Questa mattina abbiamo presentato a Davide Ricca, il presidente della Circoscrizione 8, i nuovi locali che Specchio dei tempi ha acquisito (grazie ad ATC) in via Pio VII 25, in area ex Villaggio Olimpico – Borgo Filadelfia. Già oggi pomeriggio verranno impiegati per accogliere i ragazzi che assistiamo con il progetto “Il Villaggio che cresce” che comprende doposcuola ed aiuto compiti per bambini delle primarie e ragazzi delle medie.
Questi locali, direttamente gestiti dalla fondazione, verranno impiegati anche per altre attività della fondazione a partire dal progetto di “Sportello di strada” che lanceremo a fine maggio.
Specchio dei tempi, da 4 anni, lavora nell’area dell’ex Moi, dove continuiamo a organizzare (con la logistica di Lvia e Acmos) il doposcuola, l’aiuto compiti e altre attività ludiche e didattiche contro la dispersione scolastica. Destinatari un centinaio di bambini delle primarie e delle secondarie (scuole Pertini, Sidoli, Vico soprattutto) che vivono nel quartiere intorno all’ex Villaggio Olimpico per molti anni occupato, e nel vicino Borgo Filadelfia.
Il Covid, ed anche la necessità di ospitare altre attività, ci hanno consigliato di raddoppiare gli spazi. Lo abbiamo fatto e da oggi i nuovi locali sono pronti, in via Pio VII numero 25, a pochi metri dalla sede storica del Villaggio che cresce.
Un anno fa non c’era nulla. Oggi c’è il Natale del ” Villaggio che cresce” , straordinaria esperienza di integrazione fortemente voluta da Specchio dei tempi. Ottanta i bambini coinvolti. Con Acmos, Lvia, Istituto Comprensivo Pertini. Grazie a Elena Cappai, Antonella Di Massa, Anastasia Sironi, Vanessa Marottae Francesco Miacola. Orgogliosi di avere realizzato un progetto che sembrava impossibile.
Dolcetto o scherzetto? Decine di bimbi dell’ex Villaggio Olimpico che partecipano al Progetto “Il Villaggio che cresce” hanno festeggiato Halloween oggi pomeriggio al Moi. Anche di qua passa il nostro sforzo per una corretta scolarizzazione di questi ragazzi. Uno dei miracoli di Specchio dei tempi, realizzato con l’aiuto di LVIA, Arte Migrante, Istituto Comprensivo “Sandro Pertini”. E con la generosità dei lettori de La Stampa Torino.
Per noi di Specchio dei tempi era anche una sfida. Nel Moi, il villaggio olimpico del Lingotto occupato da 1800 profughi, non riusciva ad entrare nessuno. Ma quei ragazzi, quei bambini che nelle ore del mattino si intravedevano, furtivi, in quei cortili, hanno fatto scattare una molla, un progetto, un sogno: integrare questi bambini e questi ragazzi portandoli nel mondo della scuola. Con l’obiettivo, a tutto tondo, di avere domani dei giovani protagonisti positivi del nostro Paese e della nostra società, e non degli emarginati, magari con problemi di sopravvivenza o di criminalità.
L’idea è venuta, ad una preside e ad un giornalista, lo scorso inverno. Poi, noi di Specchio, ci abbiamo lavorato. Coinvolgendo un po’ tutti, a cominciare dall’Ufficio Scolastico Regionale e dal Prefetto. Entusiasti.
A febbraio abbiamo scritto il progetto individuando Acmos e Lvia come partner ideali, a marzo quel progetto è stato approvato e finanziato dal CdA della Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi. Ad aprile eravamo già al lavoro nel cortili del Moi. Oggi possiamo dire di essere sulla strada giusta con bambini, ragazzi e famiglie “agganciati”, con momenti di studio, di divertimento, di spettacolo e di arte. Il 26 maggio scenderanno in campo anche i docenti volontari della Pertini e della Sidoli, che cominceranno ad essere presenti al Moi . Attività propedeutica e necessaria per puntare all’ingresso, da settembre, di questi ragazzi in scuole del quartiere, ovviamente supportati e seguiti. In fiondo, questo, era un piccolo sogno. Calato sul territorio (grazie alla Circoscrizione VIII ed al suo presidente Ricca che non ci hanno mai fatto mancare il sostegno!) , fra mille incognite.
Noi ci abbiamo provato, ci stiamo provando. Perché integrazione vuol dire anche coraggio, entusiasmo, dedizione, impegno. Quello che Specchio dei tempi, Acmos, Lvia, Arte Migrante e Istituti Comprensivi Pertini e Sidoli stanno mettendo sul campo. E in fondo tutto questo è anche un piccolo esempio di come la passione possa abbattere tanti ostacoli, con nel cuore i più piccoli. Un progetto che è anche speranza per tutti noi, per il nostro futuro e per chi ha scelto l’Italia per alimentare i suoi sogni.