Specchio dei tempi aiuta i nonni: “Donate anche voi”

Bologna Carlo
Stampa Novara-VCO, 24/05/2023

«Siamo sempre stati a disposizione degli altri ma adesso è arrivato il nostro turno, tocca a noi essere aiutati. E quel sorriso che avevamo quando portavamo conforto non è sparito. Lo vediamo riflesso sui volti delle persone che oggi ci vengono in soccorso. Così è più facile affrontare la vita, anche quando le cose non vanno bene».
Clotilde e Giancarlo si fanno forza l’uno con l’altro. Abitano a Novara da oltre trent’anni. Nel loro alloggio i segni della passione di una vita, a partire dalla musica. Ma arrivare a fine mese è un’impresa impossibile: la pensione non basta per l’affitto e le spese quotidiane. Non c’è vergogna – perché non lo è – nell’ammettere che per tre anni hanno bussato alla mensa dei poveri. Oggi una mano tesa arriva anche dai lettori de La Stampa che attraverso la Fondazione Specchio dei tempi li hanno «adottati» attraverso il progetto «forza nonni». La prima distribuzione dello scatolone di cibo è iniziata ieri a cinque indirizzi diversi sparsi tra i quartieri Sant’Andrea, San Rocco, Sant’Agabio e Villaggio Dalmazia.

Anastia Sironi, referente di Specchio dei tempi, ha consegnato a ciascuno il pacco contenente – tra le altre cose – latte, passata di pomodoro, pasta, tonno, biscotti, una tavoletta di cioccolato, bagno schiuma e carta igienica. Verrà consegnato ogni due settimane e con la stessa cadenza (due ore a ogni 15 giorni) sarà organizzato un servizio di pulizie a domicilio per questi anziani in difficoltà. Sono cinque ma il loro numero potrebbe aumentare. Dipenderà tutto dai novaresi invitati a sostenere il progetto con le donazioni. I nonni, a dicembre, riceveranno inoltre la «tredicesima dell’amicizia», 500 euro da spendere per le loro necessità.

Per capire quanto bisogno c’è di questa solidarietà «porta a porta» basta guardare la luce negli occhi di Gina, 93 anni, quando riceve lo scatolone. Tira fuori dal portafoglio una fotografia ingiallita dal bianco e nero: una splendida ballerina con le piume sul capo: «Sono io, ho fatto anche l’operetta e l’avanspettacolo al Coccia e al Faraggiana». Le braccia appoggiate sui fianchi raccontano un’eleganza senza tempo.
Sante, invece, fatica ad uscire dalla sua stanza per un saluto e un ringraziamento. E’ una giornata difficile, ha bisogno di riposare. Cambiano i nomi delle vie e i cognomi dei nonni «adottati» dalla Fondazione Specchio dei tempi ma le storie restano più o meno le stesse. La fatica di tirare avanti si coglie anche in questo alloggio a Sant’Agabio. «C’è il latte?» chiede Calogero. Si, può stare tranquillo. E aspettare la doppia finale della sua Inter in Coppa Italia e Champions. Alle pareti della casa di Gina, invece, non ci sono gagliardetti di squadre di calcio ma le foto dell’amata gatta. E tanti ricordi nel cuore. Esule istriana, abita al Villaggio Dalmazia: «A 11 anni sono arrivata con i nonni a Gaeta, alla caserma Vittorio Emanuele. A 12 ero in Sicilia, dai 18 qui a Novara. C’era la chiesa, le suore, la scuola Tommaseo, una distesa di prati. Poi hanno iniziato a costruire le case. Ho conosciuto la solidarietà della gente tutta la vita. E anche adesso, che fatico a stare in piedi e ho mille acciacchi, non posso farne a meno. Posso dire solo grazie».

Oggi il progetto «Forza nonni» aiuta 150 persone in tutto il Piemonte: 100 a Torino, gli altri a Verbania, Asti, Cuneo, Saluzzo, Pinerolo e Vercelli.

