Ieri 28 gennaio, in via Luserna di Rorà 8, la Fondazione Specchio dei tempi ha consegnato ulteriori 600 Tredicesime dell’Amicizia portando a 2.550 il numero degli assegni da 500 euro distribuiti agli anziani in difficoltà del Piemonte e della Liguria, riuscendo così a soddisfare tutte le richieste pervenute. Il notevole risultato è stato ottenuto grazie al sensibile altruismo dei 5.185 donatori, provenienti da Torino e da tutto il Piemonte, che hanno portato a una raccolta di offerte di un terzo superiore rispetto a quella del 2023.
L’obiettivo della sottoscrizione lanciata da Specchio dei tempi, per la raccolta delle Tredicesime dell’Amicizia, è sempre lo stesso dal 1976: non lasciare indietro la popolazione più anziana e fragile.
Aumenta la povertà e crescono le richieste d’aiuto, controbilanciato tuttavia dal netto aumento dei donatori che, rispetto al passato, affidano alla Fondazione il loro gesto di generosità per rispondere alle esigenze dei bisognosi. Un segnale di fiducia e di riconoscimento che rappresenta per Specchio uno stimolo a sempre meglio operare.
Gli anziani delle Tredicesime
Gli anziani delle Tredicesime sono soli e indifesi con alle spalle famiglie divise, colpite da disgrazie e dalla povertà. Incontriamo alcuni di loro mentre dignitosamente attendono di ritirare il loro assegno.
Carmela ha 82 anni, avvolta in un ampio scialle color malva aspetta con apparente distacco il suo turno: “Sono disperata. Percepisco una pensione di 600 euro e ne pago 430 di affitto. Faccio sacrifici a tutto andare e spesso salto i pasti. Mio marito mi ha lasciato e i figli vivono lontani. La Tredicesima mi dà un po’ di ossigeno ma fra poco riceverò lo sfratto e non so dove andare. Forse finirò a dormire sotto i ponti. Ormai affittano solo agli studenti.”
Ettore, 81 anni, indossa spessi occhiali scuri che rendono indecifrabile il suo sguardo: “Ero una testa matta. Ho lasciato la famiglia giovanissimo. Ho fatto decine di lavori per essere indipendente, operaio in Germania, anche il cavallerizzo in un circo. Senza versare contributi ho la pensione minima. Non ho nessuno e vivo in una casa del Comune. Per un danno renale ogni sei mesi devo presentarmi in ospedale. I soldi di Specchio li spenderò in medicine.”
Giuseppe, 72 anni, ha volto scavato e barba incolta che il cappuccio del piumino nasconde appena: “Provengo da una famiglia povera. Ho iniziato a fare il lavapiatti a 14 anni. Dopo tanti lavoretti, ho lavorato per vent’anni come fattorino. Sono senza famiglia. Mi interessa solo la salute: fumatore incallito soffro di enfisema polmonare e ho difficoltà a respirare. Con i soldi dell’assegno pagherò l’affitto e poi comprerò da mangiare.”
Il sostegno che fornisce Specchio dei tempi non si esaurisce in un buono da 500 euro ma è un impegno a stare sempre vicino ai nostri anziani. Una parte delle persone che hanno ricevuto l’assegno sono anche supportate da un altro dei numerosi progetti della Fondazione denominato “Forza Nonni!”, che fornisce agli anziani fragili assistenza e aiuti concreti per la vita di tutti i giorni.