Venezia, ecco le imprese che hanno vinto il bando

“Venice Again”, l’iniziativa della Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, nel contesto del progetto Specchio d’Italia, volta a sostenere 20 piccole imprese veneziane, si è conclusa ieri con la proclamazione dei vincitori. L’elenco comprende le più varie categorie: dai ceramisti ai restauratori, dai soffiatori di vetro ai calzolai artigianali, dai manutentori ai commercianti di bigiotteria, dai costruttori di barche agli incisori, sino agli orafi ed ai baristi. I venti vincitori, che vengono contattati in queste ore, riceveranno ciascuno un contributo a fondo perduto di 3.000 euro.

La Fondazione Specchio dei tempi ha così replicato a Venezia le analoghe iniziative già assunte a sostegno delle piccole attività commerciali di Torino, Cuneo e Sassari. Complessivamente gli aiuti consegnati nelle quattro città sono stati circa 400 per un contributo complessivo di circa 1,6 milioni di euro. La sottoscrizione a favore delle piccole imprese veneziane, in difficoltà dopo acque alte e lockdown, resta comunque aperta. Le eventuali donazioni verranno finalizzate a concretizzare contributi alle altre attività in graduatoria, non premiate in questa tornata.

Reale Group insieme a Specchio per ridurre le diseguaglianze

Di Claudia Luise
Pubblicato su La Stampa il 24 settembre 2020

Per avere successo, l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite richiede partenariati tra governi, settore privato e società civile. È il diciassettesimo obiettivo, realizzare progetti comuni per far sì che tutti gli altri sedici traguardi vengano raggiunti.

Ed è proprio da questo impegno che è partito l’incontro «Partnerships for Progress: le alleanze come motore di resilienza e inclusività» promosso da Reale Group in collaborazione con la Fondazione Specchio dei tempi, Dynamo Academy e Torino Social Impact nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Un modo per approfondire l’importanza delle partnership come motori di riduzione delle diseguaglianze, attraverso lo sviluppo di ecosistemi che generino impatti sociali positivi.

«Se oggi possiamo pensare di avere un vaccino in tempi rapidi è perché i centri di ricerca si sono aperti e hanno collaborato», esemplifica il concetto Luca Filippone, dg di Reale Mutua. Una collaborazione trasversale che diventa essenziale soprattutto nei momenti di crisi. «Dai primi di marzo la Fondazione Specchio dei tempi ha messo a disposizione di Enti, Aziende e donatori le esperienze maturate negli anni durante gravi calamità ed emergenze. Si è sviluppata con grande rapidità una forte rete di alleanze che ha permesso una risposta immediata alle disperate richieste degli ospedali, degli anziani isolati in casa, degli scolari privi di tablet e dei piccoli artigiani e commercianti in gravi difficoltà per la ripartenza. Oggi e nei prossimi mesi queste azioni continueranno con una progettazione di continuità coerente con l’evoluzione e le conseguenze della pandemia», spiega il presidente della Fondazione, Lodovico Passerin d’Entreves.

L’incontro è anche l’occasione per lanciare un nuovo progetto: Specchio d’Italia. «Era un’idea che avevamo e che il Coronavirus ha anticipato – spiega Passerin d’Entreves – perché alcuni nostri sponsor e alleati ci hanno chiesto di fare in Italia cose che già facciamo a Torino e in Piemonte. L’atto costitutivo della nuova Fondazione è pronto e ora si aspetta l’autorizzazione prefettizia per poter operare su tutta la Penisola». Il progetto è già partito in otto città, la Fondazione Specchio d’Italia sarà poi capillare. «Reale Group – sottolinea Filippone – ritiene prezioso per la comunità mettere a fattore comune il sentimento di comunità che guida il suo modo di fare impresa. La filosofia “insieme di più” ha, infatti, permesso a Reale Group di mantenere continuità operativa solidità e affidabilità e trasformare le sfide in opportunità».