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Specchio dei tempi da 10 anni contro l’Alzheimer

Beppe Minello 

Il Comune di Torino sostiene, ma il dato non è recentissimo, di seguire circa “5 mila malati di Alzheimer”: La Regione, e anche qui i dati sono poco aggiornati, dichiara di averne “in carico 60 mila in tutto il Piemonte”. La realtà assodata è che, per rimanere in città, esistono solo tre Cdcd (Centro disturbo cognitivo e demenze) ospitati all’Amedeo di Savoia, al Martini e alle Molinette, in grado di valutare i disturbi neuro cognitivi, tra cui l’Alzheimer. Tre centri per 800 mila persone di fronte a una malattia che, secondo gli esperti, è destinata a colpirne il doppio entro due decenni e che nel 2030 potrebbe contare, a livello mondiale, 82 milioni di persone. Ed è da questi numeri che si sviluppa l’impegno di Specchio dei tempi a sostegno dei malati e delle loro famiglie, un impegno che è cresciuto negli anni, sino alla creazione di tre Alzheimer Caffè, in tre diversi quartieri della città. L’Alzheimer, infatti,  non colpisce solo l’ammalato, le cui cellule del cervello degenerano creando danni irreversibili nel linguaggio, nel ragionamento, nella memoria, ma anche i famigliari che gli vivono accanto. “Per avere un quadro realistico del peso che questa malattia ha sulla società, bisogna moltiplicare per tre il numero dei malati accertati. E quindi, se in Italia sono circa 1,5 milioni, gli italiani ostaggio dell’Alzheimer sono 4,5 milioni” dicono i medici.

Ma quale aiuto riceve una famiglia quando il Cdcd accerta il disturbo neuro cognitivo di qualche caro? Poco. Anzi, pochissimo. E tutto è lasciato alla buona volontà del primario e dei sanitari che si trovano anche a fare i conti con risorse scarsissime. Per fare cosa? Ad esempio, corsi di stimolazione cognitiva  per il malato ma, soprattutto, gruppi di ascolto per aiutare, sorreggere anche psicologicamente i “caregiver”, cioè chi, in famiglia, deve seguire il paziente. Per dire. A Torino esiste un solo centro diurno a gestione mista (assistenza e sanità), in via Valgioie, dove i famigliari di un malato di Alzheimer possono affidare per alcune ore il parente malato e trovare un momento di sollievo. Ma in via Valgioie possono accudire solo 16 ammalati al giorno!

Ecco, in questo quadro drammatico, s’inserisce l’iniziativa della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi che, ormai da anni, finanzia l’iniziativa degli “Alzheimer caffé” che fanno capo all’associazione Asvad,  che dal 1995 ha erogato migliaia di ore di assistenza gratuita con iniziative per sostenere psicologicamente e ascoltare le famiglie dei malati, alla loro formazione e informazione. Attività che offrono aiuto e contrastano l’isolamento dei parenti dei malati, dando loro un sostegno morale. Gli “Alzheimer caffè” sono in tutto il Piemonte e tre a Torino: il più antico è nato in via Virle e s’è poi spostato in via Luserna di Rorà e, ora, in piazza Massaua. Gli altri due sono in corso Vercelli e via Rubino. Il progetto è coordinato dallo psicologo psicoterapeuta Davide GalloOgni “Caffè” offre ai partecipanti stimolazioni cognitive a caregiver e assistiti che possono partecipare anche a tutti gli incontri. Sono sempre 30-40 persone per volta. Oltre a gruppi per la gestione dello stress, sostegno domiciliare e un laboratorio musicale, si tengono lezioni di “Pet therapy” con i professionisti dell’Associazione Aslan, che con Specchio dei tempi, operano pure nelle case di riposo, nelle scuole e con i pazienti oncologici di Candiolo.  I malati e soprattutto i loro famigliari sono seguiti a distanza con telefonate settimanali di controllo, di sostegno psicologico, invio di materiale ludico ricreativo, video per attività domiciliari, training di stimolazione cognitiva. Tutte cose previste dal Piano Demenze nazionali di sostegno alle famiglie che però, è senza fondi.

