Giancarlo Zattoni
“Mi reputavo una persona di successo. Per un capriccio sperperai tutto il patrimonio sul tavolo dei casinò. Ero innamorato e il gioco era uno sfogo per un amore non corrisposto. Anche la fortuna mi volse le spalle.”
Francesco porta con disinvoltura i suoi 84 anni. È un signore elegante, dai modi misurati. Da anni è seguito dalla Fondazione Specchio dei tempi attraverso il progetto Forza Nonni!, che lo aiuta a vivere in modo dignitoso.
Risiede in borgata Aurora, non lontano dallo stabile dove è nato il cantautore Gipo Frassino. “Non auguro a nessuno di avere debiti per il gioco. Dovetti vendere tutti i miei averi per tacitare i creditori. Tutto è crollato: dal poter fare la spesa a relazionarmi con gli altri. Non mi rimase che rifugiarmi in questo piccolo alloggio, l’unico che potevo permettermi.”
“Provengo da una famiglia abbiente di Alcamo. I rapporti con mio padre furono sempre problematici. Era molto severo e mi castigava perché non avevo voglia di studiare. Da lui ereditai la passione per il gioco. Passava le giornate al circolo a giocare a carte con gli amici.”
A inizio anni 70 Francesco si trasferisce a Torino. È socievole e l’abilità nel vendere lo porta al successo nell’ambito del commercio. “Volevo diventare un piccolo Berlusconi. A poco a poco, sviluppai una rete di punti vendita di abbigliamento a buon prezzo o, come si diceva allora, a bun pat. Tutti gli ambulanti dei mercati venivano a rifornirsi da me.” Gli affari prosperano e Francesco si esalta. Ama godersi la libertà, per lui bene irrinunciabile. Non si adegua neppure al concetto classico di famiglia: avrà quattro figli da donne diverse ma non si sposerà mai. “Ho il difetto di essere un solitario. Nella vita come in amore ho sempre preferito giocare da solo. Ma i figli non li ho mai trascurati.”
Lasciata la prima compagna intraprende una nuova relazione con una giovane ragazza di cui si innamora perdutamente. La relazione si interrompe prima di diventare definitiva: “Ancora adesso non mi rassegno all’idea di essere stato respinto.”
Ora che il tempo è passato, a Francesco rimane la modesta pensione sociale, accompagnata dall’aiuto indispensabile di Specchio dei tempi, a cui si è rivolto grazie al consiglio di un amico. ”Si avvicina dicembre e con i 500 euro della Tredicesima dell’Amicizia farò quadrare molti conti. In più ho la sicurezza di ricevere ogni mese due spese gratuite e l’assistenza di una collaboratrice domestica che tiene linda la casa.”
Francesco è seguito costantemente dai volontari di Specchio e nel caso anche da uno psicologo: “Sento un gran bisogno della presenza di qualcuno che mi parli e mi conforti. Benedico i donatori che grazie al loro generoso contributo rendono costante questo dono nel tempo.”