Tra i relatori, anche Marco Lavazza, vicepresidente dell’omonima azienda del caffè: «Abbiamo sempre privilegiato la costruzione di percorsi comuni con istituzioni associazioni e aziende. È un approccio più impegnativo ma dare vita a nuovi progetti insieme a tanti compagni di viaggio rende la strada più efficace verso il cambiamento».

Michele, il pastore di Sassari che non si arrende al Covid

Di Beppe Minello

La famiglia Campesi, e la loro micro azienda immersa nel boschetto sulla strada per Chiaramonti dove vengono allevate pecore e capre, sono una del centinaio di piccole imprese, artigianali, commerciali e agricole del Sassarese ad aver ricevuto il contributo di 3 mila euro elargito da Specchio dei tempi e dalla famiglia Baggi Sisini, attraverso il progetto Specchio d’Italia e il bando “Sassari che riparte”.

Lanciata per dare un aiuto a chi ha rischiato e rischia di essere travolto dall’emergenza Covid, l’iniziativa ha suscitato l’interesse di oltre 500 imprese sarde. Come quella di Michele Campesi, 33 anni, tornato alla pastorizia tre anni fa dopo 13 trascorsi a fare il metalmeccanico a Tula (“Meglio lavorare 25 ore per te che per altri” sorride). Michele non vede ancora la luce al fondo del tunnel in cui l’ha precipitato la crisi pandemica, ma non smette di ringraziare chi l’ha generosamente aiutato a superare il momento più drammatico per lui, la sua attività e la sua famiglia.

La vita di Michele Campesi ruota attorno a 150 capre da latte. La sua attività è nata solo tre anni fa e la paralisi economica provocata dal Covid 19 l’ha colpito nel momento più importante. Cioè a Pasqua quando, per tradizione, a tavola si servono agnello e capretto. “Fino a quel momento ero soddisfatto dell’andamento della mia impresa – racconta il pastore – ma il Covid mi ha dato una mazzata quasi mortale. Mi sono ritrovato con 50-60 capretti invenduti e, soprattutto, da curare e sfamare”. Da nutrire con quel latte che rappresenta l’altro pilastro economico dell’azienda che, nel caso di Michele Campesi, viene conferito periodicamente alla Granarolo.

Spariti gli introiti dalla vendita della carne, ridotti quelli del latte, a completare la tempesta perfetta che avrebbe potuto spazzare via la piccola impresa sulla strada per Chiaramonti è arrivato un guasto al refrigeratore. Uno strumento fondamentale per conservare il latte almeno per quei tre giorni necessari al camion della Granarolo di passare a ritirarlo. “Purtroppo – racconta Michele Campesi – i tecnici che avrebbero potuto ripararlo erano stati lasciati a casa a causa del Covid”. È finita che un po’ di capretti sono stati regalati e il latte è stato fatto cagliare per farne formaggio. “Anche se dalle mie parti quel tipo di prodotto caseario non è molto apprezzato”. Insomma, un disastro dal quale l’hanno tirato fuori la generosità della famiglia Baggi Sisinni e di Specchio d’Italia.

“È stato il commercialista a parlarmi del progetto ‘Sassari che riparte’. Ha fatto domanda e sono stato scelto, una cosa incredibile che mai mi sarei aspettato”. Cosa credete che abbia fatto Michele Campesi con quei soldi piovuti dal cielo? “Ho comprato il mangime e i medicinali per le capre e ho pagato il commercialista!” sorride il pastore. La crisi, ripete, non è ancora passata, anzi. Ma Michele Campisi, nonostante le difficoltà, non ha ancora chiuso nel cassetto il sogno di allargare la proprietà per costruire altri capannoni-stalla. Michele si gode l’amore di Francesca e la gioia del piccolo Francesco di appena 6 anni, che l’accompagna felice a pascolare le capre in attesa prima di andare a scuola.