Il progetto Asvad sta in piedi grazie a Specchio dei tempi, alle donazioni delle famiglie toccate dal problema Alzheimer e al 5 per mille. “Ma purtroppo non è un problema solo di scarse risorse – riflette il dottor Davide Gallo -. L’Alzheimner è una malattia cronica e visti i numeri delle persone coinvolte ci dovrebbe essere un sistema, una rete simile a quella oncologica che, in Piemonte, è un’eccellenza. Per i malati, significherebbe essere curati seguendo lo stesso protocollo in ogni angolo della regione, con una rete di monitoraggio coordinata. Invece, i tre Cdcd di Torino non sono nemmeno in rete tra loro e dell’unico centro diurno abbiamo detto…”

Chi vuole sostenere l’impegno di Specchio dei tempi in aiuto delle famiglie colpite da questo dramma può farlo qui: DONA ORA

 

L’Alzheimer Caffè arriva anche in piazza Massaua

Beppe Minello

Già dal nome, “Alzheimer Caffé”, risulta evidente l’obiettivo di un progetto che prova ad umanizzare un dramma che sconvolge migliaia di famiglie – dati ufficiali non ne esistono: il Comune di Torino sostiene di seguire circa 5 mila casi, la Regione parla di 60 mila in tutto il Piemonte – alle prese con un congiunto colpito dalla forma più comune di demenza degenerativa.

La Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi è dunque in prima linea a fianco dell’associazione ASVAD a cui fa capo il progetto degli Alzheimer Caffé. Che sono tre e sono luoghi dove accogliere malati e loro parenti per far loro incontrare i professionisti, dai medici agli avvocati, dai fisioterapisti agli infermieri, che rappresentano i tantissimi fronti di una guerra che, spesso, i parenti dell’ammalato si trovano ad affrontare in solitudine.

La notizia è che il caffè più antico, nato in via Virle un decennio fa, spostatosi poi in via Luserna di Rorà, ha cambiato ancora sede ed è ora in piazza Massaua 17, ospitato nei locali della Circoscrizione nell’ex stabilimento Venchi, dove il progetto coordinato dallo psicologo psicoterapeuta Davide Gallo, ha già ripreso l’attività due pomeriggi al mese come le altre due sedi di corso Vercelli e via Rubino.

Ogni Caffé affronta problematiche diverse e insegna stimolazioni cognitive a caregiver e assistiti che possono partecipare anche a tutti gli incontri. Sono trenta, quaranta persone alla volta seguite a distanza con telefonate settimanali di controllo, di sostegno psicologico, invio di materiale ludico ricreativo, video per attività a domicilio, training di stimolazione cognitiva.

Possono apparire cose straordinarie, ma è solo ciò che prevede il Piano Demenze nazionale di sostegno alle famiglie che però è senza fondi.

Consegnate 2181 Tredicesime: raccolta record

Angelo Conti
La Stampa, 30/12/2021

Missione compiuta, anche quest’anno: sono state 2181 le Tredicesime dell’Amicizia consegnate nelle scorse settimane da Specchio dei tempi ad altrettanti anziani poveri e soli. Nel dettaglio sono state 1947 a Torino e provincia, 220 nelle altre province piemontese, e 14 nella Liguria di Ponente.

La distribuzione è terminata a Natale ed ha segnato un nuovo importante primato di una sottoscrizione che, da 46 anni, ogni anno, tocca il cuore dei piemontesi. “Questa volta – ha spiegato il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves –  il traguardo del milione di euro è stato raggiunto con più facilità del passato ed è stato così possibile accogliere tutte le domande (in regola con i documenti e con i parametri di povertà) ricevute. Non ci siamo dunque fermati alle previste 2000 Tredicesime, ma ne abbiamo erogate 181 in più del previsto. E questo esclusivamente grazie ai 3674 piemontesi, fra cui anche tante aziende e la Fondazione Crt, che hanno sostenuto l’iniziativa con le loro donazioni”.

