«In questa situazione, l’unica cosa da fare, se hai la possibilità di fare qualcosa, è aiutare. E sostenere cause che hanno un senso profondo». Alessandro ne è convinto e quando è esplosa la pandemia si è messo subito al lavoro con i suoi trainer. Obiettivo raccogliere fondi per Specchio dei tempi. Risultato: quasi seimila euro donati ai progetti contro il Coronavirus. Risorse già trasformate in protezioni e macchinari per gli ospedali, spese per le famiglie in difficoltà, sussidi alle imprese travolte dalla crisi economica post-Covid.
Alessandro Pozzato ha 34 anni e nel 2010 ha ideato il format One Day for fitness, uno degli eventi sportivi più partecipati in Piemonte. Durante il lockdown l’iniziativa si è spostata online e così è nata la giornata di allenamenti a favore di Specchio, con 17 istruttori a disposizione (gratis) e decine di appassionati collegati da casa per seguire le lezioni, a fronte di una offerta libera. «Abbiamo avuto una risposta straordinaria dai nostri utenti – prosegue Pozzato – ed è stata una esperienza indimenticabile. Abbiamo raccolto 2904 euro con 108 contributi». Generosità contagiosa, perché il gruppo del Crossfit di Altessano, per sostenere l’impegno degli amici torinesi, ha raddoppiato la cifra donando altri 2778 euro.
«Per molti allenatori è un momento molto complicato – continua Alessandro – eppure i nostri hanno aderito con un entusiasmo straordinario a questa iniziativa solidale, promuovendola per settimane sui social media e coinvolgendo i loro atleti. Questi ragazzi hanno un grande carisma e un cuore enorme. Vorrei ringraziarli uno per uno». Eccoli: Oriana Rosso, Laura Camosso, Antonio Augelli, Rosaria Mazzon, Valentina Vitale, Manuela Migliorino, Valentina Salsarulo, Tania Genova, Marco Todarello, Luca Cassolo, Alessandro Friso, Fabio Bontempo, Sara Scafidi, Jessica lo Curcio, Elisa Leonetti, Fabrizio Supertino, Cristina Gribaudo. Grazie anche da parte di Specchio.
Di Lucia Caretti
Pubblicato su La Stampa il 27 aprile 2020
Donare allenandosi. Si chiama TrainUp, era nata come applicazione, per vendere e comprare lezioni di fitness. L’avevano utilizzata 25 mila persone in due anni e mezzo. Poi, il boom: è arrivata la pandemia, tutti hanno cominciato a fare ginnastica in salotto. L’app è diventata un sito che in un mese ha superato i 10 mila iscritti e ora ospita una delle palestre virtuali più grandi d’Italia. Ogni sera su home.trainup.fitsi svolgono 110 video-corsi in contemporanea, con 800 atleti in collegamento da mezzo mondo. Gli allievi pagano la seduta, mentre gli istruttori non hanno commissioni: i due fratelli torinesi che hanno inventato TrainUp hanno deciso di rinunciare ai loro profitti. E hanno sviluppato una funzionalità che permette ai 1000 trainer registrati di destinare una percentuale degli incassi a Specchio dei tempi.
Sono già 144 i professionisti che hanno aderito. Qualcuno devolve addirittura il 100%, la media il 10%. Sugli allenamenti solidali compare un cuore: chi li sceglie sa che una parte di quello che spenderà andrà alla fondazione benefica de “La Stampa” per i progetti contro il Coronavirus. Insomma esercizi e sudate si trasformano in macchinari e dispositivi di protezione che Specchio consegna ogni giorno agli ospedali.
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“Abbiamo lanciato TrainUp Home per dare una mano ai trainer che con i centri sportivi chiusi hanno perso il lavoro” racconta Nicolò Ammendola. Doveva essere solo una sperimentazione, e invece, sorpresa: “Questa emergenza ha accelerato tutto. In un mese abbiamo raggiunto risultati per cui prima avremmo impiegato cinque anni. Cresciamo del 50% ogni settimana, senza spendere un euro di pubblicità”. La startup torinese, nata dall’incontro dei fratelli Ammendola con Marco Boglione, presidente del gruppo BasicNet e primo sostenitore del progetto, era stata fondata con il sogno di costruire una palestra senza confini. Si potevano trovare sessioni cardio in discoteca, yoga nei parchi e corse nelle piazze di notte. “Ma siamo sempre rimasti legati a spazi fisici, ed era un limite” ammette l’ideatore. “Il lockdown ci ha obbligati a rimediare con gli spazi virtuali”. La ricetta del successo.
Il 20% del traffico arriva dall’estero e capitano storie così: una signora di Lugano fa pilates con un trainer brianzolo, insieme alla figlia connessa dagli Stati Uniti. E un personal di Palermo allena due ragazzi collegati dal Giappone. “I più bravi guadagnano più di prima, perché hanno meno costi: sono dei piccoli influencer con 60 mila fan sui social media. I più lungimiranti tengono i prezzi bassi e puntano sulla quantità, per mantenere il servizio anche dopo la quarantena. I più creativi hanno investito su luci e videocamere e hanno allestito veri e propri set. Tutti hanno capito che non c’è bisogno di recarsi sul posto di lavoro per continuare a fatturare”.
Nicolò ha 32 anni e un fratello e socio di 29, Sebastiano. Aveva già fondato una piattaforma di didattica online che oggi è tra le più cliccate, e dice che fare innovazione nello sport è complicato ma bellissimo, come nelle scuole. “I trainer, legati a doppio filo alle palestre, si sono trovati in emergenza. Però, dopo aver visto improvvisamente crollare il loro fatturato, hanno reagito con grinta e umiltà, buttandosi online”. Sì perché non basta aver studiato Scienze Motorie per sopravvivere alla crisi: “Bisogna diventare nerd. Essere nerd non è da sfigati, è il presupposto per farcela domani. La rete è meritocratica: con una buona connessione e tanta passione, un istruttore di un paesino sconosciuto può arrivare ad allenare una star di Beverly Hills”.
(Nicolò, il fondatore di Trainup)
I PROGETTI DI SPECCHIO CONTRO IL VIRUS
In un mese di lavoro senza sosta, lo staff di Specchio ha distribuito novecentomila di dispositivi di protezione individuali ai sanitari che lottano contro il Coronavirus: mascherine, camici, cuffie, guanti, calzari, occhiali. Le forniture sono arrivate in 90 strutture, tra ospedali, pubbliche assistenze, case di riposo, associazioni di volontariato, medici di famiglia, vigili del fuoco volontari. Specchio ha inoltre donato 146, fra macchinari, apparecchiature, letti ed arredi, alle rianimazioni ed ai pronto soccorso di 16 ospedali in tutta la Regione. Chi vuole sostenere la fondazione de “La Stampa” può farlo con donazioni online, quindi in totale sicurezza, con causale «Emergenza Coronavirus», Fondo 112. Le donazioni sono possibili con carta di credito qui, con un bonifico sul conto intestato a Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, Banca Intesasanpaolo oppure sul conto corrente postale 1035683943, intestato a Specchio dei tempi. E’ anche possibile usare Satispay (qui non occorre causale, ogni aiuto è automaticamente destinato alla lotta al virus). E’ infine possibile donare anche sulla piattaforma “ Rete del dono”. Qui sul sito (e sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter) vengono più volte al giorno pubblicati aggiornamenti sull’andamento della sottoscrizione e sulle attività della fondazione a contrasto del Covid-19.