad aspettarla, due accanto a lei e Mohamed in un’altra stanza, avvolto in un telo.

L’abbiamo riaccompagnata a casa. Abbiamo ripercorso in macchina tutto il tratto di strada che lei qualche ora prima – con speranza e disperazione – aveva fatto a piedi. Scendono dall’auto, sempre in silenzio e sono a casa. Poi arriva il mio turno, scendo dall’auto, sono a casa.”

C’è +Gusto a Bologna 2023: la raccolta fondi per la scuola di Tredozio

Nicoletta Moncalero

A settembre non sono più entrati in classe bambini e i ragazzi della scuola di Tredozio (I.C. Modigliana e Tredozio) in provincia di Forlì-Cesena. Sono entrati invece nei giorni scorsi i tecnici per il controllo definitivo che ha portato alla dichiarazione di inagibilità della struttura dove c’erano la scuola d’infanzia, primaria e secondaria. L’istituto dovrà essere demolito, e per un po’ i bambini e i ragazzi dovranno frequentare le loro lezioni dentro al centro sportivo dove sono state montate anche le tende come primo rifugio per il comune colpito prima dall’alluvione e poi dal terremoto. Ad oggi sono un centinaio gli edifici dichiarati inagibili e si sta pensando come aiutare la popolazione a ritornare al più presto alla normalità. Numerose sono le attività che la Fondazione Specchio d’Italia e la Fondazione Specchio dei tempi stanno realizzando a sostegno delle comunità emiliane alluvionate.

A Bologna, in occasione di C’è + Gusto, il Festival del Gusto – hub del gruppo Gedi – verranno raccolte le donazioni utili a risolvere l’emergenza della scuola. Angelo Conti, Vice President Operations delle Fondazioni spiega più nel dettaglio il progetto. “Attraverso le donazioni raccolte siamo riusciti a fare diversi interventi sul territorio – dice -. Ci siamo concentrati sugli istituti scolastici dove c’erano parecchie criticità. Anche durante il Festival a Bologna, raccoglieremo le donazioni che serviranno a fare interventi sulla scuola di Tredozio. Stiamo decidendo in questi giorni qual è il modo migliore di intervenire. Abbiamo individuato una struttura che un tempo ospitava la scuola d’Infanzia che potrebbe essere idonea ad accogliere i bambini e i ragazzi. Sarebbe solo da sistemare, e questo comporterebbe un notevole risparmio di tempo e di denaro. In più come già fatto per la scuola di Modigliana, potremmo intervenire anche sugli arredi o sulle attività di doposcuola”.

L’esempio della scuola di Modigliana è un ottimo punto di partenza: a breve partirà infatti anche un’attività di doposcuola per la durata di due anni, si tratta di un doposcuola avanzato dedicato alla tecnologia e alla formazione. In più si è lavorato, grazie alle Fondazioni Specchio dei tempi e Specchio d’Italia sul ripristino funzionale delle strutture danneggiate con la fornitura di nuovi arredi e di materiali scolastici. “In poco tempo siamo riusciti a raccogliere quasi due milioni e mezzo di euro da destinare ai progetti a sostegno delle comunità emiliane alluvionate – aggiunge Conti – ma li abbiamo spesi quasi tutti. Abbiamo scelto di aiutare subito 158 piccole imprese e attività dei paesi alluvionati. Poi abbiamo iniziato ad occuparci delle scuole. Ora lavoriamo su Tredozio, e abbiamo bisogno di intervenire al più presto“.

INFO UTILI
Le esperienze con il cibo, toccato e mangiato: le masterclass e le due novità, L’Arena della Pizza e il Teatro del Gusto. La prenotazione prevede una donazione di 10 euro, il ricavato sarà destinato dalla Fondazione Specchio D’Italia, charity partner ufficiale, alla scuola di Tredozio.

In aiuto di Nuur, vive ad Hargeisa, ha 2 anni e pesa appena 6 chili

Angelo Conti

Il campo di Nasa Hablood è uno dei campi profughi che circondano Hargeisa, la capitale del Somailand, dove Specchio dei tempi ha costruito, 12 anni fa un ospedale pediatrico con 50 posti letto e dove è ancora molto attivo nel sostegno ai bambini più fragili. L’altro giorno, con la nostra clinica mobile, abbiamo raggiunto il campo di Nasa Hablood. Qui abbiamo trovato ad attenderci Nuur, paziente di due anni con la sua mamma Nimco. 25 anni. Nuur è stata visitata dai nostri dottori che hanno evidenziato una forte malnutrizione: ha due anni, e pesa appena 6 chili. Il suo corpo dimostra molti meno mesi di quelli che ha, il suo sguardo appare quasi assente, rallentato.

