Angelo Conti
Specchio dei tempi riporterà a casa i profughi ucraini che dal Piemonte vogliono rientrare nel loro Paese. La decisione è arrivata ieri, rispondendo a una precisa richiesta del console ucraino a Torino, Dario Arrigotti, e dopo il rifiuto della Protezione Civile a effettuare questa operazione.
Le richieste sono cominciate ad arrivare a maggio e sono già stati alcuni i rimpatri autonomi. Ma, parallelamente, si è creato un mercato nero di autotrasportatori improvvisati che chiedono per il tragitto fra Torino e il confine polacco cifre che arrivano a 200 euro a persona. Il tragitto viene coperto talvolta in auto e più frequentemente con minibus a 9 posti, gli stessi usati alla fine di febbraio e a marzo nelle prime ondate migratorie verso l’Italia. Ma si tratta di cifre impossibili per le tante donne che sono arrivate con i loro bambini.
Che cosa è successo? Perché queste richieste di rimpatrio?
«Premesso che tutti gli ucraini sono grati ai piemontesi per quello che hanno fatto per loro – spiega il console Arrigotti -, ci sono due situazioni da tenere presente. La prima è che la guerra sta colpendo aree dell’Ucraina ben precise e la gran parte del Paese continua a vivere in modo abbastanza normale. Questo è quanto viene anche continuamente raccontato, per telefono, dai parenti dei profughi. Chi era fuggito da regioni poi rimaste al di fuori dai combattimenti, ora ha capito che può tornare a casa. Poi c’è un secondo fattore: alcuni gruppi vengono ospitati, qui in Piemonte, in località lontane dai centri abitati e trovano difficile vivere con scarsi contatti con la comunità. Fermo restando che l’assistenza di Croce Rossa e Protezione Civile continua a essere continua ed ammirevole, è comprensibile che in tanti vogliano tornare a casa».
Il console ha chiesto alla Protezione Civile di organizzare alcuni pullman: «Mi hanno riposto che l’istanza non era ammissibile. Non mi spiego questo rifiuto, perché portare a casa gente che vuole lasciare il Piemonte significa anche un minor impegno economico delle istituzioni italiane».
Specchio dei tempi, prima e unica fondazione italiana ad aprire a marzo un villaggio profughi all’interno dell’Ucraina, a Cernivci, non poteva restare insensibile alla richiesta: «Siamo stati vicini alla popolazione ucraina dallo scoppio della guerra – sottolinea il presidente di Specchio, Lodovico Passerin d’Entreves -, curando l’arrivo in Italia o il sostegno in Ucraina di migliaia di profughi. Questo desiderio di rientrare a casa merita una risposta, anche perché è un segnale di speranza».
Chi volesse avvalersi di questa disponibilità non deve far altro che contattare il consolato ucraino a Torino. Specchio si occuperà di trasferire i profughi sino al confine polacco, da dove è possibile utilizzare la rete dei trasporti ucraini.
Come donare per i rifugiati
Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale per la gente dell’Ucraina.