Roma, così aiutiamo i bimbi della periferia di Bastogi

Di Angelo Conti

Specchio d’Italia, la fondazione nata da una costola di Specchio dei tempi, è impegnata in progetti in sei regioni. A Roma la sfida più complicata: la lotta alla dispersione scolastica nel quartiere Bastogi, considerato il più difficile della città. Micro e baby criminalità, povertà, disagio sociale, abusivismo, violazione degli obblighi scolastici sono gli avversari da battere per dare a decine di bimbi un futuro più sereno, nella legalità.

Forti dell’esperienza acquisita all‘ex Moi e nei quartieri nord di Torino abbiamo ottenuto e realizzato un’aula per ospitare quattro pomeriggi di aiuto compiti a settimana. E l’abbiamo anche arredata secondo le più recenti norme anti Covid. Con l’associazione Amici dei bimbi Onlus.

Posted by Angelo Conti on Friday, 18 September 2020

 

Specchio d’Italia arriva a Padova: 300 spese per le famiglie bisognose

Di Lucia Caretti

Cinque chili di pasta, tre litri di latte, olio extra vergine, olio di semi, salsa di pomodoro. Poi riso, tonno, legumi, pane, zucchero, patate, carote, mele e cipolle. Persino biscotti e cioccolata, prodotti che tanti genitori non possono più permettersi di comprare. E che tanti bambini non mangiano da diversi mesi. In tutto 23 chili di provviste, un dono che grazie a Specchio d’Italia sta arrivando nelle case di 300 famiglie padovane in difficoltà a causa dell’Emergenza Coronavirus. 

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L’iniziativa è finanziata dal Gruppo Cassa di Risparmio di Asti e arriva a Padova dopo aver toccato altre 20 città. Sin da marzo, infatti, la fondazione Specchio dei tempi ha fornito migliaia di spese gratuite in tutto il Piemonte, raggiungendo gli anziani bloccati in casa per il lockdown e i più bisognosi. Durante l’estate la catena di solidarietà nata a Torino ha raggiunto altre sei regioni, con il progetto Specchio d’Italia, che è attivo ora anche in Veneto. Lo scorso 6 agosto sono stati infatti consegnati i primi pacchi e nuove distribuzioni sono previste per domani e per il 10 settembre, con la collaborazione della Caritas e delle associazioni Mimosa e Centro Donna. In totale saranno regalate 6,9 tonnellate di aiuti alimentari. 

I pacchi hanno un valore di circa 60 euro ciascuno e per richiederli basta seguire le indicazioni spiegate qui. Bisogna indicare nominativo, indirizzo e telefono e allegare il modello Isee. Possono presentare domanda tutte le famiglie con domicilio nel comune di Padova e Isee inferiore a 15 mila euro. Le richieste possono giungere anche dalle onlus del territorio. Lo staff di Specchio dei tempi provvederà poi a contattare enti e famiglie, per concordare la consegna. 

Coronavirus, Joan Baez dona 50 mila dollari a Specchio: “Con il mio dipinto aiuto l’Italia ferita”

Di Marinella Venegoni su La Stampa del 03/07/2020

Tutto è cominciato a fine marzo, quando il lockdown stringeva ormai la nostra nazione. Il Covid-19 si era messo a correre per il mondo, seminando dolore, morte e povertà. Nella vasta cucina folk di casa sua a Woodside, in California, indomabile nei suoi 79 anni, Joan Baez quella sera spegneva le news e si metteva davanti a una telecamera; imbracciava la chitarra acustica, e recitava nella nostra lingua una dedica commovente per noi, che in quei giorni, eravamo sotto gli occhi di tutti: «I video di persone italiane che cantano dai loro balconi sono fonte di ispirazione, canterò qualcosa per te». Parlava con noi, Joan. E cantava, per intero, Un mondo d’amore, che aveva imparato decenni prima da Gianni Morandi.

