Specchio dei tempi Valter, l’ultimo margaro del Colle del Lys “Trasformerò la Tredicesima...
11 Dicembre 2023

Valter, l’ultimo margaro del Colle del Lys “Trasformerò la Tredicesima in legna per la stufa”

Beppe Minello

E’ uno di quei giorni in cui l’imminente inverno si fa amare. La neve caduta nella notte moltiplica la luce abbagliante del sole, l’aria è fredda e pulita. L’occhio, dal balcone di casa di Valter Coletta, può spaziare sulla pianura. A sinistra, dalla cappa sopra Torino, a volte spunta il grattacielo della Regione. A destra, sporgendosi un po’, s’intravedono i laghi di Avigliana. Montecomposto è un borgo di Villardora che si raggiunge deviando appena un po’ dalla strada che da Almese porta al Colle del Lys.

Un paradiso. A starci un giorno e quando fa bello. Che diventa un purgatorio, a volte un inferno, se si vive, come Valter, in una stanza affumicata dalla stufetta a legna strategicamente piazzata al centro dei pochi metri quadrati, un robusto sofà che ogni sera diventa letto, un tavolo, una sedia e una cucina economica. Il bagno? Il bagno è fuori. Ma anche un calvario se, com’è accaduto a Valter che i suoi 67 anni li dimostra solo nello sguardo azzurro e sveglio, sei reduce da due anni di cure devastanti per combattere tre tumori: alla vescica, alla cistifellea, al colon. Combattuti più volte – e  per ora sconfitti – prima in sala operatoria e poi con 8 mesi di chemioterapia: “Prendevo 112 pastiglie ogni 15 giorni” racconta, con una punta di simpatico machismo, il margaro pronto a tirarsi su la maglietta per far ammirare, si fa per dire, la cicatrice che dallo sterno arriva all’ombelico.

Dona ora

Perché Coletta è un margaro. In disarmo certo, ma che se potesse ancora allevare 4 o 5 capre per fare quel formaggio che nemmeno può più mangiare, sarebbe un uomo tutto sommato felice. Invece non può. La chemio gli ha intorpidito le gambe e i piedi, tanto che vive senza calze: “Non riuscirei a piegarmi per toglierle e tantomeno per metterle. Vede la tuta che indosso? Non la tolgo quasi mai” sorride contando i 500 euro che Specchio dei tempi gli ha appena consegnato. Valter Coletta è uno dei duemila anziani che anche quest’anno, e da quasi mezzo secolo, vivranno un piccolo momento di serenità grazie alle Tredicesime dell’Amicizia: “Trasformerò questo aiuto in legna per la stufa… perché, lo sa?, costa 14 euro al quintale!”.

Da trent’anni a Montecomposto, dov’è tornato quando il suo matrimonio è andato a ramengo, non ha mai avuto problemi a sopravvivere: con 35 capre produceva un formaggio che aveva un suo bel mercato. La legna che ora paga 14 euro al quintale, la trovava pulendo i boschi attorno al borgo che, all’epoca, era abitato da 300 persone e 700 vacche. “Siamo rimasti in 40. Siamo come un condominio dove, come in un condominio, nessuno si parla. Chi lavora, lavora in pianura e quando torna si chiude in casa” racconta, malinconico, Valter.

Dona ora

La sua giornata è sempre uguale: sveglia alle 5, due biscotti bagnati nell’acqua, qualche messaggino – ché il cellulare è l’unici legame con la modernità – a pochi amici. Nessuno di loro mai si avventura su per i bricchi per andarlo a trovare. L’ora del pranzo arriva in un amen ed è festa quando Valter si apre una scatoletta. I trent’anni passati nei boschi sono la sua laurea: non ci si stanca mai ad ascoltarlo parlare di piante e delle loro qualità nutritive e medicamentose, i funghi sono l’altra sua passione. Li trova con il naso (“Sento il loro profumo”) perché l’occhio sinistro è andato quando una vipera l’ha morsicato. E quanti funghi trovava. La sua postazione preferita è sul balcone dove sta sempre appoggiato alla ringhiera, tanto che il margaro ne ha imbottito un piccolo tratto, sufficiente ad accogliere i gomiti.

Un po’ di gioia arriva il lunedì con Barbara, l’operatrice socio sanitaria che lo porta a fare la spesa a Villardora; arriva il mercoledì con Nadia, pure lei un’oss, che lo accompagna a fare la doccia settimanale in paese visto che il bagno di Valter è solo un vaso alla turca; arriva ancora il giovedì e il venerdì con Loredana con la quale va a rifare un po’ di spesa. Valter si mantiene con la pensione d’invalidità al 100 per cento e un rimasuglio del reddito di cittadinanza destinato, molto presto, a esaurirsi completamente. Insomma, ha poco o nulla. Ma quando il cronista di Specchio dei tempi gli consegna la Tredicesima dell’Amicizia e lo saluta, gli allunga una “bornia” di funghi secchi e sussurra: “Grazie…”.

Come donare:

Per sostenere le Tredicesime dell’Amicizia è possibile donare qui

Oppure tramite bonifico bancario intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ETS, Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.

O ancora, Bollettino su Conto Corrente Postale n. 1035683943. Causale: “Tredicesime dell’Amicizia”.

È infine possibile versare di persona all’InfoSpecchio:

  • Torino, via Madama Cristina 35 (Lun-Ven 10-13);
  • Ufficio Abbonamenti La Stampa: Torino, via Lugaro 21 (lun-ven 9.30-13);
  • Agenzia Centrale di Reale Mutua: Torino, p.zza Castello 113 (lun-ven 8.30-12.30/14.45 -17.30);
  • Specchio Point Pinerolo, via del Pino 70 (mer 9-13).

 

Dona per Tredicesime dell'Amicizia
Il tuo aiuto è importante

Ogni giorno siamo accanto a chi soffre, in Italia e nel mondo. Trasformiamo la tua donazione in aiuti concreti e immediati.

50
100
200
Scopri tutte le modalità di donazione