Quanto sta ancora arrivando per le Tredicesime in queste giornate verrà subito destinato al progetto gemello, che è “Forza Nonni”. Una iniziativa che consente a 150 anziani piemontesi (prevalentemente over 80 e comunque in condizione di grande fragilità) di ricevere un’assistenza continuativa tutto l’anno: 2 borse della spesa gratuite ogni mese consegnate sul pianerottolo, 4 ore di una colf per sistemare la casa, la disponibilità di una psicologa, un colloquio settimanale con un volontario di Specchio dei tempi che potrà individuare emergenze o difficoltà per le quali intervenire immediatamente (le più frequenti sono la rottura degli occhiali o il malfunzionamento di stufe ed elettrodomestici) e infine la consegna della Tredicesima dell’Amicizia ogni Natale.

“Forza Nonni” è un progetto realizzato in tutto il Piemonte anche grazie ad un importante contributo della Fondazione Bersezio e, nel corso del 2022, punta ad aumentare il numero degli assistiti, sia a Torino che nel resto della regione.

Gli anziani restano un anello molto delicato del nostro tessuto sociale: tradizionalmente con poca voce di fronte alle scelte del Governo, hanno potuto usufruire in modo molto marginale del reddito di cittadinanza, e sono – in questi mesi – i più in difficoltà di fronte al caro bollette che sembra inarrestabile.

Il ruolo delle Tredicesime, inventate dai cronisti de La Stampa 46 anni fa (allora con un assegno da 30 mila lire pensato per acquistare il carbone per l’inverno), è anche quello di offrire un momento di amicizia, di condivisione, di dialogo. La maggioranza degli assegni viene infatti consegnata di persona dagli enti e dalle associazioni di volontariato che collaborano con Specchio dei tempi (in primis la San Vincenzo) o direttamente dallo staff della Fondazione.

L’appuntamento è dunque  per l’autunno del 2022 quando saremo ancora qua, pronti a tendere un’altra volta la mano verso i nostri anziani, insieme a Torino ed ai torinesi che non hanno mai mancato questo commuovente appuntamento con la solidarietà.

Dona per gli anziani di Forza Nonni!

Allo Specchio Point si gioca con GiraTorino per le Tredicesime

La Stampa, 7/12/2021

Domani, giorno dell’Immacolata, le Tredicesime dell’Amicizia sposano i giochi da tavola.

Dalle 10 alle 17, con orario continuato, allo Specchio Point di via Santa Maria 6/H, chiunque acquisterà il giocoGira Torinocontribuirà alla nostra raccolta natalizia per gli anziani più poveri e più soli. Dopo TorinoXXL, Torino Memo e Oca-Tombola Piemontese arriva GiraTorino, il nuovo gioco da tavolo realizzato dalla Torino Factory per fare conoscere la città.

GiraTorino è un family game per grandi e piccini, che con regole semplicissime e assimilabili in pochissimi minuti consente di essere giocato dagli 8 anni in su, con una durata media di gioco attorno ai 45 minuti.

Il gioco accompagna 5 turisti – le pedine rappresentano figure stereotipate come il tedesco con il boccale di birra e il francese con la baguette sotto il braccio – a scoprire le bellezze della città per collezionare più esperienze possibili, accumulare punti e conquistare la vittoria finale. Ogni giocatore visita monumenti, scopre eccellenze del territorio, si dedica alla vivace nightlife o si concede una cena in un ristorante tipico.

Continua intanto la raccolta per le Tredicesime dell’Amicizia (è possibile versare anche allo Specchio Point, tutti i giorni, festivi compresi, sino a Natale), mentre prosegue di pari passo la distribuzione degli aiuti.

L’obiettivo resta quello di raccogliere 1 milione di euro entro Natale, per distribuire 2.000 assegni da 500 euro ad altrettanti anziani poveri e soli.

Dove ritirare le Memoriose, le nostre agende settimanali

Angelo Conti

Sono arrivate le Memoriose, le agende settimanali di Specchio dei tempi.

Sono in distribuzione agli sportelli dello Specchio Point di via Santa Maria 6H e allo Stampa Store in via Lugaro, a tutti coloro che verseranno almeno 20 euro per le Tredicesime dell’Amicizia o per le altre sottoscrizioni della nostra fondazione.