Il fenomeno dei balconi canterini ci farà ricordare nei secoli. Ma intanto aveva acceso la fantasia della più grande interprete folk americana, che in Italia è di casa, per averci cantato dai Sessanta fin quasi all’altro ieri. Ma dopo la dedica musicale, che gira su You Tube a cifre d’ascolto non peregrine, la signora Baez ha fatto qualcosa di più concreto. Nel 2018, quando annunciò di volersi ritirare dai live, confessò tra l’altro: «Ho cambiato hobby: ora mi dedico alla pittura». Proprio come il bardo di Duluth, suo amore di gioventù, Bob Dylan. E per dare una mano concreta all’Italia, Joan ha preso carta e pennarelli e si è messa a disegnare a colori: un campanile lassù, panni stesi al sole e profili ai balconi, piante in fiore che sbocciavano ovunque. Poi la scritta «Viva Italia!», titolo dell’opera.

Il disegno è stato pubblicato su Facebook, e il 25 aprile l’artista ha annunciato che, viste le tante richieste, erano state preparate 100 copie pronte a essere vendute: «Ispirato ai video virali dei cittadini italiani che cantavano uniti nelle canzoni e nello spirito. Tutte le copie personalmente numerate e firmate da Joan». Infine, la sorpresa: «Gli incassi delle vendite delle stampe andranno via Global Giving alla Fondazione Specchio dei Tempi, che offre aiuto e rifornimenti agli italiani che soffrono per l’impatto del Covid-19». La sua donazione, arrivata solo qualche giorno fa, è stata di 50 mila dollari.

«Specchio dei tempi», come tutti sanno, è casa nostra. Nata come rubrica di lettere nel 1955 con il leggendario direttore de La Stampa Giulio De Benedetti, megafono della società dei lettori e non solo, dal 1976 è diventata anche una Fondazione che riceve donazioni e distribuisce aiuti, dalla porta accanto fino al mondo intero. Il Presidente Lodovico Passerin d’Entrèves, dalla sua scrivania, avrà fatto un largo sorriso quando la notizia della donazione di Joan Baez è arrivata: «L’interesse di un’artista così importante verso “Specchio dei Tempi” ci spinge ad operare in modo sempre più efficace per dare un aiuto subito a chi ha davvero bisogno», dice. Però non lo stupisce più la popolarità della Fondazione negli Usa: «Già per il terremoto del Centro Italia nel 2016, i donatori americani ci erano stati vicini con la piattaforma Global Giving».

È, quest’ultima, una vera istituzione negli Usa, per le donazioni online: anche la Baez ha scelto di sostenere «Specchio» attraverso il portale, e come lei altri 473 americani. Dietro questi risultati, c’è un’accorta politica sui social media, per «Specchio», che ha portato migliaia di offerte da 67 paesi nel mondo; per il solo Covid, erano stati già raccolti 7 milioni prima della fine di marzo. Non ha guastato che Forbes avesse indicato la Fondazione come primo riferimento per le donazioni verso l’Italia. Joan Baez sarà stata rassicurata da questa credibilità internazionale, costruita su 50 anni di interventi nel mondo. Con i 50 mila dollari donati dall’artista, «Specchio dei tempi» ieri aveva raggiunto, con 16.081 donatori, la quota di 10.234.095 euro: già utilizzati per aiuti concreti a ospedali, scuole, famiglie e imprese in difficoltà.

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COME SOSTENERE I PROGETTI DI SPECCHIO CONTRO IL VIRUS
Dal 9 marzo Specchio ha raccolto oltre 10 milioni di euro, con quasi 16 mila donazioni da tutto il mondo. Risorse che ogni giorno si trasformano in aiuti concreti e immediati: 1,1 milioni di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari; 146 macchinari e attrezzature mediche donati agli ospedali piemontesi; tablet, kit igienizzanti e piattaforme di didattica online per le scuole; centinaia di sussidi alle piccole imprese torinesi e cuneesi. E migliaia di spese per gli anziani e le famiglie difficoltà, distribuite prima a Torino e ora in tutta Italia. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” nella lotta contro il Covid-19, può farlo con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.
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Con carta di credito o prepagata qui sul nostro sito
▪️ Con un bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo
▪️ Con un bonifico sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi
▪️ Con Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus)
▪️ Sulla piattaforma “ Rete del dono

