Articolo di Angelo Conti
Antonio A., 72 anni, calabrese, è abituato alla povertà. Anche se nel suo passato c’è una lunga attività in televisione: “Vendevo pentole nelle televendite di una emittente calabrese. Poi una truffa, un debito da 80 milioni, gli strozzini, ed è finito tutto”. Ora vive le sue giornate in una soffitta di 9 metri quadrati, col tetto che fa acqua, spesso ospitando amici senza dimora, alle prese con un cuore malandato e rattoppato da ben 8 stent. E con la prospettiva di un intervento chirurgico piuttosto complicato. Eppure Antonio A. non è un uomo triste. Sotto la barba incolta, ogni tanto fa anche trasparire un mezzo sorriso. Ha una sua filosofia. “Nonostante la miseria, la vita è bella. Io so trovare la felicità persino in un piatto di pasta».