Lo Specchio Point è aperto tutti i giorni di dicembre, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.

Lo Stampa Store è aperto dal lunedì al venerdì, con ingresso da:
Via Lugaro, 21 – ore 09:30-13:00
Via Lugaro, 15 – ore 14:00-18:00

Vi aspettiamo!

Il Portiere di Quartiere sostiene le Tredicesime

Redazione

Da oggi fino al 31 dicembre, l’associazione II Portiere di Quartiere di Torino organizza un’estrazione a premi in favore di Specchio per aiutare i nostri anziani delle Tredicesime dell’Amicizia.

In palio, un abbonamento online a La Stampa per tutto il 2022. L’associazione mette infatti in vendita 90 biglietti a € 5,00 l’uno: il 2 gennaio 2022, i primi tre numeri estratti sulla ruota del Lotto di Torino saranno i fortunati vincitori dei premi messi in palio dall’associazione stessa e da Specchio dei tempi, a cui andrà il ricavato della vendita dei biglietti.

È possibile acquistare i biglietti sia di persona, presso l’edicola di piazza Borromini 78/n, oppure online sulla piattaforma Rete del dono, cliccando qui.

Compra i biglietti

La sfida delle Tredicesime: 400 mila euro entro Natale

Angelo Conti
La Stampa, 12/11/21

Cinquecentotrentaduemila euro.

Siamo a metà della grande sfida di Specchio dei tempi, che si ripete ogni anno: raggiungere il milione di euro per aiutare, a Natale, 2000 anziani poveri e soli.

Non è solo la più antica sottoscrizione popolare d’Italia, ma è soprattutto l’occasione per ribadire valori veri, forti, ineludibili. Quelli dell’affetto, della deferenza e del rispetto verso gli anziani. Soprattutto quelli più fragili, di quelli che hanno bisogno, e che non chiedono. Che il Covid in questi mesi ha talvolta toccato, impegnandoli poi in cure lunghe e sofferte. Valori un po’ stinti, ma non a Torino e in Piemonte dove le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi vengono riproposte dal 1976. Nessuna iniziativa solidale, in Italia, si perpetua da così tanto tempo, senza saltare nemmeno una edizione, di anno in anno diventando anzi più forte, nella raccolta e nel numero dei beneficiati.

Dona ora per gli anziani soli

Quarantasei edizioni, 77.546 aiuti consegnati, donazioni pari a circa 30,6 milioni di euro (attualizzata ad oggi). Sta in queste cifre il miracolo delle Tredicesime dell’Amicizia. Nate da una richiesta della leggendaria suor Pierina (ancora attiva oggi nei quartieri più degradati della città) e recepita da un giornalista de La Stampa, Marco Marello, l’iniziativa trovò una immediata comunione con la città. Da allora è stato un appuntamento che Specchio dei tempi ha riproposto ogni anno, nei mesi precedenti il Natale. Senza mai fallire i suoi obiettivi.

Così, anche quest’anno, siamo partiti, per la quarantaseiesima volta, in questa avventura. Che trova da una parte le segnalazioni degli anziani da aiutare da parte delle associazioni benefiche che lavorano sul territorio (in primis, da sempre, la San Vincenzo) e dall’altra il bisogno, mai attenuato, di una categoria di cittadini che faticano davvero, quasi sempre in un decoroso silenzio. In mezzo i nostri controlli, attenti, sull’Isee e sulle singole situazioni. Una parte delle Tredicesime continua ad essere consegnata di persona da volontari ed ex giornalisti de La Stampa: un modo per dare anche il conforto di una visita, di quattro chiacchiere, di un abbraccio ma anche un modo concreto per verificare i reali bisogni di chi chiede.

Dona ora per gli anziani soli

Detrazioni per chi dona a Specchio dei tempi

Mariuccia, la nonna che dorme in cantina

Angelo Conti

Ci sono esistenze che incominciano in salita e che continuano nella fatica ogni giorno. La vita di Mariuccia è andata così, ne porta i segni impressi nell’anima e nella mente.