 

Milano, i postini fanno volontariato e consegnano spese solidali: il progetto di Nexive per Specchio

Nexive – primo operatore postale privato nazionale – partecipa al progetto benefico “Specchio d’Italia” promosso da Fondazione Specchio dei tempi e, con i propri postini, contribuisce alla consegna del pacco più importante per le persone in difficoltà economica: la spesa. Il programma finanziato da Reale Group e dal Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, mira a sostenere anziani e famiglie in difficoltà economica, tanto più gravate quest’anno e in questo periodo particolare dalla crisi scatenata dalla pandemia. Si tratta di uno degli interventi messi in atto da Specchio dei tempi per rispondere all’Emergenza Coronavirus: in tre mesi la fondazione ha già raccolto oltre 10 milioni di euro, immediatamente trasformati in aiuti concreti agli ospedali, alle scuole, alle imprese. E alle famiglie più fragili.

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Sperimentato a Torino e nelle città piemontesi, il progetto è arrivato ora a Milano (con 2400 consegne) e proseguirà sulle altre città lombarde. Non si arresterà però qui, e si estenderà ad altre quattro regioni per altre 9 settimane: dalla Valle d’Aosta al Friuli, passando per Liguria e Veneto, saranno coinvolte in tutto 19 città. Grazie a Specchio d’Italia oltre 10 mila spese alimentari sono già state distribuite a tempo record. Entro fine settembre ne saranno consegnate altre 7 mila, per un totale di 17,2 mila spese donate ad altrettante famiglie bisognose.

Un’attività di volontariato per i postini di Nexive che si svolge in piena sintonia con lo spirito dell’iniziativa volto a dare alle persone un segno di vicinanza, speranza per il futuro e umanità. “Siamo fieri di partecipare a questa iniziativa che rispecchia i valori di vicinanza e solidarietà di Nexive e ci permette di contribuire concretamente, attraverso i nostri portalettere, ad aiutare chi si trova in difficoltà” spiegano dall’azienda. “Per noi che ci occupiamo di recapitare “valori”, sottoforma di lettere o pacchi, consegnare una spesa solidale accresce ancora di più la qualità del nostro lavoro, fatto di relazioni, umane innanzitutto e di prossimità con il territorio”.

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COME SOSTENERE I PROGETTI DI SPECCHIO CONTRO IL VIRUS
Dal 9 marzo Specchio ha raccolto oltre 10 milioni di euro, con quasi 16 mila donazioni da tutto il mondo. Risorse che ogni giorno si trasformano in aiuti concreti e immediati: 1,1 milioni di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari; 146 macchinari e attrezzature mediche donati agli ospedali piemontesi; tablet, kit igienizzanti e piattaforme di didattica online per le scuole; centinaia di sussidi alle piccole imprese torinesi e cuneesi. E migliaia di spese per gli anziani e le famiglie difficoltà, distribuite prima a Torino e ora in tutta Italia. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” nella lotta contro il Covid-19, può farlo con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.
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Bando imprese Sassari, già 180 candidature

Di Angelo Conti

Sono già 180 le candidature al bando “Sassari che riparte” giunte nei primi quattro giorni alla Fondazione Specchio dei tempi. In maggioranza dal capoluogo, ma anche da Olbia, Alghero, Porto Torres, Arzachena, Stintino, Sorso, Perfugas, Valledoria, Bortigiadas, Tempio Pausania, Bonorva, Ittiri, Berchidda, Sennori, Usini, Castelsardo, Palau. Alla iniziativa, sostenuta finanziariamente dalla famiglia Baggi Sisini, stanno aderendo piccoli imprenditori di ogni settore: dagli agricoltori agli allevatori, dai ristoratori agli affittacamere, dai commercianti ai baristi, dai sarti alle parrucchiere, dai giardinieri ai videomaker, dai fabbri ai falegnami, dagli erboristi ai muratori, dai meccanici ai pescatori. Insomma, c’è tutto un mondo di imprenditori che cercano speranza, dopo le difficoltà correlate al lungo lock down ed alla crisi dell’intero comparto turistico.

