Due anni e mezzo di guerra in Ucraina, due anni e mezzo di solidarietà di Specchio dei tempi: verso chi è fuggito in Italia e verso chi continua a soffrire in patria. Ce lo chiesero e continuano chiedercelo tantissimi lettori che con il loro aiuto, tangibile e generoso, ci hanno permesso di salvare vite, di donare riparo e soccorsi, di offrire un primo aiuto concreto. Nei giorni più drammatici del conflitto, a febbraio, abbiamo subito aperto una raccolta fondi. Ad oggi il denaro offerto da 7.035 amici di Specchio ammonta a 1,75 milioni di euro. Denaro che ci ha permesso di costruire 3 villaggi a Leopoli, Cernivci e Rivne e di sostenere 1.200 famiglie in Italia e di trasportare 250 tonnellate di aiuti.
A Cernivci, sotto due tensostrutture di oltre 1000 mq e con l’aiuto dei volontari di Remar Sos, ospitiamo 1.500 persone al giorno. Persone che hanno perso tutto sotto le bombe e alle quali offriamo accoglienza immediata e un pasto caldo. Ci sono ambulatori cucine, la mensa, area giochi per i bambini e brandine per dormire. Si chiama “Villaggio Specchio d’Italia”, dal nome della nostra Fondazione sorella, Specchio d’Italia, e si trova a 40 km dal confine rumeno. Specchio die tempi ha sostenuto anche i villaggi di Leopoli e Rivne (al confine con la Bielorussia). In quest’ultima località è sorta una tensostruttura coibentata e accompagnata da una fornitura di totem per il riscaldamento e generatori elettrici di grande potenza. .
Sono strutture indispensabili perché, a differenza di quanto accaduto all’inizio del conflitto, la popolazione ucraina non vuole più lasciare il suo Paese. All’inizio del conflitto, invece, per venire incontro alle migliaia di profughi, Specchio dei tempi aveva organizzato navette e pullman per trasportare in Italia migliaia di persone in fuga. E, parallelamente, dalla nostra sede di Torino partivano decine di navette, bus e Tir carichi di viveri e medicinali attivando nel Cuneese, oltreché nel capoluogo, centri di raccolta dove cittadini e imprese hanno donato generi di prima necessità.
Collaborando con il Consolato ucraino a Torino, al culmine degli arrivi, abbiamo consegnato” un aiuto economico (500 euro alle prime 1000 famiglie) e avviato il progetto “Forza mamme ucraine” che ha seguito e aiutato circa 200 donne e i loro 400 bambini. Quando il vento della guerra è cambiato, ci siamo dati da fare per attivare pullman navetta da Roma e Torino verso Leopoli, in collaborazione con l’Ambasciata ucraina nella Capitale, per favorire il rientro dei profughi che lo desideravano e lo desiderano: oltre 1.500 persone.