Angelo Conti
Costruito da Specchio dei tempi, il villaggio profughi collocato nella piazza centrale di Cernivci in Ucraina è sempre stato un orgoglio per i lettori de La Stampa. Da quando ha iniziato a funzionare, nella primavera di due anni fa, appena 40 giorni dopo l’invasione, ha assistito decine di migliaia di ucraini in fuga dalle zone occupate ed ha preparato oltre 1 milioni di pasti consumati da bambini, famiglie ed anziani disperati.
L’attacco russo della settimana scorsa era inatteso, ma la strategia degli occupanti, volta a colpire tutte le infrastrutture che forniscono servizi alla popolazione, non ha risparmiato nemmeno Specchio dei tempi ed i volontari di Remar Sos, che gestiscono con coraggio questa attività. Qui, ogni giorno, vengono preparati almeno mille pasti caldi (anche la cucina di campo è stata un dono di Specchio dei tempi), accolti centinaia di bambini per attività ludiche e didattiche, forniti capi di abbigliamenti e scarpe a chi ne ha necessità.
I danni dell’attacco russo sono stati pesanti: l’incendio ha devastato le due tensostrutture, da 1500 metri ciascuna, che sono il cuore del villaggio. Ma ora comincia la ricostruzione: ieri sono partiti da Torino i primi 15.000 euro, raccolti da Specchio in una settimana. Ne seguiranno altri, man mano che giungeranno donazioni. E Israel Galvez, il capo villaggio, spagnolo di nascita e moglie italiana, ha potuto cominciare i lavori di ripristino: “La spesa più grande è quella per il tendone che deve coprire le tensostrutture. Appena avuto notizia di questa preziosissimo aiuto, lo abbiamo ordinato. Speriamo di poterlo avere qui nel giro di pochi giorni. È indispensabile anche perché all’esterno si può fare poco: il clima è rigidissimo e la neve cade copiosa”.
Specchio dei tempi continuerà la raccolta anche nelle prossime settimane così da rendere meno drammatico il Natale di centinaia di famiglie in fuga dalla guerra.