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I PROGETTI DI SPECCHIO DEI TEMPI
Dal 9 marzo Specchio ha raccolto oltre 10 milioni di euro, con oltre 16 mila donazioni da tutto il mondo. Risorse che ogni giorno si trasformano in aiuti concreti e immediati: 1,1 milioni di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari; 146 macchinari e attrezzature mediche donati agli ospedali piemontesi; tablet, kit igienizzanti e piattaforme di didattica online per le scuole; centinaia di sussidi alle piccole imprese torinesi e cuneesi. E migliaia di spese per gli anziani e le famiglie difficoltà, distribuite prima a Torino e ora in tutta Italia. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” nella lotta contro il Covid-19, può farlo con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.
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Mille spese per le famiglie bisognose di Udine: un dono di Specchio e Reale Group

Di Angelo Conti

La pandemia mina da vicino la vita delle famiglie più fragili. Reale Group e la Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi hanno scelto la strada della concretezza per essere vicini a chi è più in difficoltà, realizzando anche nella provincia di Udine quanto hanno già fatto in altre regioni d’Italia: la donazione di 1000 borse della spesa, del valore di circa 50 mila euro in generi alimentari, e del peso di oltre 20 chili. Le spese vengono recapitate direttamente al domicilio di chi ne farà richiesta. Posso presentare domanda gli anziani e le famiglie con Isee sotto i 15 mila euro e nessuna proprietà immobiliare. Le richieste possono anche giungere da enti di assistenza, onlus e fondazioni del territorio friulano.

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Reale Mutua è una realtà consolidata ad Udine attraverso una fitta rete di agenzie, sparse anche su tutta la provincia.
Il Progetto “Specchio d’Italia” è realizzato dalla Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi.

 


COME AIUTARE SPECCHIO E DONARE UNA SPESA
In due mesi di lavoro senza sosta, lo staff di Specchio ha distribuito 1 milione di dispositivi di protezione individuali ai sanitari che lottano contro il Coronavirus: mascherine, camici, cuffie, guanti, calzari, occhiali. Le forniture sono arrivate in 125 strutture, tra ospedali, pubbliche assistenze, case di riposo, associazioni di volontariato, medici di famiglia, vigili del fuoco volontari. Specchio ha inoltre donato 150, fra macchinari, apparecchiature, letti ed arredi, alle rianimazioni ed ai pronto soccorso di 19 ospedali in tutta la Regione. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” può farlo con donazioni online, quindi in totale sicurezza, con  causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112.  Le donazioni sono possibili con carta di credito qui, con un  bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo oppure sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi. E’ anche possibile usare  Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus). E’ infine possibile donare anche sulla piattaforma “ Rete del dono”.  Qui sul sito (e sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter) vengono più volte al giorno pubblicati aggiornamenti sull’andamento della sottoscrizione e sulle attività della fondazione a contrasto del Covid-19.

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Due mesi in prima linea contro il virus: ora il modello di Specchio fa scuola in Italia

Di Angelo Conti
Pubblicato su La Stampa il 10 maggio 2020

Sessanta giorni fa Specchio dei tempi accettava la sfida di una sottoscrizione contro il Coronavirus. Una sottoscrizione completamente diversa da tutte quelle che hanno segnato la sua storia, lunga ormai 65 anni. Questa volta non ci saremmo dovuti impegnare per riparare i danni di una calamità, per ricostruire qualcosa dopo un terremoto o una alluvione, per sostenere qualcuno in un momento difficile. Questa volta c’era da andare in battaglia. Nell’immediato per aiutare chi stava in prima linea, ma pensando anche al dopo, alla ripresa della scuola, della vita delle famiglie, delle attività economiche.