Oggi Mariuccia ha 69 anni, il volto ancora di ragazza. Dorme nella cantina di un palazzo di Barriera di Milano, il suo quartiere da quando – ormai molti anni fa – dal Canavese è arrivata a Torino. Nella cantina tiene le sue cose, è il suo piccolo mondo al quale accede soltanto la sera, con discrezione e nel silenzio. L’amico che la ospitava è stato sfrattato e così anche lei ha perso la casa. Sulla carta d’identità il suo indirizzo è via della Casa Comunale, l’indirizzo che attesta la residenza a Torino e, insieme, la condizione di senza dimora. Ma nel quartiere Mariuccia è conosciuta, lei è gentile e la gente le è amica, la sostiene e la accoglie come può. Orlando, titolare del Cafè de Turin di corso Palermo 86, l’aiuta e l’ha segnalata a Specchio dei tempi.

Dona per Mariuccia e gli anziani delle Tredicesime.

E Specchio l’ha incontrata, le ha consegnato una Tredicesima dell’Amicizia. Poche parole scambiate al tavolino mentre intorno coppie di studenti e di pensionati chiacchierano e prendono il caffè e subito Mariuccia apre il suo cuore. “Io sono figlia di una ragazza madre, mia mamma non mi ha mai voluta – racconta –. Sono passata da un istituto delle suore all’altro, da Milano a Chieri, in Veneto, poi a Frassinetto. I miei nonni mi avrebbero tenuta, ma lei non voleva. Quando stavo male mia madre non c’era, non mi ha mai detto ‘Ti voglio bene’. Io mi sentivo persa. Quando l’ho conosciuta lei aveva già un’altra famiglia, altri due figli. Non mi ha voluta nemmeno da grande”.

Mariuccia racconta che la sua salvezza, in questa vita di difficoltà, era stato un sacerdote che l’aveva aiutata, da ragazza, a trovare lavoro come inserviente in un istituto per anziani. “Per questo adesso ho una piccola pensione, che però non basta. A Specchio dei tempi dico un grande grazie per la Tredicesima dell’Amicizia che mi è stata appena consegnata. E un grazie speciale a tutte le persone che sostengono questa iniziativa”. Delle sue giornate racconta: “Di giorno giro per vedere se trovo un posto in cui vivere, Orlando mi accoglie nel suo bar. Poi la sera vado in cantina a dormire, al freddo, all’umido. Mi hanno offerto di andare in un dormitorio ma io non ce la faccio proprio, preferisco la mia indipendenza”.

Mariuccia torna a parlare della madre, il suo pensiero fisso: “Non mi ha mai voluta, questo fa male. Resta una ferita dentro, tanta malinconia”.

Dona per Mariuccia e gli anziani delle Tredicesime.

Tornano le Tredicesime dell’Amicizia, la raccolta fondi più longeva d’Italia

Angelo Conti

Non è soltanto la sottoscrizione popolare più vecchia d’Italia, ma è soprattutto l’occasione per ribadire valori veri, forti, ineludibili. Quelli dell’affetto, della deferenza e del rispetto verso gli anziani. Soprattutto quelli più fragili, di quelli che hanno bisogno, e che non chiedono. Che il Covid in questi mesi ha talvolta toccato, impegnandoli poi in cure lunghe e sofferte.  Valori un po’ stinti, ma non a Torino e in Piemonte dove le Tredicesime dell’Amicizia di Specchio dei tempi vengono riproposte dal 1976. Nessuna iniziativa solidale, in Italia, si perpetua da così tanto tempo, senza saltare nemmeno una edizione, di anno in anno diventando più forte, nella raccolta e nel numero dei beneficiati.

Quarantasei edizioni, 77.546 aiuti consegnati, donazioni pari a circa 30 milioni di euro (attualizzata ad oggi). Sta in queste cifre il miracolo delle Tredicesime dell’Amicizia. Nate da una richiesta della leggendaria suor Pierina (ancora attiva oggi nei quartieri più degradati della città) e recepita da un giornalista de La Stampa, Marco Marello, l’iniziativa trovò nell’allora capocronista, Ferruccio Borio, un immediato sostenitore. Da allora è stato un appuntamento che Specchio dei tempi ha riproposto ogni anno, nei tre mesi precedenti il Natale. Senza mai fallire i suoi obiettivi.

