Alessandro Mondo,
La Stampa, 14/01/2024
Un trapianto movimentato, in corsa contro il tempo, dipanatosi tra Torino e Cuneo: il primo eseguito in Italia trasportando entrambi gli organi, cuore e fegato, mantenuti funzionanti fuori dal corpo del donatore. Operazione straordinaria, certo. Ma non si tratta solo di questo, di una performance professionale e tecnologica di eccellenza, bensì di una mobilitazione subordinata a due considerazioni, ben presenti nella mente di chi l’ha coordinata ed eseguita: l’importanza di organi donati, risorsa sempre più preziosa e sempre insufficiente rispetto alla domanda, la prima; la possibilità, grazie ai progressi della medicina e delle tecnologie applicate alla medicina, di reimpiegarli quasi tutti (giovani e vecchi, in condizioLavoro di squadra tra le équipe del Santa Croce e Carle e delle Molinette.
In questo quadro rientra il prelievo contemporaneo del cuore, del fegato e dei reni all’ospedale di Cuneo da un donatore in morte cardiaca e il successivo trapianto degli organi presso l’ospedale Molinette di Torino. Un lavoro di rete, prima di tutto, tra ospedali diversi, capaci di condividere tra loro professionalità e tecnologie. Altro elemento di novità: la modalità di donazione, awenuta dopo arresto cardiaco. E ancora: la distanza tra le sedi di donazione e trapianto, le tecnologie impiegate per la preservazione degli organi, il trasferimento di una équipe dedicata a questo particolare tipo di donazione in un ospedale non di Torino, il trasporto degli organi non fermi in ghiaccio ma piuttosto mantenuti in vita al di fuori del corpo del donatore in una condizione molto simile a quella fisiologica. Tanta roba, insomma, anche per un trapianto.
La donatrice, una donna di 62 anni della Valle Po, ricoverata a fine dicembre presso l’ospedale di Cuneo, ha donato i suoi organi dopo accertamento di morte con criteri cardiocircolatori. Indispensabile la stretta collaborazione dell’équipe delle Molinette, formata dalla dottoressa Mannella Zanierato e dal dottor Raffaele Potenza, con l’équipe rianimatoria di Cuneo, composta dalla dottoressa Federica Lombardo e dal dottor Domenico Vitale, guidati dal dottor Giuseppe Coletta. Dopo l’accertamento di morte, il cuore della donatrice è stato rivitalizzato da un’équipe composta da cardiochirurghi torinesi e cuneesi. Il professor Massimo Boffini e la dottoressa Erika Simonato della Cardiochirurgia delle Molinette, con l’aiuto del dottor Maurizio Roberto e del dottor Vincenzo Colucci, Cardiochirurgia di Cuneo, hanno fatto ripartire il cuore prima del prelievo. Il dottor Damiano Patrono ha preparato il fegato, i reni sono stati isolati dall’équipe urologica dell’ospedale di Cuneo.
Impiegate macchine di perfusione per impedire che gli organi si danneggiassero durante il trasporto. In particolare, il cuore è stato posizionato nel sistema di perfusione ex-vivo OCS, recentemente donato alle Molinette dalla Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, per trasportarlo in sicurezza a Torino, irrorato dal suo sangue e battente fuori dal corpo umano. Una volta arrivato a Torino, l’organo è stato trapiantato con successo su un paziente affetto da una grave malattia cardiaca terminale dal professor Mauro Rinaldi e dagli anestesisti del professor Luca Brazzi. Il fegato è stato trapiantato in una paziente con cirrosi epatica complicata da epatocarcinoma dai chirurghi dell’équipe del professor Renato Romagnoli e degli anestesisti del dottor Roberto Balagna. Anche i due reni sono stati trapiantati a due riceventi iscritti in lista per trapianto presso il Centro Trapianto di Rene, diretto dal professor Luigi Biancone.