Era la prima volta che veniva visitata da un dottore, il quale ha prontamente attivato una terapia. La situazione di Nuur non è purtroppo rara in questo luogo fortemente colpito da siccità, insicurezza alimentare, povertà. Le scelte alimentari si accompagnano a una scarsa consapevolezza a livello nutrizionale, devono fare i conti anche con le disponibilità economiche delle famiglie, spesso molto scarse o inesistenti.

Il Somaliland, stato autonomo a nord della Somalia è attualmente colpito da una delle peggiori siccità degli ultimi anni, l’anno scorso è stata scongiurata la carestia, ma il livello di allerta resta ancora alto. Specchio dei tempi, con il concorso logistico e operativo di Medacross, si inserisce in questa emergenza finanziando visite mediche e cure gratuite presso i campi degli sfollati interni che circondano la città di Hargeisa; mettendo a disposizione specialisti e, all’occorrenza, ricoveri ospedalieri. Nell’ultimo anno Specchio dei tempi ha reso possibili più di 4700 visite mediche ai bambini dei campi profughi e contribuito a visitare e curare più di 12000 bambini nell’ospedale pediatrico di Hargeisa.

Specchio dei tempi sostiene inoltre le spese dei medici e degli infermieri del Pronto Soccorso, finanzia un’attività di teaching verso i medici locali, lavora all’implementazione dei servizi della neonatologia. Tutto il progetto è seguito e verificato, in loco, da personale italiano.

Brandizzo, un aiuto ai parenti delle vittime “Grazie ai vostri lettori sentiamo affetto”

Giuseppe Legato,
La Stampa, 16/10/2023

“Grazie di cuore alla Fondazione Specchio dei tempi e ai lettori della Stampa. Pur in un momento di profondo dolore come quello che sto attraversando ho sentito molto la vostra vicinanza e una presenza amica e tangibile. Al netto dell’aspetto economico che pure rileva e molto è stato bello anche per i bambini poter contare sulla vostra solidarietà”. Daniela Tommasiello è la vedova di Giuseppe Sorvillo uno dei cinque operai della Sigifer travolto e ucciso da un treno in corsa sui binari della stazione di Brandizzo la notte tra il 30 e il 31 agosto scorsi.

La Fondazione Specchio dei tempi ha effettuato nei giorni scorsi la terza donazione dei lettori alla signora Tommasiello per un totale di 35 mila euro. «Un gesto di grande valore sotto il profilo morale – dice il legale che assiste la donna e i bambini, Luca Calabrò del Foro di Torino – con una cifra importante che è sicuramente utile in un momento delicato come questo sia alla signora Daniela che ai bambini».

I figli della donna e dell’operaio hanno 7 e 9 anni hanno scoperto che il papà era morto la notte stessa da un parente che li ha avvertiti al ritorno dalla stazione. Nei giorni scorsi sono stati celebrati i funerali di Giuseppe, originario di Capua. Da quattro mesi aveva lasciato la grande distribuzione dove lavorava da anni per guadagnare 400 euro in più alla Sigifer: un lavoro più duro, evidentemente rischioso, ma meglio remunerato: «Avevamo sottoscritto un mutuo importate e della durata di 30 anni-ha raccontato Tommasiello a La Stampa – e questo lavoro di mio marito ci permetteva di non dover togliere nulla ai ragazzi e al contempo fare progetti più ambiziosi per il loro futuro».

Come donare per le famiglie degli operai di Brandizzo:

Per aiutare le famiglie degli operai caduti a Brandizzo è possibile effettuare donazioni sul sito www.specchiodeitempi.org/perglioperaidibrandizzo o tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200. Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Per gli operai di Brandizzo”.

E’ possibile versare di persona:

  • InfoSpecchio: Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (Lun – Ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (Lun-Ven 8.30-12.30/14.45-17.30);
  • Specchio Point: Pinerolo, via del Pino 70 (Mer 9-13).
  • Redazione di Cuneo in corso Nizza 11, il martedì dalle 10 alle 13 ;