Quella per le Tredicesime è una sottoscrizione che ha maggior valore e maggior peso negli anni difficili, come questi del Covid. Anni in cui la crisi colpisce, e colpisce soprattutto i più deboli. Persone che si trovano, spesso, con una pensione davvero minima, sempre inadeguata di fronte alle maggiori spese, in primis quelle delle bollette. In più gli anziani sono “senza voce”: non riescono né a protestare, né a lamentarsi. Ecco così evidente, anche quest’anno, la necessità e l’attualità delle Tredicesime dell’Amicizia.

Le richieste stanno già in questi giorni nelle centinaia di lettere giunte sulle scrivanie di Specchio. Richieste a volte espresse con frasi disperate, altre volte con la ritrosia di chi non avrebbe mai voluto chiedere, ma che ora non ce la fa più. Sull’altro piatto della bilancia ecco l’affetto della città e dei nostri lettori per quanti hanno già superato i 65 anni e che, oltre al peso dell’età, devono sopportare quello della solitudine, dell’indigenza, delle malattie.

Apriamo dunque, anche quest’anno, un’altra pagina di questa lunga storia di solidarietà. Il primo assegno fu, nel 1976, di 30.000 lire, versato a trenta anziani. Una cifra che oggi pare piccolissima ma che allora consentiva di acquistare il carbone per tutto l’inverno. L’assegno fu portato a 50.000 lire nel ‘78 ed a 100 l’anno dopo. Mentre il numero degli assistititi saliva rapidamente a diverse centinaia e poi superava il migliaio. Dall’80 si passò a 200.000 lire, dall’83 a 300, dall’85 a 400, dall’87 a 500, dal‘92 a 600 e dal‘98 a 700 mila lire. Con l’avvento dell’euro la cifra divenne 360 euro, sino al 2003 quando fu elevata a 400 euro. Oggi il contributo è salito a 500 euro. E, con il passare del tempo, il numero degli anziani beneficiati ha raggiunto quota 2000.  Ogni anno. Numero che resta l’obiettivo anche nel 2021, ma speriamo – come è successo spesso in passato – di portare almeno 2200-2300 aiuti, in base alle offerte ricevute.  Che, da alcuni anni Specchio dei tempi distribuisce anche in tutte le province del Piemonte.

Mario, il nonno di Vercelli che ha perso tutto

Beppe Minello
La Stampa Vercelli 25 luglio

La vita è crudele. Per Mario Franzoso lo è un po’ di più. Ad agosto compirà 77 anni ma – dice – vorrei morire”. Nella sua voce non c’è ira e, paradossalmente, nemmeno disperazione ma solo rassegnazione.

Il signor Franzoso, nato ad Adria ma a Vercelli da quando aveva sei mesi, ha avuto una vita piena, anche di soddisfazioni. Manager della Ford quando Vercelli era il cuore della distribuzione dei veicoli statunitensi in tutta Italia e, prima e dopo, rappresentante, ha condiviso la sua vita, fino a tre anni fa, con la moglie Tina, una donna bella il cui volto e la snella silhouette riempiono l’alloggetto al piano terra di via San Cristoforo. Insieme hanno avuto un figlio, Davide, che oggi avrebbe 44 anni. Avrebbe, perché, pure lui, è morto un anno fa: “Un mattino non si è più svegliato” ricorda, svuotato, Mario. Una tragedia che ha chiuso, si fa per dire, il cerchio del periodo più brutto della sua esistenza, iniziato sedici anni fa quando si è ammalato di tumore al colon che l’ha spedito “tre mesi in rianimazione e altri sei in ospedale con  12 cicli di chemioterapia”.