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Quella con il mondo della sanità è stata una intesa immediata: abbiamo capito che lo status di fondazione ci consentiva una rapidità operativa inimmaginabile se rapportata alle tempistiche del “pubblico”, costretto e ingabbiato dai giochi degli appalti e dalle difficoltà di approvvigionamento. Così ci siamo gettati nella ricerca dei cosiddetti “dpi”, dispositivi di protezione individuale, in tutto il mondo: dalla Cina a Taiwan, dal Giappone all’est europeo. Cercando di ottimizzare le spese, ci siamo anche resi conto che dovevamo accettare le regole di un mercato impazzito per riuscire a fornire camici e mascherine ai nostri medici, ai nostri infermieri, ai nostri soccorritori che in Piemonte stavano rischiando la vita. E di quelle protezioni ne abbiamo trovate 1,2 milioni, spesso strappandole alla concorrenza di acquirenti di altri paesi, distribuendole in tempo reale a Torino e in Piemonte. Nei nostri magazzini le mascherine, i camici, le tute, i visori sono rimasti sempre pochissime ore. Diciannove ospedali e quasi 200 fra pubbliche assistenze, associazioni di volontariato, rsa hanno ricevuto i nostri scatoloni, colmi di strumenti salvavita e anche di speranza. Mentre arrivavano le tac, le decine di ecografi polmonari, i tanti monitor parametrici, i letti di rianimazione e tantissime altre attrezzature ospedaliere.  

Parallelamente, l’attenzione alla gente. Le 5.500 borse delle spese donate agli anziani, lasciate sullo zerbino di casa da una organizzazione attenta e puntuale, le 1200 consegnate alle famiglie sono state la prima risposta. Ma non ci fermiamo: da ora e sino a dicembre, lo staff di Specchio Point (che da due mesi è attivo da remoto) cambierà il suo modo di lavorare per essere vicino ad un numero sempre più grande di famiglie; 400 al mese, 3000 sino alla fine dell’anno. A ciascuna un aiuto economico ed anche una consistente borsa della spesa, portata a casa.

Le scuole sanno che non le abbiamo mai dimenticate: dai 168 kit di sanificazioni donati a marzo, ai 750 tablet distribuiti pensando ai bambini delle famiglie più povere, alla piattaforma per la didattica a distanza (con Fondazione Agnelli), alla prossima capillare distribuzione di dispenser, disinfettanti e cartellonistica anti covid.

E, proprio questa settimana abbiamo proposto, con un contributo di Reale Group,  anche il bando per aiutare le piccole imprese del Torinese: un aiuto di 5000 euro a 220 di esse. Il mare di domande (già oltre 600) ne dimostra il bisogno. Un aiuto che verrà elargito entro la fine di maggio. Senza perdere tempo.

I programma dei prossimi mesi è fittissimo. L’impegno a favore delle famiglie sarà centrale, insieme all’assegnazione dei contributi previsto dal bando imprese, che potrebbe essere replicato in altre province piemontesi. Con un occhio sempre fisso al mondo della sanità e dell’emergenza.

Il modello Specchio dei tempi, infine, ha fatto scuola. Da domani prende vita il progetto “Specchio d’Italia”. Su richiesta di enti ed aziende che ci hanno messo a disposizione le relative risorse (Reale Mutua, Cassa di Risparmio di Asti) allargheremo le iniziative  di sostegno alle famiglie a diverse aree della Lombardia, della Liguria, del Veneto e del Friuli. Perché se il cuore di Specchio dei tempi è e resterà sempre in Piemonte, crediamo sia giusto trasformare una esperienza straordinaria in una risorsa per tanti, per tutti.

COME AIUTARE SPECCHIO DEI TEMPI
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