Di Angelo Conti
Iniziato il 2019, è giusto fare un resoconto dell’anno appena trascorso. Penso, sorridendo, che ho cominciato ad occuparmi di Specchio dei tempi nel 1982. Allora Marco Marello, caposervizio in Cronaca, mi mandava a recapitare tredicesime degli anziani per tutto dicembre, con buona pace della capocronista (allora era la rigidissima Gabriella Poli) che non si lamentava troppo di quel suo reporter prestato alla solidarietà. Così, facendo un po’ di conti, mi accorgo che sono 36 anni che la mia strada intreccia quella di Specchio. Tanti anni in cui la fondazione è cresciuta e cambiata. Ma mai come quest’anno… Uno staff azzeccato e senza orari, la dedizione e la capacità dei nuovi arrivati, lo slancio di un presidente che dimostra metà degli anni che ha, quando si tratta di buttare il cuore oltre l’ostacolo, ci hanno consentito risultati importanti, mai centrati prima.
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Così, in ordine sparso, ricordo la costruzione e l’inaugurazione della palestra della scuola di Arquata del Tronto; la costruzione e l’inaugurazione della scuola di Tochimilco in Messico; la ristrutturazione e la riapertura dei reparti di Cardiorianimazione e di Neuropsichiatria Infantile al Regina Margherita; il primo anno di attività dello Specchio Point di via Santa Maria 6 a Torino, con 1500 (millecinquecento!) famiglie concretamente aiutate; l’avvio del programma “madri e figli” che ci vede assistere 100 donne e 200 bambini in situazione di indigenza; l’apertura in autunno anche di uno Specchio Point a Pinerolo (insieme al Rotary e all’Acea); lo sviluppo delle Colazioni dei Poveri di Casa Santa Luisa: ora sono quasi 50.000 l’anno ed abbiamo aggiunto un servizio medico per i senza dimora; l’estensione anche alle province piemontesi dell’operazione defibrillatori (ne abbiamo donati in tutto 306, l’ultimo al Palavela, con il supporto tecnico dell’Associazione Lorenzo Greco); i corsi di informatica e di smarthpone per anziani (oltre 500 iscrizioni) e l’apertura di un’aula informatica attrezzata di Specchio dei tempi all’Educatorio della Provvidenza; l’avvio del programma “bimbi al mare” per regalare una settimana di vacanza ai piccoli più poveri; la pet therapy anche a Candiolo (Istituto contro il Cancro) e nelle scuole d’infanzia (oltre che nelle Case di Riposo e nelle scuola per i bimbi disabili); il finanziamento di “Dare voce al silenzio” per contrastare le violenze domestiche sui bambini; lo screening cardiologico per migliaia di allievi delle scuole superiori torinesi; i corsi contro le cattive abitudini di vita dei ragazzi; l’ormai storico “Salvabimbi” per molte migliaia di nonni e genitori; il programma di aiuto alle famiglie con malati di Alzheimer condotto insieme ai Cafè Alzheimer di Torino; l’attività di housing sociale in tre alloggi Atc. E all’estero, oltre alla scuola di Tochimilco, da segnalare la ripresa della attività nel “nostro” ospedale pediatrico di Hargeisa (Somaliland) con la ristrutturazione della Neonatologia; il sostegno al progetto delle Cliniche Mobili nel sud del Myanmar (con Medacross); la continua assistenza alle nostre bimbe violate in Sri Lanka (con i monaci buddisti e il Gus); l’apertura di due strutture per assistere i bimbi curdi yazidi nel campo di Duhok nel nord del Kurdistan iracheno. E, di nuovo a Torino, l’impegno per la corretta scolarizzazione dei bambini ed i ragazzi del Moi (ex Villaggio Olimpico) e l’avvio del programma “Il Villaggio che lavora” per dare istruzione e lavoro ai ragazzi occupanti più volenterosi (sinora un successo!); la difficile sfida sui campi della Società Sportiva Madonna di Campagna per l’integrazione dei bambini rom; il tutoraggio ormai in 14 scuole; i corsi di giornalismo (con Lucia Caretti e Daniele Solavaggione); l’avvio del programma scolastico di agricoltura verticale; quello della lettura dei libri nelle case di riposo; il sostengo all’attività dei dentisti volontari in pensione che curano i poveri a Mirafiori. Oltre, naturalmente, alle Tredicesime dell’Amicizia: anche quest’anno abbiamo aiutato 2000 anziani (con un assegno da 500 euro ciascuno) dopo la raccolta fra novembre e dicembre, di 1 milione di euro fra i lettori de La Stampa.
Tante cose, vero? Ed abbiamo taciuto le meno importanti, per non trasformare l’articolo in un romanzo….
Siamo soddisfatti. Soddisfatti per aver fatto funzionare al meglio una “macchina” difficile, ma soprattutto per avere aiutato migliaia e migliaia di persone, di esseri umani in difficoltà. E questo grazie alla generosità di chi ci è stato, ci sta e ci starà vicino. Una comunità di lettori, di amici, di piemontesi che ci sostiene, con slancio e passione. E ai quali diciamo grazie. A nome di tanti.