DONA ORA PER  NONNO MARIO E GLI ANZIANI DI SPECCHIO

Potrebbe bastare, direte, per un uomo. E no, perché, uscito dall’ospedale, è stata l’amata Tina ad ammalarsi di leucemia. Mario Franzoso ha fatto di tutto per salvarla: “L’abbiamo curata con cocktail di medicinali che arrivavano dalla Svizzera”. “Un bagno di sangue”, dal punto di vista economico, per la famiglia Franzoso. “Quando mi sono ammalato decisi di andare anticipatamente in pensione – ricorda Mario – e quindi, da allora, sopravvivo con 630 euro al mese”. Per stare dietro alle spese per le cure della moglie, se n’è andata presto anche la casa dove viveva la famiglia Franzoso. “C’era anche un albicocco che ci dava 4-5 quintali di frutti ogni anno” ricorda sognante.

Mario rifarebbe tutto quello che ha fatto, soprattutto perché ha avuto per una dozzina d’anni l’illusione di aver sconfitto il male. Invece, tre anni fa Tina s’è spenta e, un anno dopo, anche il figlio Davide è scomparso: “Era un grande chitarrista…” lo ricorda con orgoglio.

Da allora, la vita di Mario è diventata un calvario. Metà della pensione se ne va per pagare l’affitto dell’alloggetto che ha un’unica stanza da letto, inutilizzabile perché piena di muffa. “Tanto non riesco quasi a camminare – dice – e così devo solo spostarmi dal divano al tavolo al fornello e viceversa… Ha un pregio: non devo salire scale anche se, negli ultimi due anni, per la verità, sono uscito di casa solo un paio di volte. Ho chiesto al Comune se possono aiutarmi a trovare un alloggetto più economico e meno malsano: mai avuto risposta”.

DONA ORA PER  NONNO MARIO E GLI ANZIANI DI SPECCHIO

Mario Franzoso è stato “adottato” da Specchio dei tempi che l’ha inserito nel progetto “Forza Nonni!”. C’è, quindi, ora, chi lo segue telefonicamente, c’è qualcuno che va a pulirgli la casa, un paio di volte al mese riceve un pacco alimentare che, però, confessa imbarazzato, “non posso consumare”. L’ultima disgrazia di quest’uomo dignitoso che ti riceve vestito con una tuta che ha visto tempi migliori ma la riga tra i capelli canuti è perfetta, sono i denti: “Dovrei mettere la dentiera dice imbarazzato ma l’intervento e l’apparecchio mi costano 2.500 euro che non ho la più pallida idea di dove trovare”.

Franzoso, il cui unico aiuto e conforto lo riceve da un amico del figlio che lo va spesso a trovare non è seguito da nessun servizio sociale. Persino il medico di base l’ha “dimenticato”: dovrebbe fare il vaccino Covid ma nessuno l’ha contattato. Mario Franzoso, con tutti i guai che ha, alza le spalle ma è amareggiato: “L’ultima volta che ho visto il medico è stato quando ha fatto ricoverare mia moglie… tre giorni prima che morisse”.

Sostieni Mario e gli anziani del progetto Forza Nonni. Dona ora. 

Tornano i corsi di informatica per gli over60

Angelo Conti

Tornano i corsi di smartphone e di informatica di base riservati agli over 60. Ovviamente la pandemia continua ad imporre modalità che garantiscano la sicurezza di tutti. E così i corsi del progetto di Specchio dei tempi “L’informatica non ha età” sono prima diventati online, ed ora li abbiamo arricchiti di altri contributi multimediali.

I nuovi corsi prenderanno il via ad aprile e, per prenotarsi, occorre scrivere una mail all’indirizzo specchiopertech@gmail.com indicando nome, cognome, età e numero telefonico. I candidati saranno ricontattati a breve. E’ anche possibile rivolgersi allo 0116568376 in orario di ufficio.

Il corso è composto da 6 lezioni è suddiviso in due parti. Si comincia con la visione di due video introduttivi presenti sul sito www.specchiopertech.it a cui seguiranno lezioni online per dialogare con la docente attraverso la piattaforma gratuita Meet. Verranno per questo formati dei piccoli gruppi, di 6 persone.

Il corso, come tutti quelli di Specchio dei tempi, è totalmente gratuito.