Massimo stringe tra le mani robuste la Tredicesima dell’Amicizia, l’assegno di 500 euro ricevuto da Specchio dei Tempi grazie al contributo di solidarietà raccolto da tanti benefattori.
“Sono nato a Torino nel 1957 e ho svolto l’attività di artigiano per tutta la vita. Percepisco una pensione di 430 euro. L’aiuto di Specchio è un dono enorme: lo userò per mangiare e forse per qualche regalo in vista del Natale.”
Dopo la guerra, la famiglia di Massimo si trasferisce nel quartiere di Valdocco: “Mio padre, originario della Puglia, era artigiano del legno e io ne ho ereditato il mestiere. Avevamo il laboratorio nei pressi del cimitero di San Pietro in Vincoli.”
Si sposa e cerca di conciliare il duro lavoro con le esigenze di una famiglia che nel tempo si è arricchita di tre figli. Fino a che la crisi economica lo mette con le spalle al muro.
“Ho commesso molti sbagli e gli sbagli si pagano. Non ne voglio parlare. Forse mi sono fidato delle persone sbagliate: ho anticipato lavori che non mi sono stati pagati. Sono andato in sofferenza: quello che mettevo da parte spariva con le spese e l’affitto. Dovetti smettere di versare i contributi.”
Nel frattempo, i rapporti con la moglie si deteriorano e i due decidono di separarsi consensualmente.
“Non ho rimpianti e nel distacco non giudico più. Sono senza mezzi e vivo di lavoretti. Mi ospita una compagna, talvolta degli amici. L’importante è la salute.”
Nel congedarci osserva nuovamente l’assegno. Cinquecento euro non risolveranno la sua situazione né lo renderanno agiato, ma gli daranno speranza e un po’ di sollievo in questi tempi di crisi.